FILOGRANA ANTONIO

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FILOGRANA ANTONIO

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Industriale delle calzature e dirigente sportivo, Cavaliere del Lavoro.

Giovanissimo, alternò la frequenza scolastica con l’apprendistato presso un calzaturificio di Casarano (Lecce). All’età di diciassette anni si trasferì a Milano, impiegandosi come operaio specializzato in un’azienda di un certo rilievo. Dopo qualche tempo rientrò a Casarano con l’intento di realizzare nel proprio paese una moderna industria calzaturiera. Nel 1948 fondò la sua prima azienda, costituita da un piccolo laboratorio artigianale in un monolocale, a conduzione esclusivamente familiare. Da allora l’azienda crebbe incessantemente, fino a diventare leader nel settore in Europa. Inizialmente si fece carico di tutte le funzioni aziendali, dalla progettazione alla produzione e alla vendita. Nel 2010 l’azienda operava con 1.000 dipendenti tra diretti e indiretti. A questi si aggiungevano quelli dei diversi paesi in cui la società Filanto allargò la propria base produttiva. Il Gruppo nel 2011 produceva più di 6 milioni di paia di calzature anche con una rete di negozi a marchio proprio presenti in Italia e all’estero.
Filograna è stato dal 1978 al 1999 anche presidente del Casarano Calcio, che sotto la sua gestione ha vissuto il periodo più esaltante della sua storia arrivando a sfiorare la promozione in Serie B. Muore nell’agosto del 2011 all’età di 88 anni.

Onorificenza

Nominato Cavaliere del Lavoro il 29.5.2009
Settore industria delle calzature

http://www.fondazionefilograna.it/filograna_p.htm

Antonio Filograna nasce nel 1923 a Casarano, all’epoca grosso centro agricolo dal basso Salento, estrema propaggine della provincia di Lecce. Il padre, Edoardo, esercita il mestiere di cavamonti, allora molto diffuso nella zona e consistente nell’estrazione e lavorazione di conci per l’edilizia. Compongono poi la famiglia la madre, casalinga, due fratelli di cui uno gemello ed una sorella.
Da ragazzo alterna la frequenza scolastica con l’apprendistato presso un calzaturificio locale, dove prende “confidenza” col prodotto scarpa e con tutto ciò che gravita intorno ad esso. All’età di 17 anni, desideroso di ampliare le proprie cognizioni tecniche, emigra a Milano dove l’industria delle scarpe è presente con aziende di un certo rilievo, al pari del vicini polo di Vigevano. Presso alcune di queste industrie egli presta la propria opera come operaio specializzato, traendone grossi vantaggi in termini di esperienza sul prodotto e acquisizione di tecnologie industriali in generale.
Dopo qualche tempo Filograna rientra a Casarano con la convinzione di poter realizzare nel proprio paese una moderna industria calzaturiera, sul modello di quella lombarda. Certo, qui manca tutto per realizzare un simile progetto: dalle maestranze qualificate alle strutture esterne, dai capitali ai mercati di sbocco.
Ma il giovane imprenditore non si perde d’animo e senza perdere tempo fonda la sua prima “azienda”: un piccolo laboratorio artigianale in un monolocale, a conduzione esclusivamente familiare. Siamo nel 1948 e da questo momento in poi quella azienda crescerà incessantemente fino a diventare, ai giorni nostri, leader del settore in Europa. Inizialmente il Sig. Filograna ricopriva tutte le funzioni aziendali, dalla progettazione alla produzione e alla vendita. Oggi egli si avvale dell’opera di 2000 dipendenti che, a diversi livelli, assicurano il buon funzionamento di tutti i processi aziendali. A questi se ne aggiungono diverse centinaia negli altri paesi in cui la Filanto ha recentemente allargato la propria base produttiva.
Filograna è stato ed è continuamente alla guida di questo grande complesso eccetto il periodo che va dal 13 Novembre 1980 fino la 17 Giugno 1981 durante il quale ha vissuto la terribile esperienza del sequestro, a scopo di riscatto, che avrebbe minato per sempre la sua personalità se non avesse avuto un carattere molto forte ed una incrollabile fede di rivedere la sua creatura, la fabbrica Filanto.
La sua carica di Presidente non deve far credere ad una figura solo rappresentativa ed onorifica. Al contrario, è un uomo attivissimo e si muove a tutto campo. Gira per le sue fabbriche scorgendo a “colpo sicuro” la pur minima anomalia, indice riunioni a getto continuo con i collaboratori, imbastisce relazioni d’affari da un capo all’altro del mondo. E trova il tempo di occuparsi di tutte le altre attività del gruppo, dalle strutture commerciali ai negozi, agli alberghi, ai servizi sociali.
A chi si complimenta con lui per l’opera realizzata enfatizzandone i meriti, egli afferma di considerarsi, prima di tutto, un buon calzolaio che ha sempre amato il proprio mestiere. E’ questo amore, a suo dire, il principale fattore del suo successo. Chi lo conosce però gli attribuisce altre qualità: il coraggio innanzitutto, la tenacia, il gusto del rischio, l’intuito nella valutazione delle persone e degli affari. Il tutto sorretto sempre da una fede incrollabile.
Filograna ha anche un altro grande amore, quello per la propria terra a cui si sente legato indissolubilmente, da sempre. Aver contribuito così fattivamente al sostegno economico di questa zona è per lui motivo di immensa soddisfazione. Ma non si sente appagato: “siamo a metà dell’opera” continua a dire ai suoi collaboratori.
Tra i suoi numerosi impegni ha ricoperto, con soddisfazione della cittadinanza, la carica di assessore al Comune di Casarano ed è attualmente Presidente Onorario del CISI di Lecce che ha realizzato una interessante struttura per la promozione imprenditoriale nella Zona Industriale di Casarano.
Fa parte del Consiglio di Amministrazione del PASTIS-CNRSM di Brindisi, un importante ed avviato “Centro Nazionale per la Ricerca e lo Sviluppo dei Materiali”.
Ha donato un “Centro Mobile di Rianimazione” all’Ospedale “Francesco ferrari” di Casarano e si è reso promotore della costituzione di un Comitato, di cui è stato Presidente, che ha donato una TAC sempre all’Ospedale di Casarano. Nel 1997 è stato insignito del titolo di “Cavaliere del Lavoro”.

IMPRESE
«Dinamismo e lungimiranza per rilanciare il polo produttivo»: parla imprenditore salentino Filograna

Il numero uno della «Leo Shoes» analizza le strategie per riaffermare la centralità e le prospettive del distretto industriale

ALBERTO NUTRICATI 5 Luglio 2020

Ci vogliono l’entusiasmo e la visionarietà dei giovani, tanto nell’impresa quanto nella politica.
A dirlo è Antonio Filograna Sergio, presidente della Leo Shoes, una tra le più importanti eccellenze salentine. L’imprenditore condivide in pieno l’analisi che il professor Mauro Romano, ordinario di economia aziendale all’Università di Bari, aveva consegnato in esclusiva alle colonne della Gazzetta del Mezzogiorno lo scorso giovedì.
Presidente Filograna, quali le misure per rilanciare il distretto industriale di Casarano?
«Abbiamo vissuto e stiamo vivendo momenti di grande trasformazione. Pertanto, bisogna pensare in modo lungimirante, programmatico. Questo è un territorio che ha dimostrato una grande capacità di adattamento e di reazione alle crisi, ma oggi bisogna rompere certe inerzie ed essere dinamici, immediati, organizzati, in linea con i nuovi modelli organizzativi richiesti dal mercato globale. Non a caso, un problema fondamentale è quello della logistica, della velocità. Inoltre, se il Salento vuole essere la California d’Europa deve saper valorizzare le giovani menti e le grandi intelligenze di cui dispone. È fondamentale fare in modo che le nuove generazioni restino e cambino in meglio il territorio. Sono queste le grandi sfide che ci attendono».
Questo discorso vale anche per le istituzioni?
«Ovviamente. Le imprese devono uscire dal provincialismo, poiché, se rimaniamo ancorati ai vecchi stereotipi di business, saremo vecchi. Dal canto loro, le istituzioni devono cogliere il senso di questa volontà delle imprese. Bisogna osare. La paura non ci aiuta. Dobbiamo essere positivi, ottimisti e, nei momenti difficili, deve venir fuori lo spirito solidale, che richiede massima collaborazione tra istituzioni, imprese e tutti coloro che amano la propria terra».
A breve andremo al voto per il rinnovo del consiglio comunale. Il professor Romano aveva lanciato un appello alla società civile, facendo riferimento al bene comune. Quale dovrebbe essere, a suo avviso, il profilo del candidato sindaco ideale?
«Ancora una volta concordo con il professor Romano. Da un lato deve essere una figura istituzionale forte, in grado di rappresentare autorevolmente la città, dall’altro deve essere una persona vicina alla cittadinanza. Il suo colore politico è marginale, a livello locale serve una persona che abbia competenze, una grande moralità, un’ampia visione delle problematiche del territorio e che sia vicina a chi ha bisogno, soprattutto alle fasce più deboli. Casarano deve tornare ad essere il punto di riferimento del sud Salento. Per molti anni siamo stati dimenticati. Oggi Casarano deve riprendersi ciò che gli appartiene. A partire dall’ospedale, che va potenziato e non dismesso. Il codiv ci ha insegnato proprio questo, che la salute viene prima di tutto. Il nuovo sindaco dovrà affrontare un impegno gravoso ma stimolante e dovrà farlo con passione e dedizione. Ecco perché c’è bisogno di unità di intenti, per lottare e dare un senso di speranza e di fiducia per il futuro».

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