MOTOLESE ALFONSO

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MOTOLESE ALFONSO

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Tra studi oftalmologici e passione politica.

L’epigrafe posta all’ingresso della clinica “Paolo Motolese”, restituisce in modo pregnante ciò che il suo fondatore, Alfonso Motolese, fu:
“Parlano dalle pietre/ Di questa clinica/ La mente, il cuore e le energie/ Di/ Alfonso Motolese/ Oculista e filantropo/ Deputato alla assemblea costituente/ Rappresentò/ Le speranze, gli ordinamenti, le conquiste/ Delle coscienze libere/ Secondo l’ordine cristiano.”
Alfonso Motolese nacque a Martina Franca il 29 giugno 1904. Dimostrò un precoce interesse per lo studio, appassionandosi ad esempio, ad appena nove anni, alla lettura dei classici della letteratura russa. Compiuti i primi studi nella città natale, all’età di 15 anni dovette abbandonarla per frequentare il liceo classico presso i gesuiti del Collegio Massimo di Roma. Si trasferì quindi, sotto l’influsso dello zio Raffaele Marinosci (anch’egli oculista), a Padova, per seguire le lezioni del corso di laurea in Medicina e Chirurgia. Motolese si distinse conseguendo la laurea a pieni voti, che gli valse la possibilità di frequentare la Clinica oculistica diretta dal Prof. Giuseppe Ovio (1863-1957), illustre clinico e chirurgo, oltre che abile didatta, il quale gli riconobbe ottime qualità di medico.
Dopo l’esperienza in Veneto, si trasferì a Firenze, dove si specializzò in Oculistica sotto la guida del Prof. Lorenzo Bardelli (1869-1942), considerato un vero e proprio luminare, dal quale apprese le tecniche di chirurgia oculare; nel capoluogo toscano, inoltre, mosse i primi passi nel mondo accademico, conseguendo la libera docenza all’età di 31 anni. Il secondo conflitto mondiale spinse Motolese a prestare servizio come medico di frontiera in Albania, dando un esito operativo all’idea filantropica alla quale avrebbe sempre subordinato la professione medica. Gli anni successivi alla guerra videro esaurirsi la sua esperienza fiorentina: stando a quanto emerge dalle fonti, si allontanò per dei dissidi intercorsi con Bardelli; per suo figlio Ettore, al contrario, Motolese “aveva già deciso di tornare a Martina perché persuaso dall’idea che lì vi fosse necessità di medici specializzati in oftalmologia, tant’è che successivamente i rapporti con Bardelli restarono buoni”.
Nuovamente a Martina, si adoperò per l’istituzione di una propria clinica oculistica, non trascurando l’attività teorica, testimoniata da trentasei scritti, tra i quali ebbero una certa rilevanza scientifica quelli relativi al glaucoma giovanile, patologia tuttora non ben controllata, al trattamento chirurgico della miopia elevata, problema all’epoca molto spinoso e oggi risolto con il laser ad eccimeri e con la microchirurgia, alla rottura della sclera, studio, quest’ultimo, di notevole utilità per l’intervento in seguito a infortuni sul lavoro e incidenti d’auto. Fu inoltre tra i primi ad interessarsi di chirurgia della retina.
Conferma ulteriore del valore dei suoi studi fu la citazione che fece delle sue ricerche l’enciclopedia Duke Elder, considerata dagli oculisti un testo di importanza fondamentale.
Grazie all’affiliazione al Club “Gonin” di Ginevra (associazione che raggruppava oculisti a livello mondiale), Motolese ebbe la possibilità di intessere numerosi rapporti con colleghi di tutto il mondo, in modo particolare con il Prof Mark Arnsler (1891-1968), direttore della Clinica oculistica di Zurigo, e con il Prof. Adolphe Franceschetti (1896-1968), direttore della Clinica oculistica di Vienna, con cui ebbe intensi confronti di carattere scientifico.
La Clinica oculistica fondata da Motolese non fu tuttavia la sola ad avvalersi della sua opera: anche il reparto di Clinica oculistica dell’Ospedale “Di Summa” di Brindisi, nel quale fu primario e direttore sanitario, e l’Ospedale oftalmologico di Martina, da lui fortemente voluto, poterono avvalersi delle sue capacità. Ebbe numerosi incarichi pubblici: si presentò alle elezioni del 1948 nelle liste della Democrazia Cristiana, ottenendo un suffragio schiacciante, che gli consentì di partecipare ai lavori dell’Assemblea Costituente; ed anche la successiva legislatura lo vide, ancora una volta, tra i deputati. Dopo l’esperienza in Parlamento divenne sindaco di Martina, carica che ricoprì per un decennio. La sua ricca attività di scienziato e di uomo pubblico si arrestò, a causa di una malattia cardiaca, il 19 agosto 1972; ciononostante la sua opera è oggi ancora viva attraverso il premio per la medicina” Alfonso Motolese”, a lui intitolato.

Giovanni Deliso

Da Scienziati di Puglia (a cura di) Francesco Paolo De Ceglia, Adda Editore, 2007 pag. 543-544

Cenni bibliografici

Letteratura primaria:

Nuovo contributo al trattamento chirurgico della miopia elevata, dal «Bollettino d’Oculistica», XII (1934), 10, pp. 1289-307.

Considerazioni e calcoli sull’indice totale della lente cristallina, «Bollettino d’Oculistica», XVI (1937) 2, pp. 1-24 (pagine dell’estratto).

Le rotture traumatiche della sclera, «Bollettino d’Oculistica», XVI (1937) 10, pp. 1-66 (pagine dell’estratto).

Letteratura secondaria:

Lucarella A., Silloge bio-bibliografica di medici pugliesi, Laterza, Roma-Bari 1991, pp. 142-43.

Motolese A., Alfonso Motolese, Schena, Fasano 2001.

Il Premio “Alfonso Motolese”

La Fondazione Nuove Proposte di Martina Franca, associazione impegnata nella ricerca e nella sperimentazione medica, oltre ad aver intitolato ad Alfonso Motoleseuna collana di studi medici, dal 1974 si è fatta promotrice del premio medico, di carattere nazionale, “Alfonso Motolese”. Questo riconoscimento viene assegnato annualmente a Roma nella prestigiosa Biblioteca della Camera dei Deputati

Ricordi di famiglia

Dal figlio Ettore, Alfonso Motolese è ricordato come un medico molto attento alla dimensione umana del malato: “Numerose volte mio padre non solo rifiutava di percepire compensi, ma si impegnava a pagare le spese che i pazienti, molti dei quali indigenti, dovevano sostenere per raggiungere Martina. Negli anni appena successivi alla seconda guerra mondiale, la Clinica Motolese fu un punto di riferimento importante per persone affette da patologie oftalmologiche di tutto il Sud Italia, che addirittura si univano, affittando interi pullman, per raggiungere la Clinica.
Inoltre, la spiccata umanità che mio padre aveva nella sua professione era dovuta alla formazione ricevuta dai suoi maestri, in particolar modo Ovio e Bardelli, che gli trasmisero una formazione non solo tecnica, ma anche etica; se poi pensiamo alla penuria di mezzi tecnici in cui si operava all’epoca, diviene chiaro come vi fosse la necessità di rapporto più empatico tra medico e paziente”.
Intervista gentilmente rilasciata da Ettore Motolese.

ites.google.com/site/personaggidimartinafranca/motolese-prof-alfonso/..

MOTOLESE prof. ALFONSO

Nato a Martina Franca nel 1904 e morto nel 1972 – Deputato alla Costituente – Oculista.

Il prof. Alfonso Motolese nato da Paolo e Luisa Basile in una ricca famiglia di proprietari terrieri martinesi, fu fratello di Guglielmo e di Alberico. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia, la specializzazione in oculistica prese la libera docenza presso l’università di Firenze. Deputato all’assemblea Costituente e primo sindaco di Martina Franca democratica per il partito della Democrazia Cristiana.
Agli inizi del 1947 fonda la A.C. Martina con la collaborazione dell’avv. Giovanni Serio e di Pierino Marinosci.
Apre una clinica oculistica unica nel sud Italia intestandola al padre dove accorrono pazienti da tutto il meridione. Spesso in quegli anni poveri del dopo-guerra opera gratuitamente malati bisognosi diventando famoso oltre che per la sua professionalità anche per la sua umanità.

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