BODINI VITTORIO

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BODINI VITTORIO

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Bari 6 gennaio 1914 – Roma 19 dicembre 1970

Scrittore, poeta, interprete e traduttore dalla Letteratura spagnola (Federico García Lorca, Miguel de Cervantes, Rafael Alberti, Francisco de Quevedo, Calderón de la Barca).

Bodini nasce a Bari da una famiglia di origine e tradizioni leccesi. A tre anni perde il padre e la madre ritorna nel capoluogo salentino, dove con la guida del nonno materno Pietro Marti, storico salentino, frequenta le scuole fino al conseguimento della maturità classica presso il Ginnasio-Liceo “G. Palmieri”.

Nel 1931 fa il suo esordio sul settimanale “La Voce del Salento”, fondato e diretto dal nonno materno, Pietro Marti, storico e giornalista locale, pubblicando articoli vari e prosette creative. L’anno successivo aderisce al futurismo e fonda il Futurblocco leccese, vivacizzando con polemiche giornalistiche e iniziative di vario genere l’ambiente culturale leccese.

Nel 1934 si iscrisse alla facoltà di Lettere e filosofia presso l’Università degli Studi di Roma. Interrotti gli studi per difficoltà economiche, si trasferì per lavoro a Domodossola e poi ad Asti. A Firenze, nel 1937, riprese gli studi e si laureò in Lettere nel 1940.
Nello stesso anno tornò a Lecce dove iniziò a collaborare con Oreste Macrì dando vita alla terza pagina di «Vedetta mediterranea», settimanale di politica e cultura.
Contemporaneamente insegnò nel liceo scientifico di quella città e nel liceo classico di Galatina.
Pubblica poesie e prose anche su “Vecchio e Nuovo”, un settimanale diretto da Ernesto Alvino, che per tutto il 1932 ospita le composizioni dei futuristi. Tra i suoi scritti di questi mesi si segnala il Manifesto ai pugliesi della provincia, firmato insieme a Elèmo d’Avila, mentre nel febbraio del 1933 dedica alcuni interventi alla mostra di aeropittura del coetaneo Mino Delle Site.

Si iscrive alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Roma, ma nel 1935 lavora ad Asti e nel 1936 a Domodossola presso il RACI (Reale Automobil Club Italiano). Nel 1937 si trasferisce a Firenze dove riprende gli studi universitari e si laurea nel 1940 in Filosofia con E. P. Lamanna con una tesi sulla Teoria dell’incivilimento in Gian Domenico Romagnosi.

Nel capoluogo toscano frequenta l’ambiente letterario delle “Giubbe Rosse” e, per interessamento di Montale, riesce a pubblicare alcune poesie e un racconto sulla più prestigiosa rivista del tempo, “Letteratura”.

Tornato a Lecce, cura con Oreste Macrì, la terza pagina di un altro settimanale diretto da Alvino, “Vedetta Mediterranea”, che dura solo i primi dodici numeri, dandole una precisa impronta ermetica.

Dal 1942 al 1944 è impegnato prevalentemente sul piano politico, prima nelle fila del Partito d’Azione, da cui si dimette per divergenze interne, poi nel Partito Democratico del Lavoro.

Nell’estate del 1944 si trasferisce a Roma come capo ufficio-stampa di Meuccio Ruini, allora  segretario del Partito Democratico del Lavoro. Nella capitale partecipa, con vari articoli pubblicati su quotidiani e periodici, ai dibattiti sulla funzione della letteratura nella società.

Nel novembre del 1946 gli viene assegnata una borsa di studio di sei mesi da parte del Ministero degli Esteri spagnolo per svolgere attività di ricerca presso l’Istituto italiano di cultura di Madrid. In Spagna, dove si trattiene fino all’aprile del 1949 svolgendo vari mestieri fra cui quello dell’antiquario, si dedica all’esplorazione di quel paese, che diventa la sua seconda patria, scoprendo le profonde affinità che lo legano al Sud d’Italia. Di questa fondamentale esperienza restano i preziosi resoconti raccolti nel volume Corriere spagnolo (1947-54) (Lecce, Manni, 1987)

Nel 1949 ritorna a Lecce, mettendo al centro dei suoi interessi la propria terra, che “riscopre” attraverso sue riflessioni sulla storia e sull’arte, sul costume e sulle tradizioni.
Questa sua attenzione si trasferisce nelle sue opere rappresentate da numerosi racconti e prose e delle sue prime raccolte di poesia, La luna dei Borboni (1952), finalista al Premio Viareggio, e Dopo la luna (1956), con cui vince il Premio Carducci.
Nel 1952 pubblica con l’editore Einaudi di Torino la prima importante traduzione in volume, il Teatro di Federico García Lorca, e ottiene un incarico di Lingua e letteratura spagnola presso l’Università di Bari. Nel 1954, dopo il matrimonio con Antonella Minelli, la creazione della rivista «L’esperienza poetica, nella quale propone una “terza via” tra ermetismo e neorealismo. Alla rivista, che va avanti fino al 1956, collaborano numerosi poeti e critici di primo piano con i quali entra in contatto.
Questi frequenti contatti trovano riscontro nelle evidenze dell’Archivio Bodini, conservato presso la Biblioteca interfacoltà dell’Università del Salento.Nel 1957, sempre con l’editore Einaudi, di cui è diventato l’ispanista ufficiale, esce un’altra opera fondamentale, la traduzione del Don Chisciotte di Cervantes, unanimemente ritenuta ancora oggi quella migliore del capolavoro della letteratura spagnola.
Del 1958 è la traduzione, con le edizioni Lerici di Milano, delle Poesie di Pedro Salinas.
Nel 1960 si trasferisce a Roma dove continua la sua attività letteraria e di ispanista. Nel 1962 esce, nella collana “Lo specchio” di Mondadori la raccolta La luna dei Borboni e altre poesie; nel 1963, ancora con Einaudi, I poeti surrealisti spagnoli; nel 1967, con l’editore Scheiwiller di Milano, l’ultimo suo libro di versi, Metamor. Si occupa di Góngora (Studi sul Barocco di Góngora, Roma, Edizioni dell’Ateneo, 1964) e di Calderón de la Barca (Segni e simboli nella Vida es sueño, Bari, Adriatica Editrice, 1968).
In tutto questo periodo si continua a manifestare la sua attività di traduttore di scrittori spagnoli, classici e contemporanei, tra i quali spicca Rafael Alberti, con il quale instaura un costante rapporto personale ed intellettuale, che si estrinseca in diverse traduzioni, quali: Poesie (Mondadori, 1964), Degli angeli (Einaudi, 1966), Il poeta della strada (Mondadori, 1969) e Roma pericolo per i viandanti (Mondadori, 1972, postumo).
Nel 1962 esce, con Scheiwiller, la traduzione di Picasso di Vicente Aleixandre, mentre, con Einaudi, vengono pubblicati, nel 1965, i Sonetti amorosi e morali di Francisco de Quevedo, e nel 1969 Visione celeste di Juan Larrea. Postumi infine, sempre con Einaudi, sono apparsi il Lazarillo de Tormes, gli Intermezzi di Miguel de Cervantes e Giacinta la rossa di José Moreno Villa.
Muore a Roma a soli cinquantasei anni, il 19 dicembre 1970, stroncato da un tumore. I suoi resti dal dicembre 2010 riposano presso il cimitero monumentale di Lecce. Il cippo funerario, con un bassorilievo raffigurante lo scrittore è opera dello scultore Ugo Malecore.
Postuma, nel 1972, nella collana “Lo specchio” di Mondadori, è uscita la raccolta completa delle Poesie, curata da Oreste Macrì, che curerà anche Tutte le poesie (1932-1970) (Oscar Mondadori,1983; ristampato più volte dalle Edizioni Besa di Nardò).Una scelta dei suoi racconti, col titolo La lobbia di Masoliver e altri racconti, a cura di Paolo Chiarini, è uscita nel 1980 presso le
Edizioni di Vanni Scheiwiller, All’insegna del pesce d’oro.
Presso le Edizioni Besa esiste una collana, intitolata Bodiniana, curata da A. L. Giannone, che si propone di pubblicare organicamente gli scritti dispersi e inediti, edizioni commentate dei libri di poesia, nonché alcuni dei principali carteggi dello scrittore.
I suoi studi e le sue traduzioni sono ancora oggi da alcuni reputati veri e propri modelli. Fu un intellettuale che attraversò tutte le correnti artistiche del Novecento europeo (fu, tra l’altro,
È autore di numerosi scritti in prosa, via via dimenticati, ma oggi riscoperti grazie all’attento lavoro della casa editrice Besa e del docente dell’Università di Lecce Lucio Antonio Giannone. Pubblicò inoltre apprezzati libri di poesia. Da ricordare La luna dei Borboni (1952), Dopo la luna (1956), Metamor (1967) e Poesie (1972, raccolta postuma uscita per Arnoldo Mondadori Editore e negli ultimi anni ripubblicata da Besa). In molte sue poesie sono menzionate diverse località del Salento, quali Lecce, Torchiarolo, Cocumola ecc.
Pubblicazioni
• La luna dei Borboni, Ed. della Meridiana, Milano 1952 – finalista al Premio Viareggio [poesie]
• Dopo la luna, Sciascia, Caltanissetta-Roma 1956 – Premio Carducci [poesie]
• La luna dei Borboni e altre poesie, Mondadori, Milano 1962
• Studi sul Barocco di Góngora, Edizioni dell’Ateneo, Roma 1964 [su Luis de Góngora]
• Metamor, Scheiwiller, Milano 1967 [poesie]
• Segni e simboli nella “Vida es sueño”, Adriatica, Bari 1968 [su Calderón de la Barca]
• La lobbia di Masoliver e altri racconti, a cura di Paolo Chiarini, All’insegna del pesce d’oro, Milano 1980
• Tutte le poesie (1932-70), a cura di Oreste Macrì, Mondadori, Milano 1983; Besa, Nardò 2000
• I fiori e le spade. Scritti civili (1931-1968), a cura di Fabio Grassi, Milella, Lecce 1984
• Corriere spagnolo (1947-54), Manni, Lecce 1987 [reportage dalla Spagna]
• Il sei-dita e altri racconti, Besa, Nardò 1998
• Barocco del Sud. Racconti e prose, a cura di Antonio Lucio Giannone, Besa, Nardò 2003
• La luna dei Borboni (1952), a cura di Antonio Mangione, Besa, Nardò 2006
• Carteggio Bodini-Erba (1953-1970), a cura di Maria Ginevra Barone, Besa, Nardò 2007 [carteggio con Luciano Erba]
• Dopo la luna (1956), a cura di Antonio Mangione, Besa, Nardò 2009
• Metamor (1967), a cura di Antonio Mangione, Besa, Nardò 2010
• Sud come Europa. Carteggio Bodini-Sciascia (1954-1960), a cura di Fabio Moliterni, Besa, Nardò 2011 [carteggio con Leonardo Sciascia]

Traduzioni principali

• Federico García Lorca, Teatro, Einaudi 1952
• Desiderius Papp, I due volti del mondo fisico, Bompiani, Milano 1954
• Cervantes, Don Chisciotte, Einaudi, 1957
• Pedro Salinas, Poesie, Lerici, Milano 1958
• Juan Goytisolo, Fiestas, Einaudi, Torino 1959
• Vicente Aleixandre, Picasso, Scheiwiller, Milano, 1962
• I poeti surrealisti spagnoli; Einaudi, Torino 1963 [antologia]
• Rafael Alberti, Poesie, Mondadori, Milano 1964
• Francisco de Quevedo, Sonetti amorosi e morali, Einaudi, Torino 1965
• Rafael Alberti, Degli angeli, Einaudi, Torino 1966
• Rafael Alberti, Il poeta della strada, Mondadori, Milano 1969
• Juan Larrea, Visione celeste, Einaudi, Torino, 1969
• Pablo Neruda, Splendore e morte di Joaquin Murieta, Einaudi, Torino 1970
• Rafael Alberti, Roma pericolo per i viandanti, Mondadori, Milano 1972
• Lazarillo de Tormes, Einaudi, Torino 1972
• Miguel de Cervantes, Intermezzi, Einaudi, Torino 1972
• José Moreno Villa, Giacinta la rossa, Eianudi, Torino 1972

Bibliografia

• Leonardo Mancino (a cura di), Omaggio a Bodini, Lacaita, Manduria 1972
• Pierfranco Bruni, La provincia di Vittorio Bodini come riscoperta della cultura del territorio, in “Idea. Mensile di cultura politica e sociale”, XLVII, 11/12 (novembre-dicembre 1991), pp. 41–46.
• Donato Valli,, Vittorio Bodini, in Novecento, vol. IX, Marzorati, Milano 1979, pp. 8553–74.
• Enzo Mazza, Ricordo di Vittorio Bodini, in “Realtà del Mezzogiorno”, XI, 1 (gennaio 1971), pp. 89–93
• L’esperienza poetica. Rivista trimestrale di poesia e di critica 1954-1959 diretta da Vittorio Bodini, introduzione e indici di Armida Marasco, Congedo, Galatina 1980 [ristampa fotomeccanica]
• Renato Aymone, Vittorio Bodini. Poesia e poetica del Sud, Edisud, Salerno 1980
• Oreste Macrì e Donato Valli (a cura di), “Le terre di Carlo V. Studi su Vittorio Bodini”, Congedo, Galatina 1984
• Joseph Perricone, Vittorio Bodini. Saggio critico, Schena, Fasano 1986
• Michelangelo Zizzi, Il Sud e la luna : per una geografia della semantica in Vittorio Bodini attraverso la lingua, introduzione di Paolo Valesio, Levante, Bari 1999
• Luca Isernia, Vittorio Bodini prosatore, Longo, Ravenna 2005
• Antonio Marzo, Ricognizione per un’edizione critica delle poesie di Vittorio Bodini, in “Filologia e critica”, XXXIII, 3, 2008, pp. 447–465
• Giuseppe Moscati, Sandro Penna e Vittorio Bodini. Tracce di una compresenza poetica, Morlacchi, Perugia 2010
• Giuseppe Leone, “Vittorio Bodini e l’arte di Allargare il gioco”. Pomezia-Notizie, Roma, marzo 2021. Pp.18-19.

Link 

http://www.vittoriobodini.it/02vittoriobodini/vita%20e%20opere.htm
• Vittorio Bodini, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
• Vittorio Bodini, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
• Vittorio Bodini, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.

http://www.unigalatina.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3323

Gli anni Cinquanta-Sessanta: la “stagione d’oro” della cultura leccese
[in M. Mainardi, La città nuova. Lecce negli anni Cinquanta e Sessanta, Lecce, Edizioni Grifo, 2014, pp. 227-238.]

Che rapporto c’è tra lo sviluppo urbanistico di una città e la vita culturale che si svolge all’interno delle sue mura? Probabilmente nessuno, eppure l’impetuosa crescita edilizia che si verifica a Lecce con la costruzione di interi quartieri, tra la metà degli anni Cinquanta e la metà degli anni Sessanta del secolo scorso, descritta nelle pagine di questo libro, coincide con un periodo di assoluta eccellenza della cultura cittadina.

Lecce diventa ora una vera e propria cittadella delle lettere e delle arti, tra le più vivaci in campo nazionale, animata da una fervida, incessante attività: escono le opere, in versi e in prosa, dei maggiori scrittori salentini del Novecento; vengono fondate riviste di notevole rilievo nel panorama letterario del tempo; nascono periodici di vario genere e settimanali d’informazione; si tengono importanti manifestazioni con la partecipazione di personalità di primo piano della cultura italiana; si allestiscono mostre d’arte a ritmo continuo nelle gallerie cittadine.
A questo straordinario fervore di iniziative contribuirono innanzitutto gli intellettuali locali, in rapporto con i centri più avanzati della nazione, ma anche le amministrazioni del territorio, in particolare quella provinciale, che misero in atto un’efficace politica culturale.
Il principale protagonista di questa “stagione d’oro” della cultura leccese è stato senza dubbio Vittorio Bodini, il maggiore scrittore salentino del Novecento, di livello nazionale e respiro europeo, che ha animato la vita culturale cittadina per almeno tre decenni, a partire dalla giovanile esperienza futurista dei primi anni Trenta.
Bodini vive adesso il periodo più intenso e significativo della sua attività letteraria, diventando anche il punto di riferimento per altri letterati e artisti operanti nel Salento. Nel 1952 pubblica, nelle Edizioni della Meridiana di Milano, il suo primo libro poetico, La luna dei Borboni, in cui balza in primo piano, già dai versi iniziali, il tema del Sud, associato a una condizione esistenziale: «Tu non conosci il Sud, le case di calce / da cui uscivamo al sole come numeri / dalla faccia d’un dado».
Ma lo stesso anno vede la luce, presso l’editore Einaudi, la sua prima importante traduzione, il Teatro di Federico García Lorca. Nel 1954 fonda una rivista letteraria, “L’esperienza poetica”, che va avanti fino al 1956, in cui propone una “terza via” alla poesia italiana, a metà strada tra postermetismo e neorealismo. Nel 1956 pubblica, ancora, presso le Edizioni di Salvatore Sciascia di Caltanissetta, in una collana curata da Leonardo Sciascia, il suo secondo libro poetico, Dopo la luna, e l’anno dopo, infine, la fondamentale traduzione del Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes, sempre con Einaudi, del quale era diventato ormai l’ispanista ufficiale.

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