DAMBROSIO FRANCESCO

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DAMBROSIO FRANCESCO

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Il ‘papà’ della legge dell’aborto.

Dopo aver frequentato le scuole di Cerignola fino al conseguimento della maturità classica, si iscrisse alla facoltà di Medicina dell’Università del S. Cuore di Milano, presso la quale si
laureò il 12 novembre 1958. L’anno successivo superò brillantemente l’esame di Stato e si iscrisse all’albo professionale degli ostetrici di Milano il 22 luglio 1959. Dambrosio è stato un milanese a tutti gli effetti, avendo studiato all’Università di Milano, esercitato la professione ed anche fatto politica, per essere stato radicale e socialista, pronto a lottare per i diritti civili.
Diventato direttore della clinica ginecologica «Mangiagalli » dell’Università di Milano giovanissimo, ben presto ha visto la sua chiara fama valicare i confini nazionali: non vi
è simposio di ostetricia o di ginecologia in Europa che non lo veda tra i protagonisti, con relazioni ed interventi. Migliaia di nascite, che altri prevedevano e diagnosticavano come « impossibili» per difetti o malformazioni della gestante, si sono potuti lietamente verificare grazie alla sua validissima
assistenza sia durante la gestazione, sia al parto.
Nell’Italia Meridionale, tuttavia, egli non era molto conosciuto; è diventato veramente famoso anche in questa parte della Nazione (la più prolifica, si sottolinea) quando, qualche anno fa, è balzato agli onori televisivi in seguito alla tragedia di Seveso: fu del tutto naturale che le Autorità gli affidassero
la direzione del consultorio di Seveso.
Di idee socialiste, Francesco Dambrosio è stato il primo ginecologo ad avere il coraggio di sfidare divieti di legge e pretese clericali, sostenendo la necessità di interventi abortivi legali richiesti dalle donne colpite dalla nube di diossina.
Sono rimaste famose le interviste sull’argomento e sulla legge, successivamente emanata, della disciplina dell’aborto, rilasciate da Francesco Dambrosio ai cronisti di «Manifesto», « Panorama» e della Radiotelevisione italiana.
Il ginecologo ‘cerignolano si è battuto per la costituzione di gruppi di lavoro in ogni ospedale, ‘Che, in rapporto con i consultori, svolgano un lavoro di ricerca sulla contraccezione, la prevenzione e la maternità.
Ìn opposizione alla tesi comunista che, favorevole in generale al processo di deospedalizzazione, voleva che l’aborto fosse fatto solo e sempre negli ospedali, Dambrosio ha sostenuto che è necessario che esso venga praticato in strutture extraospedaliere, essendo l’ospedale « per molti versi una struttura superata ».

In un articolo di Valeria Gondus su “Il fatto quotidiano” del 18 settembre 2016 “Se le donne italiane hanno da quarant’anni il diritto di abortire, lo devono in parte a Franceci Dambrosio, ginecologo, storico primario della Clinica Mangiagalli di Milano. Fu lui, infatti insieme a un pugno di colleghi, a mettere in piedi il consultorio pubblico dove vennero effettuati i primi abborti legali. Accadeva a Severi nel 1976, dopo la fuoriuscita di diossina dall’Icmesa che aveva devastati le vite degli abitanti della zona e compromesso, forse, il futuro delle loro progenie.
La legge 194 sarebbe arrivata solo due anni dopo, l’aborto era quindi vietato salvo che in pochissimi casi e solo per salvaguardia della salute della donna”:
In una intervista rilasciata a Valeria Gandus qualche anno prima della morte il dott. Dambrosio ricordò che “A Seveso demmo una nuova interpretazione della legge ossia interpretammo la legge considerando anche i rischi per la solute psichica della donna. La decisione era presa da tre medici, uno dei quali psichiatra”.In effetti tale evento fu considerato il grimaldello che aprì un varco nella legge e nelle coscienze.
C’è da considerare che dai suoi detrattori Dambrosio veniva definito “Medico degli aborti” o peggio “Killer dei bambini” E a lui quell’etichetta andava davvero stretta, perché nella sua lunga carriera professionale aveva dedicato alla vita molte più energie e passione . “Gli piaceva ricordare che a Seveso, in un anno di attività del consultorio, gli aborti erano stati 50 ma le nascite 800.
Padre di quattro figli, aveva fatto nascere migliaia di bambini, e salvato centinaia di vite essendo stato fra i primi in Italia a dedicarsi alla medicina trasfusionale e alla prevenzione della isoimmunizzazione Rh.
Ma Dambrosio è stato soprattutto un amico delle donne, un uomo sempre dalla loro parte: quando dava la pillola a quelle di Seveso, terrorizzate di rimanere incinte di bambini malformati (era legale dal 1971, ma i medici locali non la prescrivevano), quando contribuiva alla diagnosi precoce del cancro al seno applicando per primo nuove tecniche ecografiche, quando conduceva importanti studi epidemiologici sulla mortalità perinatale, natale e materna”.

Ha pubblicato, oltre a numerosi articoli su periodici nazionali ed esteri e su riviste specializzate, le seguenti opere:
~Partitò Socialista Italiano; Coniitato regionale lombardo. Prevenzione e tutela della salute delle lavoratrici. A cura ‘di Francesco Dambrosio, Elvira Badaracco, ‘ Laura Caramella, Mauro Buscaglia. Milano; 1974.
~ ‘Donna, salute e lavoro. A cura di F; Dambrosio, E., Badalacco, ‘M. Biscaglia. Presentazione di Carlo Polli. Milano, 1975.,
– , Alternativa (L’) socialista. Autogestione e riforme di struttura. Prefazione di Riocardo Lombardi. A cura di M. Àchillie F. Dambrosio. Milano, 1976.
– ‘ Maternità cosciente. Contraccezione e aborto. A cura’ di Francesco Dambrosio, Elvira Badaracco e Mauro Buscaglia. Milano, 1976;’

BIBLIOGRAFIA
MANIFESTO. Edizione teletrasmessa. Milano, anno VI, n. 257, giovedì 18 novembre 1976, pp. 1-2.
PANORAMA. Anno XVI, n. 635. Segrate, 20 giugno 1978, pp. 50-54.

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