CIUSA WALTER

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CIUSA WALTER

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Bologna 1906-89

Un contributo alla merceologia moderna

Nacque a Bologna il 3 giugno 1906, secondogenito di Riccardo e Fanny Carleoni. Si laureò in Chimica nella stessa città, il 10 settembre 1930, ma iniziò la carriera accademica a Bari, dove fu assistente di Merceologia, dal ’28 al ’31, del Prof. Giuseppe Testoni (1877-1957), a sua volta allievo di Giacomo Ciamician (1857-1922).
Dopo un altro periodo trascorso a Bologna, tornò a Bari nel ’47 ed ottenne la cattedra di Merceologia nella Facoltà di Economia e Commercio. Nella città adriatica visse gli anni della ricostruzione nel dopoguerra. Nel Laboratorio chimico dell’Istituto di Merceologia, sito in Largo Fraccacreta e fondato nel 1935-36, tra attrezzature antiquate e i ricordi delle collezioni del Museo merceologico, Ciusa riuscì a rinnovare la Merceologia, la Warenkunde nata in Germania alla fine del Settecento. I suoi principi fondamentali, raccolti nei due testi I cicli produttivi e le industrie chimiche fondamentali (1948) e Aspetti tecnici ed economici di alcuni cicli produttivi (1954), servirono a modernizzare la disciplina, che fino ad allora si limitava a descrivere i caratteri delle merci ed era insegnata secondo l’esclusivo punto di vista dei chimici (a Bari dal 1936 al 1949 insegnò Rosario Biazzo).
“Trasformò la merceologia”, afferma Giorgio Nebbia, suo assistente dal ’46 al ’59, “da disciplina descrittiva a disciplina impegnata nell’analisi dei cicli produttivi”. Spostò infatti l’attenzione sulla trasformazione delle risorse naturali in prodotti commerciali; analizzò l’aspetto economico di tale processo, valutando il bilancio di materia e di energia che si ottiene nel passaggio da materia prima a prodotto finito. Ci usa introdusse anche il concetto di analisi del ciclo produttivo, dunque le fasi del consumo delle merci e del ritorno nell’ambiente naturale delle materie prime sottoforma di scorie. Spronò ad indurre innovazione tecnologica mediante la spinta al riutilizzo degli scarti e dei sottoprodotti. Fu così un precu­rsore degli studi ambientali.
Individuò nuovi metodi di analisi fluorimetriche, grazie alle quali fu possibile smascherare frodi commerciali nelle paste alimentari e negli oli d’oliva pugliesi degli anni Cinquanta. Definì inoltre un’originale analisi del “valore” delle merci, basata sull’indagine delle caratteristiche chimiche ed ener­getiche. In questo anticipò le ricerche che sarebbero seguite sul valore in unità fisiche. Tornò nuovamente a Bologna nel 1953 e vi rimase fino al pensionamento.
Ebbe la medaglia d’oro dei benemeriti della cultura e fu membro di diverse accademie scientifiche, tra le quali l’Accademia Pugliese delle Scienze e l’Accademia delle Scienze di Bologna. I suoi primi studi riguardarono la chimica biologica e lo portarono a scoprire il ruolo che la vitamina Bl svolge nei processi di transmetilazione e in particolare descrisse il ruolo dei metili liberi in biologia. Tenne sempre in grande considerazione gli aspetti storici dei fenomeni di produzione e consumo delle merci. I suoi allievi, tra i quali il Prof. Giuseppe Adamo (1920-67), hanno portato i suoi insegnamenti in diverse Università italiane: Bari, Bologna, Pescara, Pisa, Lecce. Fondò la Società Italiana di Merceologia nel 1961. Morì nel 1989.
Benedetta Campanile
Da Scienziati di Puglia (a cura di) Francesco Paolo De Ceglia, Adda Editore, 2007 pag. 4278-429

Cenni bibliografici

Letteratura primaria:

Sulla formazione per via enzimatica del metilacetilcarbinolo: nota 2. Il metilacetilcarbinolo per azione enzimatica delle proteine, «Annali di chimica applicata», v. 22 (1932), f. 11.

Contributo allo studio della fluorescenza degli olii di oliva, Colombo, Cusano Milanino 1935.

[E. Haschek] La determinazione delle caratteristiche dei colori, a cura di Walter Ci usa, Zuffi, Bologna 1944.

I cicli produttivi e le industrie chimiche fondamentali, UPEB, Bologna 1948.

Aspetti tecnici ed economici di alcuni cicli produttivi, Zuffi, Bologna 1954.

Trattato di merceologia: aspetti tecnici ed economici dei più importanti cicli chimico-produttivi, UTET, Torino 1962.

Alcuni aspetti del problema delle frodi alimentari in Italia, Patron, Bologna 1969.

[con A. Buccelli] Il valore nutritivo degli alimenti espresso in unità monetarie, s. e., s. l. 1975.

[ con M. Giaccio] Merceologia: tecnologia dei cicli produttivi, Zanichelli, Bologna 1988.

Letteratura secondaria:

Nebbia G., La merceologia, in Di Vittorio A. (a cura di), Cento anni di studi nella Facoltà di Economia e Commercio di Bari (1886-1986), Cacucci, Bari 1987, pp. 145-54.

Nebbia G., Ricordo di Walter Ciusa (1906-1989), «Scienza e Tecnica», n. 426, febbraio 2006.

Walter Ciusa (1906-1989) — SM 2721 — 2006
La Gazzetta del Mezzogiorno, domenica 16 aprile 2006
Ricordo di Walter Ciusa (1906-1989)
Giorgio Nebbia
Quando sono arrivato, da giovane studente di chimica, a Bari nel 1947, ebbi la prima borsa di studio — così si chiamavano allora i (modesti) compensi per chi si avviava alla ricerca — per lavorare nell’Istituto di Merceologia della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Bari, diretto da Walter Ciusa (1906-1989), di cui cadono in questi giorni cento anni dalla nascita. Walter Ciusa è stato a lungo legato a Bari; era figlio di Riccardo Ciusa (1877-1965), che è stato professore di Chimica farmaceutica nell’Università dal 1922 al 1960 (a lui è stata giustamente intestata una strada a Bari nel “quartiere dei professori”). Il figlio Walter, laureato in Chimica, è stato assistente (allora esistevano ancora) di Merceologia a Bari dal 1928 al 1931 quando l’Istituto era diretto da Giuseppe Testoni (1877-1957); il padre volle che continuasse la carriera universitaria a Bologna, in una Università diversa da quella in cui insegnava lui, e a Bari Walter Ciusa è tornato come professore nel 1947.
Erano anni ruggenti, di ricostruzione di quanto distrutto dalla guerra, ma anche di grandi speranze; l’Istituto di Merceologia si trovava nell’attico del palazzo della Facoltà, in Largo Fraccacreta, dove ora è l’anagrafe, davanti al mare, con le stanze inondate di sole, e il laboratorio chimico aveva ancora le tracce dell’occupazione da parte dell’esercito inglese che lo aveva usato dopo la Liberazione di Bari nel 1943 per le proprie analisi.
Le riviste erano poche, anche se la biblioteca possedeva ancora libri e preziose collezioni raccolte dai professori che si erano succeduti a insegnare Merceologia dal 1886 in avanti; esisteva un ricco Museo merceologico; le apparecchiature erano antiquate; alcune erano ancora quelle che Ciusa aveva usato da assistente, anni prima. Il personale era poco, un assistente, Giuseppe Adamo (1920-1967), un “tecnico”, Francesco Di Taranto, un “bidello” (mi viene da sorridere usando questi termini antiquati, di una università ormai scomparsa, ma che era tutt’altro che arretrata) — tutte persone scomparse da molti anni — e un paio di studenti.
Eppure, anche in quelle condizioni di fortuna, Ciusa, con due libri fondamentali, pubblicati nel 1948 e nel 1954 — “I cicli produttivi e le industrie chimiche fondamentali”, e “Aspetti tecnici ed economici di alcuni cicli produttivi” — ormai purtroppo introvabili, impresse una svolta decisiva nel campo della Merceologia. Questa disciplina, insegnata per lo più da chimici nelle Facoltà di studi economici, per molti decenni si era arenata nella descrizione pura e semplice delle merci; Ciusa indicò che essa doveva dedicarsi piuttosto all’analisi dei “cicli produttivi”, intesi come processi di trasformazione delle risorse naturali in prodotti commerciali, da studiare nei loro bilanci di materia e di energia, con particolare riferimento al ruolo che il riutilizzo di scarti e sottoprodotti ha e avrebbe avuto nello stimolare innovazioni tecnologiche. Con questa impostazione il prof. Ciusa anticipava i problemi che sarebbero diventati centrali, alcuni decenni dopo, negli studi che si sarebbero chiamati “ambientali”.

Fra le molte ricerche sperimentali nel campo strettamente merceologico si possono ricordare quelle condotte da Ciusa su nuovi metodi di analisi fluorimetriche per svelare le frodi, che stavano dilagando negli anni cinquanta del Novecento, di molti prodotti commerciali, fra cui gli oli di oliva pugliesi.
Ciusa fu poi chiamato come professore ordinario di Merceologia nell’Università di Bologna, dove rimase fino alla pensione. Professore emerito, medaglia d’oro dei benemeriti della cultura, membro di varie accademie scientifiche fra cui quella Pugliese delle Scienze di Bari e quella delle Scienze di Bologna, merita di essere ricordato per molti contributi di avanguardia, come una interessante e originale analisi del “valore” delle merci, soprattutto alimentari, sulla base delle caratteristiche chimiche ed energetiche, anche in questo caso anticipando le ricerche sul valore in unità fisiche, che sarebbero state affrontate, da molti altri, negli anni successivi. In alcune ricerche, inoltre, Ciusa scoprì e descrisse il ruolo della vitamina B1 nei processi di transmetilazione, con speciale riguardo al ruolo biologico dei metili e dei radicali liberi, oggi divenuti tanto di moda..
Come docente il prof. Ciusa ha stimolato e sostenuto, con grande generosità i giovani collaboratori e assistenti, molti dei quali hanno successivamente coperto cattedre universitarie nelle Università di Bologna, Bari, Pisa, Pescara, Lecce e altre. Come pochi altri studiosi ha sempre incoraggiato le ricerche dei suoi allievi anche in campi “eterodossi” rispetto agli orientamenti tradizionali della Merceologia. Essendo stato suo assistente per molti anni, posso ben testimoniare il sostegno ricevuto nelle ricerche in campi come l’utilizzazione dell’energia solare e la dissalazione delle acque, temi che molti ritenevano estranei alla Merceologia; sarebbe stato necessario aspettare gli anni recenti per vedere riconosciuta l’importanza dei concetti di “merce-energia” e di “merce-acqua” che Ciusa aveva anticipato decenni fa.
Nel suo lavoro il prof. Ciusa ha sempre prestato grande attenzione agli aspetti storici dei fenomeni di produzione e consumo delle merci. Nel 1961 ha fondato la Società Italiana di Merceologia. Gran parte degli scritti di questo importante studioso sono stati pazientemente raccolti nell’archivio biblioteca di storia contemporanea della Fondazione Micheletti di Brescia. In questo periodo in cui cadono, a Bari, ottanta anni dall’istituzione dell’Università e 120 anni dalla nascita della Facoltà di studi economici, forse una ricostruzione della storia almeno di alcuni delle migliaia di docenti che vi hanno insegnato (anche di quelli dimenticati) farebbe certamente bene agli studenti odierni e sarebbe motivo d’orgoglio per i cittadini pugliesi.

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