ABBRUZZESE FAMIGLIA DI BITETTO E BARI

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ABBRUZZESE FAMIGLIA DI BITETTO E BARI

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La Famiglia Abbruzzese è attestata a Bitetto sin dalla seconda metà del XVI° secolo come attestato da un antico manoscritto, redatto dal Canonico bitettese Don Riccado Iacovielli nel 1747, che ricostrusce le genealogie delle “Famiglie antiche e moderne della città di Bitetto”.

Da tale manoscritto si traggono i nomi di una serie di rappresentanti della Famiglia Abbruzzese, quali: Costantino, sp. con Isab.a Zenzola, padre di Donat’Ant.o Forese, sp. con Cassand.a di Gio. Dom.co Ambrosino il 30. Ag.1613; Gio. Giac.mo, sp. con Giulia …di S, Nicand.o , padre di Giac.mo Ant. n. a 10 g.° 1599, e Fran.co Ant.o Forese, sp. con Ros.Ant.a di Mro angelo di….. a 21. 7e 1610. Personaggi quindi nati tutti nella seconda metà del ‘500.

Venendo alle generazioni a noi più vicine la famiglia è proseguita con varie figure di cui si vuol ricordare l’operato.

 

Giuseppe Abbruzzese (1900-1960)

figlio dell’On. Antonio Abbruzzese (1864-1944), intorno alla metà degli anni trenta  fu insignito della onorificenza di “Commendatore della Corona d’Italia” per i Suoi meriti  imprenditoriali e sportivi soprattutto nel campo dell’equitazione;   negli anni a seguire si concentrò anche su altre discipline a cui riservò ugualmente energie, impegno e risorse economiche; infattti negli anni 1937 /1938 assunse la carica di Presidente della “ Unione Sportiva Bari “ squadra di calcio che in quel tempo militava in serie A e terminò il campionato al 13° posto; si ricordano ancora oggi i nomi di alcuni dei giovani calciatori, di grande talento, che erano in quella formazione : Francesco Capocasale, Onofrio Fusco e Raffaele Costantino.

Nel corso della Seconda guerra mondiale fu protagonista in prima persona di eventi particolarmente eroici e sanguinosi riportando anche ferite permanenti.

Negli anni difficili 1944 e 1945 fu chiamato a presiedere il Circolo della Vela di Bari e ad esso destinò sforzi organizzativi e passione tutti finalizzati alla conservazione del prestigioso sodalizio sportivo.

Terminata la guerra rientrò definitivamente nella casa paterna a Bitetto dedicandosi prevalentemente alle attività imprenditoriali tradizionali della Famiglia e ad iniziative commerciali/culturali particolarmente innovative nella città di Bari; anche in questi anni non venne meno la Sua attenzione alla vita pubblica difatti stimolato dagli amici di sempre residenti nel vicino Comune di Modugno accettò la candidatura per il rinnovo del Consiglio Comunale di quel paese vincendo con la Sua lista, e con largo margine, le elezioni locali diventando Sindaco di quella cittadina dal 1952 al 1956.

Nel Giugno del 1960, già sofferente per un male incurabile, cessò di vivere.

Con il figlio Antonio, nato dal 1° matrimonio con Ivonne Belloni, non si concretizzò una sinergia in grado di assicurare una continuità imprenditoriale per le attività tipiche di Famiglia e non fu neppure possibile coinvolgerlo nelle innumerevoli iniziative sociali poste in essere dal Padre; egli, infatti, terminati gli studi si trasferì negli Stati Uniti dove si sposò divenendo anche padre di una Famiglia numerosa.

Le informazioni relative al Suo operare sono poche e frammentarie perché acquisite solo verbalmente da alcuni Suoi amici e non direttamente o tramite documenti certi.

A parte alcuni brevi e fugaci viaggi in Italia non vi sono conoscenze dettagliate sulle attività realizzate con il Suo lavoro né di specifici progetti di rientro in Italia.

La presenza a Bitetto della Famiglia Abbruzzese e la sua continuità è stata così assicurata dal Cav. Enrico Abbruzzese, primogenito nato dal 2° matrimonio del padre Giuseppe con la N.D.  Eleonora dei Baroni Martucci di Valenzano.

 

Enrico Abbruzzese (1877-1966),

sposò il 28 dicembre 1907 la N.D. Sig.na Elvira Marcantonio formando così una nuova famiglia che fu allietata dalla nascita di quattro figli: Giuseppe, Eleonora sp. Tommaso Chieco, Maria Antonietta sp. Alessandro Mariani e Wanda sp. con Pasquale Di Pace.

Alla rigorosa educazione morale e religiosa dei figli dedicò gran parte della Sua vita ed assieme al primogenito, Avv. Giuseppe, gestì l’azienda agricola di famiglia che ampliò ed ammodernò superando così anche i contraccolpi strutturali che gli eventi bellici avevano provocato nelle attività di gran parte delle imprese.

La Sua indole pacifica e generosa influì notevolmente nella formazione dei Suoi ragazzi che, riflettendosi nella Sua immagine, crebbero tutti molto rispettosi ed osservanti delle regole religiose e del vivere civile specie nel periodo bellico e nel dopoguerra ove era necessario ricostruire moralmente ed economicamente tutta la società ed in special modo il paese originario.

 

Giuseppe Abbruzzese (1908-2003)

unico figlio maschio di Enrico, pur non tralasciando la cura dell’azienda famigliare, sempre supportato dal padre, iniziò a tessere quella rete di amicizie e benefattori che coltivando tutti il sogno del bene e del riscatto del proprio Paese da realizzarsi con una dolce rivoluzione scelsero d’imboccare e percorrere la strada della cooperazione, la cui cultura anche nel meridione andava diffondendosi.

Dott. Giuseppe Abbruzzese

Furono, questi, passi decisivi verso la modernizzazione dei servizi e delle attività, basti pensare che durante gli anni quaranta non vi erano sportelli bancari nel territorio bitettese e tutte le transazioni locali venivano intercettate da “cambisti” se si trattava di assegni o “prestatori di denaro” se riguardavano prestiti; lo stesso accadeva nelle attività produttive olearie,  ci si doveva assoggettare ai prezzi di “cartello” dei frantoi  e/o di mediatori locali, altrimenti, il prodotto olivicolo si perdeva.

Per superare questo lamentevole stato della società locale che il giorno 11 maggio 1953, Giuseppe con nove amici, portarono a termine il loro progetto costituendo la società cooperativa di credito denominata “Cassa Rurale ed Artigiana”, offrendo così alla comunità bitettese una grande opportunità di crescita per l’economia del luogo.

La risposta popolare fu largamente positiva e soddisfacente e a Giuseppe, socio fondatore nell’atto costitutivo, al primo rinnovo delle cariche sociali (1956) fu conferito l’incarico di Presidente che poi mantenne ininterrottamente fino al 1988.

È bene ricordare che al successo dell’iniziativa contribuì certamente la scelta equilibrata ed altruistica della forma giuridica; infatti non si prevedevano possibili riparti di utili, le azioni venivano ripartite equamente tra tutti i soci, s’introduceva l’obbligo d’investire prevalentemente nel territorio comunale e gli eventuali guadagni della nascente impresa venivano investiti nella stessa azienda o in opere benefiche.

Sulla scia trainante di questa importante e positiva esperienza negli anni che seguirono, sempre su Suo impulso, presero corpo nuovi progetti, e sempre in forme associative assieme ad altri agricoltori, furono poste le basi per la costituzione dell’“Oleificio Sociale” e la costruzione di pozzi e reti irrigue.

Nei frenetici anni ’60 l’onda innovatrice ormai coinvolgeva larghi stati del Territorio e della Società pugliese e nazionale e fu subito evidente il bisogno di non abbandonare al loro destino queste nuove realtà coraggiose e meritevoli ma, semmai, di aiutarle nel loro cammino di consolidamento e di crescita anche a livello regionale e nazionale.

Furono queste le ragioni che spinsero il Presidente Giuseppe Abbruzzese, in accordo con gli altri presidenti della maggior parte delle Casse Rurali e Artigiane locali, ad associarsi, il 22.07.1967, in una nuova Cooperativa (di secondo livello), denominata “Federazione Interregionale delle Casse Rurali e Artigiane di Puglia e Lucania in Bari”.

Federazione di cui fu prima socio fondatore e consigliere di amministrazione e successivamente Presidente.

La Federazione aveva lo scopo di” … agevolare, sviluppare, perfezionare, difendere, assistere tecnicamente e socialmente il movimento cooperativistico di credito in generale e le casse rurali ed artigiane in particolare” mettendo a loro disposizione una classe dirigente competente e lungimirante.

Negli anni successivi i suoi impegni pubblici lo videro impegnato nell’Università degli Studi di Bari allorquando, durante la reggenza del Rettore Prof. Luigi Ambrosi, tra la fine degli anni ’70 e inizio degli ’80, su designazione del Ministero della Pubblica Istruzione, fu designato componente del Consiglio di Amministrazione.

L’ultima opera benefica che volle realizzare prima del Suo ritiro dalla vita pubblica fu il recupero e restauro a Sue spese di una piccola Cappella denominata “La Nunziatella” molto antica e ricca di pregevoli decori sita nel centro storico di Bitetto di Sua proprietà e che infine donò alla Chiesa per restituirla al culto della popolazione bitettese.

Cessò di vivere in Bitetto, nella stessa casa in cui era nato, alle 02,25 del 29 gennaio 2003 all’età di 94 anni.

Nozze: Giuseppe Abbruzzese e N.D. Teresa Castellaneta

Da Giuseppe Abbruzzese, sposatosi nel 1941 con la N.D. Teresa Castellaneta di Acquaviva delle Fonti, nacquero quattro figli:

1-Maria Rosaria (1942), sp. con Giuseppe Brunetti, da cui: Emanuela, not. e Giovanna, avv. 2-Enrico (1943), sp. con Lucia Labianca, da cui: Valentina, avv. E Barbara, avv.

3-Edoardo (1945), sp. con Simonetta Ragusa di San Simone, da cui: Giuseppe.

4-Marcello (1949), sp. con Adele Fiori, da cui: Giuseppe avv. e Maria Teresa psicologa.

A questa giovane generazione, stimolata dal positivo esempio di chi li ha preceduti, passa l’onere di proseguire la costruttiva vicenda della famiglia ispirata da concetti di positività ed equilibrio.

RIFERIMENTO STORICO

Tratto da “Puglia d’Oro” di Renato Angiolillo  Vol.  I 1°ed.  1936, Laterza & Polo pag. 47 e della ristampa dei tre volumi curata dalla Fondazione Carlo Valente onlus, edizione Giuseppe Laterza, Prima edizione Marzo 2008, Prima Ristampa Novembre 2018, pag. 63. (Vedi volume storico)

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