DESARIO VINCENZO

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DESARIO VINCENZO

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Barletta 11 giugno 1933 – Roma 29 novembre 2020

Economista, Direttore Generale della Banca d’Italia

Nel corso della sua carriera quasi cinquantennale presso la Banca d’Italia, Vincenzo Desario si è costruito la fama di “mastino” e di “sceriffo” per le sue doti, che lo hanno portato ad affrontare con rigore e serietà i maggiori scandali bancari della seconda metà del secolo scorso. Nato a Barletta nel 1933, si laureò in giurisprudenza a Bari.
Dopo un’esperienza giovanile come calciatore semi-professionista, prestò servizio nell’esercito come sottoufficiale, e a 26 anni vinse il concorso per l’accesso alla carriera direttiva della Banca d’Italia, nel 1959. Nel 1960 gli fu affidato il primo incarico nell’attività di vigilanza presso la filiale di Foggia della Banca, mentre nel 1968 fu chiamato a Roma dall’allora governatore Guido Carli, nel servizio “Ispettorato di vigilanza bancaria”, area in cui sviluppò la propria carriera, fino a diventarne capo nel 1983, con il ruolo di direttore centrale, sotto la guida del governatore Carlo Azeglio Ciampi.
Il 10 giugno 1993 fu nominato vice direttore generale dell’Istituto, entrando nel Direttorio, e l’anno seguente, quando Lamberto Dini lasciò la carriera in Banca d’Italia per la politica, diventando ministro del Tesoro nel primo governo di Silvio Berlusconi, divenne direttore generale, il numero due di Via Nazionale. Ricoprì questo ruolo fino al 2006, quando andò in pensione dopo 47 anni, con la carica di “direttore generale onorario” e fu sostituito da Fabrizio Saccomanni. Nel dicembre dell’anno prima aveva ricoperto per oltre due mesi anche la carica vacante di Governatore prima della nomina di Mario Draghi, in seguito alle dimissioni di Antonio Fazio.
Durante la sua attività di vigilanza Desario si è trovato ad occuparsi di alcune delle vicende più intricate legate all’economia e alla finanza nel nostro Paese. Nel 1974, nel corso di un’ispezione alla Banca Privata di Michele Sindona, riuscì a individuare il meccanismo dei depositi fiduciari e la contabilità in nero del banchiere di Patti, aprendo la strada ad un colossale scandalo.
Alcuni anni dopo Desario passò al setaccio, inviato dalla Banca d’Italia, i conti di Italcasse di Giuseppe Arcaini: nell’estate del 1977 mandò all’allora governatore Baffi un rapporto circostanziato e allarmante, che denunciava un sistema segnato da “frenetici movimenti contabili” e “nomi di fantasia”. Nel maggio 1982 fu protagonista dell’operazione trasparenza relativa al Banco Ambrosiano, durante la quale fu sospesa l’operatività dell’ istituto di Roberto Calvi: Desario divenne commissario provvisorio dell’Ambrosiano e, un anno dopo, dopo averne risanato i conti, consegnò ai nuovi azionisti un istituto “ripulito”.

 

Noto per il suo carattere fermo e per il temperamento riservato, poco incline alle cerimonie e alle frequentazioni della politica, era sposato con Luciana Modonesi: insieme vivevano a Ostia, dove si erano trasferiti negli anni ’60.
I tre figli hanno intrapreso, con successo, carriere diverse: Michele è docente di diritto e giurista, Gabriella fa l’imprenditrice, mentre Davide, giornalista, dopo aver curato le pagine web del Messaggero, è ora direttore di Leggo.

Vincenzo Camaggio

FAMOSO PER

È stato per molti anni ai vertici della Banca d’Italia, seguendo da protagonista alcune vicende cruciali che hanno segnato la storia dell’Istituto centrale.

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«La riunione di oggi del Consiglio superiore è stata l’ultima alla quale il Dottor Desario ha preso parte, nella sua veste di Direttore generale. A fine settimana egli tornerà ai ruoli di marito, di padre, ma soprattutto, di nonno come ha più volte ricordato. Una scelta di vita che ho cercato, nell’interesse della Banca, di contrastare senza esserci riuscito. Enzo ha trascorso in banca quasi due terzi della sua vita; prima in filiale, a Foggia, e poi presso l’Amministrazione centrale. Non è mai stato un uomo da compromessi. Soprattutto quando si riferiva all’Istituto. Oggi il Consiglio superiore, che ne ha sempre apprezzato l’intelligenza, la lealtà, il rigore, l’onestà dei comportamenti ha voluto nominarlo Direttore Generale onorario: un titolo, se non sbaglio, attribuito a due sole persone nella vita ultracentenaria della Banca. Desario lo merita pienamente. Enzo ha lavorato a lungo nella Vigilanza; la Vigilanza si è identificata con lui. Egli ne ha modellato la struttura e il modo di operare; ne ha difeso l’autonomia; vi ha lasciato un’impronta che ancora oggi, dopo 12 anni dalla sua nomina nel Direttorio, persiste».

«Desario era “mastino” quando da ispettore doveva confrontarsi con amministratori e direttori generali di banche, “mastino” quando da direttore centrale della Vigilanza doveva difendere i provvedimenti, le scelte, le decisioni dell’Istituto; non lo era più quando doveva educare generazioni di colleghi ai principi di rigore morale, di correttezza operativa, di serietà professionale, di indipendenza, di senso dell’Istituto, di spirito di servizio, che caratterizzano e devono caratterizzare il personale della Banca».

Mario Draghi, Governatore della Banca d’Italia.

V.C.

DICONO DI LUI

Parte iniziale della presentazione di Francesco Capriglione alla raccolta di scritti di Vincenzo Desario in materia bancaria e finanziaria dal titolo “Il controllo pubblico sull’ordinamento finanziario” 2 vol. Cacucci Editore, Bari 1995:

“Ho accolto con vivo gradimento l’invito rivoltomi da Enzo Desario a presentare la raccolta dei Suoi scritti in materia bancaria e finanziaria: sentimenti di stima e di affetto per l’Autore, unitamente ad un vivo apprezzamento per l’opera che quì viene pubblicata, rendono per me lusinghiero tale compito. È con piacere, quindi, che tenterò di introdurre la lettura dei diversi contributi; ma non senza un qualche timore, come per solito accade quando, attraverso l’esplorazione delle matrici culturali e l’individuazione delle linee sistemiche di uno studio, si devono evidenziare le ragioni che propongono un Autore alla nostra ammirazione.
Tutti conoscono il severo e rigoroso impegno di Vincenzo Desario come esponente dell’Organo di vigilanza bancaria, la sua qualificata attività professionale, tante volte risolutrice di delicate questioni che spesso avrebbero potuto recare turbativa e nocumento alla stabilità del sistema finanziario.
Non tutti, forse, sanno che la sua azione fonda le radici în una costante ricerca di adesione ai principi giuridici a base del nostro ordinamento, ricerca che è espressione dell’integrità e coerenza morale dell’uomo, ma anche di una non comune sensibilità giuridica che lo fa schierare per le cause giuste, lo mostra attento a scelte equitative e lo fa temere quale inflessibile controllore. Egli approda, quindi, ai lidi del diritto dell’economia muovendo dalla realtà operativa, che è conoscenza positiva e, dunque, constatazione quotidiana del legame tra fatto e norma.”

Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 4 dicembre 2020:

VINCENZO DESARIO E LE SUE LEZIONI DA BANKITALIA

di Aurelio Valente

Grazie alla raccolta di scritti di Vincenzo Desario – barlettano, già direttore generale di Bankitalia dal 1994 al 2006, venuto a mancare a 87 anni il 29 novembre scorso – su “Il controllo pubblico sull’ordinamento finanziario” curato dall’editore Nicola Cacucci nel1995 voglio ricordare il «maestro» Vincenzo Desario (che per oltre due mesi ha ricoperto la carica vacante di Governatore dopo le dimissioni di Antonio Fazio), riportando brani significativi tratti dalla prolusione da lui tenuta a Bari il 2 aprile 1984 al corso illustrativo di tecnica e contabilità bancaria organizzato dal Consiglio Giudiziario della Corte di Appello di Bari per i Magistrati del Distretto.
L’iniziativa fu presa dal Consiglio Giudiziario e si concretizzò con un contatto personale del Presidente della Corte d’Appello di Bari Filippo Mancuso ed il Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, il quale, nell’apprezzare l’iniziativa chiese al Funzionario Gènerale Capo della Vigilanza Desario di indicare il dirigente da incaricare a tenere tale corso. Fui molto contento di ricevere dal Governatore l’incarico di tenere il corso illustrativo di tecnica e contabilità delle diverse problematiche di casi concreti, significativi ed interessanti ai fini dell’esercizio della funzione giudiziaria. Nella sala gremita della Corte d’Appello, Desario espresse un ringraziamento che, disse, “non è di circostanza”.
Nel delineare le caratteristiche del sistema creditizio e delle banche come imprese Desario mise in evidenza i lineamenti della disciplina dei controlli affidati alla Banca d’Italia, sottolineando che ad essa spetta il compito di assicurare un ordinato svolgimento della funzione creditizia, con la precisazione che “Una deviazione di questo lavoro dalle finalità per le quali è nato e si è consolidato negli anni, rappresenterebbe una perdita netta e un grave danno per il quadro istituzionale del Paese. È mia convinzione che da errori come questo bisogna guardarsi.” Tornando all’iniziativa del corso Vincenzo Desario soggiunse che “L’immediata risposta della Banca d’Italia e anche, in qualche modo, la mia presenza qui oggi, testimoniano l’adesione piena e incondizionata alle ragioni che hanno mosso questa iniziativa, nel convincimento altresì che da una stretta collaborazione tra istituzioni diverse, ma comunque operanti nell’interesse del Paese, non possa che discendere un proficuo arricchimento di conoscenze e una più incisiva finalizzazione degli strumenti di lavoro”.

SCRITTI

Vincenzo Desario Il controllo pubblico sull’ordinamento finanziario 2 vol. Cacucci Editore, Bari 1995.
Vincenzo Desario, Aldo Angelo Dolmetta, Michele Grillo, Michele Polo, Luigi Carlo Ubertazzi, Giorgio De Nova e Raffaele Lener Fondamento, implicazioni e limiti dell’intervento regolamentare nei rapporti tra intermediari finanziari e clientela in Quaderni di ricerca giuridica della Consulenza Legale della Banca d’Italia n. 49 del 1999.
Vincenzo Desario, Carlo Chiesa, Giovanni Carosio, Alessandro Carretta, Andrea Resti, Fabio Arnaboldi, Enrico Bertulessi, Renato Della Moretta, Roberto Falcone, Aldo Lombardo e Marco Salemi, La Centrale dei rischi nella gestione del credito: esperienze e prospettive in Tematiche istituzionali, Banca d’Italia, aprile 2002.

FONTI BIOGRAFICHE

Addio a Desario, una vita per la Banca d’Italia dove divenne “lo sceriffo”, Giuliana Ferraino, Corriere della Sera, 29/11/2020.
Bankitalia: addio a Vincenzo Desario, l’ex direttore generale di Via Nazionale, redazione online, Il Sole 22 Ore, 29/11/2020.
È morto Vincenzo Desario, fu Direttore Generale di Banca d’Italia per 12 anni, redazione online, Leggo, 29/11/2020.
È morto Vincenzo Desario, il duro di Via Nazionale, Roberto Petrini, La Repubblica, 29/11/2020.
Morto Vincenzo Desario, per trent’anni ai vertici della Banca d’Italia, Osvaldo De Paolini, Il Messaggero, 29/11/2020.

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