SOLARINO GIUSEPPE

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SOLARINO GIUSEPPE

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Siracusa 1904 – Bari 1983

La forza delle scelte

“la Scienza è Universale perché orientata verso la soluzione di problemi umani, la Scienza è Universale perché l’esercizio del metodo scientifico è una facoltà essenzialmente umana, che non conosce barriere di razza, di lingua, di religione, mentre il suo unico nemico è il segreto, il mistero!” [G. Solarino, Universalità della Scienza e Universalità della Cultura, Zagabria, 27 maggio 1983].
Personalità carismatica dal temperamento dominante, Giuseppe Solarino si distinse per l’amore per la cultura, verso la quale si sentì servitore e interprete al tempo stesso. Figlio di Giovanni e di Concettina Genovesi, nacque a Siracusa 1’8 aprile 1904. Pur non provenendo da famiglia agiata, concluse gli studi liceali per poi frequentare, dal 1922, la Facoltà di Medicina e Chirurgia a Messina, allocata nelle sedi dell’Uni­versità ancora baraccate a causa del rovinoso terremoto del 1908.
Il 29 settembre 1925 si iscrisse al Partito Nazionale Fascista e nel ’27 entrò a far parte della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, nella quale divenne poi, con il grado di centurione (capitano) medico, dirigente del servizio sanitario della Coorte Universitaria “L. Boer”, la Legione della Milizia Universitaria di Messina. Si laureò il 9 luglio 1928 con una tesi in Patologia generale sull’Influenza della splenectomia sulla leucocitosi digestiva e sulla iperglicemia alimentare e digestiva, che fu molto apprezzata, tanto da essere pubblicata.
Già dal ’23 aveva iniziato a frequentare, come allievo interno, prima l’Istituto di Farmacologia e Terapia della Regia Università di Messina, sotto la guida del Prof. Gaetano Vinci (1869-1968), poi l’Istituto di Patologia generale, diretto dal Prof. Carmelo Ciaccio (1877-1956). Di questi, nell’agosto del 1928, divenne aiuto di Patologia e assistente della Sezione di Istopatologia presso l’Istituto per la Profilassi della Tubercolosi e del Cancro dell’Arciconfraternita dei Rossi.
Nell’autunno dello stesso anno vinse il posto di perfezionamento in Patologia generale “Giuseppe Guarnieri”, bandito dall’Università di Pisa, per la sua già nutrita raccolta di pubblicazioni (ben sette, dalle quali la commissione esaminatrice desunse “cultura, attitudine alla ricerca sperimentale e cautela nel concludere” del candidato), ma dovette rinunciare per motivi di famiglia.
Memorabile per la sua tenacia, a Messina si guadagnò per diverse volte il premio di operosità scientifica tra gli assistenti dell’Università e fu fiduciario della Sezione Assistenti Universitari dell’Associazione Fascista della Scuola, dal ’30 al ’33. La libera docenza in Patologia generale giunse nel ’32. In quegli anni insegnò Patologia generale delle malattie infettive e parassitarie ed ebbe l’incarico di Igiene scolastica presso la Facoltà di Magistero di Messina; ottenne inoltre il nuovo insegnamento di Microbiologia. Nel ’38, ancora, insegnò al Corso di Cultura coloniale indetto dall’Istituto Fascista per l’Africa Italiana. Sposò Immacolata Vizioli ed ebbe sette figli.
La sua attività scientifica si svolse con grande profitto; molti suoi lavori sperimentali furono pubblicati in Italia e all’estero, nei periodici di tutti gli istituti da lui frequentati: l’Istituto di Patologia generale di Messina, l’Istituto sieroterapico milanese (presso cui lavorò nell’estate del ’29, sotto la direzione del Prof. Serafino Belfanti, 1860-1939), l’Istituto di Microbiologia della Regia Università di Milano, diretto dal Prof. Amilcare Zironi, dove impostò le ricerche in batteriologia sulla fase Gram-negativa nello sviluppo dei germi Gram-positivi; gli Istituti di Anatomia patologica ( diretto dal Prof. Filippo Battaglia), di Chimica biologica e Fisiologia umana di Messina ( diretti dal Prof. Gaetano Martino, 1900-67), l’Istituto di Patologia generale di Bari e l’Ospedale militare di Messina.
Conosciuto e apprezzato all’estero, nel marzo del ’38 rinunciò alla cattedra di Batteriologia dell’Università di Concepciòn, in Cile, per mantenere il suo impegno accademico italiano, che proseguì, nell’ottobre dello stesso anno, allorché gli fu affidato il corso di Patologia generale presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Bari. Qui fu proposto anche come direttore dell’Istituto. Quest’ultimo, nato nel 1931 con il Prof. Vincenzo Bisceglie, era carente di monografie e riviste: Solarino provvide pertanto a riorganizzare la biblioteca, avviata dal 1925 come semplice raccolta. Iniziò la formazione di un’istoteca e di un’emoteca e arricchì la collezione di tavole murali. Allestì inoltre una sezione speciale per le ricerche costituzionalistiche, all’epoca à la page nell’accademia italiana. Nell’ottobre del 1939, Preside il Prof. Alessandro Baldoni, vinse la cattedra di Patologia generale e dal ’43 ebbe l’ordinariato, che mantenne fino al ’74. Iniziò nel ’41 ad occuparsi dell’insegnamento di Medicina legale e diresse la Scuola di perfezionamento annessa.
Dopo essere stato arruolato come sottotenente medico nell’esercito, il 27 luglio del ’40 fu richiamato come capitano medico di complemento nel Corpo sanitario del Ministero della Marina e destinato lontano dalla sede universitaria, in zona di guerra, fino al marzo ’41, quando fu trasferito nuovamente a Bari come capo del Servizio sanitario dell’infermeria di guerra del Comando della Marina di Bari. Gli anni della guerra lo videro impegnato sia sul fronte militare sia didattico: tenne lezioni anche ad agosto per gli studenti di Medicina che si trovavano a Bari per assolvere il servizio militare. Per volere della Facoltà, che, viste le difficoltà dell’Università, chiedeva inutilmente al Ministero il suo esonero dagli obblighi militari, tenne diversi insegnamenti, come Medicina legale e delle assicurazioni nonché Anatomia e Istologia patologica. Per una malattia contratta in servizio fu dichiarato invalido di guerra.
Del periodo bellico, che aveva tradito i valori stessi della scienza, avrebbe conservato un amaro ricordo. “Il secolo XX ha – invece – smentito l’illusione del controllo della buona vo­lontà umana sui rischi distruttivi della Scienza, attraverso l’uso di violenze belliche indiscriminate (come bombarda­menti e rappresaglie su popolazioni inermi), l’uso – ormai frequentissimo – di gas tossici o addirittura mortali, l’impiego di armi batteriologiche, causa di epidemie gravissime non solo tra i combattenti, ma addirittura di pandemie, i cosiddetti campi di sterminio, ed infine la bomba atomica, mezzi sempre più micidiali, che hanno conferito alle guerre il carattere di minaccia non più di una civiltà, bensì alla civiltà tout court!”: queste le sue parole.
Le ricerche che Solarino impostò già dal ’29, ebbero sin dall’inizio lo scopo di mostrare il ruolo della vitamina B1, in particolare della sua carenza, e quello della inanizione, dovuta alle condizioni sperimentali, nelle alterazioni biochimiche e nelle lesioni istologiche degli organi riproduttivi dei colombi affetti da beri-beri. In particolare, la sua osservazione delle lesioni prodotte dal beri-beri nei lobi ottici dei colombi fu presentata dal suo maestro Ciaccio, con un certo orgoglio, all’Accademia dei Lincei.
Le sue ricerche si svilupparono nel campo delle reazioni ematologiche postalimentari, della leucocitosi digestiva e di quella che è considerata una sua scoperta, l’eritropenia digestiva; si occupò di orizotossina e beri-beri sperimentale avia­rio; di reazioni iperglicemiche alimentari in condizioni normali e patologiche; di quadri morfologici e biochimici differenziali tra avitaminosi ed inanizione. Intraprese ricerche sul virus dell’affezione diftero-vaiolosa aviaria ed effettuò ricerche sui caratteri biometrici dell’uomo e della donna pu­gliesi.
Gli studi nel campo della patologia sperimentale ed umana si possono raggruppare in quattro macro temi, che sviluppò insieme ai numerosi suoi allievi: ematologia, fisiopatologia, immunologia ed oncologia. Furono particolarmente interessanti i risultati che raggiunse nello studio del processo di riparazione ossea in animali giovani, ai quali erano state prodotte fratture ed era stato somministrato acido nicotinico per un tempo prolungato. Partecipò al dibattito sui rapporti tra leucemie e tumori nella serie animale e aggiornò anche la tesi sostenuta dal Prof. Giuseppe Sanarelli (1864-1940) e dalla sua Scuola sulla insormontabilità della barriera gastrica da parte di germi come il vibrione colerico.
Sulle indagini che condusse insieme con i suoi allievi Donato Fumarola (1928-2007), Vito Diomede-Fresa e Del Buono sugli antibiotici endogeni relazionò al Simposio Internazionale organizzato in suo onore dall1Accademia Svizzera di Medicina (Vevey, giugno 1961), riscuotendo il consenso soprattutto della Scuola tedesca.
Dal ’47 in poi condusse indagini sull’infezione tubercolare, dalla patogenesi all’istogenesi, e sul comportamento dei farmaci antitubercolari; fu così presidente dell’Associazione regionale pugliese contro la tubercolosi e le malattie polmonari sociali. La sua fu un’indagine d’avanguardia e talvolta pericolosa: un suo collaboratore, Giannino Giorgio, contrasse la tubercolosi durante le ricerche e ne morì. Nel ’60 Solarino istituì il Centro Radioisotopi per ricerche fini in biologia pura ed applicata e per la diagnosi clinica di tumori. Dall’a.a. ‘63-‘64 diversi assistenti militari furono assegnati dal Ministero della Difesa all’Istituto di Patologia diretto da Solarino per il perfezionamento culturale.
In chemioterapia, seguì le indagini condotte dall’aiuto Prof. Spadafina su un derivato della para-aminofenilsulfamide, il Pirrofanil (N-para-sulfamido-fenil a fenil a’ B’-dicheto B’-sulfamido-aniltetraidropirrolo), associato a nucleinato di sodio, preparato dal Prof. Riccardo Ciusa, per esaminarne la tossicità acuta e cronica, l’azione in vitro ed in vivo su diverse specie di organismi e l’influenza sul quadro ematologico. Lo studio portò alla conclusione che si trattava di un preparato atossico quando somministrato per os e con spic­cata azione chemioterapica verso alcune malattie da infezione.
Anche all’estero il suo nome fu stimato. Nel ‘66 fu invitato a Tokyo per il Congresso Internazionale di Cancerologia, nel quale presentò le indagini sperimentali realizzate sull’influenza delle sostanze precoagulanti ed anticoagulanti sui processi di cancerogenesi sperimentale. Tenne in Polonia diverse conferenze, a Varsavia per l’Accademia polacca della scienze mediche; in Grecia fu ospite della Clinica universitaria “Alexandra” di Atene e dell’Istituto di Oncologia di Salonicco. Nel ’77 fu invitato dall’Istituto Oncologico di Bucarest al II Congresso Nazionale Rumeno di Oncologia e al Simposio su “Modelli sperimentali dell’immunologia del Cancro”. Nello stesso anno l’OSI di Bari gli conferì il “Premio Barese” per la Medicina e l’anno successivo ricevette la cittadinanza onoraria della città di Bari dal Consiglio comunale, alla quale unì il riconoscimento della città di Messina, che nel 1979 gli assegnò la medaglia d’oro di benemerenza.
Fu un uomo di istituzioni. Il suo impegno nell’ambito oncologico lo indusse a fondare nel ’55 la Scuola di Specializzazione in Oncologia, della quale fu direttore, e successivamente, nel ’69, quella in Patologia Generale. Il 2 giugno 1980 ebbe da Presidente della Repubblica l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica. Il 27 settembre successivo, la Facoltà di Medicina propose la sua nomina ad emerito, quale ringraziamento per tutte le attività svolte in seguito alla tragica scomparsa, nella strage di Bologna del 2 agosto 1980, del Prof. Vito Diomede Fresa (1918-80), erede della scuola barese di Microbiologia avviata da Solarino e per la costituzione della Scuola di Patologia generale. Nel dicembre dello stesso anno l’Accademia Tiberina di Roma gli conferì l’Esculapio d’oro. Queste, solo alcune delle sue innumerevoli onorificenze.
Fu membro di numerosissime accademie, italiane e straniere. Inoltre, per un trentennio, fu Presidente dell’Accademia Pugliese delle Scienze, per la quale curò la pubblicazione degli «Atti e Relazioni», mandato conclusosi con la sua morte. Giuseppe Solarino venne a mancare improvvisamente a Bari, il 25 giugno 1983.
Benedetta Campanile
Da Scienziati di Puglia (a cura di) Francesco Paolo de Ceglia Adda Editore, 2007 pag. 518-521 

Cenni bibliografici Letteratura primaria:Ricerche sulla Gram-resistenza dei germi, «Bollettino Società Italiana di Biologia Sperimentale», 5 (1930) 2.

Ricerche sul virus dell’affezione diftero-vaiolosa degli uccelli, «Bollettino dell’Istituto Sieroterapico Milanese», 15 (1936).

Sulle alterazioni istologiche del sistema nervoso centrale e periferico nel beri-beri sperimentale aviario, «Rendiconti della Reale Accademia Nazionale dei Lincei», VI (1938)27.

Sulla patogenesi del colera. Contributo alla conoscenza dell’evoluzione del colera sperimentale nel coniglio, «Giornale di Batteriologia e Immunologia», 22 (1939).

[con G. Giorgio e V. Diomede-Fresa] Nicotinamide e produzione di anticorpi, «Bollettino Società Italiana di Microbiologia», 14 (1942) 1-3.

[con V. Diomede-Fresa] Sulla pretesa azione tossica della fenoftaleinai, «Biochimica e Terapia Sperimentale», 29 (1942) 11.

[con D. Giordano e D. Fumarola] Preliminary researches on the influence of leucogenon on the development of experimental neoplasias, Symposium “Experimental models in cancer irnrnunotherapy”, Bucarest, May 29-31 1975, Informatia, Bucarest 1975, pp. 83-84.

Universalità della Scienza e della Cultura, Conferenza inaugurale tenuta al simposio internazionale sulla ecografia e sulle sue più recenti applicazioni diagnostiche, Zagabria 27 maggio 1983, «Atti e Relazioni dell’Accademia Pugliese delle Scienze», XLI (1983) 2, pp. 257-71.

Letteratura secondaria:

Giordano D., La figura e l’opera del Prof Solarino, in Seduta del 19 giugno 1984: commemorazione del Prof Giuseppe Solarino, «Atti e Relazioni dell’Accademia Pugliese delle Scienze», XLII (1984) 2, pp. IX-XVI.

Montinari M., Montinari M., Montinari M., Storia illustrata dell’Ospedale consorziale policlinico di Bari: dal San Pietro al San Paolo, Levante, Bari 1995, pp. 263, 633,637,645,648.

Solarino G., Curriculum vitae, 1925-1939, Macrì, Bari 1939.

Solarino G., Notizie sull’attività didattica e scientifica del Prof. Giuseppe Solarino, 1939-42, Macrì, Bari 1943.

Solarino G., Sintesi del curriculum vitae, s. e., s. l. 1980.

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