LATERZA PAOLO

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LATERZA PAOLO

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Bari 29 ottobre 1928 – 17 ottobre 2017

Nato a Bari il 29 ottobre 1928 seguì gli studi giuridici, laureandosi in Giurisprudenza all’Università degli studi di Bari.

Allievo di Aldo Moro, è stato un famoso avvocato civilista, titolare a lungo di uno studio ben accreditato associato con l’avvocato penalista Gaetano Contento, professore di diritto penale dell’Università di Bari.
Coniugato con Giovanna Gennarini, che ha per molti anni diretto la storica libreria Laterza in Bari. Dei tre figli Maria ha sostituito la madre nella direzione della Libreria, Alessandro (vedi scheda 1958) è amministratore delegato della Spa Laterza e Paola avvocato esercita la professione nell’ambito dello studio legale associato del padre.
L’avvocato Paolo Laterza, fratello di Vito Laterza (vedi scheda 1926-2001), è stato presidente della casa editrice Laterza per circa vent’anni, fino al 1997 come unico esponente della famiglia non dipendente diretto della casa editrice. Tra i due fratelli, Vito e Paolo, c’è sempre stato un perfetto accordo che ha rafforzato la società, trasformata in società per azioni, superando momenti difficili, salvandola dalla vendita a Mondadori e Rcs, per poi consegnare nelle mani dei loro figli, Alessandro e Giuseppe (vedi scheda 1057), le chiavi di una ‘fabbrica di cultura libera’.
Paolo Laterza ha sempre creduto nella validità della formula familiare della casa editrice, riuscendola a mantenerla con un accordo durato fino alla vicenda societaria del 1989, che si è concretizzata con la comunicazione da parte di un gruppo di soci di voler cedere le proprie azioni a Leonardo Mondadori e alla Rcs. Con sforzo notevole Paolo e Vito Laterza, pur isolati nell’ambito familiare, riuscirono ad impostare una contromossa, esercitando il diritto della prelazione dell’acquisto, concretizzatosi nel termine prescritto di 30 giorni, con conseguente mantenimento della Laterza ai Laterza ed alla loro Bari.
Come avvocato e giurista è stato componente del Consiglio superiore della Banca d’Italia, e durante questo incarico ha stretto un legame di stima e amicizia con Carlo Azeglio Ciampi, che poi da presidente della Repubblica partecipò alle celebrazioni per il centenario della casa editrice in un evento celebrativo a Bari nel 2001al teatro Piccinni di Bari il 18 settembre 2001 . Altro forte legame di stima Paolo Laterza ha avuto con Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica.
È stato esponente di punta dell’antifascismo meridionale nonché testimone della strage perpetrata nel capoluogo pugliese dai militari di Badoglio il 28 luglio 1943 in via Niccolò dell’Arca.
Ha mantenuto ottimi rapporti con gli intellettuali Vittore Fiore e Michele Cifarelli, fornendo un contributo concreto di documenti e testimonianze per il recupero di una memoria culturale democratica nel Mezzogiorno.

Il ricordo del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano:
“In lui passione e cultura. Con Paolo Laterza se ne va un pezzo nobile della cultura italiana, esempio brillante della migliore imprenditoria pugliese. Nel suo impegno professionale ha saputo trasferire la sua passione per la cultura e per i valori della democrazia e, attraverso lo strumento dell’editoria, è riuscito a imprimere una forte occasione di crescita e di emancipazione”.
“Bari piange la scomparsa di Paolo Laterza, intellettuale, avvocato, anima della Casa editrice Laterza e uomo libero – il commento del sindaco di Bari Antonio Decaro – La sua è la storia di chi ha dedicato tutta la vita a coltivare uno dei patrimoni culturali più importanti della nostra città: più che un’azienda, un simbolo. Se Bari è conosciuta in Italia e nel mondo, è anche grazie alla straordinaria esperienza culturale e imprenditoriale degli editori Laterza – aggiunge Decaro – indissolubilmente legata al magistero di Benedetto Croce prima e agli Amici di Casa Laterza poi, un’esperienza di cui Paolo Laterza è stato protagonista sino alla fine. Nella sua vita ha saputo testimoniare, nei fatti, l’adesione coraggiosa agli ideali democratici e antifascisti su cui si fonda la nostra Carta costituzionale.”

Il cordoglio del sindaco di Bari Antonio De Caro
Con la sua scomparsa, Bari perde un’icona culturale riconosciuta a livello internazionale. “Oggi Bari piange la scomparsa di Paolo Laterza, intellettuale, avvocato, anima della Casa editrice Laterza e uomo libero.
La sua è la storia di chi ha dedicato tutta la vita a coltivare uno dei patrimoni culturali più importanti della nostra città, più che un’azienda, un simbolo. Se Bari è conosciuta in Italia e nel mondo, è anche grazie alla straordinaria esperienza culturale e imprenditoriale degli Editori Laterza, indissolubilmente legata al magistero di Benedetto Croce prima e agli Amici di Casa Laterza poi, un’esperienza di cui Paolo Laterza è stato protagonista, fino alla fine nella sua vita ha saputo testimoniare, nei fatti, l’adesione coraggiosa agli ideali democratici e antifascisti su cui si fonda la nostra Carta Costituzionale. Ho avuto modo di ascoltarlo raccontare l’eccidio di via Nicolo’ dell’Arca del 28 luglio del 1943, e mi hanno sempre colpito la sua lucidità e la sua passione civile, la stessa di quanti animavano in quegli anni, a Bari, il dibattito sul futuro democratico del nostro Paese”. Leggi anche

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di Oscar Iarussi, 18 Ottobre 2017

Un protagonista schivo della storia novecentesca di Bari, e non solo di Bari, dal secondo dopoguerra in avanti. Questi è stato l’avvocato Paolo Laterza, scomparso ieri mattina all’età di 88 anni (ne avrebbe compiuti 89 il prossimo 29 ottobre). Fu membro del Consiglio superiore della Banca d’Italia e a lungo presidente della casa editrice, che, nelle stagioni post-crociane, guidò insieme al fratello, l’editore Vito Laterza, morto nel 2001.
Mentre Vito si era trasferito a Roma, pur senza recidere radici e legami pugliesi, Paolo Laterza gestì in prima persona e quasi «dietro le quinte» alcuni passaggi difficili dell’impresa di famiglia, trasformandola in Società per Azioni. Alla «ditta», come usava chiamarla nel lessico famigliare, non ha mai fatto mancare consigli e supporto. In particolare fu decisivo il suo ruolo quando, alla fine degli anni ‘80, il marchio rischiò di finire nella mani di un grande gruppo milanese che tentò la scalata. Alcuni degli eredi, infatti, avevano messo in vendita le loro azioni, ma Paolo Laterza riuscì a sventare quel tentativo di concentrazione editoriale, esercitando la prelazione grazie a un credito bancario restituito entro poco e alla mobilitazione dell’opinione pubblica (la «Gazzetta» giocò il suo ruolo).
Sicché la prestigiosa – e rinnovata – eredità della «Gius. Laterza & Figli» rimase sinonimo di indipendenza culturale, di tenacia meridionale e di sobrietà laica, nel segno del motto scelto nel 1901 da Giovanni Laterza, Constanter et non trepide («Costantemente e senza trepidare»). E in quel torno di tempo Paolo e Vito poterono passare le consegne alla nuova generazione, i cugini Alessandro e Giuseppe Laterza, ancora oggi direttori editoriali, mentre Maria Laterza cura la libreria di via Dante nel capoluogo pugliese.
Dal suo studio legale di piazza Umberto dove si occupava di diritto civile, societario e bancario (per quarant’anni condiviso con il penalista Gaetano «Nino» Contento, forse il primo vero «studio associato» in Italia), sette/otto piani sopra le stanze della casa editrice, Paolo Laterza poteva allungare lo sguardo fino alla città vecchia e, oltre, verso il mare. Ma soprattutto l’avvocato Laterza aveva ogni giorno sotto gli occhi via Niccolò dell’Arca e la piazza dove, appena quattordicenne, il 28 luglio 1943, era stato partecipe della protesta studentesca antifascista finita in una strage per mano dei militari badogliani e di alcuni irriducibili squadristi (il regime era caduto soltanto tre giorni prima, il 25 luglio).
L’eccidio di via dell’Arca fu perpetrato contro cittadini inermi, molti ragazzi ancora con i pantaloni alla zuava. Sul terreno rimasero 20 morti, tra i quali Graziano Fiore (figlio di Tommaso e fratello di Vittore), e 38 feriti. Ha scritto lo storico Vito Antonio Leuzzi: «Nel corso degli interrogatori, il prof. Fabrizio Canfora, ferito a un braccio e a una gamba, il direttore della “Gazzetta del Mezzogiorno”, Luigi De Secly (tratto agli arresti per aver pubblicato il 28 luglio l’articolo “Viva la libertà”) e diversi studenti universitari confermarono che l’obiettivo della manifestazione era quello di andare incontro a Tommaso Fiore, Michele Cifarelli, Nino Laterza e diversi esponenti del gruppo clandestino liberal socialista, dopo che si era diffusa la voce di una loro imminente scarcerazione».
In quegli anni Villa Laterza era frequentata dal filosofo Benedetto Croce e da un gruppo di intellettuali più o meno giovani, tra cui Guido De Ruggiero, Guido Calogero ed Ernesto De Martino, e veniva tenuta sotto stretta sorveglianza dalla polizia fascista. Della tragica giornata libertaria del 1943, di quella estate «mischia di lutto e di luce», Paolo Laterza era rimasto un custode discreto ma fermo nel difendere la memoria storica. Un giorno, una vita… Fu il senso del suo intervento, l’ultimo in pubblico, lo scorso 26 luglio al Museo Civico per l’annuale commemorazione della strage, cui volle esserci nonostante la salute malferma. E in anni recenti si era offerto più volte di pagare di tasca propria per recintare il monumento alle vittime del 28 luglio, pur di salvaguardarlo dal degrado di piazza Umberto, se il Comune non fosse intervenuto. Appelli non gridati, come era nel suo stile: consapevole e fattivo, con un tocco di ironia e disincanto che metteva a proprio agio l’interlocutore.
Laterza era anche un raffinato ospite di scrittori e studiosi di passaggio in città (da Marcuse a Bobbio, da Eduardo alla Ginzburg, a Tondelli…), insieme alla moglie Giovanna Gennarini, erede di una nobile famiglia tarantina, che conobbe Paolo nelle aule di Giurisprudenza a Bari (lui giovane assistente di Aldo Moro).
Il 18 settembre 2001 le edizioni Laterza festeggiarono il centenario a Bari, pochi mesi dopo la morte di Vito. Venne il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che aveva raggiunto il capoluogo pugliese nel 1943 da giovane ufficiale antifascista, e Paolo Laterza ricordò che il Piccinni scelto per la celebrazione era lo stesso teatro in cui il 28 e 29 gennaio del 1944 si era svolto il primo incontro dell’Europa liberata, il congresso dei CLN aperto da un discorso di Croce.
Fedele al passato, con lo sguardo avanti: Paolo Laterza mancherà a Bari. E già ci manca.

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