DE ANNA LUIGI GIULIANO

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DE ANNA LUIGI GIULIANO

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Professore emerito di Storia della Cultura italiana all’Università di Turku (Finlandia),fondatore nel 1989 della Rivista di Studi italo-finlandesi “Settentrione”, l’unica rivista di italianistica dell’area scandinava.

Luigi Giuliano de Anna è nato a Giovinazzo (Bari) il 3.8.1946. Il padre Michele era direttore superiore delle Imposte Dirette e la madre Giuseppina Palombella casalinga. La famiglia de Anna (d’Anna fino al 1846 quando adottò la forma latina del cognome) è originaria di Napoli. Nel XV secolo si trasferì con Giovanni Filippo a Palermo ed ebbe nobiltà in varie località, oltre che Palermo, Agira, Corleone e Marsala.

Nel 1806 Michele, profugo politico, si stabilì a Canneto di Puglia dove ebbe origine il ramo pugliese della famiglia. Il figlio Carlo si trasferì a Sannicandro e il di lui figlio Michele a Giovinazzo. Michele partecipò come volontario nelle truppe di Garibaldi alla Terza guerra di indipendenza. Fu Segretario comunale di Giovinazzo e suo cittadino onorario. Il figlio Carlo fu notaio in questa città, da lui nacque Michele, padre di Luigi Giuliano.

I Palombella sono invece famiglia autoctona di Giovinazzo, di cui si ha notizia dal XVII secolo. Ebbe notai, sacerdoti e possidenti terrieri. Un Giuseppe fu sindaco di Giovinazzo ed ha il busto eretto nella Villa Comunale, che fece costruire. Tommaso, padre di Giuseppina fu farmacista in Giovinazzo. La moglie Margherita Montella, era laureata all’università di Napoli.

La famiglia di Luigi Giuliano si trasferì nell’autunno del 1946 a Imola, dove Michele iniziò la sua carriera di funzionario delle Imposte Dirette. Nel 1951 si trasferirono a San Giovanni in Persiceto, in provincia di Bologna. Qui Luigi frequentò la scuola elementare Guglielmo Marconi. Trasferitasi nel 1957 la famiglia a Firenze, Luigi frequentò la scuola media Agnolo Poliziano e poi il liceo-ginnasio Dante Alighieri. Si iscrisse alla facoltà di Lettere moderne nel 1966.

Nel 1973 si è laureato con una tesi di filologia ugrofinnica (110 e lode/110). Nel 1988 ha ottenuto il titolo di dottore di ricerca (Ph.D.) in storia della cultura presso l’università di Turku (si tratta del primo dottorato di ricerca conseguito in Finlandia nel campo umanistico da un italiano).

Dal 1973 al 1976 ha svolto la funzione di lettore non oneroso presso l’università di Turku (Finlandia) con nomina del Ministero degli Affari Esteri italiano. Qui ha continuato la sua carriera universitaria. Dal 1976 al 1981 è stato docente incaricato a tempo indeterminato presso l’Istituto Italiano di Cultura in Finlandia e dal 1981 al 1986 addetto di ruolo presso il medesimo Istituto e durante gli anni accademici 1986-1992 ha operato in qualità di lettore sempre all’università di Turku. Dal 1990 al 31.5.1997 è stato libero docente di storia della cultura italiana all’università di Turku.
Nel 1988 è stato incaricato della direzione del corso di laurea in lingua e cultura italiana nello stesso ateneo. Nel 1990 è stato nominato per la durata di cinque anni senior assistant presso la cattedra di storia della cultura dell’università di Turku; dal 1 settembre 1992 al 1 agosto 1998 è stato professore associato e Il 1.8.1998 è diventato professore ordinario di ruolo. Attualmente è professore ordinario emerito.

Dal 1978 al 1992 è stato responsabile della Sezione distaccata di Turku dell’Istituto Italiano di Cultura. Dal 1996 al 1999 ha collaborato come docente ai corsi dell’università estiva di San Marino.

Nel 1989 ha fondato la Rivista di Studi italo-finlandesi Settentrione, l’unica rivista di italianistica dell’area scandinava, di cui è stato per molti anni redattore responsabile, che pubblica anche Quaderni monografici.

Il suo interesse di ricerca appartiene alla storia della mentalità e verte principalmente sulla conoscenza del mondo settentrionale nella cultura italiana ed europea. In particolare si è occupato della Finlandia, della Lapponia e del mondo artico. Interessi coltivati e completati anche grazie ai viaggi intrapresi in Lapponia, quando nel 1971 ripercorse l’itinerario di Giuseppe Acerbi a Capo Nord (1799), o quando fece visite di studio in Groenlandia e isole Svalbard, di cui ha scritto su varie riviste. Nel campo della linguistica, si è occupato di storia del lessico e in quello storico di trattare di argomenti poco conosciuti nelle biografie di personaggi del Nord o che hanno frequentato il Nord, come Indro Montanelli.

Dal 1973 è stato membro attivo del comitato della Società Dante Alighieri di Turku, di cui è stato presidente ed al momento ne è presidente onorario.

E’ membro onorario di varie Società culturali italiane e finlandesi. In particolare, in quanto membro ordinario dal 2000 della Associazione italiana di araldica e genealogia e dal 2001 della Commissione internazionale permanente di studi sugli ordini cavallereschi (ICOC), detta anche Commissione di Edinburgo, si occupa di studiare gli Ordini Cavallereschi e la storia della nobiltà.

Negli anni 1981-1983 è stato corrispondente dalla Finlandia del quotidiano di Lugano Gazzetta Ticinese. Collabora dal 1979 alla pagina culturale del quotidiano di Turku Turun Sanomat. E’ corrispondente per la Finlandia della rivista Nouvelle Ecole e membro del comitato scientifico della rivista dell’Istituto Geografico Polare “Il Polo”. Dal 1995 è membro del comitato scientifico della rivista di studi tolkieniani Minastirith e dal 2002 del consiglio di redazione della rivista Nobiltà.

Dal 2004 è membro del comitato scientifico dell’Enciclopedia delle famiglie storiche italiane. Dal 2015 è membro del Comitato di redazione della rivista L’Alpino in Europa. Ha collaborato per anni alla rivista Medioevo e al quotidiano Secolo d’Italia. Dal 2011 è stato corrispondente accreditato per questo quotidiano in Finlandia. Dal 2012 fa parte del Comitato Scientifico della rivista Eurasia.

Pur non essendo di leva alpina, su sua richiesta ha prestato servizio militare nel corpo degli Alpini (febbraio 1972-marzo 1973) presso il Battaglione Bassano, Brigata Tridentina, con servizio prestato a San Candido e Corvara. Dal 1995 è responsabile per la Finlandia dell’Associazione Nazionale Alpini in congedo (ANA). Dal 1961 al 1996 è stato membro del Club Alpino Italiano (sezione di Firenze) presso cui ha frequentato il corso roccia. Nel 1986 ha ottenuto il distintivo d’oro della stessa associazione. Ha praticato judo per molti anni. Ha effettuato impegnative salite nelle Dolomiti, in particolare nel Gruppo del Sella e delle Cinque Dita.

Nel 1994 ha fatto parte della giuria del Premio Acerbi di letteratura. Dal 2001 al 2014 ha fatto parte
del Comitato per le nominations del premio Nobel della letteratura (Reale Accademia di Svezia).

Nel 1982 ha ricevuto il premio d’onore di narrativa fantastica (premio Tolkien). Nel 2002 ha ottenuto il Premio Acerbi per la saggistica. Il 9 settembre 2005 ha ricevuto a Ravenna la Targa Lauro dantesco. Nel 2018 ha fatto parte del Comitato scientifico del Convegno Internazionale di Studi Farnesiani (23.32018,Piacenza).

Dal 1995 al 2008 è stato presidente della sezione finlandese dell’Unione Paneuropea Internazionale, diventando persona di fiducia del Presidente internazionale, l’arciduca Otto d’Asburgo. Dal 2002 al 2014 è stato Delegato della Finlandia per il Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo (CTIM), che il 20 dicembre 2003 gli ha attribuito il Diploma d’Onore “per i particolari meriti guadagnati sul campo nel contesto della nostra emigrazione”.

Nel settembre 1993 è stato nominato Cavaliere Ufficiale dell’Ordine del Leone, Ordine al Merito della Repubblica finlandese, e nel novembre del 1994 Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Il 2 giugno del 2003 è stato promosso al grado di Cavaliere Ufficiale. Il 2 giugno 2005 è stato nominato Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Il 15 novembre del 2005 il Presidente della Repubblica finlandese gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere Ufficiale dell’Ordine della Rosa Bianca.

Nel 1999 è stato insignito della Croce azzurra dell’Istituto per la difesa dei valori della Guerra di liberazione finlandese per i suoi meriti nella difesa della memoria storica della Finlandia indipendente. Il 4 settembre del 2014 ha ricevuto la Grande Medaglia dell’Università di Turku (Turun Yliopiston Muistomitali) in riconoscimento della sua lunga e meritevole attività a favore dell’insegnamento e della ricerca nel campo della lingua e cultura italiana.

Nel maggio del 1996 è entrato a far parte nell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il 3 aprile 1997 è stato ammesso nel Sovrano Militare Ordine di Malta, di cui è Cavaliere di Grazie e Devozione. Il 15 novembre del 1997 è stato nominato Cavaliere dell’Ordine al merito civile di Savoia; il 18 luglio 2001 è stato promosso al grado di Commendatore. Il 27 maggio 2010 è stato nominato Cavaliere de jure sanguinis del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio.

Nel 2012 ha cominciato a frequentare la Thailandia, facendo viaggi di studio anche in Laos (aveva in precedenza viaggiato in Iran, India, Pakistan e Nepal). Ha residenza in Chiang rai, capoluogo della regione montana a confine con Burma e Laos. Ispirandosi alla Thailandia ha scritto il romanzo “La thailandese e il Colonnello”, pubblicato da Solfanelli nel 2018 (tradotto nel 2020 in finlandese) e la raccolta “I Racconti del Mala bar” (Solfanelli 2020), in cui tratteggia la vita di un occidentale in Thailandia e la sua ricerca di una nuova esistenza in un Paese asiatico.

Ha un figlio: Mikael, nato il 7.8.1985, laureato in lingue

Pubblicazioni: 27 monografie e ca 1100 articoli, scientifici e divulgativi.

Monografie

Conoscenza e immagine della Finlandia e del Settentrione nella cultura classico-medievale, Turku 1988, pp. 429.
Bibliografia delle opere italiane tradotte in finnico 1801-1988, Quaderni di Settentrione, 1, 1989, Turku 1989, pp. 82.
La Finlandia e la stampa italiana di oggi, Turku 1991, pp. 192.
Le isole perdute e le isole ritrovate. Cristoforo Colombo, Tile e Frislanda. Un problema nella storia dell’ esplorazione nord-atlantica, Turku 1993, pp. 156.
Il Mito del Nord. Tradizioni classiche e medievali, Napoli 1994, pp. 192.
Storia culturale dei fennicismi nell’italiano. I lemmi del vocabolario, Turku 1994, pp. 288.
Michele d’Anna. Diario della Campagna di guerra del 1866 contro gli Austriaci, edizione a cura di Luigi G. de Anna, Storo 1995, pp. 9-80.
Il ruolo dell’Italia nella guerra di Finlandia (1939-1940), Turku 1996, pp. 118.
Dino Buzzati e il segreto della montagna, prima edizione, Turku 1993; seconda edizione riveduta, Verbania 1997, pp. 116.
Thule. Le fonti e le tradizioni, Rimini 1998, pp. 124; Seconda edizione 2017.
La memoria perduta. Montanelli e la Finlandia,Rimini 2005, pp. 120.
G. Acerbi, Il viaggio in Lapponia(1799), redazione e commento a cura di Luigi G. de Anna e Lauri Lindgren. Seconda edizione riveduta, Turku 2009, pp. 213.
L.G. de Anna-P. Torretta, Onneksi on Silvio- Silvio Berlusconi itsensä ja muiden sanoin,Turku 2011, pp. 292.
Michelangelo Merisi detto il Caravaggio e l’Ordine di Malta, Turku 2011, pp. 189. Seconda ristampa 2011; Nuova edizione: Il Caravaggio e l’Ordine di Malta, Chieti 2015, pp.248.
Dall’Italia alla Finlandia passando per Turku. Un contributo alla storia dell’emigrazione italiana, Turku 2012, p. 175.
Tiziano Terzani e la guerra del Vietnam, Turku 2016, pp. 188. Nuova edizione: Tiziano Terzani e la guerra nel Vietnam, Chieti, 2018, pp.316.
Diego Manzocchi, un volontario italiano nella Guerra di Finlandia, Turku 2017, pp. 144. Nuova edizione: Diego Manzocchi. Un aviatore italiano nella guerra di Finlandia, Rimini, 2018, pp.157
Herman Liikanen e il mito garibaldino in Finlandia, Turku 2018, pp. 63.
La Thailandese e il Colonnello, Chieti, 2018, pp. 198 (romanzo), traduzione finlandese: Eversti ja nainen Thaimaasta, Turku, 2020, s.253.
.I Racconti del Mala bar. Diario di un Viaggiatore in Thailandia, Chieti, 2020, pp. 149 (racconti).
Giuseppe Acerbi e la Finlandia, Turku 2020, pp. 194.

Per concludere, mi fa piacere ricordare il mio bisnonno, Michele, l’unico Garibaldino giovinazzese nel profilo gentilmente richiestomi dal validissimo promotore delle memorie pugliesi, Aurelio Valente.

DE ANNA MICHELE, un garibaldino giovinazzese (d’adozione) reduce dalla Terza Guerra di Indipendenza

Sannicandro 2 marzo 1845 – 1929
Anche i giovinazzesi parteciparono alla Terza guerra di indipendenza. Di questa guerra ho un ricordo familiare. Ad essa infatti partecipò il mio bisnonno Michele de Anna, che a 21 anni si arruolò nell’esercito di Garibaldi e la sua esperienza raccontò in un diario, da me pubblicato alcuni anni fa (Michele d’Anna. Diario della Campagna di guerra del 1866 contro gli Austriaci, in: Aquile garibaldine, Storo 1995).
Michele Eugenio de Anna (il cognome compare originariamente in atti ufficiali anche come d’Anna) nasce a Sanni¬candro il 2 marzo 1845 da Carlo e Chiara Lucarelli. Carlo era figlio primogenito di Michele Gaetano, nato a Palermo il 20 marzo 1780 dal gentiluomo Don Salvatore d’Anna (1730-1792) e da Donna Giuseppa Amari (1754-1798), discendente dei baroni Sitaiolo e imparentata con i conti Amari. I d’Anna si erano stabiliti a Palermo nel XVI secolo, ma erano di antica origine napoletana. Michele Gaetano, rimasto orfano di padre in giovane età, aveva subito l’influenza dei parenti Amari, una famiglia che darà alcuni importanti rappresentanti alla vita culturale e politica siciliana, tra cui l’arabista e uomo politico Michele Amari (1806-1889) e ne aveva assimilato le simpatie giacobine e filo-francesi.
Nel 1806 combatté in Calabria con le truppe francesi. Rimasto ferito, si rifugiò presso il marchese Giuseppe Nicolai a Canneto di Bari. Qui aderirà alla carboneria e sarà per molti anni un sorvegliato politico in quanto capo della setta dei Greci in solitudine. Nel 1813 nacque Carlo, che a Canneto nel 1844 sposò Rosa Ximenes, il cui nonno, ufficiale spagnolo, era morto combattendo per la libertà della Spagna. Michele, futuro garibaldino, risente dunque di questa educazione familiare di tendenza liberale, che gli viene dal nonno paterno come dalla famiglia della madre.
Questa tradizione lo porterà a entusiasmarsi per le vicende del Risorgimento italiano e a desiderare di prendervi parte attivamente. Passò la gioventù a Sannicandro di Bari, dove risiedeva il padre, Segretario comunale. Come d’uso a quell’epoca, studiò sotto la guida di un insegnante privato, dato che a Sannicandro mancavano le scuole superiori.
L’unità acquisita nel 1861 non era in realtà che una prima tappa, mancava ancora, oltre a Roma, il Veneto. Nel 1866 si presenta per il governo l’occasione per agire. L’8 aprile di quell’anno l’Italia aveva sottoscritto un trattato segreto di alleanza con la Prussia, che prelu¬deva a una guerra contro l’Austria. Lo scopo immediato dell’Italia era naturalmente quello di occupare il Veneto e il Trenti¬no. La condotta strategica della guerra fu pessima, a causa della divisione delle responsabilità tra due armate distinte. Il comando venne infatti spartito tra i generali Alfon¬so La Marmora e Enrico Cialdini, il massacratore dei contadini meridionali.
Gli italiani godevano, rispetto agli Austriaci, di una netta superiorità numerica, ma l’im¬possibilità di mettere d’accordo le due prime¬donne dell’esercito costerà la disfatta di Custo¬za. L’unico generale che disponesse di un piano vera¬mente efficace e che fosse in grado di attuarlo era Gari¬baldi, ma la campagna era stata progettata e programmata senza di lui. Il 23 giugno, quando iniziarono le ostilità, Garibaldi dispone di due soli reggimenti, dato che gli altri otto sono ancora in via di costituzione. L’onore fu salvato proprio da lui, grazie alla vittoria di Bezzecca, battaglia combat¬tuta il 21 luglio del 1866.
Il Corpo di volontari garibaldini era stato costi¬tuito con i giovani non soggetti alla leva. In realtà, il comandante dell’esercito italiano, quel La Marmora che poi porterà alla sconfitta di Custoza, non vedeva di buon occhio la presenza di questi “irregola¬ri” e rifiutò a Garibaldi gli ufficiali in seconda da lui richiesti, tra cui il fedelissimo Nino Bixio.
Michele d’Anna il 21 maggio si presentò al deposito di Bari per arruolar¬si. All’ entusiasmo del giovane non corrispose però l’efficienza dell’organizzazio¬ne, infatti l’armamento restò caren¬te per tutta la durata della campagna; per di più la preparazione degli ufficiali in comando era decisamente scarsa. Garibaldi vince a Bezzecca, ma la mattina del 25 gli giunge la notizia che il Comando supremo aveva deciso di concordare una tregua di otto giorni con gli austriaci. Il telegramma di La Marmora fermò i soldati di ”corda e sac¬co”, come li chiamavano sprezzan¬temente i piemontesi. Garibaldi deve obbedire.
La terza guerra di indipendenza si concluse dunque in maniera ingloriosa.
Ma forse non ci fu soltanto l’insipien¬za dei generali di scuola piemontese. Ci fu di peggio. L’Italia accettò la richiesta della Francia di non indebolire troppo l’Austria, dato che essa poteva servire a moderare l’espansionismo prussiano. Che l’Italia ci tenesse a favorire la Francia lo dimostra la vertenza sempre aperta di Roma, la cui soluzione era appunto nelle mani di Napole¬one III. Il diario di Michele testimonia il crescere di una de¬lusione per un sacrificio che non ha visto ricom¬pensa.
Altri esterneran¬no la protesta in Parlamento, ampliandola: ”V’è nel seno della Nazione stessa un nemico più potente dell’¬Austria, ed è la nostra colossale ignoranza, sono le molti¬tudini analfabete, i burocrati macchina, i professori ignoranti, i politici bambini, i diplomatici impossibili, i generali incapaci, l’operaio inesperto, l’agricoltore patriarcale e la retori¬ca che ci rode le ossa. Non è il quadrilatero di Mantova e Verona che ha potuto arrestare il nostro cammino; ma è il quadrilatero di diciassette milioni di analfabeti e di cinque milioni di Arcadi”. Sono le parole dello storico Pasquale Villari, pubblicate nel 1866 sul Politecnico. Nessun epitaffio del Risorgimento fu migliore di questo.
Tornato dalla guerra, Michele passerà ancora alcuni anni a Sannicandro. Oramai è tempo di cercare un impiego, che troverà nella vicina Giovinazzo. Il 27 maggio del 1874 venne infatti nominato segre¬ta¬rio co¬munale di questa cittadina. Il 20 settembre del 1909 prenderà congedo dal Consiglio Comunale pronunciando questo discorso, il cui testo mi è stato fornito dallo storico Michele Bonserio, che ringrazio di cuore: «Onorevoli Consiglieri! Col cuore estremamente commosso, prendo congedo da Voi che, rappresentando il paese, mi avete sempre colmato di cortesie e di gentilezze e circondato della massima fiducia.
E’ questo il miglior titolo che io abbia saputo guadagnarmi con tanti anni di onesto lavoro, e ve ne ringrazio dal più profondo dell’animo. Permettete però che, in modo particolare, rivolga una parola di sentita riconoscenza al Sindaco Comm. Filippo Nob. Marziani il quale, durante il suo Sindacato, mi ha dato innumerevoli prove della sua vera amicizia fraterna. Negl’intricati e complessi problemi della vita Municipale, Egli mi è stato sapiente ed infaticabile ispiratore e collaboratore, e sento perciò imperioso il dovere di additarlo alla pubblica ammirazione ed estimazione, per l’opera veramente ammirevole, zelante, onesta e disinteressata spesa a vantaggio di questa nobile Città, cui mi legano i vincoli di affetto della mia famiglia e alla quale auguro, con tutto il cuore, il più lusinghiero e prospero avvenire cui ha diritto per la gentilezza dei costumi e per la feracità dell’ingegno dei suoi abitanti».
Il Sindaco così replicò: «Volendo dare un ultimo attestato di stima e simpatia all’integerrimo funzionario Signor de Anna, il quale quantunque non Giovinazzese, pur tuttavia passava quivi, a ragione della sua carica, ben 36 anni, i più belli di sua vita, rendendomi interprete dei sentimenti del Consiglio e dei nostri concittadini, propongo che allo stesso venga conferita la cittadinanza onoraria della nostra Giovinazzo, verso la quale egli ha sempre dimostrato tanto attaccamento». Michele divenne così cittadino onorario di Giovinazzo.
Michele si sposò a Bari con Emilia Giovinetti il 18 maggio 1872 e da lei ebbe nove figli. Il primogenito è mio nonno Carlo (1874-1943), di professione notaio a partire dal 1925, che a Giovinazzo i più anziani ancora ricordano. Aveva casa in un palazzo che si affaccia su piazza Vittorio Emanuele. Lì io sono nato. Era stato tra l’altro Commissario prefettizio, carica che sostituiva quella di sindaco, nel 1933-1935. Suo figlio primogenito è Michele, mio padre, nato nel 1912. Mia madre è Giuseppina Palombella, di antica famiglia giovinazzese, pure nata nel 1912.
Michele resterà anche negli anni seguenti partico¬larmente legato a questi ricordi della sua esperienza bellica con Garibaldi e a quanto rappresentava, in termini ideali, l’ere¬dità garibaldina. Nel giugno del 1880 tenne a Giovinazzo un discorso di commemorazione, in cui esaltò la figura dell’Eroe dei Due Mondi, da lui definito «primo tra quei pochi generosi che prepararono le sorti e menavano al compimento i destini d’Italia! […] Egli fu il vero Eroe della libertà italiana […] Lui, angelo della riscossa nazionale, dalla spada fiammeggiante; Lui, crociato della libertà di tutti i popoli oppressi; lui, fra le italiche plebi, banditore della immortale giustizia e dell’emanci¬pazione; Lui, mansuetissimo fra gli oppressi, terribile con gli oppressori; Lui, poverissimo tra i poveri, spregiatore d’immense fortune; Lui, fratello di tutti gli uomini, apostolo di fratel¬lanza fra i popoli».
Nel 1911 diviene membro della Società superstiti garibaldini Giuseppe Garibaldi di Bari. Col suo berretto rosso da garibaldino, che conservo come prezioso cimelio, continuò a presen¬ziare alle cerimonie commemorative e pubbliche, come si vede in una foto scattata a Bari, sul cui retro si legge: 4 Novembre 1928. Piazza Prefettura in occasione del 6o anniversario della Marcia su Roma. Nelle foto che lo ritraggono, Michele porta anche alcune medaglie appuntate sul petto, tra cui la croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia. Ma quella che gli fu più cara l’aveva conquistata nel lontano Trentino negli anni della sua bella giovinezza.

Luigi Giuliano de Anna

LA RAGAZZA DI BOLOGNA

Storia di una giovane fascista nell’aprile 1945

La ragazza di Bologna. Storia di una giovane fascista nell’aprile 1945 intende unire la storiografia alla narrativa. Alla ricerca riguardante la vera identità di una anonima ragazza fascista fucilata a Bologna nell’aprile del 1945, basata su documenti di archivio, fa seguito il ricordo di lei visto attraverso la ricostruzione romanzesca di una vicenda completamente dimenticata, svoltasi nei tragici giorni della Liberazione.

La narrazione, sia storiografica che di fantasia, parte dalla foto pubblicata da Giorgio Pisanò nella sua Storia della guerra civile in Italia, in cui è ritratta una giovane ragazza che viene condotta davanti a un tribunale partigiano. Sarà poi fucilata. Il suo nome non viene detto.

Il tragico destino della “Ragazza di Bologna” diventa emblematico per tutte quelle donne, di una parte e dell’altra, che furono vittime della guerra civile. La ricerca dell’identità diventa quindi al tempo stesso un itinerario nei tragici giorni della Liberazione, quando l’odio e la vendetta presero troppo spesso il sopravvento sulla giustizia.

La ragazza di Bologna potrebbe essere Licia, o Cora o una delle tante che furono giustiziate a Bologna tra il 21 aprile e i primi di maggio. Questo libro è stato scritto per non dimenticarle.

Giuliano de Anna è nato a Giovinazzo (Bari) nel 1946. È attualmente professore ordinario emerito di lingua e cultura italiana all’Università di Turku.

 

Il libro può essere ordinato direttamente dall’Editore Solfanelli oppure dalle principali Librerie online, come Amazon, IBS, Mondadoristore etc

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