CONTE GIUSEPPE

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CONTE GIUSEPPE

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Volturara Appula, 8 agosto 1964

Professore ordinario di diritto e presidente del Consiglio dei Ministri dal 31 maggio 2018 al 12 febbraio 2021

Figlio del segretario comunale Nicola Conte, originario del comune foggiano di Cerignola, e dell’insegnante elementare volturarese Lillina Roberti, si stabilì ben presto con la famiglia dapprima a Candela e, successivamente, a San Giovanni Rotondo, seguendo i trasferimenti lavorativi del padre.
Dopo aver conseguito la maturità classica con il massimo dei voti, al Liceo classico “Pietro Giannone” di San Marco in Lamis, si è laureato con lode nel 1988 in giurisprudenza presso l’Università di Roma “La Sapienza”.
E’ stato borsista presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nel periodo 1992-1993 e, nel periodo 1992 e il 2014 ha effettuato diversi soggiorni di studio all’estero, svolgendo attività di ricerca giuridica presso vari istituti universitari, tra cui : Yale University (New Haven), Universitè Sorbonne (Paris), New York University (New Youk), Institute of Advanced Legal Studies (London).
Nell’anno accademico 1997-1998 ha vinto il concorso come ricercatore di Diritto privato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Firenze.
Nel 2000 ha conseguito l’idoneità a professore associato di Diritto privato; due anni più tardi ha conseguito l’idoneità a professore ordinario i Diritto privato.
Dal 2001 e sino al 2018 è stato titolare della cattedra di Diritto privato I e Diritto privato II nella Facoltà di Giurisprudenza (ora Dipartimento di Scienze Giuridiche) dell’Università di Firenze.
Ha insegnato in varie università, tra cui Università di Roma Lumsa (corsi integrativi di Diritto privato), Università “Luiss” Roma (Diritto privato); Università “San Pio V” Roma (Diritto commerciale)
Ha svolto l’attività di avvocato in materia di diritto civile e commerciale, maturando un’ampia esperienza anche in materia di arbitrati.

Nel triennio 2012-2015 è stato componente dell’Arbitro Bancario e Finanziario (Collegio di Napoli) su designazione della Banca d’Italia.

Nel 2013 e sino al marzo 2018, su designazione della Camera dei Deputati, ha fatto parte del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, , l’organo di autogoverno dei magistrati amministrativi, diventandone successivamente vicepresidente.
E’ stato componente di varie commissioni di studio; è membro di varie associazioni e società scientifiche, italiane e straniere; è componente del comitato di direzione e del comitato scientifico di varie riviste giuridiche, italiane e straniere.
Il 27 febbraio 2018 è stato presentato dal capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio come candidato al Ministero della pubblica amministrazione in caso di vittoria alle elezioni politiche del marzo 2018. Per il suo orientamento politico Conte, nell’affermare che «gli schemi ideologici del Novecento non sono più adeguati», giudica «più importante valutare l’operato di una forza politica in base a come si posiziona sul rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali» e si è definito un moderato di sinistra appartenente alla tradizione politica del cattolicesimo democratico.
Il 21 maggio 2018 venne proposto come presidente del Consiglio dei ministri dai leader della coalizione M5S-Lega al presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, il quale due giorni dopo gli conferì l’incarico di formare il nuovo governo. Conte accettò con riserva, ma il 27 maggio rinunciò. Dopo la rinuncia di Carlo Cottarelli Conte ricevette una seconda volta l’incarico, che accettò senza riserva, presentando la lista dei ministri. Il 31 maggio 2018 Conte fu nominato da Mattarella presidente del Consiglio dei Ministri. All’interno della squadra di governo entrarono come vicepresidenti Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il primo anche ministro del lavoro e ministro dello sviluppo economico e il secondo ministro dell’interno.
Nella serata del 20 agosto 2019, al termine di un lungo e animato confronto parlamentare in Senato dovuto a una mozione di sfiducia, presentata e in seguito ritirata dalla Lega, in cui il presidente del Consiglio ha accusato duramente l’ormai suo ex vice Salvini di essere un opportunista politico e di aver scatenato la crisi politica solo per rincorrere interessi personali e di partito[ Conte si è recato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale ha presentato le dimissioni dalla carica di presidente del Consiglio dei ministri, restando in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Al termine delle consultazioni del presidente della Repubblica, è emersa una possibile nuova maggioranza, tra il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico e Liberi e Uguali Il 28 agosto, il segretario del PD Nicola Zingaretti dichiara al Palazzo del Quirinale di essere favorevole nel mantenere Giuseppe Conte alla guida del nuovo governo, così come era stato richiesto dal Movimento 5 Stelle. Il 29 agosto, Mattarella convoca il presidente Conte, dimissionario, a Palazzo del Quirinale per conferirgli l’incarico di formare un nuovo governo che il presidente del Consiglio incaricato accetta con riserva. Il 4 settembre 2019 scioglie positivamente la riserva. Dopo aver giurato al Palazzo del Quirinale il 5 settembre, il 9 settembre Conte ottiene la fiducia dalla Camera e dal Senato.
Nel febbraio 2020, l’Italia è diventata il primo paese europeo e il secondo al mondo per numero di casi confermati di COVID-19, una malattia attivata da un virus che causa una grave malattia respiratoria, poi diffusasi in tutto il mondo ed ancora con numeri di contagiati e di decessi di milioni di vittime.
Dal febbraio 2020 il Consiglio dei ministri ha emanato diversi provvedimenti governativi per contenere l’epidemia di COVID-19, accompagnati da decreti per le misure a ristoro delle perdite subite dalle imprese e dalla collettività a seguito delle restrizioni imposte dalla pandemia.
Il 26 gennaio 2021, dopo diversi giorni di crisi di Governo, innescata dalle dimissioni dei componenti del governo appartenenti a Italia Viva , termina il secondo esecutivo guidato da Conte, che rassegna le dimissioni. Il suo successore, incaricato dal Presidente Mattarella, è Mario Draghi, che a nove giorni dall’incarico ricevuto a sciolto la riserva, sottoponendo la lista dei ministri al presidente della Repubblica. Ottenuta la fiducia dal Parlamento Il giorno 13 febbraio si insedia il nuovo governo guidato da Mario Draghi. Non c’è più il ministero per gli Affari europei, mentre i dicasteri chiave per la gestione del Recovery plan sono affidati a tecnici.
Dopo la caduta del secondo governo Conte e l’elezione di Enrico Letta a segretario del Partito Democratico al posto di Nicola Zingaretti, che aveva avvicinato i due partiti, l’ex presidente del Consiglio dei Ministri Conte, indicato da Beppe Grillo quale possibile capo politico in grado di rilanciare il partito, ha parlato all’assemblea del Movimento 5S, affrontando direttamente le questioni dell’identità politica e dell’organizzazione interna del partito.
Una nuova carta dei principi e dei valori “per un’identità chiara”. Un nuovo statuto “che non rinneghi i punti di forza politica leggera, ma che intervenga radicalmente sull’organizzazione per creare un Movimento accogliente, aperto alla società civile ed intransigente”. L’impegno di Conte è di promuovere la rifondazione del movimento, partendo dalla struttura non come semplice operazione di restyling politico ma come un’opera coraggiosa di rigenerazione del Movimento, senza rinnegare il passato”. Per descrivere il nuovo Movimento, quello che lui chiama “neo Movimento”, Conte ha scelto alcune parole chiave: etica pubblica e onestà innanzitutto, valori che, ha detto, il M5s ha “riportato in auge nella politica italiana”; ma anche giustizia, lotta alla mafia e naturalmente impegno per la transizione ecologica.
Conte intende proporre una rivisitazione delle Cinquestelle, quelle della Carta di Firenze del 2009. “Che non sono da rinnegare: sono 5, ma questa costellazione deve allargare il proprio orizzonte, accogliente e continuamente aperto all’esterno e alla società civile”, ma anche “intransigente” per “non allontanarci dai nostri principi”. La carta dei principi servirà ad accogliere nuove forze e nuovi elettori. Questi alcuni dei valori citati da Conte: “Il rispetto della persona; l’ecologia integrale; la giustizia sociale, “l’etica pubblica” e il “rafforzamento della democrazia diretta, la democrazia diretta digitale che resterà un punto fermo”.
Altra svolta è stata sottolineata da Conte pure in ambito europeo. “Non dimentico che avete contribuito a imprimere un’importante svolta del percorso europeo. Con i vostri voti avete permesso l’insediamento della commissione Von der Leyen, è anche per queste ragioni che oggi sono qui a confrontarmi con voi”.
Sul rapporto tra Conte e il M5s vengono richiamati i diversi passi compiuti dall’inizio della legislatura: “Abbiamo convissuto fianco a fianco, abbiamo condiviso due esperienze di governo, abbiamo lavorato con costante collaborazione, abbiamo affrontato tantissime difficoltà e ci siamo fatti carico di carenze e manchevolezze strutturali. Abbiamo sempre cercato di rimanere concentrati. Abbiamo affrontato da ultimo, per oltre un anno, una gravissima emergenza. Abbiamo lavorato con grande impegno e responsabilità per proteggere la salute dei cittadini”. Da quel patrimonio di rapporti e convinzioni, parte la “rifondazione”.

È autore di numerose pubblicazioni, tra le quali:

• Giuseppe Conte e Mario Miscali, Diritto penale dell’impresa, Padova, Cedam, 1988;
• Il volontariato. Libertà dei privati e mediazione giuridica dello Stato, Roma, 1996, pp. 1-269;
• Matrimonio civile e teoria della simulazione, Roma, s.n. 1996;
• Le regole della solidarietà. Iniziative non profit dei privati e mediazione dei pubblici poteri, Roma, Pioda, 2001;
• Appunti in tema di retratto urbano, in Giurisprudenza civile, 1990, parte I, sez. I, pp. 2- 19;
• Appunti in tema di mancato compimento dell’attività preparatoria e di risoluzione anticipata del contratto, in Rivista del diritto commerciale e delle obbligazioni, 1990, fasc. 3-4, pp. 154-174;
• L’uniformazione della disciplina giuridica della risoluzione per inadempimento e, in particolare, dell’anticipatory breach dei contratti, in Europa e diritto privato, 1998, pp. 463-492;
• Diritto dell’interessato e obblighi di sicurezza, in La disciplina del trattamento dei dati personali, a cura di V. Cuffaro e V. Ricciuto, Torino, 1998, pp. 225-266;
• Commento all’art. 24 – Casi di inapplicabilità, in Commentario al testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, a cura di G. Alpa e F. Capriglione, t. II, Padova, 1998, pp. 1143-1147;
• Le regole della solidarietà, Roma, 2001, pp.1-420;
• Giuseppe Conte e Guido Alpa, La responsabilità sociale dell’impresa. Tra diritto, etica ed economia, Bari, Laterza, 2008;
• Giuseppe Conte, Guido Alpa e Vincenzo Vigoriti, Futuro giustizia azione collettiva mediazione, Torino, G. Giappichelli Editore, 2010;
• Giuseppe Conte, Guido Alpa, La responsabilità d’impresa, Giuffré,2015, pp. 852
• La formazione del contratto, Milano, Giuffrè, 2018,.
• L’impresa responsabile, Milano, Giuffrè, 2018,.

Onorificenze

Laurea honoris causa
— Università di Buenos Aires, 29 novembre 2018

Laurea honoris causa
— John Cabot University, 21 settembre 2019.

https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-conte

Rita Bruschi – Gregorio De Paola
GIUSEPPE CONTE – IL CARATTERE DI UNA POLITICA
EDIZIONI ETS

www.edizioniets.com

Spunti di riflessione tratti dal libro “Giuseppe Conte – Il carattere di una politica

Il volume “Giuseppe Conte il carattere di una politica” di Rita e Gregorio De Paola, completato quando Conte era ancora Presidente del Consiglio, è stato pubblicato all’inizio del governo Draghi, che gli è succeduto a seguito di una crisi innescata da una componente della maggioranza.
Il libro vuole “offrire della figura di Giuseppe Conte, qui illustrata da due punti di vista integrati fra loro: uno prende in esame le caratteristiche personali espresse nell’attività politica e l’altro, selezionando alcuni temi cruciali della sua traiettoria politica, ne mette in luce e chiarisce le prese di posizione.
Il ‘cittadino Presidente’ ha incarnato un modo di fare politica che si è rivelato capace, oltre che di conseguire importanti risultati per le sorti del Paese, anche di suscitare e sostenere il sentimento della speranza di un paese migliore costruibile con l’impegno, la competenza, la lealtà, la responsabilità, la sincera dedizione, da parte di tutti, ma specialmente di chi ha ruoli di potere.
Infatti la parola che ricorre più spesso per identificarlo, nei messaggi (centinaia di migliaia) riversati sui social nei giorni di chiusura del mandato, è ‘galantuomo’, vale a dire onesto, di retti principi e comportamento, leale nei rapporti con gli altri.
E non c’è dubbio che tale caratteristica, fra le doti di un politico, sia quella meglio capace di infondere quella fiducia nelle istituzioni che gli italiani, dopo decenni di declino del paese, hanno visto evaporare.
Il nucleo del libro è proprio questo: l’ethos, come gli antichi chiamavano il modo di comportarsi di un individuo, dunque l’etica, un comportamento morale costante, un carattere, una seconda natura, e le azioni conseguenti, determinate da un complesso di tratti, conformi all’indole, ed esercitate al punto di divenire una consuetudine.”
Nel testo viene tracciato

“il ritratto dell’uomo Conte, osservato nei vari contesti attraversati, a partire dall’esame del suo modo di presentarsi, interagire, parlare, scrivere, esprimere contenuti di conoscenza, cultura, e anche interiori, che non possono non essersi costruiti nella “vita precedente”: sono il bagaglio che Conte porta con sé nell’esperienza dell’incarico politico, e possono, oltre che raffigurare l’espressione psicologica della persona, anche aiutare a meglio comprendere su cosa si basi la grande popolarità che egli riscuote. “

Il Presidente che viene presentato come “divenuto tale ‘per caso’ non appare quindi per nulla una meteora bensì piuttosto un attendibile indicatore di una visione, di un’idea di Paese che, profondamente radicata nell’orizzonte costituzionale, non dispiacerebbe finalmente veder realizzata nel mondo post-pandemico, che inesorabilmente muterà connotati.” Ne viene fuori una proposta di lettura di una persona umana e di un’esperienza politica che sarebbe scorretto e miope sottovalutare.
Alla prima e secca domanda “Chi è Giuseppe Conte?”
La risposta presenta in primo luogo alcuni dati anagrafici

“ di lui si sa che è nato a Volturara Appula nel 1964, è Professore di Diritto Privato all’Università di Firenze e Avvocato civilista, e che da indipendente, privo di precedenti esperienze politiche, il 1 ° giugno 2018 giura da Presidente del Consiglio di un esecutivo che inaugura in Italia la formula non convenzionale del «Contratto di Governo», fra due forze politiche che insieme raggiungono la maggioranza parlamentare e giudicano di potersi accomunare su una lista di obiettivi.
Si sa che deve misurarsi subito con la necessità di un nuovo approccio al problema dell’immigrazione, e che per poter varare il reddito di cittadinanza e la revisione delle misure pensionistiche, provvedimenti emblematici del Contratto, dovrà scongiurare due procedure di infrazione per debito eccessivo (dicembre 2018 e luglio 2019) da parte della Commissione Europea.
Si sa che quando, dopo poco più di un anno, l’esperienza di governo viene interrotta per iniziativa di una delle due forze politiche che la sostenevano, Giuseppe Conte, rigorosamente incardinato sulla cultura delle regole e sul rispetto delle istituzioni, mette all’angolo chi pericolosamente puntava al presidenzialismo autoritario e senza contrappesi democratici, trasforma una debolezza elettorale in una vittoria politica, converte una diffidente ostilità nell’impegno più convinto, ribalta una caduta in un piedistallo, e ottiene per l’Italia il ruolo cruciale di Commissario europeo per l’economia.
Si sa che si trova repentinamente ad affrontare tragiche emergenze, dal crollo del viadotto Polcevera a Genova, alla crisi dell’ex ILVA a Taranto, alla pandemia di Coronavirus e che, chiamando a raccolta le migliori risorse e la forza d’animo del <<sistema Italia>>, riesce ad attrarre un utile seguito per conseguire risultati positivi.
Ma che uno sconosciuto raggiunga la sua posizione, la sappia mantenere nonostante le oggettive difficoltà, e riesca addirittura a riorientare l’intero campo politico, è un fatto talmente insolito che i correnti mezzi di informazione tuttora si interrogano sul profilo di questo singolare personaggio, che peraltro ottiene fra la popolazione indici di gradimento costantemente considerevoli. “ (op.cit. pag. 5)

In prima battuta il testo presenta un primo, sommario e discrezionale, ma non fuorviante, identikit di Giuseppe Conte che si potrebbe così enumerare:
1.Proviene da una famiglia di ceto medio di un piccolo centro di provincia del Sud, di cui assume e conserva orgoglio identitario, in termini di valori e riscatto
2.Ha l’età giusta per essere collocato su uno sfondo di speranza, sia per chi anagraficamente lo precede sia per chi lo segue
3.Non è sgradevole a guardarsi, per fattezze, garbo, eleganza; il che favorisce il ben disporsi nei suoi confronti
4.Non ha bisogno della politica per vivere perché esercita già due professioni intellettuali di soddisfacente remunerazione da circa trent’anni, da cui si può trarre che è un forte lavoratore, colto, utilmente competitivo
5.Coltiva, convintamente, ideali radicati nella religione professata dal 75 % della popolazione; fra questi privilegia l’attenzione alla giustizia sociale
6.Si esprime misuratamente, a ragion veduta; nelle scelte di governo applica i criteri di conoscenza e competenza, e semmai si avvale di tecnici selezionati fra i migliori
7.Libero da appartenenze partitiche e fedele a un suo posizionamento con se stesso, a quello che vuole adempiere in base ai propri capisaldi, percorre una linea politica inclusiva di schieramenti disomogenei
8.Concretizza due punti qualificanti il programma di governo del Conte I (reddito di cittadinanza e quota 100) e li blinda scongiurando due procedure europee di infrazione; in esordio del Conte II l’Italia ottiene il commissario all’Economia nella nuova Commissione europea
9.Riscuote crediti di stima e autorevolezza a livello internazionale, mostrando versatile intelligenza politica
10.Fronteggia con lucidità l’emergenza COVID-19, tenuto conto delle difficoltà del quadro ordinamentale italiano che comporta specifiche criticità riguardo la gestione sanitaria, comunicando una serietà rassicurante e sapendo persuadere a pazienza e disciplina, essenziali per il buon esito del lockdown.” (op.cit. pag.11).

Viene precisato che nei due anni vissuti intensamente ha posto come stella polare della sua esperienza politica la fiducia nel rapporto fra cittadini e istituzioni che è riuscito a guadagnarsi con tale generosa dedizione all’ufficio che finalmente viene colta e riconosciuta, oltre che dai comuni cittadini, anche da qualche loro rappresentante.

“Giuseppe Conte mette in scena un rapporto insolito con il potere, che si presenta persuasivamente e progressivamente come dedizione e come servizio, disinteressato perché la qualità di vita che ne deriva non appare invidiabile, modificando quindi in chi lo osserva l’atteggiamento di legittima attesa, di pretesa, per ciò che è inerente al ruolo e alle dovute mansioni, in una risposta emotivo-affettiva che sospinge verso la creazione di una reciprocità sociale.” (op.cit. 13) (…)

“In possesso di perfette buone maniere, dotato quindi di autocontrollo spontaneo, per così dire, Conte porta la sua elegante uniforme in ogni circostanza e con naturale disinvoltura. Non soffre di quelle insicurezze che spesso suggeriscono l’aggressività, piuttosto esprime con totale naturalezza la tranquilla certezza di essere come è da essere.”(op.cit 21)

Per gli autori del libro

“Conte è evidentemente un uomo politico sui generis ed è proprio su questo che da parte nostra è stata posta attenzione, volontariamente rinunciando ad usare gli strumenti di giudizio e pregiudizio derivanti da convinzioni politiche preesistenti e cercando di comprendere meglio questa figura nei lati umani che si riversano nel ruolo politico perché, è nell’esperienza quotidiana di tutti noi, è la persona che fa la differenza. Si potrà convenire che non è indifferente avere a capo dell’esecutivo una persona onesta o una disonesta, intelligente o stupida, autentica o posticcia, egocentrica o inclusiva, un “culo di pietra” o uno sfaccendato. Per quanto l’ufficio ricopra chi lo esercita, il fattore, il capitale umano rimane discriminante.
Ancor più, non essendo Conte un esponente delle forze politiche di maggioranza, è fondamentale la sua personalità, per come ci è dato di coglierla, perché è esattamente ciò che lo sostiene quando non c’è niente a sostenerlo.
Giuseppe Conte ha dimostrato di saperci rimanere sul trono: certo in base alla congiuntura, ma senz’altro anche alle caratteristiche personali, e sono queste ad attirare curiosità e interesse, e a costituire il motivo di questo lavoro, specie nella sua prima parte, nella misura in cui tali caratteristiche sono significative per definire le qualità di un leader, o di un decisore politico, come Conte preferisce definirsi.
C’è chi ha detto – forse Eduardo – che una persona si conosce da come impugna la tazzina del caffè. Ormai abbiamo ben più che questo sotto gli occhi. Dopo circa tre anni trascorsi dall’essere ‘un illustre sconosciuto’ ad essere ‘in vista’, ci sono elementi per valutare come questa persona si porge, come sente, come ragiona, come si comporta, come parla, cosa scrive, cosa fa.”(op.cit. 32)

Rispettando il proponimento degli autori il libro,

“togliendo l’audio al profluvio di improperi, meschinità, volgarità oltretutto per lo più gratuite ancora imperanti sui media e affidandosi ai propri occhi e alla propria testa, di effettuare una ricognizione dell’habitus di Giuseppe Conte, l’atteggiamento generale nei confronti del mondo, la struttura del comportamento, per potersi formare una propria opinione tramite ciò che è raggiungibile autonomamente, se si abbia la bontà di spendere un po’ di tempo su questo.
Sono stati vagliati video tratti da interviste televisive, punti stampa, conferenze, le più varie occasioni pubbliche, sia quelli sul sito ufficiale del Governo che quelli amatoriali, ritenendo che nelle situazioni meno apparecchiate sia più facile rintracciare gli indizi più veraci del ‘modo di funzionare’ di questa persona che, <<per caso» – dice egli stesso con mite ironia oggi è premier di un paese del G7; come pure i testi degli interventi istituzionali, le interviste e le lettere pubblicate sui quotidiani, nonché i documenti ufficiali dell’azione di Governo ritenuti esemplificativi di quanto si stava via via costruendo sotto mano” (op.cit. pag. 33).

In sintesi per gli autori

“Questo libro rappresenta dunque fondamentalmente un’operazione di rispetto nei confronti di Giuseppe Conte: nel senso etimologico di respicere, volgersi a guardare indietro, di nuovo, con attenzione, anche ai dettagli, cercando di sanare l’impressionante, e non innocente, nostra pregressa cecità.
Ma per tanti lettori sarà guardare Giuseppe Conte per la prima volta, e allora rispetto significherà porlo alla distanza che consenta di osservarlo con la corretta messa a fuoco, disporsi nei suoi confronti a lasciare uguali chanccs al dissenso e alla stima, curando di astenersi da pretestuose considerazioni offensive.
E magari il libro potrà anche aprire una domanda: Conte viene dal “nulla”, cioè dalla nostra ignoranza di lui, lo sconosciuto, e tornerà nel “nulla”, o è pensabile che il presente passaggio maturi qualche nuova consapevolezza, schiuda qualche nuova prospettiva, consenta qualche nuova formulazione di un percorso di recupero e riscatto di questo nostro Paese così problematico e irrisolto?(op.cit. pag.35).

Tra gli aspetti più significativi del ruolo di Conte nei diversi ambiti istituzionali ciò che

“di Conte hanno poi comprensibilmente molto colpito la naturalezza e la disinvoltura con cui, una sola settimana dopo l’insediamento, ha partecipato alla riunione del G7 in Canada venendo accolto con simpatia da parte di molti interlocutori internazionali, con i quali nel tempo ha saputo consolidare rapporti di una certa consistenza personale.
Con loro non dissimula l’anima in ferro nel filo flessibile: testa alta, spalle morbide, prospetto tonico ma privo di affettazione, equilibrio certo, passo sciolto, corpo in connessione elastica, attenzione aperta all’intero campo dell’azione
Quando Conte partecipa in questo assetto alle riunioni internazionali e ci assicura che «farà di tutto» per portare a casa il risultato intende, si capirà, di tutto.
Per cominciare, gli altri non si trovano davanti un’Italia debole. Può essere nuovo del giro, lo è stato, ma il suo modo di porsi sa imporsi, da subito. Trump, dopo essersi conosciuti al G7 in Canada, concretizza in meno di due mesi l’invito che gli ha formulato, e a Washington Conte si destreggia bene riguardo i delicati problemi dei dazi e delle sanzioni alla Russia; al suo primo vertice europeo di fine giugno 2018 Conte minaccia di mettere il veto per bloccare le conclusioni se non viene firmato un patto sugli sbarchi (le cronache riportano una maratona di 13 ore), e in un solo mese dall’insediamento viene inserito un cuneo in una trattativa non semplice.” (op.cit. pag.54)

Si è già osservato che Conte ha una marcata sensibilità tattile, caratteristica premiata magari anche dall’essere meridionale, che in questo ha una sua tipicità; tra l’altro è sempre impeccabile ma al contempo non è schizzinoso, con gli animali o in situazioni sporchevoli, anche di rappresentanza, come mostre, fiere, o scenette improvvisate sul bere o sul mangiare etc. (ce ne sono diverse in rete); dice lui stesso che fra i portati della tecnologia moderna osserva con disappunto nei giovani il progressivo anche reciproco distacco sensoriale e ripensa con una certa nostalgia a quando i passatempi, i giochi, erano condivisi di persona, non via chat.” (op.cit. pag. 57)

“I discorsi di Conte ai cittadini europei partono dal postulato di una indiscussa identità europea e si articolano dosando rispetto per le differenze e sottolineature delle interconnessioni. Il vantaggio soccorre le motivazioni e allevia le paure.
Ribadisce e applica al presente convinzioni già espresse:
L’Europa non ha alcun bisogno di apologeti o sostenitori fideistici. Ha bisogno di contributi lucidi e critici, che sappiano rilanciare la grande capacità visionaria espressa dai grandi statisti del secondo dopoguerra …. Decisivo è il rapporto tra cittadini e Istituzioni europee …. favorire la costruzione di un vero popolo europeo, comunità di donne e di uomini che condividono un comune destino …. realizzare con coraggio l’ambizioso progetto di creazione di un demos europeo … Il dibattito politico, negli ultimi anni, va assumendo una dimensione europea. Possiamo ormai ragionare di un’opinione pubblica europea. … Lavorare per un’Europa solidale ed equa al suo interno rafforza anche la sua credibilità … Isolarsi è impossibile, sottrarsi al dialogo non ha alcun senso e non è coerente con i valori fondanti della casa comune europea.
La sua intervista del 31 marzo alla Tv tedesca ARD raggiunge complessivamente 9 ,3 3 milioni di spettatori, corrispondenti a uno share del 26,3 e¼) paragonabile alle quote della celeberrima serie poliziesca «Tatort» in onda la domenica sera” (op. cit. pag. 60)

Nel corso della conferenza stampa di fine 2019, Conte usa un’espressione molto forte quando gli viene chiesto se nel corso dell’anno abbia mai pensato a mollare tutto e tornare alla sua vita, così rispondendo:

“Ho sempre detto che non possiamo prendere in giro gli italiani; siamo qui nel momento in cui riusciamo a garantire dei risultati, riusciamo a perseguire degli obiettivi. Se dobbiamo trascinarci, galleggiare, non ha alcun senso, significa vendere fumo agli italiani, significa non essere consequenziali rispetto alle parole. La politica ha bisogno di credibilità; i cittadini devono poter nutrire fiducia nei confronti delle istituzioni.
Questo per me è un compito che sento molto vivo, lo sento nella mia carne. Il giorno in cui, guardate, al di là dei risultati raggiunti o non raggiunti, dovessi accorgermi di perdere in qualche modo credibilità, il giorno in cui dovessi rendermi conto di non riuscire ad alimentare la fiducia nei cittadini, credetemi, quello per me sarebbe un giorno di non ritorno.” (op.cit. pag. 65).

Più avanti soggiunge con una forte carica motivazionale:

La mia più grande aspirazione in questo mandato, alto mandato che sto svolgendo, è contribuire affinché tutti i cittadini, e anch’io come cittadino, possiamo tutti recuperare la massima fiducia nelle istituzioni. Se riuscissi in questo manda­to a ottenere anche una piccola percentuale in più di recupero della fiducia dei cittadini nelle istituzioni sarei davvero molto felice.
Posso compiere errori di valutazione e rivelarmi mancante nell’azione, ma è certo che sino a quando avrò responsabilità di governo mi batterò affinché tutti i cittadini possano recuperare piena fiducia nelle istituzioni di governo, e affinché le istituzioni, tutte le istituzioni, possano meritare questa fiducia. Su questo non transigo e mai transigerò.”(op.cit. pag. 66).

In un libro su un personaggio nato nei dintorni di San Giovanni Rotondo non poteva mancare un significativo riferimento a Padre Pio, considerato anche, come si ricorda nel testo

“Per quanto non sia imprevedibile che se sei cresciuto a San Giovanni Rotondo e hai uno zio frate cappuccino tu sia devoto di Padre Pio, anche questo dato potrebbe permettere qualche riflessione non scontata, poiché non è propriamente equivalente al fatto che se sei di Bergamo fai il tifo per l’Atalanta.
La Chiesa Cattolica ad oggi venera circa 10.000 Santi, c’è dunque spazio per un personale indirizzo devozionale; di questi circa 300 hanno ricevuto le stigmate, fra cui, come è noto, san Francesco, che è patrono d’Italia e san Pio da Pietrelcina, che dunque appartiene ad un insieme molto ristretto rispetto al totale. I santi cappuccini sono complessivamente 14 e lui è l’ultimo, il secondo nel Novecento; è patrono delle associazioni di volontariato che operano nell’ambito della Protezione civile in Italia.
Tutto ciò che caratterizza Padre Pio è ad elevata intensità: le molteplici sofferenze fisiche che hanno accompagnato tutta la sua vita; le varie controversie – sia in ambito ecclesiastico che no che hanno alimentato diffidenze, sospetti, accesissimi dibattiti, anche ben oltre la canonizzazione; l’attività pastorale – vien detto che confessasse anche fino a 18 ore al giorno; la totale oblatività corrispondente a quella divina: «Sono tutto di ognuno. Ognuno di voi può dire: Padre Pio è mio>>; la generosità nell’esaudire le preghiere, poiché a domanda sincera risponde efficacemente.
San Giovanni Rotondo ovviamente trasuda di Padre Pio, Conte ci ha vissuto diversi anni e non ha mai perso contatto col luogo di residenza della famiglia d’origine, che pare l’abbia scelto in passato proprio in base alla devozione per il frate, il quale inevitabilmente diviene una figura rispetto alla quale specificarsi, per così dire. (op. cit. pag.92)

In una intervista condotta da Bruno Vespa in occasione dei cinquant’anni dalla morte di Padre Pio Conte ne sottolinea due aspetti:

“l’umiltà e la scrutatio cordis, la capacità di leggere nell’animo delle persone, magari anche nel corso di contatti rapidi ma comunque capaci di agganciarsi a un livello profondo”,

ai quali poi aggiunge la semplicità e l’attenzione verso i bisogni della gente:

“ll suo più forte carisma credo sia stato proprio questo: la capacità, con atteggiamenti talora bruschi, di essere sempre disponibile, di dedicare la sua vita, nella semplicità, ai bisogni del prossimo”. (op.cit. pag. 92)

Nel capitolo “La persona – non sono un visionario..” gli autori così si esprimono

“Ci permettiamo allora di ritenere che Conte sia entrato in politica investendo su capacità di lavoro, autonomia mentale, principi etici strutturanti; per autentica passione come base di identificazione fra il Paese e sé; per un profondo desiderio di misurarsi su un terreno al quale evidentemente ha pensato tanto, del quale ha soppesato i risvolti e nel quale si considera che forse qualcosa si può fare, che forse c’è la possibilità di cambiare le cose, andrà valutato se ci si riesce.” (op.cit. pag.103).

A queste loro riflessioni aggiungono le testuali considerazioni di Conte:

“Il mio intento è di dar vita ad un Governo dalla parte dei cittadini, che tuteli i loro interessi. Sono professore e avvocato, nel corso della mia vita ho perorato le cause di tante persone, mi accingo ora a difendere gli interessi di tutti gli italiani, in tutte le sedi, europee e internazionali, dialogando con le istituzioni europee e con i rappresentanti di altri paesi. Mi propongo di essere l’avvocato difensore del popolo italiano, sono disponibile a farlo senza risparmiarmi, con il massimo impegno e la massima responsabilità. Nei prossimi giorni tornerò dal Presidente della Repubblica per sciogliere la riserva e, in caso di esito positivo, per sottoporgli le proposte relative alla nomina dei Ministri. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare sul serio. (Dichiarazione dopo il conferimento dell’incarico, Quirinale 23.5.2018).

A una ragazzina che gli chiede: «Cosa l’ha spinta a intraprendere questa carriera e cosa si aspettava quando ha iniziato?» risponde:

Devo fare una precisazione: non intendo quella di premier come una carriera, non la intendo come una poltrona a vita. Dico l’ho fatto perché ecco, l’idea di poter profondere il mio impegno, i miei sforzi, anche quelle competenze che ho coltivato, maturato negli anni, metterle a disposizione degli altri, addirittura di tutto il popolo, di tutti i cittadini … questa è stata una molla, credimi che è stata la molla assolutamente che mi ha spinto ad accettare … un incarico, di cui mi sono subito reso conto, eh, della complessità di questo incarico; però, ecco, questo obiettivo, la volontà di fare qualcosa per questo paese e la determinazione a farlo, è quello che mi sta guidando..(Intervista di S. Campanella in piazza dei Martiri, San Giovanni Rotondo 21.9.2018; pag. 104 del testo “G. Conte op.cit ).

Nell’ultimo capitolo “Una particolare idea della politica” gli autori ritengono utile, delle riflessioni sulla politica spesso espresse da Conte nei numerosi discorsi, interviste, conferenze stampa,“provare a darne una sintesi, per quanto possibile organica, per rispondere conclusivamente alla domanda: quale idea, quale visione ha Conte della politica, del politico?
Dopo una lunga ed interessante riflessione, in chiusura del libro gli autori, parafrasando Gramsci, dicono che “per Conte la politica si configura come una lunga guerra di posizione – anche se più che di guerra – si dovrebbe parlare di opera educativa.
Spesso l’idea di politica come impegno quotidiano si accompagna al riconoscimento del quotidiano lavoro altrui, anche di quello passato. Non meraviglia allora trovare nei suoi discorsi una frase come questa, parlando a Matera:

… il popolo dei Sassi portava addosso i panni della miseria, sulle facce della gente erano evidenti i solchi delle rughe e dei patimenti. Ecco, da tutto questo è scaturita una bellezza ineguagliabile, che il mondo ci invidia, unica, forse perché non è stata frutto del genio di un artista, di un abile genio architettonico, ma opera corale di un popolo che, di generazione in generazione, l’ha modellata con la propria esistenza, sulla propria pelle, con la quotidiana fatica del vivere, sedimentando, nel corso dei millenni, un patrimonio ricchissimo di cultura e di tradizioni .(G.Conte, Intervento alla giornata inaugurale di “Matera – Capitale europea della Cultura 2019” Matera 19.1.2019. https:www.youtube.com/watch?v=R5WumchkZN4).

Il libro si chiude ricordando il discorso del 20 agosto 2019 al Senato che “non conteneva l’improvvisa scoperta di idee e di valori prima ignorati o negletti, bensì la sintesi di una particolare idea di politica: quella che vuole rispondere con competenza, integrità e onore alla fiducia collettiva assunta su di sé; quella che non vuole essere privilegio, ma quotidiana occasione di servire lo Stato.

Chi è Giuseppe Conte?

Un cittadino prestato alla politica che, per caso, si è trovato a gestire una fase particolarmente difficile della nostra storia, o una persona che, nonostante giudizi spesso riduttivi di media e osservatori politici, riceve l’apprezzamento di buona parte dell’opinione pubblica perché ha saputo incarnare un modo nuovo <di fare politica?
In effetti, è decisamente insolito che uno sconosciuto arrivi alla sua posizione, la sappia mantenere nonostante le oggettive difficoltà e riesca a riorientare l’intero campo politico, a riavviare su un piano ben diverso dal passato i rapporti con l’Europa, dovendo inoltre fronteggiare la più grave calamità dal secondo dopoguerra.
Il libro si concentra su questa figura, ne analizza i tratti della personalità e le linee del pensiero politico, individuando i valori che incarna e la visione che lo guida nelle scelte concrete operate.
Come in un documentario su pagina, gli interventi di Giuseppe Conte, nei vari contesti attraversati, vengono disposti in modo che il lettore possa esternare gli elementi utili per comporre un ritratto attendibile: tramite una ricostruzione accurata, che prende in esame le molteplici sfaccettature umane, intellettuali ed ideali implicate nell’esperienza di governo, ciascuno potrà giungere alla propria personale valutazione di questo carattere, di questa politica.

Nell’ultima di copertina del libro “GIUSEPPE CONTE IL CARATTERE DI UNA POLITICA
Rita Bruschi Gregorio De Paola, Edizioni ETS, Pisa 2021

https://www.ilpost.it/2021/07/12/grillo-conte-accordo-m5s/

Grillo e Conte si sono messi d’accordo
Dopo giorni di scontri hanno deciso che il fondatore del M5S rimarrà il “garante” e l’ex presidente del Consiglio deciderà la linea politica del partito

(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
Dopo giorni di tensioni, scontri e poi trattative, il leader di fatto del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e il fondatore Beppe Grillo hanno trovato un accordo per governare il partito: il primo sarà responsabile dell’azione politica e presidente, il secondo “garante e custode dei principi”. È un assetto dai contorni ancora poco chiari, e la convivenza tra i due si definirà probabilmente meglio nelle prossime settimane e mesi, ma sembra che per il momento il partito si sia ricompattato.
L’annuncio dell’accordo è arrivato domenica pomeriggio: in un comunicato comune, Grillo e Conte hanno detto che nei prossimi giorni verranno avviate le procedure per votare il nuovo statuto, la “carta dei valori” e i nuovi organi sui quali si dovrebbe basare la “ristrutturazione” del Movimento 5 Stelle, fortemente voluta da Conte che aveva chiesto che Grillo si facesse da parte, limitando i suoi poteri e concedendo più autonomia al leader politico (cioè Conte stesso). Grillo inizialmente l’aveva presa malissimo, rifiutandosi categoricamente e dando praticamente a Conte dell’incapace: poi la prospettiva di una divisione aveva portato i due a trattare.

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