LACAITA PIERO

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LACAITA PIERO

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Manduria 29 luglio 1923 – 16 maggio 2009

Editore che lungo l’arco di oltre mezzo secolo ha fatto storia e particolarmente storia della cultura meridionale nei campi della filosofia, della storia, della letteratura e dell’arte, dell’etnologia e della sociologia, di una cultura che affonda vitalmente nel Mezzogiorno le sue radici, ma sempre più offrendosi ad interessi che travalicano i confini della Nazione. Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana

Piero Lacaita editore in Manduria sin dal 1947 proseguendo nella tradizione della editoria pugliese intrapresa da Valdemaro Vecchi e Giovanni Laterza. E’ stato, con il suo impegno civile, la sua convinta vocazione democratica e libertaria, testimone della cultura laica e progressista che ha accompagnato la crescita del Paese, per la storia e la civiltà del Mezzogiorno d’Italia. Per origini familiari, per scelta culturale, per ascendenze politiche, per impegno imprenditoriale ha presentato caratteri di estrema originalità e ricchezza: tutti caratteri che si sono venuti dipanando e intrecciando nell’arco di una vita, facendo emergere il ritratto a tutto tondo di un uomo che ha attraversato la storia del ‘900.
Lacaita è stato il Gobetti del profondo Sud, uomo che ammirava incondizionatamente e come lui credeva nell’efficacia del messaggio culturale affidato al libro: il libro come il giornale, sentiti come preghiere laiche, nel senso hegeliano. Ha avuto una visione gobettiana del mestiere di Editore capace di rappresentare “un intero movimento di idee” sposando pienamente la linea di impegno etico e politico così come Gobetti, l’editore ideale.
Piero Lacaita è stato un laico impregnato di socialismo umanitario alla ricerca di una riforma che potesse concedere più rigore alla vita municipale, al vivere civile, al sentimento religioso. La sua è stata più una vocazione mentale che una fede politica. Ha avvertito l’esigenza di radicare la formazione della società alla storia e di impegnarsi in una editoria di discussione, di lotta, di riformismo, di dibattito politico dando voce ad una Italia radicale e di minoranze critiche con una fede incrollabile nelle idealità liberali e progressiste.
Ha sempre pubblicato desideroso di impegnarsi nella vita politica del Paese ma anche con una passione meridionalistica, quella di ristabilire un qualche equilibrio tra le forze culturali del nord e del sud ed è stato per tanti versi lui stesso iniziatore di una feconda stagione editoriale del nostro Mezzogiorno. L’idea guida è stata sempre la stessa: rompere con la cerchia del provincialismo, collegare il Mezzogiorno al resto del Paese senza complessi di subalternità nel quadro di una visione politica che ha respiro nazionale.
La storia personale di Lacaita va coincisa con quella della Casa editrice. Tanti gli incontri importanti lungo la sua strada. Vi figurano tra i tanti, i nomi di Benedetto Croce, Tommaso Fiore, Gabriele Pepe, Gaetano Salvemini, Luigi Russo, Lelio Basso, Aldo Capitini, Danilo Dolci, Arturo Carlo Jemolo, Norberto Bobbio, Sandro Pertini, Giovanni Spadolini.
Alla pubblicistica di impegno civile ha affiancato saggi e studi di cultura moderna e contemporanea, realizzando una serie di collane di grande valore saggistico e letterario che hanno fatto di Piero Lacaita un editore che lungo l’arco di oltre mezzo secolo ha fatto storia e particolarmente storia della cultura meridionale nei campi della filosofia, della storia, della letteratura e dell’arte, dell’etnologia e della sociologia, di una cultura che affonda vitalmente nel Mezzogiorno le sue radici, ma sempre più offrendosi ad interessi che travalicano i confini della Nazione.
La linea culturale della Casa editrice, già ispirata a ideali di riscatto del Meridione, si aprirà nel corso degli anni, alle nuove prospettive geo-politiche, che inquadrano il problema del Sud, da una parte, nell’area culturale, produttiva ed economica del Mediterraneo, dall’altra, nella costruzione di una dimensione politica deIl’Europa nell’ambito dei processi di globalizzazione. Al passo con gli hegeliani bisogni dei tempi e precocemente intuendoli l’editore non della europea Milano ma della salentina Manduria darà vita in coincidenza con le prime elezioni del Parlamento europeo a una collana europeista che annovera tra i suoi autori il Mazzini – come lo è definito – del federalismo europeo, Altiero Spinelli.
L’impegno editoriale di Piero Lacaita rimasto a lavorare nel territorio di origine con coraggio, con eroica tenacia e coerenza negli ideali in cui ha creduto, è stato tutto rivolto alla promozione e allo sviluppo culturale umano e politico del Mezzogiorno, dell’Italia, dell’Europa in una visione etica della vita investendo nell’educazione civico-politica di più generazioni di giovani, svolgendo un’azione volta a restituire hetos e tensione civile alla politica e una funzione pubblica alla cultura per innalzare il pensiero degli uomini a più alte sfere spirituali.
Ha collaborato con i più importanti Istituti e Fondazioni culturali, quali la Fondazione di Studi storici «Filippo Turati» di Firenze, l’Associazione Nazionale «Sandro Pertini» di Firenze, il Centro Studi «Danilo Dolci» di Partinico, il Centro Studi «Giustino Fortunato» di Rionero in Vulture, il Centro Studi «Piero Gobetti» di Torino, l’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’ItaIia (A.N.I.M.I.) di Roma, la Fondazione «Casa America» di Genova, oltre a vari Istituti universitari. Molte sue edizioni hanno ottenuto importanti Premi letterari: «Premio Viareggio», «Premio Taormina», «Premio Matteotti».
Il suo impegno editoriale è stato coronato da significativi successi, tra i più importanti: nel 1962 l’assegnazione del Premio «Guido Mazzali» a Milano; nel 1992 il conferimento della laurea “Honoris Causa in Materie Letterarie” dell’Università degli Studi di Lecce; nel 2004, l’assegnazione nel 2004 del Premio «Guido Dorso» a Roma per meriti editoriali sotto l’alto Patrocinio del Presidente della Repubblica e dell’Università di Napoli «Federico II»; il 23 dicembre 2004 l’attribuzione motu proprio, da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, dell’alta onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica.

Onorificenza

Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana

 

Laurea “Honoris Causa in materie letterarie” da parte dell’Università degli Studi del Salento

Ha dedicato lunghi anni a raccogliere notizie storiche che riguardano la sua città, pubblicando:
nel 2003 vari contributi negli Atti del Convegno internazionale su ” Marco Gatti e la riforma della scuola” (Manduria, 9-10 novembre 2000);
nel 2003, Cultura laica e impegno civile a manduria durante la seconda metà del ‘900: il lavoro di un editore; in A.A.V.V. , Liber amicorum, tomo II, Manduria, Filo, 2003, pp. 655–86;
nel 2005, il saggio intorno ad Eugenio Selvaggi organizzatore di cultura in Puglia nella prima metà del novecento;
nello stesso anno, Profilo intellettuale di Michele Greco;
nel 2008, Giacomo Lacaita Sir ( K.C.M.G.) in età vittoriana Senatore del Regno in età umbertina;
nel 2009, Alla scoperta dell’editore ideale, cui ha lavorato fino a pochi giorni prima della morte.

E’ venuto a mancare l’editore Piero Lacaita – MANDURIA
www.manduriaoggi.it › …

16 mag 2009 — Una grande perdita per la cultura del Mezzogiorno Piero Lacaita … in Italia, poco dopo che Piero Pinna, primo obbiettore, venne condotto, …

Piero Lacaita Editore

L’editore

Piero Lacaita editore in Manduria sin dal 1947 è stato, con il suo impegno civile, la sua convinta vocazione democratica e libertaria, testimone della cultura laica e progressista che ha accompagnato la crescita del Paese, per la storia e la civiltà del Mezzogiorno d’Italia.
Per origini familiari, per scelta culturale, per ascendenze politiche, per impegno imprenditoriale ha presentato caratteri di estrema originalità e ricchezza: tutti caratteri che si sono venuti dipanando e intrecciando nell’arco di una vita, facendo emergere il ritratto a tutto tondo di un uomo che ha attraversato la storia del ‘900.
Lacaita è stato il Gobetti del profondo Sud, uomo che ammirava incondizionatamente e come lui credeva nell’efficacia del messaggio culturale affidato al libro: il libro come il giornale, sentiti come preghiere laiche, nel senso hegeliano. Ha avuto una visione gobettiana del mestiere di Editore capace di rappresentare “un intero movimento di idee” sposando pienamente la linea di impegno etico e politico così come Gobetti, l’editore ideale.
Piero Lacaita è stato un laico impregnato di socialismo umanitario alla ricerca di una riforma che potesse concedere più rigore alla vita municipale, al vivere civile, al sentimento religioso. La sua è stata più una vocazione mentale che una fede politica. Ha avvertito l’esigenza di radicare la formazione della società alla storia e di impegnarsi in una editoria di discussione, di lotta, di riformismo, di dibattito politico dando voce ad una Italia radicale e di minoranze critiche con una fede incrollabile nelle idealità liberali e progressiste.

L’impegno civile

Ha sempre pubblicato desideroso di impegnarsi nella vita politica del Paese ma anche con una passione meridionalistica, quella di ristabilire un qualche equilibrio tra le forze culturali del nord e del sud ed è stato per tanti versi lui stesso iniziatore di una feconda stagione editoriale del nostro Mezzogiorno. L’idea guida è stata sempre la stessa: rompere con la cerchia del provincialismo, collegare il Mezzogiorno al resto del Paese senza complessi di subalternità nel quadro di una visione politica che ha respiro nazionale.
La storia personale di Lacaita va coincisa con quella della Casa editrice. Tanti gli incontri importanti lungo la sua strada. Vi figurano tra i tanti, i nomi di Benedetto Croce, Tommaso Fiore, Gabriele Pepe, Gaetano Salvemini, Luigi Russo, Lelio Basso, Aldo Capitini, Danilo Dolci, Arturo Carlo Jemolo, Norberto Bobbio, Sandro Pertini, Giovanni Spadolini.
Alla pubblicistica di impegno civile ha affiancato saggi e studi di cultura moderna e contemporanea, realizzando una serie di collane di grande valore saggistico e letterario che hanno fatto di Piero Lacaita un editore che lungo l’arco di oltre mezzo secolo ha fatto storia e particolarmente storia della cultura meridionale nei campi della filosofia, della storia, della letteratura e dell’arte, dell’etnologia e della sociologia, di una cultura che affonda vitalmente nel Mezzogiorno le sue radici, ma sempre più offrendosi ad interessi che travalicano i confini della Nazione.

L’impegno culturale

La linea culturale della Casa editrice, già ispirata a ideali di riscatto del Meridione, si aprirà nel corso degli anni, alle nuove prospettive geo-politiche, che inquadrano il problema del Sud, da una parte, nell’area culturale, produttiva ed economica del Mediterraneo, dall’altra, nella costruzione di una dimensione politica dell’Europa nell’ambito dei processi di globalizzazione. Al passo con gli hegeliani bisogni dei tempi e precocemente intuendoli l’editore non della europea Milano ma della salentina Manduria darà vita in coincidenza con le prime elezioni del Parlamento europeo a una collana europeista che annovera tra i suoi autori il Mazzini – come lo è definito – del federalismo europeo, Altiero Spinelli.
L’impegno editoriale di Piero Lacaita rimasto a lavorare nel territorio di origine con coraggio, con eroica tenacia e coerenza negli ideali in cui ha creduto, è stato tutto rivolto alla promozione e allo sviluppo culturale umano e politico del Mezzogiorno, dell’Italia, dell’Europa in una visione etica della vita investendo nell’educazione civico-politica di più generazioni di giovani, svolgendo un’azione volta a restituire hetos e tensione civile alla politica e una funzione pubblica alla cultura per innalzare il pensiero degli uomini a più alte sfere spirituali.

Collaborazioni e onorificenze

Ha collaborato con i più importanti Istituti e Fondazioni culturali, quali la Fondazione di Studi storici Filippo Turati di Firenze, l’Associazione Nazionale Sandro Pertini di Firenze, il Centro Studi Danilo Dolci di Partinico, il Centro Studi Giustino Fortunato di Rionero in Vulture, il Centro Studi Piero Gobetti di Torino, l’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’ItaIia (A.N.I.M.I.) di Roma, la Fondazione Casa America di Genova, oltre a vari Istituti universitari.
Molte sue edizioni hanno ottenuto importanti Premi letterari: Premio Viareggio, Premio Taormina, Premio Matteotti. Il suo impegno editoriale è stato coronato da significativi successi, tra i più importanti: nel 1962 l’assegnazione del Premio Guido Mazzali a Milano; nel 1992 il conferimento della laurea Honoris Causa in Materie Letterarie dell’Università degli Studi di Lecce; nel 2004, l’assegnazione del Premio Guido Dorso a Roma per meriti editoriali sotto l’alto Patrocinio del Presidente della Repubblica e dell’Università di Napoli Federico II; il 23 dicembre 2004 l’attribuzione motu proprio, da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, dell’alta onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica.

Settant’anni di Cultura laica e impegno civile

Piero Lacaita Editore
Testimonianze

Per origini familiari, per scelta culturale, per ascendenze politiche, per impegno imprenditoriale, l’editore di Manduria presenta caratteri di estrema originalità e ricchezza. Tutti caratteri che si sono venuti dipanando e intrecciando nell’arco di una vita, facendo emergere il ritratto a tutto tondo di un uomo che ha attraversato la storia del ‘900. La Casa editrice Lacaita, con il suo patrimonio librario, con la sua testimonianza politica, con la sua capacità di traghettare nel nuovo millennio l’eredità filosofica, storica e morale del recente passato, continua ancora oggi a curare con amore e scrupolo la stampa di ogni singolo volume e di ogni singola pagina, senza mai indulgere alle logiche del mercato, della distribuzione su larga scala, e mantenendo quindi una connotazione artigianale nel senso più nobile del termine.
Donatella Cherubini
Lacaita è in tutti i sensi un piccolo Gobetti meridionale, un Gobetti del profondo Sud. Crede nell’efficacia del messaggio culturale affidato al libro: il libro, come il giornale, sentiti come preghiere laiche, nel senso hegeliano. Italia di minoranza. L’Italia ereticale e dissidente è quella cui si ispira il modello di Piero Lacaita. Senza discriminazioni; senza cesure; senza barriere interne. Aperto al pensiero liberale ma anche al pensiero socialista, alle prime affermazioni del radicalismo italiano non meno che alle voci costanti e profonde della democrazia.
Giovanni Spadolini
Al passo con gli hegeliani bisogni dei tempi e precocemente intuendoli l’editore non della europea Milano ma della salentina Manduria dà vita, in coincidnza con le prime elezioni del Parlamento europeo a una collana europeistica affidata alla competenza e alla passione di Andrea Chiti Batelli e che annovera tra i suoi autori il Mazzini – come lo è definito – del federalismo europeo, Altiero Spinelli. Un editore che ha fatto storia: questa, direi, è, in sintesi, la motivazione della laurea solennemente conferita in questo giorno a Piero Lacaita. L’auspicio è che altri giovani, armati come lui solo di idee e di passione, lo prendano a modello come egli prese a modello Gobetti. Il Mezzogiorno attraversa una delle fasi più tristi della sua pur tormentata storia. La casa editrice Lacaita, fuor di retorica è una delle cittadelle, inespugnata e inespugnabile, dove si resiste all’ondata della nuova barbarie. Presenze come la sua ci consentono di alimentare la speranza, oserei quasi dire di darci la fiducia che la barbarie non prevarrà. Segno di questa speranza, stimolo alla fiducia è il riconoscimento che l’Università di Lecce, onorandolo e onorandosi, ha voluto dare a Piero Lacaita.
Gaetano Arfé

Piero Lacaita e Gobetti

“L’editore deve rappresentare un intero movimento di idee” con questa citazione da Piero Gobetti si apre il catalogo di Piero Lacaita, editore in Manduria, con oltre sessant’anni di impegno editoriale alle spalle. Gobetti dunque, non c’è editore in Italia che ne abbia sposato pienamente la linea di impegno etico e politico al pari di Lacaita.
Conobbi Piero nel ‘75,non riuscivamo a trovare un editore disponibile a pubblicarci un rigo e Piero Lacaita con coraggio aveva creato da qualche anno la collana “I Testi” di poesia e in qualche modo provava a sovvertire l’ordine delle sacre consorterie, nel senso che i grandi poeti del centro venivano al sud in cerca di asilo. In quella collana guidata da un Leonardo Mancino giovane e combattivo, Carlo Francavilla trovò fortuna per un premio Viareggio opera prima con Le terre della sete e affianco ad Accrocca Lunetta e Manacorda trovarono casa i nostri Angiuli Augieri e Rotunno, giovani al primo verso.
Lacaita ha sempre stampato desideroso di impegnarsi nella vita politica del paese ma anche con una passione meridionalistica, quella di ristabilire un qualche equilibrio tra forze culturali del sud e del nord.
Aveva scoperto l’arte tipografica nello stabilimento paterno e fu negli incontri con Giovanni Laterza, a Bari, che si fece palese la sua vocazione. Piero frequentava allora i corsi di Aldo Moro a Giurisprudenza e appena possibile eccolo a caccia di novità librarie presso la libreria Laterza di via Dante. Giovanni gli diceva che per farsi buon editore occorreva un’anima guida, come Croce lo era stato per lui. Piero conobbe Croce ma si accostò a Tommaso Fiore, che conobbe nel 43 e guardò oltre il Garigliano, ai gobettiani ,al movimento della non violenza di Aldo Capitini e Danilo Dolci, a quello repubblicano di Giovanni Spadolini e Norberto Bobbio. Una tradizione progressista e laica che lo guiderà nelle scelte successive. Nel 1947 un incontro fondamentale a Cisternino con Gabriele Pepe. “Ebbi l’impressione di trovarmi di fronte ad un intellettuale meridionale di grande rigore, un uomo che godeva di larga fama…per la intransigente battaglia che andava conducendo in difesa della laicità della scuola pubblica”. Quell’incontro partorì un rapporto editoriale, perché Lacaita sarà a breve l’editore de “La protesta laica” di Pepe. Un libro che diventa il manifesto programmatico dell’editore, il quale si fa organizzatore a Taranto nel ‘48 del primo convegno di Protesta Laica. Nacquero addirittura dei “Quaderni di protesta laica”, che presentavano già in quei tempi lontani richieste inimmaginabili, proposte e segnali di lotta che avrebbero portato nella distanza all’obiezione di coscienza, al divorzio, alla legalizzazione dell’aborto, alle campagne per una migliore educazione sessuale nelle scuole, per la libertà della donna e via dicendo.
Era finita intanto la guerra e nel clima di ricostruzione del nuovo Stato e del nuovo assetto sociale gli intellettuali che si erano avvicinati a Croce e al suo antifascismo sentivano che era ormai tempo di battere sulla questione dei diritti sociali e sul federalismo europeo. Lacaita sposa appieno questi progetti e questi sentimenti e nel decennio 50-60 organizza a Manduria il primo gruppo liberal-radicale. Una Manduria lontana dagli ambienti universitari, considerando che Taranto ne è priva e che a Lecce è nata un’università solo da pochi anni. Nel 59 incontra Luigi Russo, l’editore di Belfagor proprio a Manduria. Dall’incontro nasce l’edizione di Invito alla resistenza e dopo questo incontro seguono quelli con Norberto Bobbio del quale pubblica nel ‘63 Italia civile e con Piero Nenni. Un incontro che solidifica la passione socialista di Piero, il quale resterà sempre legato a un’area di sinistra che va da Giustizia e Libertà al mondo repubblicano, al socialismo.
Negli anni ‘90 Spadolini non ha mancato di rilevare l’ascendenza gobettiana della linea editoriale di Lacaita, il quale ha sempre avvertito varie esigenze, per esempio quella di radicare la formazione della società alla storia e di impegnarsi in una editoria di discussione, di lotta, di riformismo e di dibattito politico. E’ in questa linea che si collocano le collane “Biblioteca di storia contemporanea” e “Società e cultura” nata quest’ultima in collaborazione con la Fondazione Turati e la collana “Strumenti e fonti” nella quale è apparsa la biografia fortunata di Sandro Pertini e nel ‘90 “Sul filo della memoria” dove sono apparsi i volumi “La mia repubblica” di Sandro Pertini curata da Spadolini e i libri di Mario Proto su Lucio Lombardo Radice e sui briganti legittimisti, quelli di Nino Calice su Fortunato, Croce e Nitti. Ma Piero Lacaita ha cercato costantemente di rinfocolare gli studi sulla questione meridionale e nel ‘97 ecco la collaborazione con “l’Associazione Nazionale per gli interessi del Mezzogiorno d’Italia” fondata da Giustino Fortunato e da Umberto Zanotti Bianco e il catalogo della “Biblioteca di studi meridionali”, ma non ha dimenticato che un pensiero politico non può fermarsi a un’area geografica ed ecco la collaborazione con le fondazioni Lelio Basso, Piero Nenni, Emanuele Modigliani.
Un impegno civile che non si è fermato con la caduta della prima Repubblica ma che è continuato anche negli anni del berlusconismo. Nell’ultimo decennio, convinto che si fosse caduti ormai in una crisi politica e morale spaventosa Lacaita ha ribadito la necessità di rafforzare i valori della democrazia, affrontando i nodi irrisolti della vita civile e politica italiana e ha pubblicato ricostruzioni della Storia del Socialismo e del pensiero politico di molti grandi italiani, da Salvemini a Moro a Bobbio e a Rosselli e per questa tenacia l’università di Lecce gli ha assegnato una Laurea ad honorem per la cui laudatio è intervenuto Gaetano Arfè, amico e compagno di tante battaglie

Raffaele Nigro (2016)

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