CESTARO ROSSI & C.

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CESTARO ROSSI & C.

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Un’impresa barese di impiantistica industriale, giunta nel 2021 a festeggiare il centenario della sua fondazione (15/8/1921). Nacque come officina metalmeccanica per iniziativa di Gismondo Cestaro, veneto di nascita ma residente nel milanese, e dei fratelli genovesi Matteo e Daniele Rossi, inviati a Bari nel 1919 dall’Ansaldo di Genova per montare dei motori industriali. Nella seconda metà del Novecento, l’azienda estese il campo operativo all’impiantistica petrolchimica e siderurgica, grazie all’opera di Ruggero Dalla Serra, figlio di Italia Cestaro e nipote di Gismondo. Assunto il controllo della Cestaro Rossi Spa, Ruggero interruppe il sodalizio con la famiglia Rossi e alla sua morte, avvenuta a soli 60 anni nel 1993, la proprietà dell’azienda passò nelle mani dei figli Gianni, Michele e Fabio Dalla Serra. Michele e Fabio, amministratori della società, hanno diversificato le attività industriali e ampliato la presenza sui mercati dell’intera Europa, consolidando il patrimonio di reputazione imprenditoriale, di affidabilità e solidità aziendale su cui si fonda la longevità secolare della Cestaro Rossi & C. Spa.

Un secolo di impiantistica industriale

Il 15 agosto 2021, la Cestaro Rossi & C. Spa ha compiuto cento anni ed è entrata a pieno titolo nel prestigioso novero delle imprese più longeve nel comparto dell’impiantistica industriale italiana.

Per celebrare questo anniversario di eccezionale rilevanza, gli amministratori della Cestaro Rossi, i fratelli Michele e Fabio Dalla Serra, hanno deciso di promuovere la pubblicazione di un libro che ricostruisse la storia aziendale e me ne hanno affidato la stesura.

In questo lavoro, si è rivelata preziosa la collaborazione appassionata di Michele Dalla Serra, che si è prodigato con tenacia nella ricerca della documentazione aziendale, dispersa fra varie sedi e depositi. Dall’esame di tanto materiale contabile e amministrativo è stato possibile ricostruire il percorso pluridecennale compiuto dalla Cestaro Rossi nel trasformarsi da un’officina meccanica attiva sul mercato locale a una grande impresa di respiro internazionale e con una operatività ampiamente diversificata.

La vicenda aziendale origina da un caso di immigrazione di tre esperti meccanici: Gismondo Cestaro, veneto di nascita ma residente nel milanese, e i fratelli Matteo e Daniele Rossi, genovesi. Giunsero a Bari nel 1919, inviati dalla Ansaldo di Genova per portare a termine lavori di montaggio e collaudo di motori industriali e decisero di stabilirsi nel capoluogo pugliese per mettere a frutto le loro competenze nel campo della meccanica, in una città che viveva un periodo di grande fermento economico.

GISMONDO CESTARO (olio su tela)

 

L’incipiente industrializzazione del settore manifatturiero e del comparto agroalimentare, con spiccata propensione all’esportazione, poneva Bari e il suo porto al centro di una politica di apertura ai mercati dell’Europa balcanica, che negli anni successivi sarà fortemente incentivata dal nuovo governo Mussolini.

In un simile scenario, Gismondo Cestaro e i fratelli Rossi intravidero ampi spazi operativi e sicure possibilità di crescita nel settore delle costruzioni e riparazioni meccaniche; pertanto, nell’agosto 1921 decisero di costituire una società in nome collettivo, denominata Officine Meccaniche Liguri Lombarde Cestaro Rossi & C. L’attività mostrò da subito le sue potenzialità di proficuo inserimento in un quadro di sviluppo cittadino sostenuto da nuove dotazioni infrastrutturali come l’imponente progetto dell’Acquedotto Pugliese, giunto a Bari nel 1914, e dalla progressiva diffusione dell’energia elettrica per uso industriale.

Officine: maestranze con soci

 

Per tutto il ventennio fra le due guerre, grazie alla duttilità delle lavorazioni e alla versatilità delle maestranze, la Cestaro Rossi riuscì ad adeguare rapidamente l’offerta di prodotti e servizi ai cambiamenti della domanda. Negli anni in cui l’industria agro-alimentare era la colonna portante delle produzioni meridionali, presidiò da protagonista segmenti di mercato che spaziavano dalla produzione di frantoi oleari agli impianti enologici, ai mulini e ai pastifici.

Inoltre, l’offerta completa dell’azienda prevedeva macchinari per differenti utilizzi, per cui, oltre alla originaria attività di riparazioni di motori a scoppio ed elettrici, era in grado di fornire cabine di trasformazione, centrali elettriche, apparecchiature, molini a palmenti con meccanismi a sfere, trasmissioni, pulegge in ferro battuto, costruzioni in ferro; insomma, il catalogo di una vera industria metalmeccanica.

Con l’ampliamento della produzione e dei mercati di riferimento, diventò indispensabile una sede con spazi più adeguati alle nuove lavorazioni e agli uffici amministrativi. Nel 1935 venne ingrandito lo stabilimento originario per poter accogliere un reparto per le lavorazioni meccaniche, una fonderia, una falegnameria e una torneria, dove, tra apprendisti e operai, lavoravano circa trenta dipendenti.

Stabilimento retro

 

La marcata diversificazione produttiva realizzata negli anni Trenta consentì alla Cestaro Rossi di cogliere al meglio le opportunità offerte dal nuovo indirizzo di politica economica, l’Autarchia, inaugurato dopo la guerra d’Etiopia del 1935, cui seguirono le sanzioni economiche stabilite dalla Società delle Nazioni nei confronti del nostro Paese. Ne derivarono condizioni di mercato favorevoli alle industrie nazionali e il settore meccanico ne beneficiò più di altri.

Sospinto da una spesa pubblica in costante crescita, dal 1927 al 1937 gli addetti al settore raddoppiarono, grazie anche alla politica di potenza militare e coloniale del Fascismo che incrementava le commesse per le fabbriche di armi, automezzi e motori ma anche per l’impiantistica industriale e per l’industria agroalimentare.

Le ambizioni imperialistiche del regime si orientarono anche verso la sponda orientale dell’Adriatico e nell’aprile 1939, dopo anni di sostanziale protettorato economico e politico, Mussolini ordinò l’invasione dell’Albania, annettendola al nuovo Regno d’Italia e di Albania. Per accelerare la modernizzazione della nuova provincia dell’Impero, si avviò un programma di interventi infrastrutturali che interessò molte aziende italiane, e pugliesi in particolare, favorite da una tradizione di rapporti economici di lunga data con il vicino “Paese delle Aquile”.

Ma la Cestaro Rossi aveva giocato d’anticipo, inserendosi già dal 1935 nel programma di investimenti finanziati dalla Banca Nazionale d’Albania e dalla S.V.E.A (Società per lo Sviluppo Economico dell’Albania). In società con un imprenditore albanese, aveva realizzato uno stabilimento metalmeccanico a Durazzo, centro dei maggiori lavori previsti dal programma di investimenti della S.V.E.A. Tuttavia, una volta cessata l’occupazione nazi-fascista, il regime comunista stabilitosi dal 1945 nella Repubblica Popolare dell’Albania confiscò i beni di tutti i cittadini italiani e, tra questi, anche lo stabilimento della Cestaro Rossi.

La preparazione della guerra, con le politiche di riarmo e di autosufficienza alimentare e industriale, servì ad accrescere gli ordinativi della Cestaro Rossi, sia come commesse pubbliche per la manutenzione di impianti industriali o dei motori delle navi mercantili e da guerra sia come vendita e assistenza tecnica di oleifici, mulini e pastifici. Per questo, la Cestaro Rossi attraversò gli anni del secondo conflitto mondiale senza registrare scossoni nella normale operatività aziendale, nonostante i problemi creati dalla situazione di pre-belligeranza alla popolazione e soprattutto ai ceti a reddito fisso, chiamati a sostenere lo sforzo militare del Paese con una sostanziale perdita di potere d’acquisto di stipendi e salari.

Ben più gravi, invece, furono le conseguenze della morte di Gismondo Cestaro, avvenuta improvvisamente il 29 dicembre 1941. Né la moglie, anziana e senza alcuna conoscenza del mestiere, né la figlia Italia, vedova e residente nel Veneto, avrebbero potuto prendere il posto di Gismondo. Pertanto, sembrò naturale che la figlia minore Elisabetta, detta Gisa, nubile e già avvezza all’ambiente e alle pratiche dell’officina, gli succedesse nella conduzione dell’azienda insieme ai fratelli Rossi, divenendo socia della neocostituita Cestaro Rossi & C. snc.

Durante la guerra e negli anni della ricostruzione, le attività proseguirono con poche difficoltà, grazie al contributo fondamentale di maestranze con una solida specializzazione nella riparazione e nella manutenzione di macchinari industriali, che si rivelò provvidenziale in un periodo di grande insicurezza generale ma anche di forte domanda di riavvio di impianti danneggiati o abbandonati.

Un caso esemplare è rappresentato dalla nascita della raffineria STANIC a Bari e dall’intensa partecipazione della Cestaro Rossi ai lavori di costruzione e montaggio degli impianti indispensabili per la riattivazione dell’ex stabilimento ANIC. Terminata la guerra, già dal 1947 cominciarono i contatti tra il Governo italiano e l’Amministrazione statunitense per l’avvio delle trattative che avrebbero portato all’accordo tra ANIC e Standard Oil of New Jersey per la costituzione della STANIC, cui saranno conferite le raffinerie di Bari e Livorno. La Cestaro Rossi si inserì nei programmi di riconversione e ammodernamento della raffineria barese, riuscendo ad acquisire nuove competenze nel settore dell’impiantistica petrolchimica che le torneranno utili nella fase industriale dell’intervento straordinario dello Stato nel Mezzogiorno, quando la Puglia diventerà l’area di insediamento di grandi imprese di proprietà pubblica e privata.

Stabilimento retro

 

Nel corso degli anni Cinquanta venne costituita la Cestaro Rossi & C. spa e, a seguito della scomparsa di Elisabetta Cestaro, entrò a far parte della compagine societaria Ruggero Dalla Serra, figlio di Italia Cestaro, che nel 1952 si trasferì a diciannove anni da Vicenza a Bari.

Da questo momento iniziava l’opera dei Dalla Serra nella gestione dell’azienda e si apriva un ciclo espansivo che portò l’azienda a conseguire un ventaglio di specializzazioni tecnico-operative in grado di soddisfare le esigenze specifiche di comparti industriali in rapida crescita, come il petrolchimico e il siderurgico, per cui si rese necessario il trasferimento nel nuovo stabilimento alla zona industriale di Bari.

Quando la politica di industrializzazione per “poli di sviluppo”, avviata dalla Cassa per il Mezzogiorno dal 1957, diede vita ai grandi centri siderurgici Italsider di Taranto e Napoli, ai petrolchimici di Brindisi (Montecatini), Siracusa (Edison), Gela (ANIC), Porto Torres (SIR), il portafoglio clienti della Cestaro Rossi si arricchì e le aree geografiche interessate dai lavori si allargarono a tutta l’Italia meridionale e centrale, dalla Sicilia al Lazio e alla Sardegna.

Nel frattempo, Ruggero Dalla Serra aveva sposato Gisella Lavermicocca e, fra il 1960 e il 1968, nacquero Giovanni (29/12/1960), Michele (22/4/1964) e Fabio (21/3/1968): il primo, pur mantenendo le partecipazioni nelle aziende di famiglia, preferirà intraprendere la professione di medico chirurgo, mentre agli altri due toccherà assumere la gestione amministrativa (Michele) e tecnica (Fabio) della Cestaro Rossi.

Abbandonata definitivamente la produzione di frantoi, mulini e impianti enologici, le strategie elaborate da Ruggero Dalla Serra presero le forme della specializzazione in comparti produttivi più avanzati ma sempre correlati al core business aziendale. In concreto, nel 1978 venne costituita la Cierre Impianti srl e, nei primi mesi del 1982, entrò in attività l’Alfa Costruzioni srl per operare, dal punto di vista meccanico ed elettro-strumentale, anche nel campo della costruzione e manutenzione delle reti di distribuzione di acquedotti e gasdotti pubblici.

Il distacco dal sodalizio con la famiglia Rossi nel 1982, portò Ruggero Dalla Serra ad assumere la carica di presidente della Cestaro Rossi e a inaugurare un modello di crescita aziendale che si proponeva come risposta al processo di ristrutturazione realizzato dal sistema industriale italiano nella prima metà degli anni Ottanta e che in Puglia non lasciò indenni le grandi imprese del comparto siderurgico e metalmeccanico. A tale scopo, dal 1990 egli aveva impostato il progressivo inserimento dei figli nella vita della capogruppo e, quando già l’azienda era presente nella quasi totalità delle raffinerie italiane del Gruppo E.N.I., aveva prefigurato i passaggi di una necessaria apertura internazionale, al fine di estendere l’attività di manutenzione di impianti petroliferi ad altre raffinerie europee.

Ruggero Dalla Serra scomparve a soli 60 anni, il 25 settembre 1993, lasciando ai figli un patrimonio di reputazione imprenditoriale, di affidabilità e solidità aziendale, che si rivelò prezioso per affrontare il forte rallentamento della committenza pubblica, dopo le inchieste giudiziarie di “Mani pulite” e il progressivo esaurirsi dei fattori di crescita dei decenni precedenti.

Dall’insegnamento paterno, i fratelli Dalla Serra acquisirono la determinazione per affrontare la difficile congiuntura di quegli anni, valorizzando le sinergie fra le aziende di un gruppo che ormai realizzava nelle regioni centro-settentrionali oltre la metà del suo fatturato ed era in grado non solo di confermare le posizioni acquisite presso la clientela storica ma di presentarsi su nuovi mercati con credenziali di assoluto rilievo.

Al volgere del nuovo secolo e in procinto di festeggiare gli ottant’anni di attività, la Cestaro Rossi & C. spa costituiva ormai un punto di riferimento nel panorama nazionale dell’industria petrolifera, chimica e siderurgica in relazione alle attività di montaggio, manutenzione e ricondizionamento degli impianti. Fra le attività del gruppo, ha trovato un proficuo inserimento l’impiantistica elettrica con l’acquisizione dell’Impiantistica Traversa, determinante per rafforzare i tradizionali rapporti di collaborazione con le grandi imprese nazionali e straniere della petrolchimica e della siderurgia.

Diversificazione, esplorazione di nuovi mercati, riassetti organizzativi, aperture a collaborazioni e alleanze con altre aziende sono i caratteri della continuità con le linee di politica aziendale sulle quali Ruggero Dalla Serra aveva fondato il successo della sua leadership. In concomitanza con l’inaugurazione di un secondo stabilimento nella zona industriale di Bari, nel 2005 è stata decisa una riorganizzazione generale volta a modificare la forma organizzativa del gruppo, per concentrare i processi decisionali all’interno della Cestaro Rossi Spa, che si poneva ora come centro di indirizzo strategico per tutte le aziende controllate direttamente o indirettamente dai fratelli Dalla Serra.

 

Tagliando il traguardo degli 85 anni di attività, nel 2006 il gruppo Cestaro Rossi taglia anche i legami e le interdipendenze con gli scenari economici pugliesi, aprendosi a spazi operativi di respiro prevalentemente nazionale ed europeo. La decisione di concentrare tutte le lavorazioni metalmeccaniche nella Cestaro Rossi e quelle elettrostrumentali e oleodottistiche nella Impiantistica Traversa, pone le premesse organizzative per una possibile diversificazione verso il settore del fotovoltaico e delle energie rinnovabili, agevolando collaborazioni e acquisizioni di commesse in altri Paesi europei.

I tre fratelli Dalla Serra sono i Soci e gli Amministratori dell’azienda: da sinistra: Michele, Amministratore Delegato, Giovanni, Socio e Consigliere, e Fabio, Presidente, durante i festeggiamenti dei 90 anni della Cestaro Rossi nel 2011.

Nella storia aziendale, il decennio che conduce ai cento anni di vita si caratterizza per la ridefinizione della composizione del gruppo e il deciso orientamento all’internazionalizzazione. In definitiva, le scelte gestionali si concentrarono sul rilancio del core business aziendale e sul conseguimento di qualifiche tecnico-operative in grado di migliorare il posizionamento nello scenario europeo. Con l’acquisizione di una prima commessa per lavori di manutenzione straordinaria presso lo stabilimento Oxochimie di Marsiglia, nel 2011 iniziava un decennio di progressiva penetrazione nel mercato francese che farà da apripista per l’espansione nei Paesi dell’Europa centro-settentrionale. Un nuovo percorso di sviluppo affidato al crescente apporto delle specializzazioni elettrostrumentali – che rappresentano ormai il 50% dei volumi di produzione – e alla diversificazione dell’offerta produttiva.

Gli ambiziosi programmi di espansione europea richiedevano una riorganizzazione del gruppo e una rafforzata centralità strategica e operativa della Cestaro Rossi Spa per proporsi sui mercati internazionali come un’unica, solida struttura multifunzionale accentrata. In quest’ottica, nel 2013 viene incorporata la Impiantistica Traversa srl e acquisito lo stabilimento della liquidata Cierre Costruzioni e Impianti srl;

l’anno dopo si procede all’incorporazione della Apulia Energia srl e si acquisisce il 100% della Tec Service Scarl, costituita per svolgere attività funzionali al core business aziendale in Toscana.

Alla riduzione dei consumi nel comparto dei derivati del petrolio e alla concorrenza dei Paesi asiatici, per cui dal 2007 in Europa furono fermati 14 impianti di raffinazione, la Cestaro Rossi risponde con programmi di rapido recupero della redditività aziendale, incentrati sull’acquisizione di importanti contratti all’estero. Inoltre, con l’assegnazione dell’appalto per i lavori presso la centrale nucleare I.T.E.R. di Cadarache, l’azienda non solo amplia i suoi campi di intervento e le sue specializzazioni tecniche ma radica una presenza in territorio francese che giustifica la creazione di una filiale a Marsiglia, nel 2017.

Oggi vengono perseguite tutte le opportunità di collaborazione con grandi aziende nel campo dell’energia nucleare, dell’industria farmaceutica, della produzione e distribuzione di energia elettrica. Tuttavia, nei programmi degli amministratori trovano posto anche le tematiche ambientali che promuovono l’utilizzo crescente di fonti energetiche eco-sostenibili, a fronte di una progressiva riduzione dei combustibili fossili e di un efficientamento dei processi di raffinazione. Sono obiettivi che richiedono grandi investimenti e prefigurano scenari produttivi nei quali la Cestaro Rossi intende affermarsi nei prossimi anni, anche nella nuova veste di General Contractor sperimentata con successo negli ultimi tempi.

Nell’intento di qualificare l’interazione con la committenza pubblica, il gruppo Cestaro Rossi continua a offrire il suo sostegno finanziario a iniziative culturali, sociali e sportive per integrare tematiche e finalità di natura sociale o ambientale nelle strategie aziendali di medio-lungo termine. Particolarmente significativo sul piano della Responsabilità Sociale d’Impresa, si è rivelato il sostegno finanziario all’Associazione Musicale Pugliese per l’organizzazione dello spettacolo teatrale L’histoire du soldat, con musiche di Igor Stravinskij, messo in scena al Teatro Piccini il 9 ottobre 2007, con la partecipazione dei detenuti della Casa Circondariale di Bari. Un sodalizio, quello con l’Associazione Musicale Pugliese, che cerca di coniugare arte, cultura e iniziative a sfondo sociale, attraverso il coinvolgimento delle componenti più svantaggiate della nostra società: anziani, disabili, immigrati, detenuti. Anche i festeggiamenti per i novant’anni della Cestaro Rossi, organizzati nel settembre 2012 e culminati in un concerto aperto al pubblico nell’Auditorium della Guardia di Finanza di Bari, hanno rappresentato per i fratelli Dalla Serra l’ennesima attestazione di una concezione di azienda come luogo di elaborazione di valori etici.

Un secolo di attività rappresenta molto di più di un indicatore di performance, perché induce ad apprezzare il valore delle doti imprenditoriali della compagine societaria famigliare, della sua capacità di prevedere gli orientamenti dei mercati, della condivisione degli obiettivi e, non da ultimo, del vincolo di dedizione e di sacrificio che lega i Dalla Serra alla Cestaro Rossi da così tanti anni.

Ezio Ritrovato

Ezio Ritrovato insegna Storia Economica e Storia d’Impresa presso il Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Le sue ricerche e le sue pubblicazioni si concentrano principalmente sulla storia dell’industria e dell’imprenditoria meridionale, sulla storia dell’agricoltura pugliese e, più in generale, sulla storia economica del Mezzogiorno in età contemporanea.

Cestaro Rossi & C 1921-2021 Cent’anni di impiantistica industriale da Bari all’Europa – FrancoAngeli

Il volume ripercorre la storia centenaria della Cestaro Rossi & C. dalla sua fondazione ai nostri giorni. La cospicua documentazione conservata dall’azienda ha reso possibile ricostruire un percorso di successo imprenditoriale originato dall’immigrazione in Puglia di tre tecnici specializzati, Gismondo Cestaro e i fratelli Matteo e Daniele Rossi, provenienti rispettivamente dalla Lombardia e dalla Liguria.

Con la costituzione delle Officine Meccaniche Liguri Lombarde Cestaro Rossi & C., nella prima metà del Novecento riuscirono a presidiare comparti industriali che spaziavano dalla produzione di frantoi oleari agli impianti enologici, ai mulini e ai pastifici. Dal secondo dopoguerra, quando il Mezzogiorno diventa l’area di insediamento di acciaierie, raffinerie e industrie chimiche, la gestione lungimirante di Ruggero Dalla Serra diversifica e specializza l’offerta produttiva nella carpenteria pesante e nell’impiantistica industriale, settori in cui la Cestaro Rossi & C. Spa può valorizzare, in Italia e all’estero, il patrimonio di esperienza operativa, di conoscenze tecniche e di reputazione imprenditoriale accumulato in tanti decenni di attività.

Nel nuovo millennio, i programmi aziendali riservano uno spazio crescente alle tematiche ambientali che promuovono l’utilizzo di fonti energetiche eco-sostenibili, a fronte di una progressiva riduzione dei combustibili fossili.

 

Indice

Introduzione

Dalla fondazione alla Seconda guerra mondiale

(La nascita delle Officine Meccaniche Liguri Lombarde Cestaro Rossi & C. Snc; L’azienda durante il fascismo: condizionamenti e opportunità; La guerra, la famiglia, la Cestaro Rossi & C. Snc)

La ricostruzione postbellica e il boom economico

(Il secondo dopoguerra: la Cestaro Rossi & C. SpA; Gli anni del “miracolo economico”; L’opera di Ruggero Dalla Serra)

Le sfide dell’internazionalizzazione

(L’eredità di Ruggero Dalla Serra; La ricerca di nuove occasioni di sviluppo (2001-2010); Il percorso di internazionalizzazione (2010-2020); Qualche considerazione conclusiva per i prossimi cento anni)

Fonti archivistiche

Bibliografia

Indice dei nomi.

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