CANFORA LUCIANO

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CANFORA LUCIANO

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Bari 5 giugno 1942

Storico del mondo antico, docente di filologia latina e greca, profondo conoscitore della cultura classica, che studia con un approccio multidisciplinare.

Luciano Canfora è figlio dello storico della filosofia Fabrizio Canfora e della latinista e grecista Rosa Cifarelli, entrambi docenti del prestigioso Liceo Ginnasio Quinto Orazio Flacco di Bari nonché antifascisti protagonisti della vita culturale e civile della città nel secondo dopoguerra; la madre era una delle sorelle dell’on. Michele Cifarelli, già membro del Partito d’Azione, deputato e senatore del Partito Repubblicano.
Si è laureato in lettere classiche con una tesi in storia romana nel 1964 e ha conseguito il perfezionamento in filologia classica alla Normale di Pisa. Ha iniziato la carriera universitaria come assistente di storia antica e successivamente di letteratura greca. È professore emerito di filologia greca e latina presso l’Università di Bari e coordinatore scientifico della Scuola superiore di studi storici di San Marino.
È considerato un «profondo conoscitore della cultura classica», al cui studio egli applica «un approccio multidisciplinare».

È membro dei comitati direttivi di varie riviste, sia scientifiche sia di alta divulgazione, come ad esempio il Journal of Classical Tradition di Boston, la spagnola Historia y critica, la rivista italiana di alta divulgazione geopolitica Limes (Gruppo L’Espresso). È membro della Fondazione Istituto Gramsci[1] e del comitato scientifico dell’Enciclopedia Italiana Treccani. Dirige inoltre, sin dal 1975, la rivista Quaderni di Storia (ed. Dedalo, Bari). Dirige altresì la collana di testi La città antica presso l’editore Sellerio, nonché la collana Paradosis per le edizioni Dedalo e la collana Historos per la Sandro Teti Editore. È autore prolifico. Molti dei suoi libri sono stati tradotti in USA, Francia, Inghilterra, Germania, Grecia, Olanda, Brasile, Spagna, Repubblica Ceca. Le sue pubblicazioni trattano di filologia, storia e politica dall’età antica all’età contemporanea.
È elzevirista del Corriere della Sera e collabora con La Stampa.
Ha coordinato e diretto, assieme a Diego Lanza e a Giuseppe Cambiano, “Lo spazio letterario della Grecia antica” , 5 voll., Salerno editore, Roma 1992-1996. Si tratta di un’opera collettiva sui diversi caratteri della filologia greco-antica, della letteratura greca e della sua persistenza. A tale opera hanno contribuito i massimi esperti italiani di filologia e storia della letteratura greca.
Ha ricevuto nel 2011 per la sezione della “Critica militante” il Premio Feronia-Città di Fiano. Nello stesso anno l’Associazione Italiana di Cultura Classica gli ha conferito una medaglia d’oro per le benemerenze da lui acquisite nello studio del Mondo Antico.
Già militante per alcuni anni nel Partito di Unità Proletaria per il Comunismo (PdUP), nel 1988 si iscrisse al Partito Comunista Italiano (PCI)[; dopo la svolta della Bolognina aderì alla terza mozione proposta da Armando Cossutta Per una democrazia socialista in Europa, alcuni mesi dopo il conseguente scioglimento del PCI aderì al Partito della Rifondazione Comunista (PRC). È stato candidato per le elezioni europee del 1999 nella lista dei Partito dei Comunisti Italiani (PdCI) nella circoscrizione dell’Italia Nord Occidentale, in quella Centrale e in quella Meridionale, senza risultare eletto.

Tra le numerose sue pubblicazioni si ricordano le più recenti dal 2000:

• Il mistero Tucidide, 5ª ed., Milano, Adelphi, 2012 (Collana: «Piccola Biblioteca», 423)[1999],
• Un mestiere pericoloso. La vita quotidiana dei filosofi greci, 2ª ed., Palermo, Sellerio, 2000 (Collana: «La memoria», 465),
• Il Fozio ritrovato. Juan de Mariana e André Schott, Bari, Dedalo, 2001 (Collana: «Paradosis», 4
• Convertire Casaubon, Milano, Adelphi, 2002 (Collana: «Piccola Biblioteca»).
• Il copista come autore, Palermo, Sellerio, 2002; nuova ed. aumentata, Collana Il divano, Sellerio, 2019
• Critica della retorica democratica, Roma-Bari, Laterza, 2002.
• Noi e gli antichi. Perché lo studio dei greci e dei romani giova all’intelligenza dei moderni, Milano, Rizzoli, 2002; 2004.
• Storici e storia, Torino, Aragno, 2003.
• Vita di Chardon de La Rochette commissario alle biblioteche, Messina, Dipartimento di filologia e linguistica, Università degli studi, 2003.
• La democrazia. Storia di un’ideologia, Roma-Bari, Laterza, 2004. Premio Nazionale Rhegium Julii, Saggistica
• Il papiro di Dongo, Milano, Adelphi, 2005.
• Tucidide tra Atene e Roma, Roma, Salerno, 2005.
• 1914, nota di Sergio Valzania, Palermo, Sellerio, 2006,
• L’occhio di Zeus. Disavventure della Democrazia, Roma-Bari, Laterza, 2006.
• Esportare la libertà. Il mito che ha fallito, Milano, Mondadori, 2007 (Collana: «Frecce»),
• La prima marcia su Roma, Roma-Bari, Laterza, 2007 (Collana: «I Robinson. Letture»),
• Su Gramsci, Roma, Datanews, 2007 (Collana: «Alcazar»),
• Ma come fa a essere un papiro di Artemidoro?, a cura di e con Luciano Bossina, Bari, Edizioni di Pagina, 2008 (Collana: «Ekdosis», 6),
• 1956. L’anno spartiacque, Nota di Sergio Valzania, Palermo, Sellerio, 2008.
• Filologia e libertà. La più eversiva delle discipline, l’indipendenza di pensiero e il diritto alla verità, Milano, Mondadori, 2008 (Collana: «Frecce»),
• Il papiro di Artemidoro, Roma-Bari, Laterza, 2008 (Collana: «Storia e società»),
• La Storia falsa, Milano, Rizzoli, 2008 (Collana: «Saggi italiani»),
• La natura del potere, Roma-Bari, Laterza, 2009 (Collana: «Anticorpi», 1)
• Il viaggio di Artemidoro. Vita e avventure di un grande esploratore dell’antichità, Milano, Rizzoli, 2010 (Collana: «Saggi italiani»),
• L’uso politico dei paradigmi storici, Roma-Bari, Laterza, 2010 (Collana: «Sagittari», 172),
• La meravigliosa storia del falso Artemidoro, Palermo, Sellerio, 2011 (Collana: «La memoria», 855),
• Il mondo di Atene, Roma-Bari, Laterza, 2011 (Collana: «I Robinson. Letture»),
• Gramsci in carcere e il fascismo, Roma, Salerno, 2012 (Collana: «Aculei», 7),
• Spie, URSS, antifascismo. Gramsci 1926-1937, Roma, Salerno, 2012 (Collana: «Aculei», 10),
• “È l’Europa che ce lo chiede”. Falso!, Roma-Bari, Laterza, 2012 (Collana: «Idòla»),
• La democrazia ateniese, a cura di U. Fantasia, Parma, MUP, 2012 (Collana: «Opere inedite di cultura», 24),
• Intervista sul potere, a cura di Antonio Carioti, Bari, Laterza, 2013 (Collana: «Saggi tascabili»),
• La guerra civile ateniese, Milano, Rizzoli, 2013 (Collana: «Saggi italiani»),
• La trappola. Il vero volto del maggioritario, Palermo, Sellerio, 2013 (Collana: «Il divano», 293),
• La crisi dell’utopia. Aristofane contro Platone, Roma-Bari, Laterza, 2014 (Collana: «I Robinson. Letture»).
• Il presente come storia. Perché il passato ci chiarisce le idee, Milano, Rizzoli, 2014 (Collana: «Saggi italiani»),
• Luciano Canfora-Gustavo Zagrebelsky, La maschera democratica dell’oligarchia, un dialogo a cura di Geminello Preterossi, Bari, Laterza, 2014 (Collana: «I Robinson. Letture»),
• Gli antichi ci riguardano, Bologna, Il Mulino, 2014 (Collana: «Voci»),
• Augusto figlio di Dio, Roma-Bari, Laterza, 2015 (Collana: «I Robinson. Letture»),
• Gli occhi di Cesare. La biblioteca latina di Dante, Roma, Salerno, 2015 (Collana: «Astrolabio», 12),
• Mediterraneo, una storia di conflitti, Roma, Castelvecchi, 2016 (Collana: «Irruzioni»),
• Tucidide. La menzogna, la colpa, l’esilio, Roma-Bari, Laterza, 2016 (Collana: «I Robinson. Letture»), [biografia dello storico greco]
• Giulio Cesare. Il dittatore democratico, 8ª ed., Roma-Bari, Laterza, 2016 (Collana: «Economica Laterza», 407) [1999]
• La schiavitù del capitale, Bologna, Il Mulino, 2016 (Collana: «Voci»)
• Pensare la Rivoluzione russa, Stilo, 2017 (Collana: «Pagine di Russia»)
• Cleofonte deve morire. Teatro e politica in Aristofane, Roma-Bari, Laterza, 2017 (Collana: «Cultura storica»)
• Per una storia delle biblioteche, Bologna, Il Mulino, 2018 (Collana: «Tracce»),
• La scopa di don Abbondio. Il moto violento della storia, Roma-Bari, Laterza, 2018 (Collana: «I Robinson. Letture»), Premio Rhegium Julii
• Prima lezione di storia greca, 12ª ed., Roma-Bari, Laterza, 2018 (Collana: «Universale Laterza», 797) [2000]
• Sallustio e Cicerone a Brindisi, Arbor Sapientiae Editore, 2019
• Canforismi. Trentuno letture di scritti e discorsi di Luciano Canfora, Lombardi, 2019,
• Il sovversivo. Concetto Marchesi e il comunismo italiano, Roma-Bari, Laterza, 2019 (Collana: «Cultura storica»).
• Fermare l’odio, Collana I Robinson.Letture, Roma-Bari, Laterza, 2019
• Europa gigante incatenato, Collana Le grandi voci, Bari, Dedalo, 2020
• La metamorfosi, Collana: «I Robinson. Letture», Roma-Bari, Laterza, 2021

Onorificenze

Medaglia d’oro AICC Associazione Italiana Cultura Classica — 2011.

Croce d’Oro dell’Ordine d’Onore della Repubblica Ellenica — 2005.

 

Cavaliere di gran croce dell’Ordine equestre di Sant’Agata (Repubblica di San Marino)— 2005.

 

Medaglia d’oro ai benemeriti della scienza e della cultura — 29 settembre 2000.

 

Laurea honoris causa in Filologia classica — Università di Reims, 2006.

 

CANFORA LUCIANO

Dal 1975 è professore di filologia greca e latina presso l’Università degli Studi di Bari, ha insegnato anche papirologia, letteratura latina, storia greca e romana. Membro dell’Institute for the classical tradition di Boston e della Fondazione Istituto Gramsci di Roma, Canfora dirige la rivista Quaderni di storia e la collana La città antica.
I suoi numerosissimi studi, tradotti in varie lingue, innovativi e a volte provocatori, spaziano in molteplici ambiti: letteratura greca e latina (Storia della letteratura greca, 1986; Vita di Lucrezio, 1993; Un mestiere pericoloso. La vita quotidiana dei filosofi greci, 2000), filologia (Filologia e libertà, 2008), problemi di storia e di storiografia (Tucidide continuato, 1970; Totalità e selezione nella storiografia classica, 1972; Storici della rivoluzione romana, 1974; Manifesto della libertà, 1994; La storiografia greca, 1999; Giulio Cesare. Il dittatore democratico, 1999; La democrazia. Storia di un’ideologia, 2004; Tucidide tra Atene e Roma, 2005; Il papiro di Dongo, 2005; Il mondo di Atene, 2011; La guerra civile ateniese, 2013; La crisi dell’utopia. Aristofane contro Platone, 2014; Augusto figlio di Dio, 2015; Gli occhi di Cesare. La biblioteca latina di Dante, 2015; Tucidide. La menzogna, la colpa, l’esilio, 2016), modi di conservazione e trasmissione del sapere (La biblioteca scomparsa, 1986; Il destino dei testi, 1995; La biblioteca del patriarca, 1998; Il papiro di Artemidoro, 2008; Il viaggio di Artemidoro. Vita e avventure di un grande esploratore dell’antichità, 2010; La meravigliosa storia del falso Artemidoro, 2011), sopravvivenza dell’antico, cultura e storia contemporanee (Cultura classica e crisi tedesca, 1976; Togliatti e i dilemmi della politica, 1989; Le vie del classicismo, 2 voll., 1989-97; Idee d’Europa, 1997; Noi e gli antichi, 2002; 1956. L’anno spartiacque, 2008; La storia falsa, 2008; La natura del potere, 2009; Gramsci in carcere e il fascismo, 2012; “È l’Europa che ce lo chiede!”. Falso!, 2012; Intervista sul potere, a cura di A. Carioti, 2013; La maschera democratica dell’oligarchia, con G. Zagrebelsky, 2014; Gli antichi ci riguardano, 2014; La schiavitù del capitale, 2017; Cleofonte deve morire, 2017; La scopa di don Abbondio. Il moto violento della storia, 2018; nel 2019, Fermare l’odio e Il sovversivo: Concetto Marchesi e il comunismo italiano; Europa gigante incatenato, 2020; nel 2021, La metamorfosi e La conversione. Come Giuseppe Flavio fu cristianizzato.

“Storie di testi e tradizione classica per Luciano Canfora”

a cura di Rosa Otranto e Pasquale Massimo Pinto

Prof.ri Rosa Otranto e Pasquale Massimo Pinto, Voi avete curato l’edizione del libro Storie di testi e tradizione classica per Luciano Canfora pubblicato dalle Edizioni di Storia e Letteratura, una Festschrift nell’occasione del settantacinquesimo compleanno dello studioso barese: quale importanza riveste, per lo studio della filologia greca e latina, della storia dei testi antichi e della ricezione dell’antichità classica l’opera di Luciano Canfora?

Il volume con cui amici, allievi e colleghi hanno voluto festeggiare Luciano Canfora in occasione di quell’anniversario riflette solo alcuni dei molti ambiti di indagine in cui il suo infaticabile lavoro di ricerca ha lasciato un segno importante. L’intera sua produzione è caratterizzata da una grande varietà, nella quale, tuttavia, si può cogliere un elemento unificatore: per Canfora tutto ciò che rimane del mondo antico è testo, e per ciascun testo è necessario che lo studioso si domandi perché si è conservato, come è giunto fino a noi, e perché ci riguarda. Centrale è, in particolare, lo studio della storia dei testi antichi e della loro tradizione in relazione a fattori concreti (composizione, circolazione e conservazione dei libri, trasmissione manoscritta) e alle società in cui i testi furono composti (la città antica e gli imperi, e al loro interno il ruolo delle élites, dei gruppi di potere, degli ambienti decisivi). A questo grande ambito di studi si affianca l’indagine su alcune forme cruciali della letteratura antica, come la storiografia e l’oratoria, e su grandi autori come Tucidide, Aristofane, Demostene, Cesare, Sallustio, Lucrezio, Diodoro, Appiano, fino al bizantino Fozio. Fondamentale, poi, è stato l’impegno di Canfora per una storia critica degli studi classici in Italia e in Europa: un lavoro che ha avuto ed ha come voce autorevole la rivista da lui fondata nel 1975, “Quaderni di Storia”. Buona parte della produzione di Canfora, inoltre, è animata da una tensione che si muove tra paradigmi antichi e riproposizioni, metamorfosi, attualizzazioni e distorsioni moderne. In un piccolo libro sempre attuale, Canfora spiega perché Gli antichi ci riguardano (il Mulino, 2014): «perché i loro problemi, quelli che loro non sono stati in grado di risolvere, sono ancora i nostri» e che si entra nelle civiltà antiche «non per gusto o diletto o esercizio, ma perché lì vediamo meglio ciò che, aggirandoci nel presente, non sempre capiamo».
La riflessione sull’interpretazione critica della democrazia greca è un tema centrale nell’opera di Luciano Canfora: a quali conclusioni giunge il professore?
La democrazia è uno dei nodi centrali della riflessione storico-critica di Canfora. Nel caso della democrazia ateniese, Canfora ha letto la natura e l’evoluzione del fenomeno tra V e IV secolo soprattutto attraverso autori in vario modo critici verso di essa: Tucidide, Aristofane, l’autore della Athenaion politeia pseudo-senofontea, Platone, Isocrate, Aristotele. Un libro come Il mondo di Atene (Laterza, 2011) offre al lettore una visione dinamica e un’analisi acuta dei meccanismi della democrazia nella storia di Atene; ma si può anche ricordare La democrazia come violenza, il primo titolo pubblicato con Sellerio nel 1982, in cui è proposta una innovativa interpretazione dell’opuscolo pseudo-senofonteo. Tra i caratteri principali che emergono nitidamente dal lavoro di Canfora ci sono la natura esclusiva, schiavistica e imperialistica della democrazia antica e il ‘patto’ tra popolo e signori che per molto tempo le ha permesso di funzionare; al tempo stesso, nell’indagine di Canfora, Atene resta il luogo del primo grande esperimento di uguaglianza tra gli uomini, in cui i rapporti di forza sono regolati dalla parola e in cui alla parola è affidato il compito di veicolare le idee: di qui la grande ricchezza della cultura ateniese.
La democrazia antica è stata poi anche un banco di prova cruciale per le ideologie del classicismo. Appropriazioni e usi moderni del paradigma democratico sono oggetto di analisi nella Critica della retorica democratica (Laterza, 2002). Ma la riflessione più articolata sul tema si legge nell’importante volume intitolato La democrazia. Storia di un’ideologia, apparso nella collana diretta da Jacques Le Goff «Fare l’Europa» (Laterza, 2006). Un libro che è stato, paradossalmente, al centro di una polemica legata alla sua (già annunciata) edizione tedesca: la mancata pubblicazione da parte dell’editore Beck portò l’autore a raccontare l’istruttiva vicenda in un pamphlet intitolato L’occhio di Zeus (2006).
Canfora ha dedicato molta attenzione alle vicende della Biblioteca di Fozio: come si è sviluppata la sua indagine?
La vicenda di Fozio e i destini della sua opera più importante, la Biblioteca, avevano tutte le caratteristiche per suscitare l’interesse di Luciano Canfora, che al mondo delle biblioteche (antiche e moderne) e al fenomeno della censura ha dedicato molte ricerche. Il riconoscimento dell’importanza della Biblioteca di Fozio – una grande ‘arca’ che ha messo in salvo dal sicuro naufragio una straordinaria schiera di testi greci – è ben presente nel suo lavoro, fin da Conservazione e perdita dei classici (1974). Col tempo è maturata l’idea che la biografia di Fozio e la composizione della Biblioteca costituissero una vicenda emblematica della libertà di pensiero: attorno alla figura di Fozio e attorno alla sua opera – un lavoro di ricerca, lettura collettiva e selezione di libri profani e cristiani – si intrecciano infatti questioni cruciali che riguardano il senso dell’impegno intellettuale e il rapporto tra intellettuali e potere.
La percezione forte del carattere non neutro della Biblioteca accompagnò la sua riscoperta e il suo avvio alla stampa nel clima di tensioni dell’Europa moderna appena riemersa dalle guerre di religione e abitata dai contrasti tra protestanti e cattolici. Una storia che Canfora ha raccontato, in maniera avvincente, in una triade di documentatissimi volumi: La Biblioteca del patriarca (1998), dedicato alle vicende di censura dell’edizione di Rouen del 1653; Il Fozio ritrovato (2001), che ricostruisce le fasi che portarono alla (ri)scoperta dell’opera e all’editio princeps; Convertire Casaubon (2002) incentrato sul ruolo fondamentale del gesuita André Schott nella storia moderna del testo.
Nel 2016, infine, è stato portato a compimento un progetto molto caro a Canfora: la prima traduzione italiana completa e annotata della Biblioteca, a cura di un gruppo di studiosi coordinati da Nunzio Bianchi e Claudio Schiano (Edizioni della Normale; l’edizione è apparsa in veste rinnovata e ampliata nel 2019).
Luciano Canfora ha dimostrato la falsità del papiro di Artemidoro: quale lezione per la scienza filologica è possibile trarre dalla sua indagine?
L’indagine sui falsi è un aspetto ricorrente della ricerca di Luciano Canfora. La storia del papiro di Artemidoro è stata un’avventura intellettuale che abbiamo avuto il privilegio di condividere con lui lavorando ai numerosi e a dir poco singolari aspetti problematici di questo papiro – da quelli bibliologici e paleografici, a quelli filologici, storici, geografici, cartografici e artistici –, che sin da subito avevano colpito l’attenzione di Canfora. La sua tenacia investigativa ha mostrato come il dubbio e la verifica realizzata con le armi della filologia, intesa nella sua accezione più ampia, producano sempre effetti salutari. Nel caso del papiro di Artemidoro, geografo vissuto tra II e I secolo a.C., l’indagine filologica è stata seguita e ripresa dai media nazionali e internazionali, dando vita a una vera e propria battaglia che ha coinvolto papirologi, storici, archeologi, storici dell’arte, che per anni si sono confrontati dalle pagine di riviste specialistiche, ma anche dalle colonne di giornali. Com’è noto, la vicenda ha coinvolto persino la polizia scientifica ed è finita, letteralmente, nelle aule dei tribunali: su di essa, infatti, si è pronunciata anche la procura di Torino con una sentenza che ha riconosciuto sul piano giudiziario «la certezza del falso». Un duro colpo per questo sedicente straordinario reperto riemerso da oscuri commerci della fine del secolo ormai passato. Canfora ha condotto un’accuratissima indagine a tutto tondo, mettendo in rilievo una grande quantità di incongruenze ed errori di varia natura, sospettando da subito anche della provenienza del papiro e dei relativi documenti, e suggerendo di vedere nella figura di Costantino Simonidis l’abile autore del falso.
Il volume contiene anche una preziosa Bibliografia di Luciano Canfora dal 1963 al 2017: quali, tra le numerose opere dello storico, si sono maggiormente imposte nel dibattito storico e filologico contemporaneo?
Non sono pochi i lavori di Canfora che hanno lasciato un segno importante negli studi o hanno aperto nuove prospettive e favorito la discussione critica.
Nel campo degli studi sulla tradizione dei testi si possono ricordare Conservazione e perdita dei classici (1974, 20162) e il capitolo Le collezioni superstiti (1995), sintesi che non ha l’uguale, inclusa nei volumi dello Spazio letterario della Grecia antica diretti con Giuseppe Cambiano e Diego Lanza. La storia di una istituzione fondamentale nella trasmissione dei testi antichi, la biblioteca di Alessandria, è al centro di un piccolo libro di enorme popolarità, come attestano le numerose traduzioni: La biblioteca scomparsa (1986, 19882). Sempre da Sellerio fu pubblicato un piccolo saggio di grande originalità molto apprezzato dagli studiosi di filologia: Il copista come autore (2002).
Concetti interpretativi caratterizzanti della riflessione di Canfora sulla storiografia antica (ciclo storico, analogia, mutamento, rapporto tra struttura e pensiero, tra fatti e parole) si ritrovano, invece, a partire da libri come Totalità e selezione nella storiografia classica (1972) e Analogia e storia (1982, nuova ed. 2010); in quest’ambito si può rinviare anche a due raccolte di saggi assai significative: Studi di storia della storiografia romana (1993) e La storiografia greca (1999). E qui non si può non menzionare il cinquantennale “dialogo” con l’opera di Tucidide, incentrato sui problemi della biografia dello storico e della composizione e prima circolazione della sua opera: da Tucidide continuato (1970) a Tucidide. La menzogna, la colpa, l’esilio (2016), un esempio fulgido del modo di procedere di Canfora attraverso un continuo ripensamento. Politica, autobiografia e storiografia sono gli assi lungo i quali si muove anche la ricostruzione della figura di Cesare in un volume laterziano di grande successo e tradotto in molte lingue (Giulio Cesare. Il dittatore democratico, 1999).
Nel campo della storia degli studi non si può non ricordare l’impatto avuto dalla fondazione dei «Quaderni di storia» nel 1975, con le prime ricerche dedicate al ruolo dei classicisti nell’età dei fascismi che alimentarono un acceso dibattito (su questo e sulla storia della rivista si può ascoltare un recente intervento del professore, sollecitato da Andrea Giardina, presso la Scuola Normale di Pisa: https://www.youtube.com/watch?v=qFgo7ZpXFqw). Un libro come Ideologie del classicismo, pubblicato da Einaudi nel 1980, proseguiva lungo questa direzione. Le biografie e le opere di alcuni importanti protagonisti degli studi classici hanno rappresentato occasioni per illuminare momenti e vicende dimenticati della storia culturale e politica, in particolare del Novecento italiano: ne è un esempio straordinario Il papiro di Dongo, pubblicato da Adelphi nel 2005, estesa ricostruzione, su documentazione in gran parte inedita, della storia dell’antichistica italiana negli anni Trenta. Gli si può ora mettere accanto il corposo saggio su Concetto Marchesi (Il sovversivo, Laterza 2019), che porta a compimento, con nuovi materiali, le ricerche avviate su Marchesi all’epoca di un libro molto discusso incentrato sull’assassinio di Giovanni Gentile, La sentenza (1985, 20052).
Infine, per quanto riguarda la scuola – mondo a cui Canfora ha sempre guardato con grande attenzione – ci piace ricordare la Storia della letteratura greca (19892), un manuale che non assomiglia a nessun altro e che conta su una folta schiera di ammirati lettori (compresi gli intervistati).
I lavori a cui abbiamo fatto riferimento sono solo una parte della imponente bibliografia di Luciano Canfora e siamo sicuri che presto torneremo a parlare di nuovi libri.
Pasquale Massimo Pinto insegna Filologia greca e latina e Storia della filologia e della tradizione classica all’Università di Bari Aldo Moro. Tra i suoi interessi ci sono l’oratoria attica, in particolare Isocrate; la storia dei testi e lo studio delle tradizioni manoscritte; la storia degli studi classici.
osa Otranto insegna Filologia classica e Papirologia all’Università di Bari Aldo Moro. Si occupa di tradizione manoscritta degli autori greci e latini, di forme librarie e trasmissione dei testi, di storia delle biblioteche antiche.
Pubblicato in SaggisticaArgomenti filologia classica, Luciano Canfora, Pasquale Massimo Pinto, Rosa Otranto, studi classici

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