GIANNONE ANTONIO LUCIO

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GIANNONE ANTONIO LUCIO

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Professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Salento.

Dopo aver conseguito il diploma di Maturità classica presso il Liceo-Ginnasio “G. Palmieri” di Lecce, il 29 marzo 1973 si è laureato in Lettere presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Lecce, discutendo una tesi in Storia della Letteratura italiana moderna e contemporanea (relatore prof. Donato Valli, correlatore prof. Mario Marti, votazione 110 e lode).
Ha svolto attività didattica e di ricerca in qualità di borsista (1973-74), di contrattista (1974-1978) e poi di assistente ordinario (1978-1985) presso la cattedra di Storia della Letteratura italiana moderna e contemporanea della Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Lecce.
Dal 15 ottobre 1985 al 31 agosto 2001, in qualità di professore associato, ha ricoperto la cattedra di Storia della critica letteraria (poi Storia della critica e della storiografia letteraria) presso la medesima Facoltà.
Nel settembre 2001, in seguito a idoneità conseguita in un concorso nazionale, è stato chiamato dalla Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Lecce come professore straordinario e, nel settembre 2004, come professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea. Ha insegnato Letteratura italiana contemporanea presso l’Università del Salento fino al 30 ottobre 2020.
Dal 1999 al 2004 è stato vicedirettore del Dipartimento di Filologia, linguistica e letteratura.
Dal 2001 al 2004 è stato vice presidente del Corso di Laurea in Lettere.
Dal 2004 al 2010 è stato vicepreside della Facoltà di Lettere e filosofia.
Dal 2010 al 2017 è stato Coordinatore del Dottorato di ricerca in “Letterature e filologie” dell’Università del Salento.
Dal 1° novembre 2013 al 30 ottobre 2019 è stato Prorettore dell’area Umanistico-Sociale dell’Università del Salento con delega al Sistema bibliotecario e al Sistema museale.
È membro della MOD (Società Italiana per lo Studio della Modernità letteraria), di cui, dal 2011 al 2017 ha fatto parte del Consiglio direttivo.
È membro dell’ADI (Associazione degli Italianisti italiani) e del CIRM (Centro Interuniversitario di Ricerche “Forme e Scritture della Modernità”) dove è stato responsabile dell’Unità locale dell’Università del Salento. Fa parte del Comitato provinciale leccese dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano.
Dal 2018 al 2021 ha fatto parte della Commissione nazionale per l’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) nel Settore concorsuale 10/F2 – Letteratura italiana contemporanea.
È socio ordinario dell’Accademia Pugliese delle Scienze per la Classe di Scienze Morali.
È presidente del Centro Studi “Sigismondo Castromediano e Gino Rizzo” di Cavallino di Lecce.
È presidente del Comitato scientifico del “Centro Studi Vittorio Bodini”.
Fa parte del Comitato scientifico delle riviste “Otto/Novecento”, “Critica letteraria”, “Annali d’Italianistica”, “Sinestesie” e del Comitato editoriale della rivista scientifica online “OBLIO” (Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca).
Ha organizzato e partecipato come relatore a numerosi Convegni di studio in Italia e all’estero.
È stato responsabile dell’unità di ricerca dell’Università del Salento, denominata ALIEN (Archivio Letterario Italiano ed Europeo del Novecento), nell’ambito del PRIN “Carte d’autore online: archivi e biblioteche digitali della Modernità letteraria italiana” (decorrenza: 01/02/2013).
È stato responsabile scientifico di progetti di ricerca finanziati dal CUIS (Consorzio universitario interprovinciale salentino).
Ha fatto parte, in qualità di presidente e di componente, di Commissioni giudicatrici per la Valutazione comparativa per la copertura di posti di professore di I fascia, di II fascia e di ricercatore presso diverse Università italiane.
Ha fatto parte di Commissioni giudicatrici per l’ammissione di vari cicli di Dottorati di ricerca e per il conferimento del titolo di dottore di ricerca in Italia, in Spagna e in Francia.
È stato relatore di oltre 200 tesi di laurea (quadriennale, magistrale e specialistica) in Storia della critica letteraria, Storia della critica e della storiografia letteraria, Letteratura italiana contemporanea.
È componente della Giuria dei seguenti Premi: Premio letterario internazionale “Vittorio Bodini”; Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica – “Associazione italiana del libro”; “Premio Campi Salentina” per la migliore tesi di laurea e per la migliore monografia edita sull’opera di Carmelo Bene.
È presidente del Premio tesi di laurea “Vittorio Bodini”.
Ha fatto parte del Comitato organizzatore e/o scientifico di numerosi Convegni di studio.
Dirige le seguenti collane: “Novecento in versi e in prosa” (Musicaos Editore, neviano), “Contemporanea” (Edizioni Milella, Lecce), “Bodiniana” (Edizioni Besa, Nardò).
Fa parte del Comitato scientifico della collana “Medit Europa” (Edizioni Grifo, Lecce) e della collana del CIRM, “Sguardi sulla Modernità” (Cacucci, Bari) e del Comitato direttivo della collana “Scrittojo. Collana di studi sulla letteratura italiana moderna e contemporanea” (Prospero editore, Novate Milanese, MI).
In campo scientifico, ha seguito una metodologia di carattere storicistico, con particolare riferimento alla concezione policentrica della letteratura italiana, mettendo costantemente al centro dell’attenzione il testo nelle sue peculiarità e specificità. Si è basato spesso sulla consultazione degli archivi degli scrittori, giungendo, in taluni casi, alla riscoperta e alla valorizzazione di figure ingiustamente trascurate o dimenticate. In particolare, si citano i casi di alcuni dei maggiori rappresentanti della cultura pugliese dell’Otto/Novecento, come Sigismondo Castromediano, Michele Saponaro, Girolamo Comi, Vittorio Bodini, che ha fatto conoscere non solo in Italia ma anche all’estero attraverso pubblicazioni e Convegni di studio.
Si è occupato dei seguenti argomenti:
la poesia italiana del Novecento (con studi su C. Govoni, C.G. Viola e il crepuscolarismo, G. Ungaretti, A. Onofri, G. Comi, E. Montale, S. Quasimodo, L. Sinisgalli, R.Scotellaro, il petrarchismo nel Novecento, ecc.);
il futurismo (con studi sul paroliberismo, “Lacerba”, F. Depero poeta, l’aeropoesia, la diffusione del movimento a Napoli e nel Sud, l’avventura futurista in Puglia);
scrittori e scrittrici del Novecento (con studi su L. Pirandello, A. Negri, C. Levi, A.M. Ortese, F. Antonicelli, A. Banti);
aspetti e figure della cultura letteraria meridionale, e pugliese in particolare, dell’Ottocento (Sofia Stevens e la poesia tardoromantica; Sigismondo Castromediano e la memorialistica risorgimentale; Francesco Muscogiuri, Giuseppe Gigli e la critica letteraria di fine Ottocento), e del Novecento (la poesia dialettale di Giuseppe De Dominicis, Michele Saponaro, Vittorio Pagano, Vittore Fiore, Salvatore Paolo, Nicola G. De Donno, Rina Durante, le riviste letterarie salentine, ecc.);
l’opera di Vittorio Bodini (con volumi, saggi e la cura di scritti dispersi);
il rapporto letteratura-arte.
Oltre a numerosi saggi apparsi in riviste e miscellanee, ha pubblicato i seguenti volumi:

Monografie
1. Bodini prima della “Luna”, Lecce, Milella, 1982.
2. Tradizione e innovazione nella poesia italiana del Novecento, Lecce, Milella, 1983.
3. La “permanenza” della poesia, Studi di letteratura meridionale tra Otto e Novecento, Cavallino di Lecce, Capone, 1989.
4. Futurismo e dintorni, Galatina, Congedo, 1993.
5. Scrittori del Reame. Ricognizioni meridionali tra Otto e Novecento, Lecce, Pensa, 1999.
6. L’avventura futurista. Pugliesi all’avanguardia (1909-1943), Fasano, Schena, 2002.
7. Le scritture del testo. Salentini e non Lecce, Milella 2004.
8. Modernità del Salento. Scrittori, critici, artisti del Novecento e oltre, Galatina, Congedo, 2009.
9. Fra Sud ed Europa. Studi sul Novecento letterario italiano, Lecce, Milella, 2013.
10. Sentieri nascosti. Studi di Letteratura italiana dell’Otto/Novecento, Lecce, Milella, 2016.
11. Ricognizioni novecentesche. Studi di letteratura italiana contemporanea, Avellino, Edizioni di Sinestesie, 2020.
12. Scritture meridiane. Letteratura in Puglia nel Novecento e oltre, Lecce, Edizioni Grifo, 2020.

Curatele

Vittorio Bodini, Corriere spagnolo (1947-54), a cura di A. L. Giannone, Lecce, Manni,1989.
Franco Antonicelli, Finibusterre, con uno scritto di I. Calvino, a cura di A. L. Giannone, Nardò, Besa, 1999.
Vittorio Bodini, Barocco del Sud. Racconti e prose, a cura di A. L. Giannone Nardò, Besa, 2003.
Salvatore Paolo, I Fibbia, a cura di A. L. Giannone, Carmiano, Calcangeli Edizioni, 2005
Vincenzo Ampolo tra politica e letteratura. Tomo II. Il Poeta e il Letterato, a cura di A. L. Giannone, Galatina, Edipan, 2006.
Uno scrittore e la sua terra. Omaggio a Michele Saponaro, a cura di A.L. Giannone, San Cesario di Lecce, Manni, 2007.
In un concerto di voci amiche. Studi di letteratura italiana dell’Otto e Novecento in onore di Donato Valli, Primo tomo, a cura di M. Cantelmo e A. L. Giannone, Galatina, Congedo, 2008; Secondo tomo, a cura di A. L. Giannone, Galatina, Congedo, 2008,
Salento da leggere. Proposte di lettura ed esperienze didattiche tra ‘600 e ‘900. Atti del Seminario di Studi (Lecce 19-20 aprile 2007), a cura di A. L. Giannone e E. Filieri, Copertino, Lupo editore, 2008.
Michele Saponaro cinquant’anni dopo, Atti del Convegno Internazionale di Studi (San Cesario di Lecce – Lecce, 25-26 marzo 2010), a cura di A. L. Giannone, Galatina, Congedo, 2011.
Sigismondo Castromediano: il patriota, lo scrittore, il promotore di cultura. Atti del Convegno nazionale di studi (Cavallino di Lecce, 30 novembre – 1 dicembre 2012), a cura di A. L. Giannone e F. D’Astore, Galatina, Congedo, 2014.
Vittorio Bodini, Corriere spagnolo (1945-1954), a cura di A.L. Giannone, Seconda edizione ampliata, Nardò, Besa, 2014.
Rina Durante, La malapianta, a cura di A. L. Giannone, Lecce, Zane Editrice, 2014.
“Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi. Atti del Seminario di Studio MOD (Lecce), a cura di A. L. Giannone, Pisa, Edizioni ETS, 2015.
Rina Durante. Il mestiere del narrare. Atti del Convegno nazionale di Studi (Melendugno ‒ Lecce, 18-19 novembre 2013), a cura di A. L. Giannone, Lecce, Milella, 2015.
La poesia dialettale di Nicola G. De Donno. Atti della Giornata di Studi (Maglie, Lecce, 18 aprile 2015), Lecce, Milella, 2016.
Vittorio Bodini fra Sud ed Europa (1914-2014). Atti del Convegno Internazionale di Studi. Lecce ‒ Bari, 3-4, 9 dicembre 2014, 2 tomi, a cura di A. L. Giannone, Nardò, Besa, 2017.
G. Comi, Poesie. Spirito d’armonia, Canto per Eva, Fra lacrime e preghiere, a cura di A. L, Giannone e S. Giorgino, Neviano (Le), Musicaos Editore, 2019.
Tra realtà storica e finzione letteraria. Studi su Sigismondo Castromediano, a cura di A,. L. Giannone, Lecce, Pensa MultiMedia, 2019.
Vittorio Bodini, “Allargare il gioco”. Scritti critici (1941-1970), a cura di A. L. Giannone, Nardò, BesaMuci, 2020.

“La Puglia, nonostante la sua posizione periferica, ha offerto un contributo di notevole rilievo al futurismo, non solo perché ha dato i natali a esponenti di primo piano del movimento, ma anche per l’attività che si è sviluppata sul suo territorio” con “gruppi, riviste e manifestazioni di vario genere”.

Qualche domanda su Bodini e il canone poetico fra Italia e Spagna

Qualche domanda su Bodini e il canone poetico fra Italia e Spagna

Pubblicato il 11 Giugno 2021 Intervista a Antonio Lucio Giannone
a cura di Gigi Montonato.

Non c’è dubbio che da un po’ di anni a questa parte l’interesse degli italianisti spagnoli per Vittorio Bodini sia cresciuto come dimostrano i sempre più frequenti incontri culturali e iniziative editoriali, fra Università italiane e spagnole, di cui puntualmente diamo notizia. Ma, a parte il lavoro di sollecitazione e di divulgazione svolto dal prof. Antonio Lucio Giannone e dai suoi collaboratori dell’Università del Salento, come si spiega l’attrazione di Bodini per la Spagna e degli spagnoli per Bodini? Abbiamo posto alcune domande sull’argomento al prof. Giannone, reduce da due recenti e importanti eventi su questo tema.

Professore, Bodini attraversa le avanguardie del ’900 (futurismo, ermetismo), evidentemente cercava un approdo. Poi “scopre” la Spagna nel 1946 e se ne “ubriaca”. Questo significa che l’ispanicità gli era già dentro come salentinità?

Non parlerei di salentinità e ispanicità come di qualcosa di innato per Bodini. Prima del viaggio in Spagna, egli aveva un rapporto difficile anche con la sua terra e anzi, da giovanissimo, non nascondeva la sua avversione per Lecce e il Salento. Da studente liceale scrisse una volta che aveva una “tendenza centrifuga”, cioè una tendenza a fuggire lontano dalla sua città, come in effetti fece, trasferendosi prima a Roma poi a Firenze per motivi di studio e di lavoro. Non sopportava l’atmosfera grigia e conformista, l’arretratezza culturale della Lecce degli anni Trenta. Da qui la sua adesione, a diciott’anni, al futurismo proprio per una forma di reazione all’opprimente ambiente provinciale. La sua formazione avviene a Firenze dove conosce Montale e gli ermetici ma soprattutto si apre alla più avanzata cultura nazionale ed europea. Poi incomincia a studiare e a tradurre i poeti spagnoli antichi e moderni e nasce l’interesse per la Spagna. Quando si trasferisce a Madrid nel novembre del ‘46, subisce una sorta di colpo di fulmine e si immerge nella scoperta di questa nazione, di cui cerca di conoscere la realtà più profonda e segreta, la «Spagna nera», stabilendo una profonda affinità con il Sud d’Italia, come emerge dai reportage del Corriere spagnolo. In Spagna, sorprendentemente, scopre anche la sua terra che, una volta ritornato a Lecce, metterà al centro della sua opera in versi e in prosa, interpretandola in maniera straordinaria.

Corriere spagnolo (1947-1954) – Vittorio Bodini

Corriere spagnolo (1947-1954) – Vittorio Bodini

4 a cura e con introduzione di Antonio Lucio Giannone
(Lecce, 2013)
pag. 135, euro 13.00

S’avvicina il centenario della nascita di Vittorio Bodini. Nato a Bari, nel 1914 infatti, Vittorio Bodini fu innanzitutto poeta, come testimoniano a futura memoria “La luna dei Borboni” e “Metamor” su tutti, e poeta d’altronde tra i più importanti e originali del Novecento; ma Bodini da narratore, critico letterario e operatore culturale – specie nella divulgazione della poesia (spagnola) in Italia -, fu soprattutto studioso infaticabile.
Oltre che fumatore e bevitore d’alcol fino allo spasimo. E Bodini, avevamo accennato, si distinse soprattutto nella traduzione della poesia di Spagna in italiano. Grazie essenzialmente al suo primo viaggio in terra iberica, perché Vittorio Bodini lasciò il Salento della sua crescita nel novembre del ’46: in quanto aveva ottenuto una borsa di studio dal ministero degli Esteri sempre spagnolo per svolgere attività di ricerca presso l’Istituto italiano di cultura di Madrid. Nonostante il “premio” valesse sei mesi, il soggiorno del poeta leccese, appena quindi trentaduenne, si protrasse sicuramente di più. Fino a diventare, evidentemente, l’esperienza decisiva della sua formazione.
Il taccuino di viaggio “Corriere spagnolo” – titolo scelto dallo stesso Bodini e che il poeta utilizzava già per la sua rubrica del periodico salentino “Libera Voce” -, è semplicemente e in maniera assoluta quanto allo stesso tempo incontrovertibile una raccolta di reportage, una summa di reportage delle meglio riuscite però.
La prosa di Bodini, come potrete accertarvi leggendo per esempio lo scritto “Notti di spagna”, ci porta prima di tutto notizie significative e spesso inedite sui luoghi visitati. Poi c’informa coi parallelismi tesi verso altri posti – il Salento su tutti. E lo fa usando descrizioni che stupiscono per grazie di stile, oltre che per la dose d’accuratezza che trasudano.
Pochi (fatta eccezione con Oreste Macrì, il curatore di questo libro, Giannone, forse Alba Tremonti Terigi) in realtà, ancora oggi, sono tanto seri da offrire a Bodini il meritato riconoscimento, figuriamoci quanto il poeta fu gratificato in vita, prima dello sbalorditivo ’70.
Ma su questo versante forse già troppo è stato detto: allora almeno al Centenario della nascita di Vittorio Bodini si dovrà in parte rimediare. In poesia Bodini ci consegna richiami a mezza strada fra Dino Campana e i surrealisti francesi, filando attraverso Charles Rimbaud. L’indrutino Bodini appropriandosi della poesia spagnola volle lavorare a trasferirla, per intero, ovvero intanto per quanto era nelle sue possibilità, tra Sud Centro Nord italiota. Perché era stata la poesia spagnola a formare davvero Bodini, nonostante Vittorio negli anni Venti si fosse nutrito almeno del poco che era a sua disposizione nel limite salentino dove fece le scuole disegnate dal regime fascista; dentro il quale fu perfino futurista.
I quattro anni di Bodini nella Penisola iberica lo videro entrare in famigliare sintonia coi poeti del gruppo di “Juventud creadora”. (Una curiosità, per inciso, “Metamor” fu finito di stampare il 21 giugno del 1967: festa di san Luigi: secondo una tradizione spagnola). La riedizione di Corriere, riconsegnatoci con un poderoso e utilissimo apparato critico, fa parlare di nuovo l’andaluso e gitano più meritorio, con Sciascia e pochissimi altri. Il volume raccoglie una parte delle creazioni letterarie che Bodini spediva a “Risorgimento Liberale”, alla citata “Libera Voce”, “Fiera Letteraria”, “Gazzetta di Parma”, “Gazzetta del Mezzogiorno” e al “Mondo”.
Le ‘corrispondenze’ del Corriere spagnolo risalgono però soltanto al periodo incluso tra il 1947 e il 1954. Il nero è il colore della sua Spagna. Similmente alle sue Terre d’Otranto. Si parli di flamenco e di tarante oppure di morte. “Spagna nera è Lorca, il poeta più cromatico che il mondo conosca”, precisa l’ispanista in un passaggio dei suoi racconti di racconti. Un genio a studiare e parlare genialità.

Giannone, Antonio Lucio (a cura di), Vittorio Bodini fra Sud ed Europa (1914-2014). Atti del Convegno Internazionale di Studi. Lecce, Bari 3-4 dicembre 2014, Nardò (Lecce), Besa, 2017, 2 tomi, 722 pp.

«Il Sud ci fu padre / e nostra madre l’Europa». Questi versi di Vittorio Bodini, tratti da Dopo la luna del 1956, hanno ispirato il titolo del convegno internazionale celebrato, in occasione del centenario della nascita, nel dicembre 2014 a Lecce e Bari e poi del ponderoso volume che ne raccoglie gli atti, pubblicato dall’editore pugliese Besa nel 2017. Come spiega il curatore Antonio Lucio Giannone nella Prefazione, sono questi, infatti, i due poli geografici, culturali, esistenziali che hanno segnato la personalità multiforme di Vittorio Bodini (Bari 1914 – Roma 1970), poeta, narratore, ispanista, traduttore, saggista militante. Eppure quella di Bodini è ancora una figura poco conosciuta e poco studiata, vittima – sottolinea ancora Giannone – di un’ingiusta “dimenticanza” dovuta certo alla morte prematura, o al fatto che una parte importante della sua opera, quella in prosa, sia rimasta a lungo dispersa in sedi editoriali di difficile accesso. Ma anche a un fraintendimento a cui non si sono sottratti nemmeno alcuni critici prestigiosi: il presunto regionalismo della produzione letteraria di questo autore, che invece, muovendo dal Sud del Sud, il suo Salento, e con un occhio di riguardo all’amata Spagna (nella quale lo scrittore passa tre anni, dal ’46 al ’49, intensi e seminali), ha saputo dialogare con il cuore stesso, con le inquietudini più urgenti della cultura europea del secondo dopoguerra. D’altronde, come ben dice Valter Leonardo Puccetti nel suo saggio, «come ogni vero artista Bodini onora la sua terra trascendendola, universalizzandone i segni» (p. 147).
Per molti Bodini è stato soprattutto lo studioso del Barocco e del surrealismo spagnoli e lo straordinario traduttore, tra gli altri, di Cervantes e Lorca. Da qualche anno però, anche grazie al lavoro meritorio di uno studioso come Giannone, che in questo prosegue l’opera di chi lo ha preceduto nell’ateneo salentino (Ennio Bonea e Aldo Vallone, in primis), iniziative di ricerca (svolte anche intorno al ricco Archivio Bodini conservato presso quella stessa università) e proposte editoriali, non solo accademiche – la collana dedicata “Bodiniana”, in cui è inserito questo volume –, si propongono di ricollocare lo scrittore leccese nella posizione che gli spetta, di diritto, nel panorama letterario del Novecento italiano, e dunque europeo.
Il libro che qui ci occupa, per la quantità e qualità dei contributi raccolti, rappresenterà senz’altro un punto di riferimento per chiunque voglia accostarsi alla figura di Bodini. In tal senso, esso idealmente riprende e amplia – con una continuità confermata anche dalla presenza di alcuni nomi di “bodiniani” di lungo corso, accanto ai quali troviamo quelli di più giovani e non meno agguerriti studiosi – il discorso cominciato, ormai più di trent’anni fa, da un’altra preziosa raccolta di atti, curata da Macrì, Bonea e Valli, dal titolo Le terre di Carlo V. Studi su V. Bodini.
In questa sede vorremmo dar conto di ognuno dei 35 saggi contenuti nei due tomi che conformano il volume, sebbene lo si debba fare, obbligatoriamente, con estrema inclemenza compendiaria.
Omissis
Chiudono questo secondo tomo i contributi di due scrittori pugliesi in omaggio al grande conterraneo. Il poeta Lino Angiuli precisa «modi e tempi» del lascito bodiniano nei suoi confronti: «due mondi, due vite, due sensibilità s’incontrano e s’incrociano all’insegna dell’attrazione creativa» (p. 694). Il compianto Alessandro Leogrande si sofferma invece su alcuni nuclei o momenti dell’attività scrittoria e intellettuale di Bodini: ancora i reportage salentini e quelli spagnoli; il sodalizio «mediterraneo» con Sciascia; la relazione dialettica tra politica e poesia, tra sguardo metafisico e asperità del mondo, nella consapevolezza – condivisa con l’amico Alberti – che «nel mondo non vi sono soltanto i fiori ma anche spade, e il poeta non può occuparsi solo dei primi». Queste parole, che lo scrittore leccese dedicava all’autore di Entre el clavel y la espada, ma che parlano certo di lui, e di noi, precisa Leogrande, ci sembrano perfette per concludere questa nostra panoramica su un volume che ha il merito di aver «rimesso in circolazione» il nome e l’opera di Bodini – come dice ancora Giannone nella «Prefazione» –, e di averlo fatto nel migliore dei modi: con il rigore e la passione della ricerca.

Paolino Nappi Universidad Complutense de Madrid pnappi@ucm.es

http://www.edizioniets.com/scheda.asp?n=9788846741851

CRISTO SI È FERMATO A EBOLI DI CARLO LEVI

A cura di: Antonio Lucio Giannone Collana: MOD La modernita’ letteraria (51)
Pagine: 202 Formato: cm.15,5×22,5 Anno: 2015
Apparso nel 1945, esattamente settant’anni fa, nella collana dei «Saggi» di Einaudi, Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi fece scoprire all’Italia e al mondo la civiltà contadina del Mezzogiorno nella sua condizione di miseria e immobilità, ma anche nella ricchezza dei suoi valori e delle sue tradizioni millenarie. Il libro, che riesce a contaminare felicemente generi diversi, ebbe un immediato successo e venne tradotto ben presto in numerose lingue. Sottoposto a un nuovo e attento esame attraverso un approccio pluriprospettico e multidisciplinare (letterario, storico, artistico, antropologico), sono emerse nuove chiavi di lettura e stimolanti proposte ermeneutiche. Ne è venuta fuori così un’immagine nuova del Cristo, più mossa e dinamica, animata da interne tensioni, che ha preso il posto di interpretazioni un po’ troppo unilaterali e ha fatto giustizia di alcuni luoghi comuni.

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