BERNARDINI CARLO

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BERNARDINI CARLO

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Lecce, 22 aprile 1930 – Roma, 21 giugno 2018

Professore emerito di Fisica, divulgatore scientifico e senatore della Repubblica Italiana

Dopo aver conseguito il diploma al liceo classico “Palmieri” di Lecce, due anni in anticipo, nel 1947 si trasferisce, per gli studi universitari, a Roma, dove si laurea in fisica il 19 marzo 1952 presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, sotto la guida di Bruno Ferretti.[1] Entra poi in contatto con Enrico Persico, con cui lavorerà, per qualche anno, come assistente, tenendo sia regolari corsi di lezioni all’Università che partecipando alle pionieristiche ricerche sui raggi cosmici e la costruzione delle prime macchine acceleratrici di particelle elementari. Quindi, lavora con Gilberto Bernardini, presso l’INFN, al progetto per la costruzione di un elettrosincrotrone che, subito dopo, presso il Laboratorio Nazionale dell’INFN di Frascati, si concretizzerà con la realizzazione prima dell’anello di accumulazione “AdA” (nel 1960), poi dell’acceleratore di particelle “ADONE” (nel 1961), realizzati entrambi grazie allo strenuo lavoro ed alle geniali intuizioni del cosiddetto “gruppo del sincrotrone”, formato, tra gli altri, da Giorgio Salvini, Persico e lo stesso Bernardini, sotto la supervisione di Bruno Touschek.

Dal 1969 al 1971 ha insegnato Struttura della Materia all’Università di Napoli, quindi, dal 1972, come ordinario a “La Sapienza” di Roma, dopo aver insegnato Istituzioni di Fisica Nucleare, ha retto, dal 1979 in poi, la cattedra di Modelli e Metodi Matematici della Fisica, nonché, dal 1972 al 1974, è stato anche preside della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Nel 2006, la nomina a professore emerito. I suoi principali ambiti di ricerca sono stati lo studio dei raggi cosmici, la fisica delle macchine acceleratrici, quindi, dalla fine degli anni ’70 in poi, la fisica matematica e le sue problematiche fisiche, dedicandosi altresì alla storia e la didattica della fisica e delle scienze in generale.
Oltre ad apprezzati e validi testi specialistici, ha scritto diverse opere di divulgazione scientifica, oltreché saggi a sfondo politico e sociale sull’utilizzo delle conoscenze scientifiche nella società moderna.

Eletto come indipendente del Partito Comunista Italiano nel 1976 al Senato nella VII Legislatura, occupandosi di pedagogia scientifica e dirigendo, assieme a Lucio Lombardo Radice, la rivista Riforma della Scuola. Fino al dicembre 2013, è stato anche direttore della rivista scientifica Sapere.

Nel 1976, si è candidato al Senato della Repubblica Italiana come indipendente del Partito Comunista, venendo eletto in un collegio elettorale romano.
In seguito a questa sua esperienza politica, ha iniziato anche un’attività di “opinionista”, intervenendo su vari giornali in merito a temi sociali e, ovviamente, scientifici: ha appoggiato varie campagne di informazione, fra cui quella per il disarmo atomico – condivisa da altri fisici italiani dell’epoca, riuniti sotto la sigla USPID (Unione Scienziati Per Il Disarmo, di cui lo stesso Bernardini è stato uno dei fondatori) – ed esprimendo parere favorevole all’introduzione e alla produzione di energia nucleare in Italia. Nonostante ciò, la sua battaglia non riuscì a cambiare le sorti del relativo referendum sul nucleare del 1987, per effetto del quale l’Italia, nel 1988, abbandonò definitivamente il ricorso all’energia nucleare. In questo stesso periodo, Bernardini assunse anche la direzione della rivista scientifica e di divulgazione Sapere, incarico che ha ricoperto fino al 2013, scrivendo al contempo numerosi libri, specialistici e di divulgazione scientifica.

L’Università la Sapienza di Roma ha ricordato Carlo Bernardini, professore emerito del Dipartimento di Fisica, scomparso il 21 giugno 2018. Decano dei fisici italiani, è stato tra i protagonisti della ricerca scientifica a partire dal dopoguerra, lavorando, già a partire dagli anni ’60, presso il laboratorio nazionale dell’Infn di Frascati, nel cosiddetto “gruppo del sincrotrone” con fisici come Giorgio Salvini, Bruno Touschek e Enrico Persico.

Per i fisici italiani Carlo Bernardini è stata una guida esemplare, a partire dal suo impegno nell’insegnamento. “E’ stato un docente straordinario alla Sapienza, ha appassionato intere generazioni di studenti alla Fisica delle Alte Energie”, ha detto Fernando Ferroni, presidente dell’Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e professore alla Sapienza. “Ricordo ancora – ha aggiunto – i suoi corsi che ebbi la fortuna di frequentare da studente, e che mi resero chiara sia la bellezza che avrei potuto incontrare sul mio cammino, sia le difficoltà che avrei sicuramente incontrato e che avrebbero richiesto un impegno senza compromessi”. E’ stato, ha aggiunto Ferroni, “un grande professore, uno spirito profondo, un pezzo della storia dell’INFN e dei suoi Laboratori di Frascati”.

Carlo Bernardini è stato una figura di primo piano in Italia anche per il direttore dei Laboratori dell’Infn di Frascati, Pierluigi Campana, che lo ricorda come “una grande personalità, un grande fisico, un grande intellettuale”. Campana ha ricordato in particolare l’impegno di Carlo Bernardini nella realizzazione dell’anello di accumulazione (AdA), presso i laboratori di Frascati: “Carlo è stato uno dei padri fondatori dei nostri Laboratori, ha partecipato in prima persona all’avventura di AdA e a tutta la storia gloriosa dei Laboratori di Frascati”, ha osservato. “Comunicatore, educatore, saggista, politico: una mente e uno spirito non comune, che – ha concluso – ci mancheranno profondamente”.

Pubblicazioni

Specialistiche:

• Fisica degli atomi e dei nuclei (con S. Bernardini), Zanichelli Editore, Bologna, 1965.
• Fisica e strumenti matematici. Argomenti di fisica superiore, Editori Riuniti, Roma, 1979.
• Lezioni di fisica (con S. Tamburini), Editori Riuniti, Roma, 1981 (testo scolastico).
• La fisica e la struttura della materia (a cura di), Editori Riuniti, Roma, 1982.
• La fisica del nucleo. Stelle di neutroni (con C. Guaraldo), Editori Riuniti, Roma, 1982.
• Relatività speciale. Problemi fisici nello spazio-tempo di Einstein, La Nuova Italia Scientifica, Firenze, 1991 (con successive edizioni).
• Metodi matematici della fisica (con O. Ragnisco e P.M. Santini), La Nuova Italia Scientifica, Firenze, 1993 (con successive edizioni).
• Conoscere Fermi nel centenario della nascita (curato assieme a L. Bonolis), Edizioni scientifiche della SIF/Editrice Compositori, Bologna, 2002 (con traduzione inglese per i tipi della Springer-Verlag, 2004).

Non specialistiche

• L’offerta di Mefistofele, Edizioni Dedalo, Bari, 1980.
• Idee per il governo. La ricerca scientifica, Editori Laterza, Roma-Bari, 1995.
• La fisica nella cultura italiana del Novecento, Editori Laterza, Roma-Bari, 1999.
• Contare e raccontare. Dialogo sulle due culture (con Tullio De Mauro), Editori Laterza, Roma-Bari, 2003.
• Fisici italiani del tempo presente: storie di vita e di pensiero(con Luisa Bonolis), Marsilio Editore, Venezia, 2003.
• Le idee geniali. Brevi storie di scienziati eccellenti (con Silvia Tamburini), Edizioni Dedalo, Bari, 2005.
• Che cos’è una legge fisica, Editori Riuniti, Roma, 2006.
• Fisica vissuta, Codice Edizioni, Torino, 2006.
• Prima lezione di fisica, Editori Laterza, Roma-Bari, 2007.
• Il cervello del paese. Che cosa è o dovrebbe essere l’Università, Mondadori Università, Milano, 2008.
• Incubi diurni. Essere scienziati e laici, nonostante tutto, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010.
• La probabilità fa al caso nostro. Le leggi del caso (con Silvia Tamburini), Carocci, Roma, 2014.

Bibliografia
• Carlo Bernardini, Fisica vissuta, Codice Edizioni, Torino, 2006, ISBN 887578051X (autobiografia)

Addio a Carlo Bernardini, il fisico che fece del metodo scientifico uno stile di vita
Daniela Minerva

Nato a Lecce nel 1930, aveva fatto parte del ”gruppo del sincrotrone” dell’Infn di Frascati lavorando alla realizzazione dell’anello di accumulazione (AdA) e all’acceleratore di particelle Adone
22 GIUGNO 2018

SI E’ spento un grande intellettuale della scienza italiana. Carlo Bernardini è morto e ci mancherà moltissimo. Era nato a Lecce nel 1930 ed era stato un fisico molto importante: aveva lavorato negli anni Sessanta del secolo scorso alla costruzione del primo sincrotrone italiano nel laboratori dell’Infn di Frascati accanto a Bruno Touscheck, di cui parlava con grande rimpianto come del suo maestro.

Professore di metodi matematici della fisica alla Sapienza, università di Roma, era stato amico e allievo di Edoardo Amaldi, Giorgio Salvini …. Era uno degli ultimi eredi morali di via Panisperna.

Ma non era solo questo: scrittore, critico della società, detestava il modo in cui questo paese indulge nel disinteresse e nel dileggio della scienza; pensando che solo il metodo scientifico può salvarci dalla barbarie. Ha scritto molti libri (uno anche con me, bontà sua) e diretto a lungo la gloriosa rivista Sapere. E’ stato senatore della Repubblica nella VII legislatura e si è occupato a lungo di didattica delle scienze.

Entrai nella sua casa romana in un giorno d’autunno del 1982. Venivo direttamente dalla stazione Termini ed avevo una terrificante valigetta gialla e rosa che lui guardò subito con disprezzo. Bello, alto, elegante, coltissimo, era impossibile non amarlo e non farsi immediatamente trascinare dal suo fascino intellettuale. Doveva prendere in mano la gloriosa rivista di divulgazione scientifica Sapere, nata nel 1935 e testimone di tutta la storia della scienza italiana del ‘900. L’editore, Raimondo Coga, lo aveva arruolato per ridarle smalto e soprattutto, per sottrarla alle pastoie dell’antiscienza democratica che aveva confuso le acque negli anni precedenti. E lui, un fisico scrittore, aveva bisogno di una ragazzotta che gli facesse la rivista. Sono stata con lui a Sapere per oltre dieci anni, e ho imparato tutto quello che so.

Niente paura, non farò un “lui e me”. E non la farò lunga. Né elencherò le battaglie politiche e culturali della sua vita (dal disarmo alla scuola e oltre). Ma serve dire che cosa Bernardini, nei suoi molti libri, nei suoi molti editoriali e nelle sue molte conferenze, ha lasciato in eredità a chi vorrà. Non ci sono verità assolute, non si deve parlare di quello che non si conosce (e neanche di quello che non si può conoscere). Ogni cosa detta va dimostrata alla luce del sole e convalidata da gente che ci capisce e ne sa. Non ci sono tabù, niente è bandito se non la stupidità e l’ignoranza. Troppo semplificato? Forse, ma se c’è una cosa che Carlo faceva meglio di chiunque altro: era dire semplicemente delle cose estremamente complesse. Ma era anche l’uomo che diceva (e io non me lo scorderò mai): il rigore è la nota dolente della società contemporanea.

Contro questa deriva invocava la forza della ricerca e non ha mai smesso di stigmatizzare il disprezzo dei nostri governanti verso la scienza, e la ricerca scientifica. Non solo sottofinanziata, ma profondamente sottostimata nella sua importanza per lo sviluppo sociale. I sui libri sono da leggere e rileggere. Chi voglia capire cosa è successo all’intelligenza di questo paese negli ultimi 30 anni, li rilegga e vi troverà le ragioni profonde della nostra crisi.

Non lo vedevo da un po’. Troppo da fare, e forse un po’ piccata perché in un suo libro mi aveva definita un “ogm”, organismo giornalisticamente modificato. Questo era Carlo: divertente e dissacrante. Rigoroso. Posso solo immaginare con quanto dolore abbia accolto questi nuovi cretini che straparlano di cose che non sanno. Ma questi sono i tempi moderni, che non gli sarebbero certo piaciuti.
Per quel che ci riguarda possiamo solo cercare di tenere diritta la barra del rigore. E cominciare a rileggere i suoi libri.

Tutti abbracciamo Silvia Tamburini, la moglie, professoressa di fisica, e i figli.

Link

Wikipedia

Ansa

https://www.repubblica.it/scienze/2018/06/22/news/e_morto_il_fisico_carlo_bernardini-199693860/

Addio a Carlo Bernardini, il fisico che fece del metodo scientifico uno stile di vita

Daniela Minerva
Nato a Lecce nel 1930, aveva fatto parte del ”gruppo del sincrotrone” dell’Infn di Frascati lavorando alla realizzazione dell’anello di accumulazione (AdA) e all’acceleratore di particelle Adone
22 GIUGNO 2018

SI E’ spento un grande intellettuale della scienza italiana. Carlo Bernardini è morto e ci mancherà moltissimo. Era nato a Lecce nel 1930 ed era stato un fisico molto importante: aveva lavorato negli anni Sessanta del secolo scorso alla costruzione del primo sincrotrone italiano nel laboratori dell’Infn di Frascati accanto a Bruno Touscheck, di cui parlava con grande rimpianto come del suo maestro.

Professore di metodi matematici della fisica alla Sapienza, università di Roma, era stato amico e allievo di Edoardo Amaldi, Giorgio Salvini …. Era uno degli ultimi eredi morali di via Panisperna.

Ma non era solo questo: scrittore, critico della società, detestava il modo in cui questo paese indulge nel disinteresse e nel dileggio della scienza; pensando che solo il metodo scientifico può salvarci dalla barbarie. Ha scritto molti libri (uno anche con me, bontà sua) e diretto a lungo la gloriosa rivista Sapere. E’ stato senatore della Repubblica nella VII legislatura e si è occupato a lungo di didattica delle scienze.

Entrai nella sua casa romana in un giorno d’autunno del 1982. Venivo direttamente dalla stazione Termini ed avevo una terrificante valigetta gialla e rosa che lui guardò subito con disprezzo. Bello, alto, elegante, coltissimo, era impossibile non amarlo e non farsi immediatamente trascinare dal suo fascino intellettuale. Doveva prendere in mano la gloriosa rivista di divulgazione scientifica Sapere, nata nel 1935 e testimone di tutta la storia della scienza italiana del ‘900. L’editore, Raimondo Coga, lo aveva arruolato per ridarle smalto e soprattutto, per sottrarla alle pastoie dell’antiscienza democratica che aveva confuso le acque negli anni precedenti. E lui, un fisico scrittore, aveva bisogno di una ragazzotta che gli facesse la rivista. Sono stata con lui a Sapere per oltre dieci anni, e ho imparato tutto quello che so.

Niente paura, non farò un “lui e me”. E non la farò lunga. Né elencherò le battaglie politiche e culturali della sua vita (dal disarmo alla scuola e oltre). Ma serve dire che cosa Bernardini, nei suoi molti libri, nei suoi molti editoriali e nelle sue molte conferenze, ha lasciato in eredità a chi vorrà. Non ci sono verità assolute, non si deve parlare di quello che non si conosce (e neanche di quello che non si può conoscere). Ogni cosa detta va dimostrata alla luce del sole e convalidata da gente che ci capisce e ne sa. Non ci sono tabù, niente è bandito se non la stupidità e l’ignoranza. Troppo semplificato? Forse, ma se c’è una cosa che Carlo faceva meglio di chiunque altro: era dire semplicemente delle cose estremamente complesse. Ma era anche l’uomo che diceva (e io non me lo scorderò mai): il rigore è la nota dolente della società contemporanea.

Contro questa deriva invocava la forza della ricerca e non ha mai smesso di stigmatizzare il disprezzo dei nostri governanti verso la scienza, e la ricerca scientifica. Non solo sottofinanziata, ma profondamente sottostimata nella sua importanza per lo sviluppo sociale. I sui libri sono da leggere e rileggere. Chi voglia capire cosa è successo all’intelligenza di questo paese negli ultimi 30 anni, li rilegga e vi troverà le ragioni profonde della nostra crisi.

Non lo vedevo da un po’. Troppo da fare, e forse un po’ piccata perché in un suo libro mi aveva definita un “ogm”, organismo giornalisticamente modificato. Questo era Carlo: divertente e dissacrante. Rigoroso. Posso solo immaginare con quanto dolore abbia accolto questi nuovi cretini che straparlano di cose che non sanno. Ma questi sono i tempi moderni, che non gli sarebbero certo piaciuti.
Per quel che ci riguarda possiamo solo cercare di tenere diritta la barra del rigore. E cominciare a rileggere i suoi libri.

Tutti abbracciamo Silvia Tamburini, la moglie, professoressa di fisica, e i figli.

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