SPAGNOLETTI ZEULI FAMIGLIA

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SPAGNOLETTI ZEULI FAMIGLIA

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Una vita per la terra, per l’agricoltura, per il lavoro

Una vita per la terra, per l’agricoltura, per il lavoro.

Nel segno della tradizione e di un impegno familiare che risale al 600 e che si è sviluppato nel tempo, senza soste, sulla strada ambita e complessa della modernizzazione dell’azienda.

Il continuatore di una lunga dinastia è oggi il Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli, imprenditore agricolo, Cavaliere del Lavoro, accademico onorario dei Georgofili, socio dell’Accademia della vite e del vino, titolare dell’azienda agricola che porta il suo nome, sita nel territorio di Andria, ai piedi del prestigioso Castel del Monte.

Una antica storia familiare, cominciata, appunto, nel 1600. Documenti del tempo attestano la proprietà dei terreni circostanti a Castel del Monte di un suo avo, Sebastiano Spagnoletti, che fu l’ultimo castellano del maniero federiciano. Da allora, il susseguirsi delle generazioni non ha mutato il volto di quelle terre: ulivo e vite, i simboli identitari di una azienda che ha collegato la produzione con il presidio dei valori paesaggistici e ambientali.

L’amore per la terra e il rispetto delle tradizioni – intesi come solidi valori culturali – hanno premiato lo spirito di impresa del Conte Onofrio Spagnoletti Zeuli, ma prima di arrivare alla realtà attuale, nel secolo scorso, nel primo e nel secondo dopo guerra, l’azienda ha affrontato problematiche enormi che hanno frenato o anche impedito programmi di sviluppo.

Furono le gravi conseguenze delle riforme della politica agraria lanciate dai governi del tempo, in quei lunghi e tormentati anni. Con troppa superficialità – dice spesso il Conte Onofrio – sono stati ignorati gli effetti pesanti che quelle riforme hanno avuto sul futuro dell’agricoltura nel nostro Mezzogiorno.

La prima riforma, con il governo Mussolini, aveva l’obiettivo di un ampio rimboschimento del territorio nazionale da fare a spese dello Stato. Furono gli anni della bonifica integrale e degli espropri dei grandi latifondi (in particolare nelle regioni centrali del Paese e in Puglia) finalizzati alla trasformazione dei mezzadri in coloni proprietari.

Un riforma che ebbe più passaggi per arrivare alla legge del gennaio 1940 che dallo stesso governo di allora fu definito “l’assalto al latifondo”.
Poi arrivò il secondo dopo guerra con le ripetute e minacciose invasione delle terre incolte o ritenute tali, soprattutto nelle zone ad agricoltura estensiva. Erano segnali di un nuovo attacco alle grandi proprietà e alle grandi aziende che davano, comunque, lavoro e occupazione. Onofrio Spagnoletti Zeuli ricorda come la sua famiglia fu costretta, di notte, ad una rapida fuga da Andria a Bari a causa delle minacciose situazioni verificatesi in quel clima di forte conflittualità sociale.

Il finanziamento del piano Marshall del 1947 toccò anche il settore agricolo e così nel 1950 nacque una seconda legge di riforma agraria, vista soprattutto in funzione fondiaria, cioè di redistribuzione della proprietà terriera. Si mirava alla massima diffusione della proprietà contadina, sotto la spinta anche della nuova Carta costituzionale.

Furono espropriati, in Italia, 760.000 ettari; la Puglia fu tra le regioni più colpite con circa 200.000 ettari. Un vero e proprio esproprio coatto. L’azienda Spagnoletti Zeuli, ritenuta un modello, non doveva essere sacrificata e invece così non andò: ebbe un taglio di molte centinaia di ettari. Dolorosi furono anche quelli operati nell’area Murgiana, destinati a boschi, pascoli e allevamenti, tra cui un gregge di oltre 12.000 capi di pecore di razza merinos, molto apprezzato per la produzione di latte e formaggi aziendali e per la commercializzazione di una lana di particolare qualità.

Finirono così attività zootecniche che fino ad allora erano state un’altra forte passione familiare e che avevano animato ampiamente il bel fenomeno della transumanza tra regioni limitrofe.

Ferdinando Spagnoletti Zeuli, padre di Onofrio, dovette cominciare a riscostruire quanto era stato tolto, per un ettaro perso nel Barese, tre di seminativi rilevati nel Foggiano. Ma, nel contempo, dopo la riforma del 1950, l’azienda contava oltre trecento mezzadrie, tante.

La nuova e più recente era aziendale, nelle mani del Conte Onofrio, cominciò nel 1965, passo dopo passo, l’eliminazione progressiva della mezzadria, i primi segnali di introduzione della piccola meccanizzazione, la ricerca costante di una non facile competitività: anni difficili in un mondo nel quale si affermavano le conseguenze della globalizzazione dei mercati, l’arrivo di nuove tecnologie, le forme di concorrenza sempre più aggressive, la diffusione della grande distribuzione organizzata, le ricorrenti riforme della politica agricola comunitaria.

Ma la capacità di adeguamento al nuovo che emergeva, e che non era eludibile, è stata la chiave della crescita aziendale, realizzata attraverso avvedute revisioni delle strategie gestionali, peraltro in due settori cardine dell’agricoltura pugliese, vino e olio. Scelte ben finalizzate: non a caso, è stata la prima azienda ad introdurre la meccanizzazione in un uliveto e tra le prime a passare in tempi brevi, nel comparto vitivinicolo, dall’alberello -alla spalliera-al tendone !

Sono state strategie coraggiose e di lunga visione, accompagnate da significativi investimenti, anche in tempi di crisi congiunturali, con obiettivi inderogabili: la continua ricerca di innovazioni agronomiche, la qualità della coltura intesa come un dogma, i processi della trasformazione diretta delle produzioni aziendali, le brillanti campagne promozionali, la crescita dei livelli occupazionali nel rispetto della sicurezza dei dipendenti, la certificazione degli aspetti salutistici dei prodotti aziendali.

E’, oggi, la fotografia di un’azienda-modello, testimoniata da riconoscimenti e premi per le sue produzioni di qualità, un marchio aziendale che estende i confini commerciali in oltre 25 paesi nel mondo, oltre che nella grande distribuzione organizzata e in una fitta rete di vendita sul territorio nazionale.

Olio e vino, dalla pianta alla bottiglia, tutta la filiera in un nucleo produttivo che coinvolge le due tenute di famiglia, San Domenico e Zagaria, su una estensione di circa 400 ettari, con annessi un grande frantoio e una splendida cantina ipogea del 18° secolo.
Olio extravergine di oliva solo con la cultivar Coratina, estratto a freddo, certificato a Dop e sostenibile. E poi vini da Nero di Troia e Bombino (e altro) certificati Doc e Dogc con riserve pregiatissime. Un processo produttivo continuo che assorbe un centinaio di dipendenti, anche questi un vanto dell’azienda.

Il Conte Onofrio imprenditore, ma non solo (e forse unico caso familiare tra le varie generazioni): ha scritto il suo nome per anni anche come protagonista in enti e organismi sindacali, economici e tecnici.
Su questi nuovi scenari, la svolta negli anni dal 1989 in poi. Prima con l’arrivo di Emanuela Tinelli, che poi sarebbe diventata sua moglie, donna di spiccata personalità, idee solide, sempre attenta alle scelte aziendali, una perfetta combinazione familiare.

Poi, l’impegno sindacale con la elezione, nel 1990, a presidente di Confagricoltura Puglia, la più importante organizzazione imprenditoriale del settore: una presidenza durata diciotto anni di forte attività a difesa delle imprese. Da quel livello regionale sono scaturiti, nel tempo, nuovi incarichi di prestigio a livello nazionale, in Confagricoltura e in altri enti e organismi. Nel 1994, pure una esperienza politica con l’elezione a Parlamentare, una breve legislatura comunque utile per meglio conoscere il rapporto tra mondo produttivo e politica e trarne indirizzi sindacali.

Anche in queste vesti di rappresentanza, Onofrio Spagnoletti Zeuli non ha smentito il suo spirito di imprenditore: attento alle dinamiche del settore, strenuo sostenitore delle esigenze degli agricoltori, fervido propositore di iniziative, pungolo costante della classe politica, ma anche, quando necessario, coscienza critica delle sue stesse associazioni di riferimento.

Una novità anche questa, e pure questa frutto di una passione profonda: dare valore alla terra, nel segno di una lunga e gloriosa storia familiare.

Aggiornamento della scheda “Famiglia SPAGROLETTI ZEULI” di “Puglia d’Oro” di Renato Angiolillo Vol. I 1°ed. 1936, Laterza & Polo pag. 57 e della ristampa dei tre volumi curata dalla Fondazione carlo Valente onlus, edizione Giuseppe Laterza, Prima edizione Marzo 2008, Prima Ristampa Novembre 2018, pag. 73 .

Consulta la pagina dedicata sull’edizione storica (Clicca qui)

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