CHECCHIA RISPOLI GIUSEPPE

nuova puglia d'oro_total white

CHECCHIA RISPOLI GIUSEPPE

nuova puglia d'oro_total white

San Severo 1877 – Roma 1947

La storia del (sotto)suolo di Capitanata

Una vita che si conclude nel pomeriggio del giorno in cui si deve lasciare definitivamente, per raggiunti limiti di età, il lavoro svolto con passione e dedizione. La biografia di Giuseppe Checchia-Rispoli costituisce, per la ricchezza di produzione e la profondità di studio in campo geo­paleontologico, per la cura e la passione per le collezioni museali, per la dedizione all’insegnamento, un esempio di scienziato che “nel laboratorio scientifico trascorre il meglio della sua vita”. Fino alla morte.
La formazione ed il percorso di studi del giovane Giuseppe Checchia-Rispoli si svilupparono tra San Severo, dove era nato dal Dott. Giovanni Checchia e da Caterina Rispoli, discendente di una antica famiglia aristocratica, il 21 aprile 1877; Lucera, vivace centro culturale del foggiano, nel quale aveva completato gli studi liceali classici presso l’illustre Liceo “R. Bonghi”; Roma, dove aveva studiato Scienze Naturali presso l’Università, laureandosi poi, nel 1900, in Geologia.
L’ambiente familiare era stato particolarmente stimolante: il padre gli aveva trasmesso l’interesse per i temi naturalistici, anche se poi Giuseppe, nel coltivarli, vi avrebbe aggiunto una forte determinazione e un grande rigore conoscitivo, confermato negli anni universitari. Era un “libero pensatore”. Durante la stesura della tesi di laurea, infatti, si era già distaccato dalle posizioni del suo relatore, sostenendo una diversa interpretazione, successivamente confermata da altri studi, dell’età triassica dei calcari della “Punta delle pietre nere” del Gargano.
L’inizio della sua carriera risale al 1899, quando iniziò a prestare servizio come volontario presso l’Ufficio Geologico di Roma, che, dopo un periodo trascorso in Sicilia, al suo rientro avrebbe ripreso a frequentare. Nel 1905 divenne assistente alla cattedra di Geologia dell’Università di Palermo del Prof. Giovanni Di Stefano (1856-1918), il quale lo aveva avviato agli studi di Paleontologia. Negli anni universitari erano già maturati i suoi interessi per lo studio dei fossili, allorché, guidato dal maestro, Checchia-Rispoli preparava i materiali per la tesi di laurea sugli invertebrati raibliani della “Punta delle pietre nere”.
A Palermo trascorse un luogo periodo, che va dal 1905 al 1914, conducendo varie ricerche come assistente alla cattedra di Paleontologia. Nel 1908 conseguì la libera docenza in Geologia ed in Paleontologia e per cinque anni tenne l’incarico didattico di Geografia fisica.
Rientrò a Roma come componente dell’organico dell’Ufficio Geologico d’Italia fino a conseguire, dopo aver superato il concorso, il grado di Geologo principale. Mantenne l’incarico fino al 1926. Questo secondo periodo romano di Checchia­Rispoli si protrasse fino al 1935.
In quegli anni fece altre esperienze di rilievo, assumendo, dal ’18 al ’19, la carica di Direttore del Reparto Geologico dell’Istituto Sperimentale delle Ferrovie dello Stato e, nel ’22, per tre anni, l’insegnamento di Paleontologia presso l’Università romana. Subito dopo, superato il concorso come professore straordinario di Geologia, si spostò per un biennio, a partire dal ’26, a Cagliari. Fece poi ritorno a Roma sulla cattedra di Paleontologia, che ricoprirà dal ’28 al ’35, anno in cui, scomparso il Prof. Alessandro Martelli (1878-1934), passò sulla cattedra di Geologia.
Contemporaneamente assunse l’incarico di direttore dell’Istituto di Geologia e Paleontologia. La dotazione alquanto limitata dell’Istituto romano non impedì a Checchia­Rispoli di portarlo a livelli d’eccellenza. Tra le iniziative più significative in questa direzione va ricordata la decisione di ospitare il ricco patrimonio librario della Biblioteca della Società Geologica Italiana.
Conservò l’insegnamento di Geologia fino al 1946, allorché riassunse definitivamente la cattedra di Paleontologia, cedendo l’altra al Prof. Ramiro Fabiani (1879-1954) di Palermo. Tale inattesa decisione scaturiva dal peggioramento della sua vista, che tuttavia non gli impedì di continuare a svolgere l’attività di ricerca e di didattica fino all’età di 70 anni.
Il Prof. Ettore Onorato, nel 1964, invitato a San Severo a pronunciare un discorso che ricordasse Checchia­Rispoli, avrebbe sottolineato la dedizione del paleontologo pugliese nell’affrontare difficoltà e disagi, quando, durante la sua attività di rilevatore dall’alba al tramonto, percorreva a piedi il terreno per effettuare osservazioni di varia natura, litologica, paleontologica e stratigrafica.
Il 30 ottobre 1947, proprio alla fine del suo ultimo giorno lavorativo, si spense improvvisamente nel suo ufficio, pur felice per una normativa che gli avrebbe permesso di prolungare ancora per un quinquennio la propria opera e di portare a termine i lavori in fase di completamento. Essi riguardavano l’illustrazione della fauna echinologica e malacologica della Somalia nonché la revisione delle ricerche sul Terziario della Capitanata, sintesi conclusiva dei suoi studi a carattere geologico e paleontologico.
Giuseppe Checchia-Rispoli contribuì allo sviluppo conoscitivo di vari gruppi di organismi, vertebrati ed invertebrati, di diverse parti del mondo (Cirenaica, Somalia, Libia, Sinai) e dell’Italia (Sicilia, Sardegna, Calabria e Capitanata). Tale straordinario impegno ebbe negli Echinidi e nei grandi Foraminiferi il suo nucleo più importante, come ben espresso dal noto paleontologo francese Jules Lambert (1848-1940), il quale, riferendosi alle ricerche echinologiche sviluppate dallo scienziato pugliese fin dal 1920, sottolineava come “nonostante la guerra, G. Checchia-Rispoli, ha continuato la pubblicazione di questa importante monografia, che fa grande onore ai Professori scienziati dell’Università di Roma e alla Società italiana”.
Ricevette espressioni di vivo apprezzamento anche da parte di numerosi altri colleghi stranieri, con cui ebbe una fitta corrispondenza scientifica, e, per quanto riservato e schivo verso ogni onore, venne apprezzato nella comunità accademica, che lo volle socio di diverse società e sodalizi scientifici, tra cui l’Accademia dei Lincei, quella delle Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli, la Peloritana di Messina, il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Fu presidente della Commissione Geologica e della Società Geologica Italiana.
Vincenza Padovano

Da Scienziati di Puglia (a cura di) Francesco Paolo De Ceglia, Adda Editore, 2007 pag. 447- 450

Cenni bibliografici

Letteratura primaria:

Contributo alla Paleontologia della Capitanata, «L’Alba», n. 29 e 35, Sansevero 1900 (estratto).

Su alcuni Echinidi miocenici del Monte Gargano, «Bollettino della Società Geologica Italiana», 35 (1916) 2, pp. 81-94.

«Zuffardia» nuovo genere di Echinide del Senoniano della Tripolitania. «Rendiconti della Regia Accademia dei Lincei», serie 5a, vol. XXVI (1917).

Illustrazione dei Clipeastri miocenici della Calabria seguita da uno studio sulla morfologia interna e sulla classificazione dei Clipeastri, «Memorie per servire alla descrizione della Carta Geologica d’Italia», IX (1925), parte 3, pp.1-75 (pagine dell’estratto).

Echinidi cretacei della Tripolitania, «Bollettino del Regio Ufficio Geologico d’Italia», 58 (1933) 9, pp. 1- 14 (pagine dell’estratto).

Monografia degli “Epiaster” della Somalia Italiana, «Atti della Accademia Nazionale dei Lincei» (Memorie), 8 (1947), pp. 1-23 (pagine dell’estratto).

Letteratura secondaria:

D’Erasmo G. e Maxia C., Giuseppe Checchia-Rispoli, Vallecchi, Firenze 1957.

Di Nunzio G., Giuseppe Checchia-Rispoli, manoscritto non datato.

Lamedica-Venturo M. V., Giuseppe Checchia-Rispoli (1877-1947), in San Severo 2000, CdRom realizzato dal Comune di San Severo.

Maxia C., In memoria del Prof Giuseppe Checchia­Rispoli, «Bollettino del Servizio Geologico d’Italia», LXXI (1947-49), pp. 35-50.

Maxia C., Necrologia di G. Checchia-Rispoli, «Atti della Società Geologica Italiana », LXVI (1947), pp. XV­XXXII.

Taccagno A. M., Checchia-Rispoli, Giuseppe, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1991, XXIV, pp. 404-06.

CHECCHIA-RISPOLI, Giuseppe in “Dizionario Biografico”
www.treccani.it › enciclopedia › giuseppe-checchia-risp
CHECCHIA-RISPOLI, Giuseppe. – Nacque a Sansevero (Foggia) il 21 apr. 1877 da Giovanni Checchia e Caterina Rispoli. Il padre gli trasmise l’amore per gli studi naturalistici, seguiti all’università di Roma, dove, si laureò in scienze naturali, con una tesi in geologia, nel 1900. In contraddittorio con il suo relatore, sostenne allora l’età triassica dei calcari della “Punta delle pietre nere” sul Gargano; gli studi successivi confermarono l’interpretazione del giovane studioso. Trascorso un periodo come geologo volontario presso l’Ufficio geologico d’Italia, si trasferì nel 1905 all’università di Palermo, come assistente di G. Di Stefano che fu suo maestro in paleontologia; ivi conseguì la docenza in geologia e paleontologia nel 1908 e tenne l’insegnamento della geografia fisica per cinque anni. Tornato a Roma, vinse il concorso per geologo all’Ufficio geologico e fu poi promosso geologo capo. Dal 1925 tenne l’incarico di paleontologia nell’università di Roma.
Nel 1926 vinse la cattedra di geologia dell’università di Cagliari donde passò, dopo due anni, a quella di paleontologia a Roma; qui nel 1935 assunse la cattedra di geologia e la direzione dell’istituto. Dopo le vicissitudini belliche tornò alla paleontologia. Sposò in quel tempo Margherita Fraccacreta.
-https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-checchia-rispoli_(Enciclopedia-Italiana)/

CHECCHIA-RISPOLI, Giuseppe
di Giuseppe Montalenti – Enciclopedia Italiana – II Appendice (1948)
CHECCHIA-RISPOLI, Giuseppe. – Paleontologo e geologo, nato a Sansevero (Foggia) il 21 aprile 1877, morto a Roma il 30 ottobre 1947. Professore di geologia alla università di Cagliari, poi di paleontologia e geologia a Roma (dal 1928).
Autore di circa 200 pubblicazioni, nella maggioranza di paleontologia e geologia stratigrafica. Notevoli le sue ricerche sulla geologia della Capitanata, sulle faune dei terreni cretacei e terziarî di varie regioni dell’Italia meridionale, della Cirenaica e della Somalia; sui Foraminiferi dei terreni paleogenici e miocenici dell’Italia meridionale. Fondamentali i suoi studî sugli Echinidi, e specialmente sui Clipeastri, che gli valsero meritata fama internazionale. Fu collaboratore e redattore dell’Enciclopedia italiana per la paleontologia.
Bibl.: G. D’Erasmo, in Rendiconti Accademia Scienze Fisiche Matematiche di Napoli, s. 4ª, XV (1947).

POTREBBE INTERESSARTI