VILLANI UGO

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VILLANI UGO

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Professore emerito di diritto internazionale Università di Bari Aldo Moro, professore di Diritto dell’Unione Europea Luiss Guido Carli Roma.

Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Bari nel 1969, percorre la carriera accademica con la designazione di Professore emerito di Diritto internazionale, Università di Bari “Aldo Moro”.
Professore di Diritto dell’Unione europea, LUISS “Guido Carli” Roma.
Professore di Diritto internazionale nel Master “Esperti in politica e in relazioni internazionali”, LUMSA Roma.
Presidente della Società italiana di diritto internazionale e di diritto dell’Unione europea (2015-2018).
Presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto di diritto internazionale della pace “Giuseppe Toniolo” (2018). Ha tenuto un corso all’Accademia di Diritto internazionale dell’Aja (2001).
È stato Presidente del Consiglio del Corso di laurea in Giurisprudenza e di quello in Scienze Politiche, Università di Bari “Aldo Moro”.
È stato Direttore dell’Istituto e del Dipartimento di Diritto internazionale e dell’Unione europea, Università di Bari “Aldo Moro”.
È stato Coordinatore del Dottorato di ricerca in Diritto internazionale e dell’Unione europea, Università di Bari, Napoli, Siena, Firenze, e del Dottorato di ricerca in Diritto internazionale e dell’Unione europea, Università di Roma “La Sapienza”.
È Condirettore della collana “Studi di diritto internazionale”, Giappichelli Torino e Condirettore della rivista “Studi sull’integrazione europea” e della relativa collana, Cacucci Bari.
È membro del Comitato scientifico di numerose riviste giuridiche.

Pubblicazioni

Istituzioni di diritto dell’Unione Europea. Nuova ediz.
di Ugo Villani Editore: Cacucci Collana: Studi sull’integrazione europea
Data di Pubblicazione: febbraio 2020

Sulla scelta della legge applicabile ai contratti nel regolamento comunitario Roma I, in Scritti in onore di Francesco Capriglione. Le regole del mercato finanziario, Cedam, Padova, 2010, II, p. 731 ss.;
Principi democratici e ruolo dei Parlamenti nazionali nel Trattato di Lisbona, in Il Trattato di Lisbona tra conferme e novità (a cura di C. Zanghì, L. Panella), Giappichelli, Torino, 2010, p. 213 ss., e in Scritti in onore di Ugo Draetta, Editoriale Scientifica, Napoli, 2011, p. 785 ss.;
Tutela dei diritti fondamentali nel ‘dialogo’ tra corti europee e giudici nazionali, in Diritti fondamentali e Cittadinanza dell’Unione Europea (a cura di L. Moccia), FrancoAngeli, Milano, 2010, p. 115 ss., e, con il titolo La cooperazione tra i giudici nazionali, la Corte di giustizia dell’Unione europea e la Corte europea dei diritti dell’uomo, in La cooperazione fra Corti in Europa nel tutela dei diritti dell’uomo (a cura di M. Fragola), Editoriale Scientifica, Napoli, 2012, p. 1 ss.;
Il ruolo della prestazione caratteristica dalla Convenzione di Roma al regolamento “Roma I” sulla legge applicabile ai contratti, in Studi sull’integrazione europea, 2010, p. 577 ss.;
La legge applicabile alla sostanza dei contratti nel regolamento del 17 giugno 2008 (Roma I), in L’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. Aspetti economici e giuridici (a cura di A. Nifo), Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2010, p. 193 ss.;
Valori comuni e rilevanza delle identità nazionali e locali nel processo d’integrazione europea, Napoli, Editoriale Scientifica, 2011;
Dalla Dichiarazione universale alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, Bari, Cacucci, 2012 (2a edizione ampliata, Bari, Cacucci, 2015);
In tema di dialogo sociale e di sussidiarietà nel Trattato di Lisbona, in Liber Amicorum. Spunti di diritto del lavoro in dialogo con Bruno Veneziani, Cacucci, Bari, 2012, p. 327 ss.;
La politica sociale nel Trattato di Lisbona, in Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale, 2012, I, p. 25 ss.;

Da “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO” del 12 dicembre 2020

La GIORNATA MONDIALE. L’INTERNAZIONALISTA Villani: al tempo del covid lo Stato deve proteggere il diritto alla vita e alla salute

«I diritti umani restino al centro la vera partita si gioca nelle scuole»

GIUSEPPE DIMICCOLI

Oggi, 10 Dicembre, si celebra la Giornata mondiale dei Diritti umani. Un momento estremamente utile per riflettere sopra tutto alla luce dell’attuale pandemia. Ugo Villani, professore emerito di Diritto internazionale nell’Università di Bari «Aldo Moro» e docente nel master Esperti in politica e in relazioni internazionali dell’Università Lumsa di Roma e già Presidente della Società Italiana di Diritto internazionale e di Diritto dell’Unione europea, risponde alle domande della Gazzetta.

Quanto è importante celebrare questa Giornata?

«La scelta del 10 dicembre nasce dal fatto che in tale data, nel 1948, l’Assemblea generale dell’ONU adottò la Dichiarazione universale dei diritti umani. Questa costituisce la pietra angolare di una poderosa costruzione normativa che ha progressivamente condotto all’affermazione di una vasta e articolata gamma di diritti fondamentali dell’individuo, i quali sono universali, nel duplice significato che vanno riconosciuti a tutti e da parte di ogni Stato. La Dichiarazione del 1948 traduceva in un elenco di diritti l’espressione, di grande importanza morale e politica, ma alquanto vaga e generica, di “diritti umani e libertà fondamentali”, presente già nella Carta dell’ONU, così favorendone la precisa individuazione e l’effettivo rispetto».

Quanto è attuale il messaggio della Dichiarazione?

«La permanente attualità della Dichiarazione universale risiede principalmente nel risultato, da essa prodotto, di sottrarre il trattamento dell’individuo da una sfera esclusivamente interna a ciascuno Stato e di collocarlo in una dimensione internazionale. Ciò significa che, mentre in passato lo Stato poteva decidere liberamente, senza renderne conto in alcun modo alla comunità internazionale, se riconoscere e garantire i diritti del cittadino – come avveniva nei Paesi di stampo liberale – o, al contrario, asservirlo a un potere statale assoluto – come nei regimi dittatoriali -, oggi ogni Stato risponde agli altri Stati e agli organismi internazionali della effettiva tutela dei diritti fondamentali dell’individuo. E quest’ultimo ha a sua disposizione meccanismi di garanzia ai quali ricorrere se uno Stato violi tali diritti, come, per esempio, il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo».

Quali sono le categorie più a rischio in questo periodo relativamente alla compressione dei diritti umani?

«I diritti che l’attuale pandemia mette seriamente a repentaglio sono anzitutto il diritto “primordiale” alla vita e quello alla salute, diritti che gli Stati sono tenuti non solo a rispettare, ma a proteggere, mediante misure positive e concrete. È evidente che le categorie più fragili, per età o per patologie, siano state quelle più colpite in tali diritti. Se passiamo alle misure di contrasto al Covid, sembra indubitabile che, in linea generale, esse siano indispensabili e doverose per la tutela della salute pubblica, purché siano strettamente proporzionate a tale obiettivo».

Nella Dichiarazione è possibile anche leggere: «Tutti gli essere umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti … e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza»; come è coniugabile questo messaggio per arginare il Covid?

«L’uguaglianza si coniuga con lo spirito di fratellanza che non può ridursi a una sia pur nobile espressione retorica: anch’esso deve esprimersi in gesti concreti di solidarietà, in adempimento di quel dovere che, ai sensi dell’art. 29 della Dichiarazione, ogni individuo ha verso la comunità».

Cosa ritiene più opportuno che si facesse a livello sociale per celebrare al meglio questa Giornata?

«La difesa più efficace, quella “preventiva”, dei diritti umani consiste nella educazione a tali diritti. Sicuramente promuovere la conoscenza anzitutto nella scuola per contribuire alla formazione di una coscienza rispettosa del prossimo e di una cittadinanza attiva. I media hanno anch’essi una particolare responsabilità nel diffondere la cultura dei diritti umani e nel denunciare le violazioni di tali diritti che avvengono tuttora in tante parti del Mondo. Bisogna guardarsi dall’illusione che i progressi dei diritti umani siano irreversibili: tali diritti, infatti, sono essenzialmente fragili e vulnerabili e continuamente esposti a rischi di antichi e nuovi attentati».

Intervista al Prof. Ugo Villani, docente emerito di Diritto Internazionale presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”

https://www.odysseo.it/intervista-al-prof-ugo-villani-docente-emerito-di-diritto-internazionale-presso-luniversita-degli-studi-di-bari-aldo-moro/..

di Silvana Campanile
22 Maggio 2019

Alla seconda serata della Settimana di San Tommaso “Legami comuni”, interviene il Prof. Ugo Villani, docente emerito di Diritto Internazionale presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Il legame al centro dell’attenzione è quello che ci accomuna come cittadini europei: “Un’Europa da riscoprire nella speranza e nella solidarietà: un impegno e un sogno da realizzare insieme”.

Professor Villani, Winston Churcill, al Congresso d’Europa del 1948, disse che sperava di vedere un’Europa in cui tutti si pensassero cittadini europei quanto cittadini della propria patria e potessero dire dell’Europa: “Sono a casa!”. Pensa che possiamo dire oggi di sentirci a casa in europa?

Oggi siamo cittadini europei dall’entrata in vigore del trattato di Maastricht del 1992, nel senso che, molti non lo sanno nemmeno, ma ogni cittadino di uno Stato membro, per ciò stesso, aggiunge automaticamente la cittadinanza europea a quella del proprio Paese. Quindi oggi, ormai direi da qualche decennio, è uno status giuridico che la Corte di giustizia ha più volte definito come lo status fondamentale dei cittadini degli stati membri, al quale si collega una serie di diritti come la libera circolazione delle persone. Si potrebbe dire che questa esisteva già nei trattati originali, ma lì era subordinata, in realtà, alla qualità di lavoratore autonomo o subordinato, quindi per una logica economica, mercantile. Oggi questo diritto è del “cittadino” che, in quanto tale, deve sentirsi -come diceva Churchill- a casa sua nel contesto europeo”. Essere cittadino europeo ha anche una valenza culturale: non significa essere privato della propria cittadinanza nazionale (e di tutto ciò che ne fa parte come la cultura e tradizioni nazionali), ma cittadino europeo è colui che si confonde, si arricchisce in un contesto senza muri, senza barriere, e che porta con sé la sua cultura e le sue tradizioni che poi esporta, apprendendo quelle degli altri, diventando soggetto protagonista di un fenomeno sociale e culturale che porta ai grandi valori europei, prodotto dei valori nazionali.

Già, la cultura europea… Ma non siamo forse troppo legati ad una visione di Europa incentrata in buona parte su temi economici, perdendo di vista che l’Unione Europea è prima di tutto una comunità di uomini?

Probabilmente la cosa si può spiegare perché è vero che negli ultimi anni, a partire dal 2008, la grande crisi che viene dagli Stati Uniti e poi arriva in Europa, ciò che abbiamo colto dell’Europa è stato il viso peggiore, quello più duro e severo, il rigore, quello per la stabilità della zona euro. Credo anche che le misure anticrisi siano state socialmente ed eticamente molto criticabili, specialmente quelle imposte alla Grecia. Questo è un volto arcigno e sgradevole di un’Europa che però non è la vera unione europea, perché gli strumenti usati, tecnici, giuridici, economici non fanno parte dell’armamentario dei trattati europei, sono stati realizzati mediante degli accordi collaterali, creando addirittura un’altra organizzazione che si chiama MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, che è quello che ha imposto, mediante una serie di intese, ai paesi che erano in situazioni peggiori, una serie di condizioni per risanare l’economia che però hanno avuto dei costi sociali inaccettabili. Quest’Europa non piace assolutamente. Ma guardiamo all’Europa che realizza la circolazione delle persone e anche quella delle merci, utile a tutti. Pensiamo a materie a cui ci siamo abituati come la tutela del consumatore. La tutela dell’ambiente in parte deriva dalle iniziative europee, le condanne che i vari Stati, compresa l’Italia, prendono per lo smaltimento dei rifiuti, derivano da norme europee che riguardano la qualità della vita, lo sviluppo sostenibile. La circolazione delle sentenze può sembrare un fatto irrilevante ma non lo è. Quindi c’è tutta una serie di realizzazioni di grande valore sociale, per non parlare poi delle azioni di accompagnamento, di finanziamento. Quante volte vediamo nelle scuole o negli edifici pubblici le bandiere con le stelle, vuol dire che l’Unione Europea ha messo soldi lì, quindi a volte bisognerebbe un po’ pensare a questi aspetti che io credo siano i più autentici. Senza dimenticare che dalla mia generazione in poi, noi europei non abbiamo conosciuto più la guerra.

Cosa direbbe agli elettori che sono chiamati alle urne il prossimo 26 Maggio?

Il primo consiglio è di andare a votare perché oggi c’è disaffezione per l’Europa e per la politica, anche giustificata, ma bisogna reagire, bisogna riprendere in mano il proprio destino. Il secondo consiglio è: non dico di leggersi un manuale di Diritto dell’Unione Europea, ma di informarsi un po’, perché a volte l’idea che uno ha dell’Europa non corrisponde alla verità. Sapere cosa fa il Parlamento europeo è importante. Un altro consiglio lo vorrei dare ai candidati, che sappiano cosa vanno a fare, perché mi pare che non tutti lo sappiano!

Ugo Villani nominato Professore Emerito dal Ministro Fedeli

Un riconoscimento per il docente universitario barlettano

Pubblicato da Paolo Doronzo – 7 Dicembre 2017

Il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Valeria Fedeli ha insignito del titolo di “Professore emerito” il docente universitario barlettano Prof. Ugo Villani, che da novembre 2016 è andato in pensione.
Già docente ordinario dell’Università di Bari, laureato in giurisprudenza nel 1969, ha lavorato anche per l’Università Federico II di Napoli; dal 2001, ha tenuto la cattedra di Diritto dell’Unione Europea alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università “La Sapienza” di Roma; nel 2006, è stato docente presso la LUISS “Guido Carli” di Roma, insegnando Tutela internazionale dei diritti umani, Diritto internazionale, Diritto dell’Unione europea, nonché responsabile scientifico del programma Erasmus nella facoltà di Scienze politiche.

Dal 2012, è tornato a Bari all’Università “Aldo Moro”, per l’insegnamento di Diritto dell’Unione Europea, poi Diritto internazionale. Negli ultimi tre anni, è stato Presidente del Collegio dei garanti del Codice etico. Nel 2015, arriva l’incarico di Presidente della Società italiana di diritto internazionale e dell’Unione Europea. Ma la sua fama accademica arriva anche all’estero, dove era stato chiamato nel 2001 per tenere un corso presso l’Académie de Droit International dell’Aja. È anche fondatore e condirettore della rinomata rivista accademica “Studi sull’integrazione europea”.

Ricordiamo che Villani è stato Assessore alla Legalità e Polizia municipale per pochi mesi nel 2013, nella prima Giunta Cascella. Un cittadino molto attento e partecipe alla vita culturale cittadina, numerose sono le conferenze a cui ha partecipato in questi anni, collaborando a creare una consapevolezza di cittadini europei. Un riconoscimento prestigioso al suo lavoro e al suo ruolo costante di sprone morale soprattutto per i giovani. Il professore esprime, ai nostri microfoni, grande soddisfazione per la conseguita onorificenza.

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