CUCCIOLLA RICCARDO

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CUCCIOLLA RICCARDO

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Bari, 5 settembre 1924 – Roma, 17 settembre 1999

Attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano.

Sin dagli anni del liceo entra a far parte di una filodrammatica. Dopo la laurea si trasferisce a Roma dove lavora soprattutto alla radio. Nel 1959 approda alla televisione con una piccola parte nel film ‘Notte sull’Atlantico’, sulla tragedia del Titanic.
Per la sua particolare espressione e lo sguardo penetrante fu scoperto dal grande pubblico nel 1970 come protagonista di una pellicola di grande successo, Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, che lo aveva apprezzato nel precedente suo film Ad ogni costo (1967).
Fu proprio per la sua intensa interpretazione di Nicola Sacco, insieme a Gian Maria Volonté nella parte Bartolomeo Vanzetti, che venne insignito al Festival di Cannes del 1971 del premio per la miglior interpretazione maschile.
Successivamente fu interprete molto apprezzato dalla critica di diversi personaggi con grande successo sia in Italia che all’estero con registi francesi assai famosi in film di successo, come Notte sulla città (1972) di Jean-Pierre Melville, e Borsalino and Co. (1974) di Jacques Deray, contrapponendosi nelle vesti del gangster italiano Volpone al protagonista Alain Delon.
Sempre nel 1974, il regista italiano Mario Bava lo scritturò nel suo Cani arrabbiati, nel quale Cucciolla interpretò la parte di un uomo di mezza età che, mentre sta portando il figlioletto malato all’ospedale, viene preso in ostaggio nella sua auto da un gruppo di sadici criminali.
Ebbe ruoli significativi anche come doppiatore cinematografico: per molti anni doppiò Roger Moore e numerosi altri celebri attori stranieri, resi famosi in Italia grazie alla sua inconfondibile voce. Venne scelto da diversi registri italiani come doppiatore e come direttore del doppiaggop dei loro film, quali Novecento (1976) di Bernardo Bertolucci, E la nave va (1983) di Federico Fellini, C’era una volta in America (1984) di Sergio Leone, nonché della miniserie La piovra (1984) e del film L’inchiesta (1986), entrambi di Damiano Damiani. Lontano da ricerche divistiche, capace di rifiutare, per onestà intellettuale e coerenza ideologica, i miraggi lucrosi della pubblicità, fedele a un mestiere che, ha detto anni fa, «ha bisogno dello stesso impegno se si è protagonisti di un film, comprimari su un palcoscenico o voce per terzi nel doppiaggio»
Per tutti gli anni ’80 e ’90 e attivo soprattutto in televisione, comparendo, tra gli altri, nel Marco Polo (1982) di Giuliano Montaldo, ne La piovra 5 (Luigi Perelli, 1990) e La voce del cuore (Lodovico Gasparini, 1996). Grande successo hanno registrato le sue partecipazioni a romanzi sceneggiati, serie e fiction per la TV, quali il teleromanzo L’isola del tesoro nel 1959 e l’ ultima apparizione nel 1999 Morte di una ragazza perbene.
Fu anche voce narrante del quinto episodio della serie di film su Don Camillo: Il compagno don Camillo (1965).
Significativo è il suo commento quando ebbe il riconoscimento per la partecipazione al film di Sacco e Vanzecchi, che può essere un’epigrafe oggi: «Non aspiravo nè al ruolo del divo nè a quello dell’antidivo. Sono contento che ad un certo punto della mia vita, dopo tanti sacrifici morali e psicologici, quello che mi è accaduto può, in fondo, essere giustificato. Non ho dentro di me né grossi entusiasmi per i riconoscimenti di oggi, né livori per un passato senza glorie manifeste». «Non potrò mai dimenticare i suoi occhi da bambino, riservati e pieni di umanità quando vinse il premio come miglior attore per l’interpretazione del mio “Sacco e Vanzetti” a Cannes nel 1971», commenta a caldo Giuliano Montaldo, regista di quel film che forse meglio rappresenta l’artista e l’uomo Cucciolla. «Mi ricordo _ continua il regista _ che fui io ad imporlo alla distribuzione nel ruolo di Sacco che voleva affiancare a Gian Maria Volontè un attore più spendibile. In questa battaglia avevo al mio fianco lo stesso Volontè che creò poi con Cucciolla, nonostante la differenza dei caratteri, un vero e proprio feeling».
Se il suo carattere e modo di essere aveva fatto sì che, almeno in Italia, fosse utilizzato in ruoli di uomo mite e discreto, quale era, Cucciolla dice Montaldo, «era però un attore veramente completo che, ad esempio in Francia, fu utilizzato molto anche in interpretazioni di duro come in “Borsalino e Co”».
«Era però molto legato alla sua famiglia, ai figli, alla Puglia e specialmente al suo Bari _ conclude il regista _ L’unica volta che l’ho visto discutere animosamente è stato solo quando parlava di calcio e della sua squadra».
«Un attore particolare con doti artistiche eccezionali che aveva fatto della discrezione il suo stile di vita» è il commento dell’allora ministro per i Beni e le attività culturali, Giovanna Melandri. «Nelle sue indimenticabili interpretazioni da “Sacco e Vanzetti” al “Delitto Matteotti” solo per citarne alcune, oltre la grande potenza interpretativa emergeva quel suo particolare timbro di voce che lo ha sempre distinto e fatto apprezzare da tutto il pubblico televisivo e cinematografico».
«Un grande amico ed un eccezionale maestro», per il doppiatore Massimo Rinaldi. «Era un personaggio culturalmente vivo, sempre interessato alla vita in tutte le sue forme. Non era, inoltre, solo un doppiatore _ ha detto Rinaldi _, una voce nell’ombra, era un attore vero, completo, intellettuale e con un ricco bagaglio culturale e umano. Non amava il chiasso, la sua timidezza faceva parte del suo apparire, come se si schermisse sempre, a volte era taciturno nella vita privata… a me faceva una gran tenerezza Ma aveva una curiosità intellettuale enorme».
«Grande appassionato della lettura, era anche uno splendido dicitore di versi» ha aggiunto il doppiatore raccontando che gli piaceva partecipare ai recital in teatro di letture di poesie. In primavera ha realizzato una tournée a tre voci, assieme a Mattia Sbragia e Arnoldo Foà, toccando quasi tutta l’Italia per portare la poesia nei teatri. Ha anche lavorato recentemente per la televisione, partecipando ad alcune puntate in due fiction di grande successo come «La dottoressa Giò» e «Il maresciallo Rocca».

Premi e riconoscimenti

Gli fu attribuito il premio per la miglior interpretazione maschile al Festival di Cannes del 1971, per il ruolo dell’anarchico Nicola Sacco nel film di Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo[1].

Bibliografia

Riccardo Cucciolla: ritratto di attore, a cura di Vito Attolini e Alfonso Marrese, Edizioni dal Sud, 2012.

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