CRAMAROSSA FRANCO

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CRAMAROSSA FRANCO

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Grassano 1933 – Bari 1988

La chimica dei plasmi

Franco Cramarossa visse da” fuorisede” gli anni universitari a Roma, alloggiando nel periodo in cui frequentò le lezioni del corso di laurea in Chimica, in una delle case dello studente della capitale. Forse proprio in quegli anni sviluppò il senso pratico, che lo avrebbe ben presto portato ad essere un abile chimico sperimentale, capace di coniugare la tradizione con innovativi percorsi di ricerca. Si laureò nel 1958 con una tesi sui numeri di trasporto in chimica fisica; dopodiché si spostò al primo piano degli Istituti di Chimica di Roma, dove cominciò la sua collaborazione con Ettore Molinari. Il suo futuro di ricerca era iniziato.
I primi suoi studi riguardarono la catalisi stimolata da fotoni, un campo di ricerca riconducibile al più vasto settore della cinetica chimica. Subito Cramarossa dimostrò abilità sperimentale e doti di grande organizzatore: le mise in luce anche nella veste di ufficiale di complemento del Genio Aeronautico, allorché, tra il ’59 e il ’61, lavorò presso i laboratori “carburanti e lubrificanti” dell’Aeronautica Militare di Fiumicino. Dopo il servizio militare e una brevissima parentesi come borsista al CNR, proprio di quest’ultimo divenne ricercatore a tempo pieno a partire dal ’61. Amante della didattica e dei rapporti umani, parallelamente, dal novembre dello stesso anno, ottenne di essere nominato assistente volontario presso la cattedra di Chimica generale e inorganica dell’Università di Roma.
Era il momento di fare il grand tour di formazione scientifica. I maestri Vincenzo Cagliati ed Ettore Molinari lo invitarono così a partire per gli Stati Uniti, dove avrebbe trascorso due anni presso la rinomata Università di Berkeley, con il Prof. Harold S. Johnston, mostro sacro della cinetica chimica. Per “ottimizzare il sistema” Cramarossa si sposò prima di intraprendere il viaggio e passò la luna di miele con la neosposa Annamaria in transatlantico verso gli Stati Uniti. Nel periodo americano (1963-65) affinò le conoscenze spettroscopiche, pubblicando con lo stesso Johnston una review ancora oggi ampiamente citata.
Al ritorno in Italia, rientrò nel gruppo scientifico del Prof. Molinari, iniziando a lavorare nel campo della chimica dei plasmi termici. Da quel momento in poi la vita di Cramarossa si sarebbe indissolubilmente intrecciata con quella del maestro, che proprio nel 1965 era stato chiamato a coprire la cattedra di Chimica generale e inorganica all’Università di Bari. Il discepolo lo seguì l’anno successivo, continuando nella città adriatica la carriera di ricercatore CNR e assumendo l’incarico didattico di Scienza dei metalli. Ma per far ricerca bisognava viaggiare e conoscere nuove realtà: nel ‘68 Cramarossa caricò la moglie e i figli, Roberto e Sergio, su una fiammeggiante Fiat 850 e intraprese un viaggio alla volta di Leeds, dove avrebbe speso un anno accanto al Prof. Dixon Lewis, un grande dei processi di combustione.
Al rientro, prese inizio l’avventura barese della chimica dei plasmi sotto la regìa dalla coppia Molinari-Cramarossa. Tra l’altro, negli anni Settanta venne istituito a Bari il Centro di Studio per la Chimica dei Plasmi del CNR, di cui presto egli sarebbe diventato direttore. Accanto ai plasmi termici, portati a Bari da Roma, il ricercatore lucano promosse le ricerche su un altro filone, quello relativo ai plasmi freddi o di non equilibrio.
Con il ritorno a Roma di Molinari, avvenuto nel 1974, Cramarossa, che nel frattempo aveva vinto la cattedra di Chimica generale e inorganica a Bari (dopo una breve parentesi a Catania), divenne il leader del gruppo, che nel frattempo si stava arricchendo di nuove personalità. Spinse il sotto­gruppo sperimentale verso ambiti applicativi quali il plasma etching e la plasma deposition di materiali innovativi, avendo tuttavia sempre cura di stimolare anche quanti si occupavano della riflessione teorica. La chimica dei plasmi barese acquistò sotto la sua direzione una risonanza internazionale e fu promotrice di numerosi congressi internazionali.
Parallelamente all’attività in seno al CNR, fu animatore della vita degli Istituti Chimici dell’Università di Bari, promuovendo negli anni Ottanta la creazione del Dipartimento di Chimica, di cui fu il primo direttore. Le sue doti di organizzatore e la sua infaticabile energia al servizio della comunità chimica barese caratterizzarono questo periodo della sua vita, durante il quale la moglie Annamaria diceva, tra il serio e il faceto, che suo marito aveva come prima abitazione il Dipartimento di Chimica e come seconda la casa!
Molti ricordano ancora un’espressione che spesso pronunciava in assemblee affollate: “Voi del Sud !” .. seguita dall’immancabile replica dei colleghi: “Parla lo svedese!”. L’aneddoto non deve generare confusione: Cramarossa, pur avendo molto viaggiato, si sentiva infatti un vero uomo del Sud, ma amava scherzare sui luoghi comuni – fondati e no – con cui la gente della sua terra è talvolta dipinta. Era un ottimista e come tale affrontò la lunga malattia che lo colpì, cui non volle cedere. Era un uomo onesto, che manifestava apertamente le proprie opinioni, entrando a volte in collisione con i colleghi. Mai tuttavia serbava rancore: una dote, questa, non diffusissima nel mondo accademico. Scomparve a Bari, il 7 novembre 1988.

Antonella Cilenti

Da Scienziati di Puglia (a cura di) Francesco Paolo de Ceglia Adda Editore, 2007 pag. 624 – 626

Cenni bibliografici

Letteratura primaria:

[con H. S. Johnston] Highly complex photochemical mechanisms, «Advances in Photochemistry», 4 (1966), pp. 1-24.

[con M. Capitelli, L. Triolo, E. Molinari] Decomposi­tion of Al2O3 particles injected into argon-nitrogen plasmas of one atmosphere, «Combustion and Flame», 15 (1970), p. 23.

[con G. Dixon-Lewis] Ozone decomposition in relation to the problem of existence of steady state flames, «Com­bustion and Flame», 16 (1971), p. 243.

[ con G. Ferraro e E. Molinari] Spectroscopic diagnostic of RF discharges at moderate pressure and chemical applications-I pure nitrogen, «Journal of Quantitative Spectroscopy & Radiative Transfer», 14 (1974), p. 419.

[con G. Bruno, P. Capezzuto, G. Cicala] Deposition of silicon films from SiCl4 glow discharges: a kinetic model of the surface process, «Journal of Applied Physics», 62 (1987), p. 2050.

[conR. d’Agostino, P. Capezzuto, F. Fracassi] Plasma assisted etching of Aluminum in CCl4-Cl2 mixtures, «Plasma Chemistry and Plasma Processing», 9 (1989), p. 513.

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