AGOSTINELLI CATALDO

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AGOSTINELLI CATALDO

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Ceglie Messapica 1894 – Torino 1988

L’ingegnere poligrafo

Sfogliando le diverse biografie dedicate a Cataldo Agostinelli, sembrerebbe imbattersi nell’esistenza ordinaria e senza eventi di rilievo di un brillante studioso, che ha dedicato la vita alla ricerca, percorrendo tutte le tappe della carriera accademica. Questa prima impressione è destinata ad essere modificata non appena si dia uno sguardo all’imponente lista delle sue pubblicazioni: essa risulta composta da quasi un centinaio di trattati e da oltre duecento contributi in settori dell’area scientifica, quali l’ingegneria, la fisica e la matematica. L’indubbia prolificità, indice di una vastità di interessi culturali e di una vivacità intellettuale, costituisce l’aspetto peculiare della personalità scientifica di Agostinelli e merita un’attenzione speciale, se si vuole tentare di ricostruire il percorso personale e professionale dello studioso.

Nato nel comune pugliese di Ceglie Messapica il 16 dicembre 1894, Agostinelli compì la sua formazione accademica presso il Politecnico di Torino, una delle sedi più prestigiose e all’avanguardia nel panorama della ricerca scientifica e tecnologica in Italia. Nel 1920 conseguì la laurea in Ingegneria meccanica, mostrando sin da subito particolare interesse per la matematica applicata. Si iscrisse dunque al corso di laurea in Matematica, concludendo questo secondo ciclo di studi nel 1930. Dopo aver esercitato per un breve periodo la professione di ingegnere, ottenne la cattedra di Meccanica, che tenne dal ‘31 al ’38, presso il Regio Istituto Industriale “Ornar” di Milano.

Già nel 1935 vinse la libera docenza in Meccanica razionale, disciplina che insegnò sia presso l’Università di Torino sia a Modena. La definitiva consacrazione accademica avvenne però nel 1940, anno in cui partecipò al concorso, bandito dall’Università di Messina, per l’assegnazione della cattedra di Meccanica razionale, risultando primo tra i ternati. Dopo aver impartito alcune lezioni presso l’ateneo di Catania, si trasferì a Torino, dove concluse la carriera e infine morì il 18 gennaio 1988.

Al fine di orientarsi nella produzione scientifica di Agostinelli, evitando il rischio di disperdersi tra i diversi titoli, occorre individuare un criterio specifico. Si può procedere cercando di collocare i testi sulla base delle tematiche in essi trattate. Gran parte delle opere è dedicata alla meccanica: a titolo di esempio si possono citare Lezioni di meccanica razionale (1946), Lezioni di meccanica superiore (1948), Meccanica razionale (1978); questa preponderanza è spiegabile sulla base di un collegamento fecondo tra insegnamento e ricerca, che lo studioso si impegnò ad istituire e a mantenere vivo nel corso della sua attività accademica.

Notevole rilievo hanno le opere dedicate alla fisica, in particolare all’elettrodinamica, come Magneto­fluidodinamica (1966), alla matematica, come Lezioni di analisi matematica (1945-47), e alle relazioni tra le suddette discipline, come Istituzioni di Fisica matematica (1962). Dall’indagine condotta emerge che l’impegno di Agostinelli si divise tra trattazioni ad indirizzo più speculativo ed opere dedicate a mettere in luce i risvolti applicativi cui le teorie fisiche e matematiche conducevano. Questo aspetto pone in primo piano la formazione da ingegnere dello studioso,che lo portò ad approfondire gli apporti teorici utili per rintracciare nuove soluzioni ai problemi della meccanica a lui contemporanea.

Agostinelli fu una delle penne più attive della comunità scientifica del periodo. La vastità della produzione, l’ampiezza degli interessi, i riconosciuti meriti scientifici determinarono numerose attestazioni di stima da parte dei colleghi e delle società accademiche: dal 6 giugno 1979 al 14 giugno 1982, Agostinelli ricoprì la carica di presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino. La devozione con la quale egli affrontò la ricerca scientifica è tuttora testimoniata da un premio internazionale annuale, istituito per sua esplicita volontà nel 1988 e destinato ai cultori di discipline scientifiche, intitolato alla sua memoria e a quella della moglie Angiola Gili.

Piero Tarantino

Da Scienziati di Puglia (a cura di) Francesco Paolo De Ceglia, Adda Editore, 2007 pag. 481

Cenni bibliografici
Letteratura primaria:
Lezioni di analisi matematica: Parte I-II (Università di Torino), A. Viretto-V. Giorgio, Torino 1945-47, 2 voli.
Lezioni di meccanica razionale, A. Viretto, Torino 1946.
Lezioni di meccanica superiore, V. Giorgio, Torino 1948.
Istituzioni di fisica matematica, Zanichelli, Bologna 1962.
Magnetofluidodinamica, Cremonese, Roma 1966.
( con A. Pignedoli) Meccanica razionale, Zanichelli, Bologna 1978,2voll.
Letteratura secondaria:
A. Pignedoli, Necrologio, «Bollettino Unione Matematica Italiana», s. VII, vol. II A (1989) 3, pp. 353-69.

Cataldo Agostinelli (Ceglie Messapica, 16 dicembre 1894 – Torino, 18 gennaio 1988) è stato un matematico e fisico italiano. Il suo campo di studi fu particolarmente vasto, comprendendo la geometria differenziale, la fisica teorica, la meccanica celeste e dei sistemi rigidi, la magnetofluidodinamica.

Biografia e carriera

Laureatosi in ingegneria meccanica al Politecnico di Torino nel 1920, svolse vari incarichi, come dirigente tecnico, sia presso la FIAT che in enti statali, per alcuni anni, per poi licenziarsi e riscriversi all’università, laureandosi in matematica, nel 1930, presso l’Istituto di Matematica dell’Università di Torino.
Dal 1931 al 1938 fu docente di Meccanica nel Regio Istituto Industriale “Omar” di Novara. Al contempo, era seguito da Tommaso Boggio dell’Università di Torino per conseguire la libera docenza, che ottenne nel 1935, in meccanica razionale. Di quest’ultima, fu poi incaricato nelle Università di Torino e di Modena e all’Accademia Militare di quest’ultima città. Nel 1939 vinse un concorso a cattedre per meccanica razionale bandito dall’Università di Messina, riuscendovi primo della terna vincente di cui gli altri due erano Maria Pastori, seconda, e Giovanni Lampariello, terzo. Tuttavia, a Messina andò Lampariello, la Pastori a Milano, mentre Agostinelli fu chiamato a Catania.
Nel 1941 ritornò all’Università di Modena, mentre nel 1943, avendo conseguito l’ordinariato, ottenne il definitivo trasferimento a Torino, tenendo numerosi insegnamenti sia all’università che al Politecnico fino al 1965, quando fu collocato fuori ruolo, ma continuando, tuttavia, di sua volontà, ad esser di supporto didattico agli studenti fino al 1970. Fra le molte discipline insegnate sia all’università che al politecnico, tenne corsi di analisi matematica, geometria analitica e descrittiva, istituzioni di fisica matematica, meccanica razionale, meccanica superiore, magneto fluido dinamica, complementi di analisi matematica.
Fu autore di più di duecento lavori e di numerosi trattati e monografie in diversi settori della matematica applicata, della fisica matematica e della fisica teorica, pubblicazioni che, nel complesso, hanno riguardato la geometria differenziale applicata alla fisica matematica e alla fisica teorica, la dinamica dei sistemi rigidi, la meccanica celeste, la dinamica dei sistemi non olonomi l’elettromagnetismo, la fluidodinamica e la magnetofluidodinamica su cui scrisse, nel 1966, per incarico del CNR, un’ampia monografia nella quale si trovano anche trattate le onde magnetofluidodinamiche, i vortici e la teoria dei plasmi.
Fu socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei dal 1969, presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino dal 1979 al 1982, e socio di numerose altre accademie nazionali

Memoria

In ossequio alle sue volontà testamentarie e grazie al legato destinato all’Accademia delle Scienze di Torino dal 2006 è stato istituito il premio Angiola Gili – Cataldo Agostinelli in ricordo suo e della propria consorte Angiola Gili.
Per onorarlo, la sua città natale, Ceglie Messapica, gli ha intitolato il proprio Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “I.I.S.S. Cataldo Agostinelli”.

Bibliografia

  • AA.VV., Scritti vari di fisica matematica dedicati a Cataldo Agostinelli in occasione del suo novantesimo compleanno, Acta Academiae Scientiarum Taurinensis, Accademia delle Scienze di Torino, Torino, 1987.
  • A. Pignedoli, “Cataldo Agostinelli e la sua opera”, Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali. Rendiconti, Serie VIII, 82 (4) (1988) pp. 819-843.
  • M. Ciracì, Uomini Illustri della Città di Ceglie Messapica, Assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione, Regione Puglia, C.R.S.E.C. N. 21, Ceglie Messapica (BR), 1992.

Da quest’ultima pubblicazione riportata la biografia del prof. Agostinelli Cataldo, come settolineatura della sua magistrale attività scientifica e didattica in diverse Università ed Accademie:
Agostinelli Cataldo – Ingegnere FisicoMatematico
Nacque a Ceglie Messapica in una casetta di un solo vano alla via S. Rocco il 16 dicembre 1894, secondo di cinque figli (Caterina, Cataldo, Filomena, Domenico e Giuseppe), da Rocco, guardia municipale e da Chirico Addolorata.
Compiuti i sei anni fu ammesso alla scuola elementare del Maestro Lorenzo Belianova dove frequenta le prime due classi, la quarta classe la frequenta dal Maestro Pietro Magno, e la quinta dal Maestro Giuseppe Elia, poeta e uomo di vasta cultura. Appena dodicenne, nell’impossibilità di continuare negli studi, frequenta la sesta classe elementare. Alla fine la zia Maria, su suggerimento di uno dei cugini, Senofonte Gioia, Professore di Italiano alla Scuola Tecnica di Taranto, decise di iscriverlo a quella scuola. La scuola tecnica aveva la durata di tre anni e si insegnava italiano, storia, geografia, lingua francese, matematica, computisteria, scienze naturali, disegno. In quella scuola venne fuori tutta l’abilità del futuro scienziato. Un giorno fu dato agli allievi, come compito di geometria, il problema di determinare il lato del decagono regolare iscritto in un cerchio di cui era assegnato il raggio. Era già noto che detto lato era la sezione aurea del raggio; ma nessuno riuscì a risolvere la questione se non Agostinelli che timidamente fece presente al Prof. di esserci riuscito con stupore da parte degli insegnanti di tutto l’istituto.
Dopo gli studi a Taranto, conclusi con licenza d’onore, ma che non concedeva la possibilità, si presentò il problema della prosecuzione degli studi e sua zia Maria, sempre su suggerimento di uno dei cugini Gioia, Menotti, professore di ginnastica a Bari, lo fece iscrivere in quella città nella sezione fisico-matematica. Il corso aveva la durata di quattro anni e dava la possibilità di poter accedere agli studi universitari. In quell’istituto insegnavano studiosi di grande valore, specialmente nelle materie scientifiche, perché provenienti dalla scuola normale di Pisa, Preside di questo importante Istituto era Enrico Nannei, valente studioso di geometria, che aveva pubblicato ottimi testi di geometria per gli studenti delle medie superiori. Insegnante in questa Scuola era anche il famoso Carmelo Colamonico che divenne successivamente ordinario presso l’Università di Napoli.
A cura degli studenti della scuola Tecnica si pubblicava il “Supplemento al Periodico di Matematica”, giornale molto in voga nelle scuole medie superiori dove venivano pubblicati i problemi di geometria più difficili risolti dagli allievi. Fra i redattori del giornale figuravano i famosi Guido Ascoli, che successivamente divenne collega dello stesso Agostinelli all’Università di Torino come Professore di Matematiche complementari ed altri valenti scienziati. Nell’ultimo anno degli studi di Bari scoppiò la Prima Guerra mondiale e le scuole si chiusero prima del tempo. Cataldo Agostinelli fu licenziato senza esami e con ottimi voti. Non prestò servizio militare in base all’ esistente “volontariato di un anno” ottenuto col pagamento allo Stato della somma di lire mille, ricavato dalla vendita di una modesta casa di proprietà del padre.
A venti anni si iscrisse al Politecnico di Torino che godeva di fama per la serietà degli studi e il valore degli insegnanti. Racconta Agostinelli: ” … e così in una giornata dei primi di novembre dei 1915, dopo un lungo viaggio in treno, di circa mille e duecento chilometri, con modestissimo bagaglio, racchiuso in una “sacchetta” e con poco denaro, io e mio fratello Peppino, che contemporaneamente si era iscritto al primo anno dell’Istituto Tecnico Sommelier, sezione fisico-matematica, giungemmo di mattina alla Stazione di Porta Nova di Torino. Ci demmo subito da fare per trovare una camera o una pensione dove prendere dimora. Per tutta la giornata cercammo invano una sistemazione adeguata alle nostre possibilità e la sera presi dallo sconforto, seduti su di una panchina del giardino di Porta Nova, ci venne da piangere. In ogni modo passammo la notte in un alberghetto nei pressi della Stazione e l’indomani, riprese le ricerche trovammo, in una vecchia casa di via Lagrange, dove ora sorge l’Hotel Principe di Piemonte, una modesta cameretta presso una vedova, signora Maria Cattalano. In quella casetta trascorse gli anni di studio ai Politecnico.
Arruolato in artiglieria, fu destinato alla zona di guerra di Taranto, ma ammalatosi .di,malaria fu rinviato a casa, anche se in seguito fu più volte richiamato. Al Politecnico di Torino, nel biennio propedeutico, ebbe come maestri matematici insigni: Guido Fubini per 1’analisi matematica, Enrico D’Ovidio per la geometria analitica, che era anche il Rettore, Gino Fano per la geometria descrittiva e Giuseppe Armadini per la Meccanica razionale. La Fisica era insegnata da quel grande sperimentatore che fu Quirino Maiorana. Nel triennio di applicazione, che in parte si svolgeva al Castello del Valentino, ebbe altri grandi maestri e scienziati come Camillo Guidi per la scienza delle costruzioni, Guido Grassi per l’Elettrotecnica e Modesto Panetti per la Meccanica applicata.
Cataldo Agostineili si laureò in Ingegneria con il massimo dei voti il 14 novembre 1920. Dopo un breve periodo di incertezza per interessamento di uno dei professori del Politecnico, l’Ingenere Gamba, insegnante di macchine Termiche e Direttore della Sezione Industrie Metallurgiche della Fiat, fu chiamato dalle Acciaierie Fiat in via Belmonte, alla direzione dei servizi elettrici. Dopo due anni di intenso e proficuo lavoro, per una crisi determinatosi nell’industria, e in particolare alla Fiat (sono i periodi delle occupazioni delle fabbriche da parte degli operai, in seguito alla riduzione del personale, fu licenziato col solo stipendio dell’ultimo mese. Senza lavoro e senza prospettive fece ritorno a Ceglie, dove elaborò il progetto della costruzione della centrale termo-elettrica relativa alla illuminazione delia nostra città, progetto che porterà a termine il socio Signor Giuseppe Zapponeta di Dagnente sul Lago Maggiore con l’aiuto di una società ostunese.
Nello stesso anno era stato bandito, dal Ministero delle Finanze un concorso per 70 posti di ingegnere di ruolo negli uffici Tecnici di Finanza e Catasto. Con la sola laurea in ingegneria, superò brillantemente il concorso risultando tra i primi in graduatoria. Destinato all’Ufficio Tecnico di Finanza di Novara, vi rimase per quasi due anni. Anche questo incarico durò poco perché fu richiamato dall’ allora Direttore Generale della Fiat Carlo Masera a dirigere i servizi elettrici e le Acciaierie Fiat. L’Ingegnere Capo, Passero, quando Agostineili lasciò il lavoro gli rilasciò un attestato con queste parole: “è grato al sottoscritto aggiungere che l’Ingegnere Cataldo Agostinelli ha avuto occasione di dimostrare nel disimpegno dei servizi affidatigli non solo operosità e zelo ma anche capacità e competenza eccezionali”.
Dalla Fiat si licenziò nell’ ottobre del 1931, insofferente della vita di fabbrica, desideroso di realizzare il suo sogno, che era quello di dedicarsi alla scienza, fu proprio in questo periodo che si iscrisse all’Università di Torino al Corso per la Laurea in Matematica pura. Con la laurea in Ingegneria fu ammesso all’ultimo anno, il quarto, sostenendo gli esami di analisi superiore con Guido Fubini, di Geometria superiore con Alessandro Terracini, di Fisica Matematica con Carlo Somigliana e di Meccanica superiore con Tommaso Boggio.
Si laureò, con pieni voti, con una tesi di cui fu relatore il Prof. Tommaso Baggio e che aveva per titolo “Le omografie vettoriali complesse e la loro applicazione ad alcune questioni di meccanica quantica”, il 14 luglio 1930. Per liberarsi dalla schiavitù dell’ orario fisso, appena fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il bando di concorso ad un posto di ruolo di Meccanica nell’Istituto Industriale Ornar di Novara, vi prese parte.
Era Presidente della Commissione giudicatrice Umberto Cisotti. Fu dichiarato unico vincitore con un’ alta valutazione. Iniziò la carriera di insegnante a Novara, che durò ininterrottamente dal 1931 al 1938. Con l’aiuto del Prof. Baggio continuava negli studi della Meccanica razionale per raggiungere la cattedra universitaria,viaggiando da Novara a Torino. Nel 1935 ottenne la libera docenza in Meccanica razionale presso l’Università di Torino nell’anno accademico 1935-1936. Convinto che per riuscire doveva rendersi indipendente e autonomo, si dette quindi allo studio di questioni di grande interesse che lasciavano un largo campo di ricerca e dei quali si erano occupati già da tempo Stakel, Levi Civita, Burgatti ed altri.
Si trattava di questioni di Meccanica analitica riguardanti l’integrazione per separazione di variabili della equazione dinamica di Hamilton-Jacobi e la ricerca dei sistemi dinamici corrispondenti nel senso di Painlevé, alla quale apportò contributi definitivi che subito lo portarono in primo piano nella considerazione dei cultori della Meccanica. A questi lavori si aggiunsero le ricerche sul moto di un corpuscolo elettrizzato nel campo di un dipolo magnetico, problema connesso col fenomeno delle aurore boreali, del quale si erano già occupati gli astronomi scandinavi Stormer e Birkeland. La questione era stata posta dal Prof. Armellini in seguito alla grande aurora boreale verificatasi nel 1938 e che fu visibile in Italia. In quella occasione la Società Italiana per il Progresso delle Scienze istituì un premio di cinquemila lire per la risoluzione del problema, premio che andò al Prof. Cataldo Agostinelli.
Nell’ottobre del 1938 fu invitato a tenere un corso di Matematica agli allievi dell’ Accademia Militare di Modena e contemporaneamente ebbe l’incarico dell’insegnamento della Meccanica razionale in quella Università. Cataldo Agostinelli aveva 43 anni, dopo aver trascorso tutti gli anni della giovinezza tra lotte e disagi vide avverarsi il suo sogno. Nel 1939, quando fu bandito il concorso alla cattedra di Meccanica razionale dall’Università di Messina, vi partecipò nonostante la resistenza dei suoi famigliari. In questo periodo felice conosce la signorina Angiola Gigli alunna dell’Istituto Tecnico Sommelier di Torino insieme a Beniamino Segre, divenuto poi eminente matematico e Presidente dell’ Accademia dei Lincei.
Il pregiudizio di essere di origine meridionale determinò una certa titubanza da parte dei genitori della Gigli, ma nell’inverno del 1939 vi fu il fidanzamento. Il 28 maggio 1939, quando ancora viaggiava da Torino a Messina Cataldo Agostinelli si unì in matrimonio con la signorina Angiola Gigli nella Cappella di via S. Secondo. A Torino prese alloggio in via Amerigo Vespucci, 34, in un appartamento al quarto piano. La Commissione giudicatrice per il concorso alla cattedra di Messina era formata da Sua Eccellenza Giovanni Giorgi, Accademico d’Italia, Umberto Cisotti del Politecnico di Milano, Paolo Straneo dell’Università di Genova, Lucio Stella dell’Università di Roma e Bruno Caldonazzo dell’università di Firenze. Agostinelli vinse la cattedra, risultando unico vincitore con questo giudizio collegiale: “L’operosità di questo candidato, che si è andata intensificando ed affinando negli ultimi lavori, gli ha permesso di affrontare, per via analitica difficili problemi di meccanca e di fisica matematica e di ottenere risultati brillanti”.
In base a tale esito il Prof. Agostinelli doveva essere destinato per diritto alla cattedra di Meccanica razionale dell’Università di Messina, ma fu assegnata al terzo in graduatoria Giovanni Lampariello, mentre il primo in graduattoria fu dirottato dal 16 novembre 1939 alla cattedra di Meccanica razionale dell’Università di Catania. In questa Università trovò professori illustri tra i quali Orazio Specchia, direttore dell’Istituto di Fisica, il Prof. Marletta che insegnava geometri analitica e la professoressa Lia Nalli che insegnava analisi matematica, il Prof. Vincenzo Amato, ordinario di analisi matematica e il Prof. Renato Calapso.
Il primo anno accademico fu un andare su e giù dalla Sicilia a Torino, interrotti solo dalle vacanze di Natale e Pasqua. NelI’ottobre 1940 ottenne il trasferimento all’Università di Modena, avvicinandosi di molto a Torino. A Modena ebbe collegiali, illustri e che con molto entusiasmo avevano ricevuto il nostro Agostinelli. Il Prof. Mariano Pierucci, che dirigeva l’Istituto di Fisica ed era Preside della Facoltàdi Scienza. Da ordinario nell’ ottobre del 1943 passò alla cattedra di Meccanica superiore presso l’Università di Torino, dove per alcuni anni tenne insegnamenti di analisi matematica, geometria analitica e geometria descrittiva ed inoltre di analisi matematica al Politecnico.
Nel 1944 ottenne l’incarico di Istituzioni di Fisica Matematica, che ha mantenuto fino a quando non fu collocato fuori ruolo, nel 1965. Nello stesso tempo, per invito del Politecnico di Torino, svolse agli allievi elettrotecnici di quell’Istituto, un corso di Complementi di Analisi Matematica.
Nei cinque anni fuori ruolo svolse ancora all’Università un breve corso di lezioni di magnetofluidodinamica. Col collocamento a riposo, avvenuto a partire dal primo novembre del 1970, cessò ogni attività didattica, ma continuò quella scientifica, unitamente alle cariche che gli aveva affidato l’Accademia delle scienze di Torino, prima come Direttore della classe di Scienze Fisiche, poi come Vice Presidente e infine come Presidente.
L’attività scientifica
Ebbe inizio nel 1932 con una nota “sul movimento dei sistemi rigidi in uno spazio dimensioni” e la Memoria “sulle omografie vettoriali complesse e la loro applicazione ad alcune questioni di Meccanica quantica”, nella quale veniva rielaborata la tesi di Laurea in Matematica, entrambe presentate all’Accademia delle Scienze di Torino.
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Nell’articolo vengono richiamate le numerose ricerche nei diversi campi di interesse di maccanica analitica. Un altro gruppo di notevoli lavori ha riguardato la meccanica celeste ed il moto dei corpi rigidi.
Nuovi contributi alla moderna teoria della termoelasticità vengono dati in una memoria riportata dalla Rivista “Meccanica” del 1971. Un altro campo di ricerca ha riguardato l’elettromagnetismo e le sue applicazioni.
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Parallelamente a questa attività scientifica, altrettanta attività è stata rivolta da Cataldo Agostinelli, oltre che nell’insegnamento, in conferenze, in commemorazioni e celebrazioni, in partecipazioni a convegni, congressi e riunioni scientifiche, in indirizzo alla ricerca di valorosi allievi, nella guida di numerose tesi di laurea e nella redazione di opere didattiche.
Fra le conferenze e comunicazioni è importante ricordare quella tenuta: sul problema dei tre corpi, ai Seminari matematici di Milano, Catania e Messina e, in occasione del simposio Lagrangiano, all’Accademia delle Scienze di Torino, sullo spostamento dei perieli dei pianeti e sulle guide d’onda elettromagnetiche al Seminario matematico di Torino e al Centro Internazionale matematico Estivo (CIME); sulla Magnetofluidodinamica al Congresso di Williamsburg (USA), al Seminario matematico deil’Università di Bari, ai Congressi matematici di Vienna, Edimburgo e Jasi (Romania), all’Accademia dei Lincei e all’ Accademia delle scienze di Modena; sulla Termoelasticità al Centro Internazionale Scienze Meccaniche (CISM), di Udine.
Fra i compiti doverosi, assolti dal Prof. Agostinelli, con grande devozione verso Maestri e Colleghi illustri scomparsi, bisogna ricordare le commosse commemorazioni di Carlo Somigliana; Antonio Signorini, Tommaso Boggio, Giovanni Zin e Renato Einaudi, all’ Accademia delle scienze di Torino; Maria Pastori all’ Accademia dei Lincei e a quella delle scienze di Torino. Con particolare e spontanea
dedizione si è poi dedicato ad indirizzare alla ricerca scientifica allievi altamente meritevoli che hanno raggiunto la cattedra universitaria. Fra essi il Prof. Pignedoli, Accademico dei Lincei, attualmente ordinario di Meccanica Superiore alla Università di Bologna; il Prof. Tino Zeuli, già ordinario di Meccanica razionale all’Università di Torino; la Prof.ssa Maria Teresa Vacca, ordinaria di Meccanica razionale al Politecnico di Torino e i professori associati Jacopo Vacca e Giorgio Ferrero, oltre tanti altri allievi che hanno seguito i corsi del nostro Agostinelli e che hanno raggiunto posizioni eminenti nell’insegnamento universitario o medico.
Un valido aiuto ha anche dato a studiosi stranieri venuti in Italia con borse di studio del Ministero degli esteri. Fra questi bisogna ricordare il Prof. Andrea Pakoltznik di Varsavia e la Professoressa Margareta Ignat di Jasi.
Infine bisogna ricordare l’impegno assiduamente svolto nel Comitato per la Matematica del C.N.R. e nelle Commissioni scientifiche dell’U.M.1. e del C.I.M.E.
Per questa molteplice attività ha avuto diversi riconoscimenti. L’Accademia delle Scienze di Torino, lo elesse prima socio corrispondente nel 1951 e poi socio nazionale nel 1958. In questa Accademia, a cui ha dato il maggior contributo delle sue ricerche, ha ricoperto tutte le cariche, da quella di Segretario e di Direttore della classe di scienze Fisiche a quelle di Vice Presidente e di Presidente.
L’Accademia Nazionale dei Lincei lo elesse socio corrispondente nel 1959 e nazionale nel 1969. L’Accademia delle scienze di Modena lo volle socio Onorario e i colleghi dell’Istituto Lombardo e dell’Istituto di Bologna lo elessero corrispondente di quelle illustre Accademie, inoltre ha fatto parte di diversi sodalizi scientifici.
Nel 1968 gli fu assegnato dall’ Accademia dei Lincei il Premio dal Ministero della Pubblica istruzione per la Matematica. All’ atto del suo passaggio a professore fuori ruolo, avvenuto colI novembre 1965, gli fu conferito dal Presidente della Repubblica il diploma di 1 a classe con medaglia d’oro riservato ai benemeriti per la Scuola, la cultura e l’arte. L’annuncio di tale riconoscimento gli fu comunicato dall’ allora Ministro On. Gui. Col primo novembre 1970 fu collocato a riposo per raggiunti limiti di età. La comunicazione di questo provvedimento gli fu data dal Ministro Misasi, con lettera del 13 luglio 1970.
In seguito a decisione della Facoltà di Scienze dell’Università di Torino, con decreto del Presidente della Repubblica, gli fu conferito il titolo di “Professore emerito”. Il Ministro della Pubblica Istruzione,nel comunicare la notizia al Rettore dell’Università, scriveva: “Con l’occasione si prega altresì la S.V. di voler porgere al Prof. Cataldo Agostinelli le più vive congratulazioni di questo Ministero, con l’augurio che la sua opera di studioso insigne possa ancora per lunghi anni continuare al progresso dei nostri studi scientifici” Questa nomina gli fu comunicata direttamente dal Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, con lettera del 18 marzo 1971, che così diceva: “Illustre Professore, sono lieto di comunicarLe che ho firmato, con vivo piacere, il provvedimento con il quale Le viene conferito il titolo di ‘Professore emerito’ ”. Tale nomina vuole costituire anche il grato omaggio della Scuola italiana alla nobile e preziosa opera che Ella ha svolto con assiduo fervore a vantaggio dell’Università e della gioventù studiosa. In questa occasione mi è gradito ricordare la Sua insigne attività scientifica ed in particolare le Sue ricerche nel campo della Meccanica e della Fisica Matematica, con le quali Ella ha recato decisi contributi al progresso di quelle discipline. È pertanto mio compiacimento, Illustre Professore, che formulo cordialmente l’augurio che la Sua appassionata attività di Scienziato possa ancora a lungo concorrere al maggior prestigio della cultura italiana»

Cataldo Agostinelli

Cataldo Agostinelli era nato a Ceglie Messapico (Brindisi) il 16 dicembre 1884 e morì a Torino il 18 gennaio 1988.
Si era laureato (1920) in Ingegneria meccanica al Politecnico di Torino e in Matematica (1930). Dapprima svolse attività tecnica, poi (1931-38) fu ordinario di Meccanica nel Regio Istituto Industriale “Omar” di Milano. Libero docente di Meccanica razionale dal 1935, fu incaricato di tale materia nelle Università di Torino e di Modena. Nel 1940 fu primo ternato (gli altri furono Maria Pastori e Giovanni Lampariello) al concorso per la cattedra di Meccanica razionale dell’Università di Messina: fu chiamato a Catania da dove, nell’immediato dopoguerra, ottenne il trasferimento a Torino.
Fu autore di 218 lavori e di numerosi trattati in diversi settori che comprendono la Dinamica dei sistemi rigidi , la Meccanica celeste, la Dinamica dei sistemi non olonomi e la Magnetofluidinamica su cui scrisse (1966), per incarico del C.N.R., un’ampia monografia nella quale si trovano anche trattate le onde magnetofluidodinamiche, i vortici e la teoria del plasma.
Fu socio dell’Accademia del Lincei, Presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino e socio di numerose altre Accademie Locali.

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