RINARDI GIOVANNI

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RINARDI GIOVANNI

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Ha studiato all’Istituto della Comunicazione e dello Spettacolo del DAMS di Bologna e dal 1973 al 1976 ha svolto un’attività di pratica e ricerca teatrale con il Gruppo di Drammaturgia 2 guidato da Giuliano Scabia, da cui è nato il “libro collettivo” Il gorilla quadrumàno (Feltrinelli, Milano, 1974); ha ideato e curato, con Paola Sobrero, dal 1976 al 1979 l’Archivio della Cultura di Base presso la Biblioteca Provinciale di Foggia, realizzando ricerche di tipo antropologico; cura la riorganizzazione e la digitalizzazione dell’archivio Di Vittorio, dal quale sono state realizzate diverse mostre.

Giovanni Rinaldi è nato a Cerignola nel 1954, vive e lavora a Foggia, anche nell’ambito della comunicazione visiva e la produzione grafica editoriale.

Ha studiato all’Istituto della Comunicazione e dello Spettacolo del DAMS di Bologna e dal 1973 al 1976 ha svolto un’attività di pratica e ricerca teatrale con il Gruppo di Drammaturgia 2 guidato da Giuliano Scabia, da cui è nato il “libro collettivo” Il gorilla quadrumàno (Feltrinelli, Milano, 1974). In seguito, ha ideato e curato, con Paola Sobrero, dal 1976 al 1979 l’Archivio della Cultura di Base presso la Biblioteca Provinciale di Foggia, nell’ambito del quale ha realizzato ricerche di tipo antropologico. Ne cura l’Archivio Di Vittorio, con la riorganizzazione di tutti i materiali per una catalogazione e digitalizzazione, da cui sono state realizzate mostre e audiovisivi.

Nel 2001, per conto dell’Amministrazione provinciale di Foggia ha progettato ILDOCK Centri Servizi e Documentazione Multimediali (Biblioteca Provinciale) di Foggia, al quale ha collaborato come consulente sino all’aprile 2002.

Nel 2002, con Enrico Messina, ha ideato il progetto teatrale e multimediale “Braccianti”, la memoria che resta, prodotto dalla Compagnia Armamaxa in collaborazione. con le Province di Bologna e Foggia. Le Edizioni Aramirè di Lecce, nel 2004, hanno riedito “La memoria che resta. Vita quotidiana, mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia” (scritto con P. Sobrero), ricerca “su una zona di bracciantato agricolo” indicata come rilevante dall’Istituto Ernesto de Martino di Firenze; la ricerca su Giuseppe Di Vittorio è stata ripresa dalla fiction Pane e libertà. Dal 2004 al 2007 ha collaborato con il compositore Umberto Sangiovanni, per la realizzazione delle sue opere La Controra e Calasole, edizioni RAI Trade.

È autore, con il regista Alessandro Piva, di un progetto di ricerca di storia orale sull’accoglienza ai bambini negli anni ’50 per la realizzazione di un cortometraggio, Pastanera. Da questa ricerca è nato il reportage narrativo “I treni della felicità. Storie di bambini in viaggio tra due Italie” (Ediesse 2009). È appunto la ricostruzione di alcuni aspetti della storia di bambini del sud in gravi condizioni economiche, che furono affidati (per mesi o anni) a famiglie contadine del nord, per iniziativa dell’UDI e del PCI nel dopoguerra (ricerca diffusa in Rai anche da Unomattina e da Fahrenheit, Radiotre.

È fondatore e direttore dell’Associazione culturale “Casa Di Vittorio”, con la presidenza della sen. Baldina Di Vittorio

 

Bibliografia

  • Giuliano Scabia, Il gorilla quadrumàno. Il teatro come ricerca delle nostre radici profonde, Feltrinelli, 1974;
  • Giovanni Rinaldi (con R. Cipriani e P. Sobrero), Il simbolo conteso. Simbolismo politico e religioso nelle culture di base meridionali, Ianua, 1979;
  • Giovanni Rinaldi, La Memoria Che Resta, Vissuto quotidiano, mito e storia dei braccianti del Basso Tavoliere, a cura di Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero, Foggia, 1981
  • Giovanni Rinaldi,A sud il racconto del lungo silenzio con Riccardo Cucciolla e Matteo Salvatore,a cura di Giovanni Rinaldi, squilibri editore 2014

Giovanni Rinaldi, I treni della felicità, Storie di bambini in viaggio tra due Italie, prefazione di Miriam Mafai, Ediesse, 2009, ISBN 978-88-230-1335-3

“C’ero anch’io su quel treno”. Il nuovo libro di Giovanni Rinaldi

“Siamo costantemente alla ricerca di una vita migliore, sulla scia dei nostri desideri, per provare a cambiare la nostra condizione quando la riteniamo insopportabile. Questo riguarda gli adulti, ma riguarda anche e soprattutto i bambini, che più degli adulti conservano cicatrici e memoria del bene e del male che viene fatto loro. Rimane, spesso insoddisfatta, la tensione tra il restare e il partire.”

A 12 anni dal libro I treni della felicità (2009), nelle librerie dal 23 settembre 2021 il nuovo libro di Giovanni Rinaldi

C’ero anch’io su quel treno
La vera storia dei bambini che unirono l’Italia

Solferino, Milano 2021
“Saggi”, pp. 320, € 17,50 (EAN 9788828206569)

Finalista al Premio Benedetto Croce 2022 di Pescasseroli, per la Letteratura giornalistica

«I bambini affamati erano tanti. Cominciava il tempo umido e freddo e non c’era carbone. I casi pietosi erano molti, moltissimi. Bambini che dormivano in casse di segatura per avere meno freddo, senza lenzuola e senza coperte. Bambini rimasti soli o con parenti anziani che non avevano la forza e i mezzi per curarsi di loro.» Così scrisse Teresa Noce, dirigente dell’Udi, Unione donne italiane, che fu l’anima del grande sforzo collettivo avviato all’indomani della Seconda guerra mondiale per salvare i piccoli del Sud condannati dalla povertà. Li accolsero famiglie del Centro-Nord, spesso a loro volta povere ma disposte a ospitarli per qualche mese e dividere quel che c’era. Un’incredibile espressione di solidarietà che richiese un intenso lavoro logistico, con il coinvolgimento di medici e insegnanti. E che non fu priva di ostacoli, tra cui la diffidenza della Chiesa timorosa dell’indottrinamento filosovietico, con qualche parroco che avvertiva: «Se andate in Romagna i bimbi li ammazzano, se li mangiano al forno».

Giovanni Rinaldi raccoglie queste storie da oltre vent’anni: partendo dalla sua terra, il Tavoliere delle Puglie, ha viaggiato in ogni regione d’Italia parlando con tanti ex bambini dei «treni della felicità». Franco che non aveva mai dormito in un letto pulito. Severino che non era mai andato in vacanza al mare. Dante che non sapeva cosa fosse una brioche. Rosanna che non voleva più togliere l’abito verde ricevuto in regalo, il primo con cui si sentiva bella. Con le loro voci e un’accurata ricostruzione storica disegna un mosaico di testimonianze di prima mano, divertenti e commoventi: il ritratto di un’Italia popolare eppure profondamente nobile.

C’ero anch’io su quel treno. In tutte le librerie

A 12 anni dal libro I treni della felicità (2009), nelle librerie dal 23 settembre 2021 il nuovo libro di Giovanni Rinaldi

C’ero anch’io su quel treno

La vera storia dei bambini che unirono l’Italia

Solferino, Milano 2021

“Saggi”, pp. 320, € 17,50

Finalista al Premio Benedetto Croce 2022 di Pescasseroli, per la Letteratura giornalistica

«I bambini affamati erano tanti. Cominciava il tempo umido e freddo e non c’era carbone. I casi pietosi erano molti, moltissimi. Bambini che dormivano in casse di segatura per avere meno freddo, senza lenzuola e senza coperte. Bambini rimasti soli o con parenti anziani che non avevano la forza e i mezzi per curarsi di loro.» Così scrisse Teresa Noce, dirigente dell’Udi, Unione donne italiane, che fu l’anima del grande sforzo collettivo avviato all’indomani della Seconda guerra mondiale per salvare i piccoli del Sud condannati dalla povertà. Li accolsero famiglie del Centro-Nord, spesso a loro volta povere ma disposte a ospitarli per qualche mese e dividere quel che c’era. Un’incredibile espressione di solidarietà che richiese un intenso lavoro logistico, con il coinvolgimento di medici e insegnanti. E che non fu priva di ostacoli, tra cui la diffidenza della Chiesa timorosa dell’indottrinamento filosovietico, con qualche parroco che avvertiva: «Se andate in Romagna i bimbi li ammazzano, se li mangiano al forno».

Giovanni Rinaldi raccoglie queste storie da oltre vent’anni: partendo dalla sua terra, il Tavoliere delle Puglie, ha viaggiato in ogni regione d’Italia parlando con tanti ex bambini dei «treni della felicità». Franco che non aveva mai dormito in un letto pulito. Severino che non era mai andato in vacanza al mare. Dante che non sapeva cosa fosse una brioche. Rosanna che non voleva più togliere l’abito verde ricevuto in regalo, il primo con cui si sentiva bella. Con le loro voci e un’accurata ricostruzione storica disegna un mosaico di testimonianze di prima mano, divertenti e commoventi: il ritratto di un’Italia popolare eppure profondamente nobile.

C’ero anch’io su quel treno. In tutte le librerie

Lo scrittore e storico Giovanni Rinaldi ospite a Manduria della rassegna “In vino veritas”.

INCONTRI CULTURALI

 

Sabato 15 gennaio terzo appuntamento a Manduria dell’edizione invernale di “In vino veritas. Stasera in compagnia di…”. Protagonista della serata lo scrittore e storico Giovanni Rinaldi.

L’incontro avrà luogo alle 18.00 nella sala convegni al piano terra del Monastero delle Servite, in via Ludovico Omodei 28. L’evento è aperto a tutti, nel rispetto delle norme anti Covid.

GIOVANNI RINALDI – Alla ricerca costante dei tasselli che compongono il passato della storia popolare per legarlo al presente e proiettarsi con coscienza e conoscenza al futuro.

Il suo ultimo libro, pubblicato a settembre da Solferino è “C’ero anch’io su quel treno. La vera storia dei bambini che unirono l’Italia”

Ricercatore storico, scrittore e animatore culturale, documentarista e fotografo, autore di numerose ricerche di tipo antropologico. Il suo Archivio Sonoro (contenente registrazioni di straordinario interesse, effettuate a fine anni ’70 nella Puglia settentrionale) è consultabile nel Fondo Rinaldi dell’Archivio Sonoro della Puglia a Bari.

Ha ideato e diretto, per conto della Regione Puglia e del Comune di Cerignola, il Progetto Casa Di Vittorio e ha organizzato e diretto per il Ministero dei Beni Culturali le rassegne letterarie Leggere la fatica di leggere (3 edizioni), Cerignola Città delle parole e Nel mezzo del cammin di nostra via…
Ha collaborato con Umberto Sangiovanni, musicista e compositore, per le sue opere La Controra e Calasole (RAI Trade) ed è stato consulente storico del regista Alessandro Piva per il film documentario Pasta nera, presentato nel 2011 alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.
Autore di numerose pubblicazioni, tra le quali, ricordiamo: (con Roberto Cipriani e Paola Sobrero), Il simbolo conteso. Simbolismo politico e religioso nelle culture di base meridionali (Ianua 1979); (con Paola Sobrero) La memoria che resta. Vita quotidiana, mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia (1981, n.e. Aramirè 2004); I treni della felicità. Storie di bambini in viaggio tra due Italie (Ediesse 2009), finalista del Premio letterario Alessandro Tassoni; A Sud. Il racconto del lungo silenzio. Riccardo Cucciolla e Matteo Salvatore (Squilibri 2014); Il primo testimone, racconto inserito nell’antologia Puglia, la sposa promessa (Les Flâneurs 2021)

Cura il blog personale giorinaldi.com

In vino veritas” è una rassegna di incontri con esponenti della cultura e della società, realizzata dall’Amministrazione Comunale di Manduria col contributo organizzativo della prof.ssa Mariapia Fusco e col supporto dell’associazione Popularia per la comunicazione. Il programma completo degli eventi natalizi è su www.visitmanduria.it.

Web: www.visitmanduria.it/natale…

Manduria (Taranto)

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