D’URSO ALBERTO

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D’URSO ALBERTO

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Acerno (Salerno), 27 aprile 1938 – Bari, 23 settembre 2022

Per anni parroco della chiesa di Santa Croce di Bari, pioniere nella lotta contro l’usura e punto di riferimento per tante famiglie salvate dalle grinfie degli strozzini. Sacerdote mite e sorridente, ma allo stesso tempo tenace e coraggioso, è stato ideatore e presidente della Fondazione antiusura San Nicola e SS. Medici di Bari, guidando anche dal 2016 al 2020 la Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II.

Barese di adozione, monsignor Alberto D’Urso era orignario di Acerno, in provincia di Salerno: per tutta la vita è rimasto legato al luogo di nascita che visitava ogni anno il 2 luglio, in occasione della festa di San Donato, oltre che per brevi periodi di riposo e quando organizzava campi-scuola con i ragazzi e i suoi parrocchiani. Ad Acerno don D’Urso ha frequentato l’asilo e le elementari, abitandovi fino a quando ha maturato la vocazione sacerdotale. Non sorprende, quindi, come in occasione del disastroso terremoto del 1980 abbia dimostrato quest’attaccamento alle sue terre d’origine attraverso una serie di iniziative di solidarietà, come il dono del Villaggio San Francesco e Santa Croce, di alcune tele per la concattedrale e di un mosaico dedicato alla Madonna delle Grazie e a San Donato, posto accanto al balcone della casa in cui era nato, in via Duomo.

Monsignor D’Urso è stato ordinato sacerdote il 2 luglio 1961 nella cattedrale di Salerno. Sempre nella cittadina campana è stato professore di Lettere presso il Seminario Arcivescovile dal 1961 al 1963. In quegli anni è diventato anche assistente diocesano dell’Azione Cattolica-Giovani di Salerno e ha svolto lezioni di Religione nell’Istituto tecnico industriale Galileo Galilei. Quest’attività di docente è proseguita dopo il trasferimento a Bari, dove ha insegnato Religione presso l’Istituto Santarella, il magistrale Bianchi Dottula, il liceo classico dell’Istituto Sacro Cuore, l’Istituto Pitagora per geometri e in altre scuole della città. Oltre all’impegno nella formazione, va ricordato il suo ruolo – per oltre trent’anni – di assistente diocesano, provinciale e regionale dell’Associazione italiana maestri cattolici (AIMC) e del Movimento maestri di Azione Cattolica, e successivamente di curatore, nell’ambito della Regione ecclesiastica pugliese, del Movimento impegno educativo di Azione Cattolica (MIEAC).

Nei suoi primi anni a Bari è stato anche vice assistente diocesano della gioventù femminile di Azione Cattolica, dal 1964 al 1967. Nel 1971 è diventato membro del Consiglio pastorale diocesano di Bari e dal 1974 del Consiglio Presbiterale, operando per 16 anni all’interno della Commissione presbiterale regionale e della Commissione presbiterale italiana in seno alla CEI. In più, nel 1974, mons. D’Urso ha ottenuto presso l’Università Lateranense di Roma la licenza (titolo equivalente a una laurea specialistica) in Teologia, con specializzazione in Teologia Pastorale.

Oltre a essere stato parroco fondatore della chiesa dell’Annunciazione e della parrocchia Mater Ecclesiae a Bari, per nove anni ha ricoperto il ruolo di vicario cooperatore presso Santa Croce in Bari, di cui è stato parroco dal luglio del 1976 fino al 9 novembre 2014.

 

Nel corso della sua attività sacerdotale don D’Urso si è trovato sempre più spesso a dover aiutare diversi suoi parrocchiani vittime del dramma dell’usura. Dagli anni ‘80 ha iniziato a supporare intere famiglie, soprattutto di commercianti, finite nelle grinfie della criminalità organizzata, che attraverso i prestiti a strozzo arrivava a espropriarle di tutti i loro beni e delle loro attività commercali. Nel tempo è anche riuscito a coinvolgere la Chiesa italiana in questa battaglia, da lui condotta con passione e tenacia. Così, per far fronte al problema, don Alberto ha fondato e presieduto la Fondazione Antiusura San Nicola e Santi Medici, che svolge la propria attività in Puglia dal 1° luglio 1994.

Un’altra figura è stata fondamentale per la sua attività contro l’usura: quella del gesuita napoletano padre Massimo Rastrelli, ideatore nel 1991 della Fondazione San Giuseppe Moscati di Napoli, la prima struttura italiana d’ispirazione ecclesiale in grado di offrire sostegno legale alle vittime, consulenze per la ristrutturazione del debito e garanzie per l’accesso al credito bancario. «Siamo partiti con pochi mezzi, ma animati da tanta fede e buona volontà – ha spiegato lo stesso monsignor D’Urso nel 2018 in occasione della scomparsa a 90 anni di padre Rastrelli, amico e sodale di molte battaglie – abbiamo salvato tante famiglie dalla morsa dei debiti, abbiamo svegliato le coscienze dei decisori pubblici che ignoravano il fenomeno dell’usura e creato una coscienza antiusura».

Il 16 maggio 1995 i due uomini di Chiesa, presso la Fondazione San Nicola e Santi Medici di Bari, insieme con le fondazioni antiusura di Napoli, Roma, Matera e Torino, hanno creato la Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II, presieduta da padre Rastrelli sino al 2016 e poi, fino al 2020, da monsignor D’Urso (che ne è stato anche segretario nazionale dal 1995 e vice presidente dal 2008). Questa organizzazione è stata la prima di matrice ecclesiale dedicata alla lotta contro l’usura in ambito nazionale: nel corso degli anni si è andata espandendo con l’ingresso di altri membri, tanto da riunire oggi al suo interno ben 33 fondazioni antiusura.

Attraverso la loro attività di denuncia e di lotta a una piaga sommersa, che proliferava nel silenzio e nell’omertà, padre Rastrelli e monsignor D’Urso sono riusciti nel tempo a dar voce a un vasto movimento d’opinione, trovando anche spazio sui mass-media e il sostegno dei Pontefici che si sono succeduti.

Frutto della loro campagna portata avanti con tutte le fondazioni antiusura è stata la sensibilizzazione dei legislatori, che sono stati spinti a modificare le norme, per renderle più idonee alle reali esigenze delle vittime. Si è giunti così nel 1996 – nonostante le forti pressioni contrarie del mondo del credito e delle banche – all’approvazione in Parlamento di una più efficace legge sul tema dei prestiti a strozzo (la legge 108 del 7 marzo 1996), caratterizzata da un inasprimento delle pene, da nuovi strumenti d’indagine per gli inquirenti e innovative forme di sostegno per chi subisce l’usura. Nel corso dell’iter legislativo don Alberto è stato più volte consultato per la stesura del testo; inoltre è stato ripetutamente interpellato al Senato, alla Camera e presso le commissioni parlamentari sul tema di nuove ulteriori modifiche legislative riguardanti l’usura. In particolare monsignor D’Urso ha chiesto negli ultimi anni più fondi da destinare agli interventi per la prevenzione del ricorso all’usura, l’estenzione dell’accesso alle provvidenze destinate alle vittime anche per le famiglie oltre che per soggetti economici, correttivi alla legge che ha introdotto la composizione delle crisi da sovraindebitamento (per favorire l’intervento delle fondazioni antiusura come gestori delle crisi), la riduzione delle esecuzioni immobiliari a carico delle famiglie che non hanno alternative per l’alloggio e iniziative più efficaci contro il gioco d’azzardo.

La lotta di monsignor D’Urso contro l’usura ha tratto ispirazione dall’amore evangelico nei confronti dei poveri, diventando azione pastorale anche grazie al coinvolgimento delle diocesi, delle parrocchie e dei volontari. Come ricorda il presidente della Consulta nazionale antiusura succeduto a don Alberto nel 2020, Luciano Gualzetti, il sacerdote «girò tutte le diocesi del Paese per reclutare persone disponibili a mettersi al servizio delle persone cui l’usura aveva tolto ogni speranza di vita», tenendo ben presente che «tutti avevano diritto a una seconda opportunità; e se un fratello per una qualsiasi ragione era per terra, bisognava aiutarlo a rialzarsi, qualunque fosse la causa». Inoltre monsignor D’Urso ha sempre invitato a non giudicare gli individui caduti nella trappola degli strozzini, per necessità o anche, a volte, per scelte avventate o a causa della loro ludopatia.

Parlando alla Radio Vaticana nel 2017 don Alberto ha spiegato come, per contrastare l’usura, bisognerebbe «insegnare alle persone il giusto rapporto con il denaro», intervenendo «con la prevenzione e con la solidarietà, ma accanto a queste bisogna che ci sia educazione alla legalità e un accompagnamento di queste vittime perché, se hanno sbagliato nel passato, non ricadano negli stessi errori».

Negli ultimi anni il sacerdote si è occupato molto anche della piaga del gioco d’azzardo. Nel corso di un convegno a Palermo nel 2019 ha sottolineato come tra le cause di questo fenomeno vi siano anche le difficoltà attraversate da tante famiglie italiane per mancanza di lavoro. Inoltre ha ricordato aspetti come la solitudine degli anziani all’interno delle sale giochi o la presenza di bambini, portati da genitori, «che non soltanto sono incapaci di darsi una regola di vita, ma anche di trasmetterla». Don Alberto ha sempre fatto una netta distinzione tra il gioco che socializza e l’azzardo che è compulsivo. Le vittime di queste compulsioni non sanno farne a meno e, purtroppo, non sono di certo aiutate dalla sempre più diffusa pubblicità ingannevole che sfrutta il mondo dello sport e del calcio. Sarebbe quindi necessario che «l’economia mettesse al centro la persona, la promozione del bene comune, a partire dai poveri, prima che il loro grido diventi incontrollabile».

A tale riguardo, monsignor D’Urso ha elaborato nel tempo una serie di proposte su alcuni interventi irrinuncibili per risolvere il problema del gioco d’azzardo, come la riduzione del numero delle slot machine, alla quale deve accompagnarsi una riduzione effettiva del “consumo”, ottenuta facendole funzionare più lentamente, proibendo la realizzazione di sale nei luoghi più densamente abitati, vietando il consumo di alcolici e il permesso di fumare nelle strutture. Inoltre ha proposto di modificare il criterio della distribuzione delle sale da gioco, riducendole dove c’è più delinquenza o più disoccupazione, intervenendo anche sulle fasce orarie di apertura e proibendo ogni forma di pubblicità, compresa la comunicazione delle vincite avvenute in passato. Infine don D’Urso si è fermamente opposto all’apertura di nuovi casinò e al rilancio di quelli attualmente in funzione in Italia.

Per diffondere ulteriormente i principi che l’hanno ispirato nella sua attività, monsignor D’Urso ha partecipato nel tempo alla realizzazione di una collana di Sussidi pastorali (destinati ai sacerdoti e agli operatori pastorali), ideati con lo scopo di educare alla remissione dei debiti, alla riconciliazione e all’uso responsabile dei beni (Nessun altro debito che l’amoreLa disumana ricchezzaRicchi per ogni generositàI Padri della Chiesa e l’usura Dieci anni di Solidarietà, Atti del Convegno Nazionale di Roma del 22/11/2005, Edizioni Vivere In, Monopoli – Ecumenica Editrice, Bari).

Monsignor D’Urso ha contribuito alla nascita di 28 fondazioni antiusura in Italia che hanno realizzato centinaia di centri di ascolto per le vittime su tutto il territorio nazionale. Inoltre ha dato vita a numerose tavole rotonde sul tema ed è intervenuto a dibattiti, incontri televisivi e radiofonici – in Italia e all’estero – affrontando argomenti come la prevenzione, l’evoluzione nel tempo del fenomeno, la legislazione esistente e l’impatto sociale dell’usura. Ha anche organizzato sette udienze pontificie con la partecipazione dei membri delle fondazioni antiusura in Italia e più incontri con i presidenti della CEI (prima il cardinale Camillo Ruini, poi il cardinale Angelo Bagnasco), che hanno portato ad alcuni significativi interventi sul tema dell’usura da parte di San Giovanni Paolo II, Papa Benedetto XVI e Papa Francesco. In più ha promosso la prima ricerca in ambito nazionale sul gioco d’azzardo e numerosi altri studi, apparsi anche su riviste come “La Civiltà Cattolica” o “Famiglia Cristiana”. Infine va ricordata la sua attività di docente nel forum dell’Osservatorio socio-economico della criminalità presso la Scuola superiore dell’amministrazione dell’Interno.

La sua battaglia ha anche superato i confini nazionali: ospite dell’arcivescovo di Bucarest, ha collaborato con il Parlamento rumeno come consulente per la stesura di una legge sull’usura.

 

L’attività di monsignor D’Urso all’interno di Santa Croce in Bari è stata comunque caratterizzata da altre importanti iniziative: nel febbraio 1977 ha creato il Centro culturale Demetrio Marin che ha operato in città fino al 2014, promuovendo un dialogo tra la Chiesa e il mondo dell’accademia, visto che sul territorio parrocchiale è presente l’universtà. Tante illustri personalità sono state ospiti degli incontri organizzati nel tempo, come il professor Giuseppe Lazzati, docente, rettore dell’Università Cattolica di Milano e saggista, dichiarato Venerabile nel 2013 da Papa Francesco, scrittori come Italo Chiusano e Giorgio Torelli, numerosi cardinali, italiani e stranieri, vescovi, docenti di Sacra Scrittura, responsabili del Collegio Redazionale de “La Civiltà Cattolica”.

Inoltre negli anni ha dotato la biblioteca parrocchiale di un’aggiornata collana dedicata ai Padri della Chiesa e ha promosso anche tre convegni dedicati alla Sacra Sindone, che hanno visto l’intervento dei più celebri studiosi della materia in Italia e all’estero, dando vita anche a un’importante mostra fotografica, che è stata riproposta in occasione di numerose conferenze e convegni in tutto il Paese.

Sotto la sua guida la parrocchia di Santa Croce si è dotata di un pregiato organo; contestualmente è stata istituita l’associazione “Amici della musica d’organo”, che si è occupata dell’organizzazione di concerti mensili, dei lunedì dedicati alla musica d’organo e di un festival internazionale, recensito dalle migliori riviste musicali. Infine è stata promossa la pubblicazione di dieci cd con le esecuzioni di musicisti di fama, accompagnandoli con libretti che affrontavano il tema della lotta all’usura in Italia.

Sono state davvero molteplici le attività ideate da monsignor D’Urso in ambito parrocchiale e in tutta la diocesi di Bari-Bitonto: ad esempio ha organizzato e guidato numerosi pellegrinaggi in Terra Santa (per 12 volte, ottenendo anche il patentino di guida autorizzata), a Lourdes (oltre 60, di cui 20 con il “treno bianco”), a Fatima (sette volte), nei più importanti santuari europei (Mariazell, Chestokova, Heinsedlen, Santiago di Compostela) e italiani (Cascia, Assisi, Loreto, Oropa, Pompei, Montevergine, San Giovanni Rotondo). Va ricordato anche il suo impegno in collaborazione con la Caritas Italiana per la distribuzione di aiuti in Polonia e in Bulgaria, dopo la caduta del Muro di Berlino. Inoltre ha contribuito a fondare una squadra di calcio formata da diaconi e sacerdoti della diocesi di Bari-Bitonto che ha gareggiato in numerosi eventi di beneficienza.

 

Riguardo al suo ruolo nella Chiesa, bisogna aggiungere che monsignor D’Urso è stato canonico del Capitolo metropolitano primaziale di Bari-Bitonto, vicario episcopale territoriale di Bitonto-Palo (in precedenza vicario zonale della V e della II vicaria in Bari) e dal 26 giugno 1998 prelato d’onore di Sua Santità, nominato da Giovanni Paolo II, del quale ha organizzato la visita a Bari del 26 febbraio 1984 e con il quale ha anche concelebrato messa nella sua cappella privata.

Inoltre dal 1981 ha assunto il ruolo di vice postulatore (colui che è incaricato di dimostrare la santità del candidato) della causa di beatificazione della monaca carmelitana barese Suor Elia di San Clemente (che dal 14 marzo 2006 è la prima Beata di Bari), incarico confermato nella sua successiva causa di canonizzazione. Dal 2009 è stato anche vicepostulatore della causa di beatificazione del Servo di Dio monsignor Carmine De Palma, sacerdote di Bari – ultimo rettore della basilica di San Nicola, prima che fosse affidata ai padri domenicani – morto nel 1961, dichiarato Venerabile il 5 maggio 2020.

Don Alberto è stato direttore dell’Oasi Santa Maria in Cassano delle Murge (Bari), un centro che organizza corsi regionali e nazionali di esercizi spirituali per sacerdoti, religiosi e laici. Ha assunto anche l’incarico di segretario del Collegio dei consultori della diocesi di Bari-Bitonto e di docente di Teologia Pastorale presso lo studentato religioso “Regina Apostolorum” in Bari.

Per 12 anni è stato vicepresidente nazionale vicario dell’Unione Apostolica del Clero (UAC) e dell’Unione Apostolica dei Laici (UAL), consigliere nazionale dell’UAC e direttore diocesano della diocesi Bari-Bitonto, oltre che responsabile della regione ecclesiastica pugliese. Inoltre ha ricoperto per vent’anni il ruolo di revisore dei conti presso il Pontificio seminario regionale Pio XI di Molfetta.

In precedenza, ha operato come vice presidente della Biblioteca Ricchetti di Bari, affidata dall’abate di Montecassino alla cura del vescovo di Bari. Infine va ricordato il suo ultraventennale impegno come membro del collegio dei cappellani delle Ferrovie dello Stato, con un raggio di azione pastorale che andava da Ancona a Metaponto.

Per quanto riguarda la sua attività di scrittore, monsignor D’Urso, oltre alla collana di sussidi socio-pastorali sull’usura, ha curato testi sulla vita, gli scritti e le lettere della Beata Elia di San Clemente, sulla vita del Servo di Dio monsignor Carmine De Palma e di San Nicola. Inoltre ha dato alle stampe un libro e organizzato una mostra fotografica su Santa Rita da Cascia, recuperando il tradizionale culto popolare di questa figura della Chiesa nella parrocchia di Santa Croce in Bari. Autore di numerosi articoli e saggi apparsi sulle più importanti pubblicazioni pastorali italiane, è stato anche membro di “Presbyteri – Rivista di Spiritualità”, nata dalla confluenza tra l’Istituto di pastorale Ignatianum di Messina, la Congregazione di Gesù Sacerdote di Trento e l’Unione Apostolica del Clero.

Sono numerosi i riconoscimenti ottenuti da monsignor D’Urso per la sua attività sociale all’interno della Chiesa – svolta per decenni a Bari attraverso innumerevoli iniziative di solidarietà, culturali, o dedicate alla legalità, con un’attenzione sempre rivolta agli “ultimi” – e per il suo impegno in prima persona nella lotta contro l’usura, che l’ha portato a supportare con tenacia e coraggio tante famiglie cadute nel baratro della povertà, diventando un punto di riferimento per l’intera comunità cittadina.

Tra questi riconoscimenti ricordiamo il Premio Lucerna consegnato a Castellaneta (Taranto) dal vescovo Pietro Maria Fragnelli, il Nicolino d’oro ricevuto nella sede del Comune di Bari il 6 dicembre 2011 in occasione della festa di San Nicola, il titolo di cappellano onorario della basilica di Lourdes, ottenuto l’11 febbraio 2004 da monsignor Jacobus Perriér, vescovo di Tarbes e Lourdes, «per aver promosso con zelo il culto della gloriosissima Maria Vergine Immacolata», un attestato particolare di benemerenza consegnato l’11 ottobre del 2014 dal vescovo di Pompei, monsignor Tommaso Caputo, per aver promosso il culto della Vergine del Rosario. Inoltre per la sua benemerita attività nella lotta contro l’usura ha concelebrato una messa in Santa Marta con Papa Francesco.

Il 14 settembre 2011, nel corso delle celebrazioni per il 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale ha ricevuto – alla presenza dell’arcivescovo di Bari, del vescovo di Sofia in Bulgaria, del prefetto di Bari e del rettore dell’Università – le Chiavi della città di Bari dal sindaco Michele Emiliano. Commendatore del Santo Sepolcro, è stato insignito della Conchiglia di Terra Santa dal Patriarca latino di Gerusalemme e della Palma d’Argento, in occasione dei 50 anni di sacerdozio.

Come ha ricordato l’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, che il 26 settembre 2022 ne ha celebrato le esequie, da «vero buon samaritano di questo tempo storico, don Alberto ha attestato la misericordia di Dio nella forma di una giustizia sociale, perseguita con cuore pronto e attento ai segni dei tempi».

FAMOSO PER

 

È stato una guida e ancora di salvezza – in Puglia e in tutta Italia – per le famiglie e gli imprenditori finiti nel giro dei prestiti a strozzo. Insieme al gesuita padre Massimo Rastrelli nel 1995 ha creato, con le fondazioni antiusura di Napoli, Roma, Matera e Torino, la Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II, il primo organismo di lotta all’usura di matrice ecclesiale in Italia. L’organizzazione si è ingrandita nel tempo, tanto da raggruppare oggi 33 fondazioni antiusura. È stato anche l’ideatore della Fondazione antiusura San Nicola e Santi Medici di Bari.

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Mons. Alberto D’Urso scrive al Presidente del Consiglio dei Ministri Cinque proposte-richieste senza costi aggiuntivi per un’efficace politica economico-sociale capace di far uscire il Paese dalla stagnazione

Rassegna stampa Fondazione antiusura Bari, 27 aprile 2017

www.fondazioneantiusurabari.com/index.php/rassegna-stampa

 

Il Presidente della Consulta Nazionale antiusura, mons. Alberto D’Urso, scrive al Presidente del Consiglio dei Ministri, dott. Paolo Gentiloni, per chiedere un incontro a nome delle 29 Fondazioni antiusura, sia per rappresentare alcune limitate, ma precise richieste, e più ancora per esporre le virtualità di far ulteriormente evolvere un modello di affrancamento delle persone dal debito cronicizzato e delle positive conseguenze che comporterebbe ai fini di quella politica economica correlata a una politica sociale necessaria per liberare l’Italia dalla sofferenza della più lunga e profonda crisi economico-finanziaria dal Dopoguerra.

Cinque proposte-richieste che non solo non comportano spese aggiuntive – specifica mons. D’Urso nella lettera – ma anzi contribuiscono allo sforzo di delineare specifici interventi per un’efficace politica economico-sociale capace di far uscire il Paese dalla stagnazione:

  1. Stabilizzare il flusso dei fondi a garanzia per gli interventi ex art. 15 (prevenzione del ricorso all’usura) in modo che le Fondazioni siano in grado di programmare meglio l’attività e estendere la platea delle persone da sostenere.
  2. Estensione alle famiglie della possibilità di accedere alle provvidenze previste all’art. 14 della legge antiusura (Fondo di solidarietà per le vittime dell’usura) – riservate ad oggi ai soli soggetti economici – rivelatasi profondamente sbagliata, oltre a presentare un profilo di incostituzionalità, rilevato da 21 docenti di diritto costituzionale in un documento che Le alleghiamo. Al di la delle questioni rilevantissime giuridico-istituzionali si presenta una necessità che richiede un urgente cambiamento: con la crisi è ritornata a aumentare l’usura praticata contro la povera gente, le famiglie, i disoccupati, gli esclusi.
  3. Introdurre dei correttivi per rendere veramente applicabile (ci riferiamo ai soggetti “non fallibili” famiglia) la legge n. 3 del 2012, laddove ha introdotto le procedure di composizione delle crisi da sovraindebitamento.

Nell’attività delle Fondazioni antiusura sarebbe di notevole utilità potersi porre come gestori delle crisi, attualmente escluse, anche per realizzare la dovuta sinergia con l’applicazione dell’art. 15 della legge 108 del 1996.

  1. Intervenire sul fenomeno delle esecuzioni immobiliari (che ammontano a circa 560mila casi) laddove esse riguardano famiglie prive di alternative per l’alloggio. In questo senso, laddove con l’intervento – un “combinato disposto” – della legge 108/10996 e della legge 3/2012, si possa attivare una “composizione”, prendere con decisione questa strada.
  2. Adottare una drastica limitazione al rischio di esposizione delle persone al gioco d’azzardo, attivare un’effettiva offerta di presa in carico terapeutica, prevedere delle misure giuridiche per il sostegno alle famiglie precipitate in miseria per uno o più congiunti in stato di dipendenza da gioco d’azzardo.

“In conclusione, Signor Presidente, – scrive Mons. D’Urso – Le chiediamo anche di contenere effettivamente, con un forte intervento, il consumo di gioco d’azzardo che è una delle cause principali del crescente sovraindebitamento, dell’usura e della dipendenza che si vanno sempre più diffondendo. Le rappresentiamo l’esigenza di agire con chiarezza (al di là di ambigui tecnicismi che abbiamo rilevato in varie bozze di “riordino” dei giochi, mai peraltro qualificati dal Governo con il lemma “d’azzardo”) senza confondere i termini: “ridurre l’offerta” deve significare “ridurre il consumo”, ovvero tagliare la domanda di dissipazione di denaro e di tempo di vita nei giochi con denaro, per denaro e a fini di lucro. Lo si può fare con la partecipazione e con la responsabilizzazione dei Comuni e delle Regioni: enti con i quali le Fondazioni spesso collaborano”.

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“Quattro Questioni” irrinunziabili sul riordino dell’azzardo

Rassegna stampa Fondazione antiusura Bari, 1º maggio 2017

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“Quattro questioni” macroscopiche e irrinunziabili concernenti la riduzione delle macchine, la distribuzione delle sale, le fasce orarie, le attrazioni pubblicitarie degli esercizi e casinò. Sono state poste in evidenza dal presidente della Consulta Nazionale antiusura Giovanni Paolo II, mons. Alberto D’Urso, riguardo all’ennesima “Bozza” non approvata sul riordino dell’offerta di azzardo presentata dal governo alla Conferenza Unificata, in un documento inviato al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e al presidente dell’ANCI Nazionale e sindaco di Bari, Antonio Decaro.

Il documento testimonia l’attenzione della Consulta Nazionale antiusura, che si è dotata di un cartello “Insieme contro l’azzardo”, contro l’azzardo. Una piaga che continua a generare disastrose conseguenze sociali (economiche e di salute) e che non può essere ulteriormente trascurata.

«Siamo disponibili – scrive mons. Alberto D’Urso – a studiare una proposta congiunta con (o per) la Conferenza Unificata (compresa l’ANCI) in cui la voce della società civile sia veramente ascoltata. Mi auguro che prossimamente non ci sia alcuna ratifica della proposta del Governo e in generale di nessuna proposta che non sia stata condivisa dalle organizzazioni maggiormente rappresentative.

 

I quattro punti irrinunciabili della Consulta Nazionale antiusura

  1. Alla riduzione delle “macchine” deve corrispondere un’effettiva riduzione del “consumo”.
  2. a) Facendo funzionare più lentamente le slot machine (ogni partita può durare meno di 10 secondi)
  3. b) Vietando esplicitamente il consumo di alcolici ovunque e impedendo l’istallazione di aspiratori per il fumo (espediente per eludere il “decreto Sirchia” nei locali pubblici)
  4. c) Allontanando le sale dei luoghi più densamente abitati
  5. Il criterio della distribuzione delle sale “in proporzione al numero, alla densità e alla composizione anagrafica della popolazione di ciascuna Regione e/o aree omogenee” è inaccettabile. Per i seguenti motivi:
  6. a) È un criterio commerciale e di marketing, mentre – a prendere per buona l’intenzione governativa di “riduzione” – la distribuzione deve essere improntata alla riduzione della nocività. Ovvero, si potrebbero autorizzare solo quegli esercizi commerciali che non impattano sulla popolazione “a rischio”. Spetta ai Comuni fissare i luoghi off limits.
    b) Va introdotto anche come criterio limitativo l’indice di disoccupazione della popolazione e l’indice di criminalità (meno slot dove c’è più delinquenza e più disoccupazione).
  7. Fasce orarie
  8. a) Eliminare qualsiasi contingentamento del numero di ore: ogni comune è in grado di valutare – e quindi è obbligato a motivare i criteri – quanto deve durare la franchigia oraria e come va distribuita nell’arco della giornata. Sentenze del TAR l’hanno già più volte riconosciuto.
    b) È inaccettabile che le interruzioni orarie siano le stesse per ogni luogo. Ovvero c’è una differenza tra gli orari di una sala slot in un centro commerciale lontano dall’abitato e una sala slot collocata in un quartiere popolare, vicino a una scuola, a un centro anziani, a un ospedale ecc.
    Attrazioni pubblicitarie degli esercizi.
    La bozza Baretta parla di “eliminazione di immagini eccessive che inducano al gioco”. Cosa significa? Correttamente va scritto così:
    a) Divieto di pubblicità e di richiami attrattivi di qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo (manifesti, insegne, clip video, avvisi ecc.)
    b) Divieto di esposizione, dentro e fuori i locali, di notizie o richiami su vincite avvenute nell’esercizio.
  9. Casinò
    Nella bozza c’è un “dettaglio” molto pericoloso e non mai finora commentato: il rilancio dei casinò e l’aumento (implicito) del loro numero. Si capisce molto bene che l’estensore della bozza ha ricevuto ben finalizzate pressioni. Ecco gli aspetti invece da riaffermare:
  10. a) Nessun ripianamento dei debiti. I quattro casinò in funzione (Sanremo, Saint Vincent, Campione e Venezia) sono tutti società partecipate pubbliche. Valga per esse il criterio che dopo un certo numero di esercizi in rosso si procede alla liquidazione. È inaccettabile – nella crisi drammatica del Paese – che i contribuenti versino denaro per salvare proprio i casinò! E perché non l’Alitalia, allora?
    b) Cosa significa “razionale distribuzione” dei casinò? Delle due, l’una: o si trasferisce qualcuno dei quattro (sono tutti al nord) verso il centro e verso il sud; oppure se ne aprono dei nuovi (quanti? Uno per regione, per provincia ecc.). In questo caso, altro che riduzione dell’offerta! Ritorna una proposta che varie cordate sostengono da vent’anni!

V.C.

DICONO DI LUI

 

«Pensare all’Antiusura e a don Alberto D’Urso è da tempo una cosa sola. Sin dall’intuizione di Mons. Mariano Magrassi ad oggi, qui in Puglia e anche a livello nazionale, l’impegno per l’Antiusura è sempre coinciso con la vita di questo sacerdote – parroco, che ha affiancato Padre Massimo Rastrelli, fondatore della prima Fondazione antiusura di matrice ecclesiale e ne ha proseguito il cammino con la nascita della Consulta Nazionale delle Fondazioni Antiusura.

Don Alberto D’Urso, attraverso la collaborazione di tanti laici ha innervato il tessuto ecclesiale e sociale aprendolo ad una sensibilità sempre più attenta al flagello dell’usura.

Quanto raggiunto oggi a livello nazionale è frutto della passione e dell’amore per Dio e per l’uomo. Vero buon samaritano di questo tempo storico, don Alberto ha attestato la misericordia di Dio nella forma di una giustizia sociale, perseguita con cuore pronto e attento ai segni dei tempi.

Le varie crisi economiche e la crescente cultura edonista hanno prodotto vari “malcapitati” sulle strade di una storia dove, oltre la criminalità, l’indifferenza di molti, talvolta anche delle strutture sociali, hanno accentuato il malessere di singoli e famiglie.

La creazione di una rete nazionale ad opera di questo piccolo grande uomo e di quanti lo hanno coadiuvato a prezzo di sacrifici personali ha rappresentato, per molti, un respiro di speranza. Non scevro da errori e imperfezioni questo cammino ha anticipato l’immagine della Chiesa da Campo tanto cara a Papa Francesco.

Grazie don Alberto, la tua vita e il tuo impegno sia seme di speranza per la nostra Chiesa e la nostra società».

 

Giuseppe Satriano, Arcivescovo di Bari-Bitonto.

La notizia della scomparsa di monsignor. D’urso mi addolora molto non solo perché sacerdote con un grande carisma ma anche per il suo impegno in prima persona nel sociale nella lotta contro l’usura e per l’attenzione rivolta agli ultimi. Alla diocesi barese e alla sua guida monsignor Satriano giungano le espressioni più affettuose del mio cordoglio e di quello della comunità barese. Ci mancheranno la sua voce mite e il dolce sorriso».

 

Antonio Decaro, sindaco di Bari

                                                                                                

«Per noi tutti è stato un carismatico uomo di fede, solida guida spirituale e sacerdote capace di calarsi nella realtà secolare, impegnandosi strenuamente e con successo nella lotta all’usura, immensa piaga sociale.

Paziente e disponibile, soprattutto con gli ultimi, ha servito la chiesa bitontina negli anni del vicariato episcopale territoriale con grande umanità, passione e dedizione, promuovendo sempre il bene comune.

Al dolore per questa grave perdita si unisce la gratitudine per la premurosa attenzione riservata in ogni occasione alla nostra comunità da don Alberto, che ricorderemo sempre come sacerdote dal dolce sorriso».                        

 

Francesco Paolo Ricci, sindaco di Bitonto

 

«La sua missione di servizio alle vittime di usura, ai poveri e alle persone indebitate proseguirà attraverso i volontari e tutte le persone che ha scagionato dalla trappola dell’usura. Attraverso le Fondazioni antiusura, la Chiesa è in grado di offrire un esempio di apostolato competente e perseverante nei confronti delle famiglie flagellate dai debiti. Gli siamo riconoscenti per aver dato vita a un percorso di denuncia e di lotta a una piaga sommersa, che si nutre di silenzio e omertà. Girò tutte le diocesi del Paese per reclutare persone disponibili a mettersi al servizio delle persone cui l’usura aveva tolto ogni speranza di vita».

Luciano Gualzetti, presidente della Consulta delle Fondazioni antiusura.

SCRITTI

Monsignor Alberto D’Urso ha firmato una collana di Sussidi pastorali per i sacerdoti e gli operatori pastorali sul tema dell’usura, della gestione dei debiti e dell’uso responsabile dei beni (realizzati da Ecumenica Editrice, Bari – Edizioni Vivere In, Monopoli). Inoltre ha curato diverse pubblicazioni a carattere religioso, principalmente dedicate alle biografie di illustri figure della Chiesa. Tra le sue opere ricordiamo:

Dieci anni di solidarietàAtti del convegno nazionale di Roma del 22 novembre 2005, a cura della Consulta nazionale antiusura, Ecumenica Editrice, Bari, 2006.

La mia vita è amore – Elia di San Clemente, OCD, Roma, 2006.

Suor Elia di San Clemente, Elledici, Torino – Velar, Gorle (Bergamo), 2007.

Corde di un’Arpa – Pensieri della Beata Elia di San Clemente, con Elia Centrone, Elledici, Torino – Velar, Gorle (Bergamo), 2010.

Mons. Carmine De Palma – Eroe del Confessionale, Elledici, Torino – Velar, Gorle (Bergamo), 2010.

San Nicola – Il Santo della Provvidenza, Elledici, Torino – Velar, Gorle (Bergamo), 2011.

La gioia di pregare nella esperienza di una giovane beata, presentazione di mons. Francesco Cacucci, Elledici, Torino – Velar, Gorle (Bergamo), 2012.

FONTI BIOGRAFICHE, SITI WEB E VIDEO

 

Addio a monsignor Alberto D’Urso: scompare a 84 anni il presidente della Fondazione Antiusura di Bari, Bari Today, 23 settembre 2022.

Addio a monsignor Alberto D’Urso, una vita dedicata alla lotta contro la piaga dell’usura, PortaLecce, 24 settembre 2022.

Addio a monsignor D’Urso, il prete che lottava contro l’usura è morto a 84 anni. Decaro: “Mancherà il suo dolce sorriso”, Repubblica, 23 settembre 2022.

Bari dice addio a monsignor Alberto D’Urso, La Gazzetta del Mezzogiorno, 23 settembre 2022.

Diocesi: Bari, morto don Alberto D’Urso, tra i fondatori della Consulta nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II, Danele Rocchi, AgenSir, 24 settembre 2022.

Don Alberto D’Urso, Mons. Satriano: “Vero buon samaritano, ha attestato la misericordia di Dio”, Giornale di Puglia, 24 settembre 2022.

Don Alberto D’Urso, una vita spesa contro l’usura, Bitontoviva.it, 23 settembre 2022.

È morto Mons. Alberto D’Urso, combatteva la piaga dell’usura, Antonio V. Gelormini, Affari Italiani, 25 settembre 2022.

È morto monsignor Alberto D’Urso, una vita spesa per combattere l’usura, Luca Liverani, L’Avvenire, 23 settembre 2022.

Il messaggio di cordoglio del Sindaco per la scomparsa di mons. Alberto D’Urso, Portale del Comune di Bitonto, 24 settembre 2022.

La morte di don Alberto D’Urso, fondatore della Consulta Antiusura, Benedetta Capelli, Vatican News, 24 settembre 2022.

Mons. Alberto D’Urso: Bari, oggi pomeriggio i funerali presieduti dall’arcivescovo Satriano, Alberto Baviera, AgenSir, 26 settembre 2022.

Mons. Alberto D’Urso neo-presidente della Consulta Nazionale Antiusura, Antonio V. Gelormini, Affari Italiani, 28 giugno 2016.

Monsignor Alberto D’Urso nuovo presidente Consulta antiusura, Ansa, 27 giugno 2016.

Morto monsignor Alberto D’Urso, una vita per la lotta all’usura, Cinzia Semeraro, Corriere del Mezzogiorno, 23 settembre 2022.

Nella Pace del Signore Mons. Alberto D’Urso, Arcidiocesi di Bari-Bitonto, 23 settembre 2022.

 

www.arcidiocesibaribitonto.it/news/nella-pace-del-signore-mons-alberto-durso

www.fondazioneantiusurabari.com

www.fondazioneantiusurabari.com/index.php/rassegna-stampa

 

Monsignor D’Urso, 50 anni per la sua gente (Tg Antenna Sud, 2011): https://www.youtube.com/watch?v=cJV_6geBEYo

 

Intervento di monsignor Alberto D’Urso alla trasmissione di TV2000 “Siamo noi” (2015): https://www.youtube.com/watch?v=8P5j6r5hqds

 

Intervsista a mons. Alberto D’Urso sul ruolo delle istituzioni nel gioco d’azzardo in Italia (Chiesa di Milano, 2017): https://www.youtube.com/watch?v=HGcuOBJO1X8

 

Assisi, Consulta nazionale antiusura: 2 milioni le famiglie sovraindebitate in modo irreversibile (Tg2000, 2018): https://www.youtube.com/watch?v=SR4nY5p8Nwg

 

Incontro a Trani “Basta con l’usura” con mons. Alberto D’Urso (Amica9Tv, 2020): https://www.youtube.com/watch?v=RzSw8P_x7Ds

V.C.

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