COLAMONICO CARMELO

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COLAMONICO CARMELO

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Acquaviva delle Fonti 1882 – Napoli 1973

Il geografo della Puglia presente e passata

Carmelo Colamonico nacque il 27 luglio 1882 ad Acquaviva delle Fonti, dove aiutò sin da piccolo i genitori, Ottavio e Maria Paola Del Giudice, prima con il lavoro al buratto (strumento per separare la farina dal cruschello e dalla crusca), poi con le lezioni private. La passione per la geografia emerse già alle scuole elementari, quando, come raccontava, “per passare il tempo, [ … ] riproducevo carte geografiche”. Frequentò il ginnasio ad Acquaviva, passò poi al liceo di Gioia del Colle, si laureò infine in Lettere a Napoli nel 1905, con una tesi, diretta dal Prof. Filippo Porena, sulla geografia della Puglia.
Insegnò prima nel ginnasio di Gioia, poi, fino al ’21, negli istituti tecnici di Foggia, Bari e Napoli. Partecipò al congresso nazionale di geografia di Palermo nel ’10, con una relazione sulle acque profonde dei terreni calcarei pugliesi, che suscitò molto clamore e qualche perplessità, ma fu avvalorata dalle successive trivellazioni. Nel ’22, ebbe la cattedra di Geografia economica all’Istituto Superiore di Scienze Economiche e Commerciali di Bari (poi Facoltà), dove insegnò fino al ’27. In quell’anno si trasferì alla Facoltà di Lettere dell’Università di Napoli, sulla cattedra di Renato Biasutti (1878-1965), nel frattempo passato a Firenze. Nella città del Golfo, dove fu preside di Facoltà, insegnò fino al ’52. Contemporaneamente tenne corsi all’Istituto Universitario di Magistero “Suor Orsola Benincasa” e fu docente di Geografia orientale presso “L’Orientale”.
Collaborò con l’Istituto della Enciclopedia Italiana e fu presidente del Comitato della Carta agraria d’Italia. Fu membro dell’Accademia Pontaniana, della Società Nazionale delle Scienze, Lettere e Arti di Napoli, dell’Accademia Puglie se delle Scienze e socio nazionale dell’Accademia dei Lincei. Inoltre, fu membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione dal 1947 al 1954 e direttore della sezione di Geografia economica del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Nel 1955 ebbe la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte. Lavorò molto anche dopo il pensionamento. Morì improvvisamente a Napoli, il 31 dicembre 1973. La sua ricca attività si sviluppò su tre direttrici: geografia scientifica e cartografia storica, geografia della Puglia e didattica della geografia.La geografia scientifica e la cartografia
Come direttore del Centro di studi per la Geografia economica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Colamonico diede alle stampe, con la collaborazione di altri valenti geografi, venti volumi di Memorie, monografie sulla produzione agricola, le bonifiche, i porti, la pianificazione territoriale in Italia. Come presidente dell’Accademia Pontaniana, fece pubblicare, oltre gli Atti, tredici volumi che ricostruivano registri angioini e fonti aragonesi. Come presidente dell’Accademia delle Lettere, Scienze ed Arti di Napoli, portò a termine il catalogo di tutte le pubblicazioni esistenti nelle biblioteche napoletane.
Legò la questione meridionale alla morfologia del territorio, individuando nuove cause e prospettando nuove soluzioni, che espose nella conferenza sulle Cause geografiche del dualismo economico tra Nord e Sud d’Italia, tenuta a Bari nel 1965. La Carta della utilizzazione del suolo d’Italia (in scala 1:200.000) fu tuttavia la sua opera scientifica più importante. Essa era suddivisa in ventisei fogli, secondo i limiti astronomici stabiliti da meridiani e paralleli (adottati per la Carta Automobilistica d’Italia del Touring Club Italiano), ed era accompagnata da diciotto volumi di Memorie illustrative, scritte dai migliori geografi italiani. Fu iniziata nel ’56 e terminata nel ’68 sulla base dei materiali della direzione generale del Catasto. Ciascun foglio conteneva inoltre la descrizione dei particolari della vegetazione dell’Italia. Essa fu un valido strumento di studio e ricerca e ancora oggi costituisce una testimonianza storica della situazione agraria dell’epoca. La passione per la sua terra non lo abbandonò mai: Colamonico, oltre alla presentazione e al coordinamento, si occupò della compilazione dei fogli 15, 17 e 18, relativi appunto alla Puglia.
Sin dal 1921 si occupò di storia cartografica e pubblicò una rassegna dell’antica cartografia nazionale in cui figurava la Puglia (descrisse tra le altre una carta manoscritta del Trecento e una carta del 1449, conservata nel Museo civico di Venezia). Nel 1939 studiò la più antica carta regionale pugliese, quella di Giacomo Castaldi, edita a Venezia nel 1567. Infine nel 1942, analizzò la carta del Regno di Napoli della Libreria della Stella e, con piglio storico, ne discusse le fonti.La geografia della Puglia
Nel 1908, pubblicò una serie di lavori sulla geografia fisica della Puglia, culminati nel profilo d’insieme del 1923, La geografia della Puglia: profilo monografico regionale. Nel 1935, scrisse, con “soddisfazione e compiacimento”, la voce Puglia per l’Enciclopedia Italiana Treccani. Descrisse la regione cercando di spiegare la genesi e le cause del suo aspetto fisico. Ad esempio, analizzò la situazione idrografica in tutte le aree pugliesi e in particolare la piovosità, associandola alla distribuzione degli insediamenti. L’idrografia gli servì per spiegare la presenza di lame e di gravine, generate dall’antica erosione fluviale.
Tra il ’16 e il ’26, studiò il carsismo pugliese e pubblicò diversi articoli, in cui illustrava i risultati delle indagini sulle numerose cavità carsiche pugliesi: le conche carsiche di Castellana, i “pulì” di Altamura e di Ruvo; i “pulicchi” di Gravina e di Toritto; il “gurgo” di Andria; il “vurgo” di Acquaviva; caverne e grotte murgiane. Associò la circolazione delle acque sotterranee nel Gargano, nelle Murge e nella penisola salentina alla presenza del calcare miocenico, detto “pietra leccese”. Mise in evidenza le differenze tra puli, cavità con forti dislivelli sui fianchi, e gravine, profonde voragini ad inghiottitoio. Le analisi del clima della Puglia, ottenute mediante osservazioni sulla temperatura e la piovosità, che pubblicò nel lavoro Zone di piovosità e densità di popolazione nella provincia di Lecce (1917), servirono a classificare le acque sotterranee in due tipi: freatiche e profonde.
Spiegò la densità e la distribuzione della popolazione pugliese con la distanza dal mare e con la natura geologica del suolo. Trattò l’evoluzione delle abitazioni rurali pugliesi, dai pagliai ai trulli, dalle lamie alle masserie, e fece conoscere all’Italia le dimore scavate nella roccia, in particolare i “Sassi di Matera”, spiegando anch’esse alla luce della conformazione del terreno e delle esigenze agricolo-pastorali delle popolazioni.
Descrisse l’evoluzione delle coltivazioni sul difficile terreno agricolo pugliese, che, grazie al paziente lavoro dei contadini, era stato rivestito di colture legnose specializzate, così vincendo le difficoltà climatiche e morfologiche. “Nel primo stadio di trasformazione agraria le aree comunali si pre­sentavano generalmente costituite da tre fasce circolari con­centriche di colture, a intensità decrescente a partire dal centro abitato: l’anello suburbano a fitte culture specializzate, la fascia a seminativo arborato o a campi di colture specializzate in mezzo alla fondamentale area a seminativo semplice, la zona residua a seminativo poverissimo e a pascolo”. Successivamente, “gradatamente il seminativo arborato, con l’infittirsi della coltura legnosa, si è trasformato in vigneto, oliveto, mandorleto, alle volte in forma consociata, mentre il seminativo semplice e il pascolo sono stati aggrediti dalla vegetazione arborea e trasformati prima in coltura promiscua e infine anche essi in colture specializzate e con la solita consociazione”.La didattica della geografia
Colamonico si occupò di didattica della geografia e si batté per la riforma degli ordinamenti didattici. Il suo contributo più rilevante in tal senso furono le Carte geografiche (1942), le Lezioni di geografia fisica (1948) e il Sommario di storia della geografia (1956). Scrisse manuali scolastici adottati in tutta Italia e furono sue le relazioni sull’insegnamento della geografia nelle scuole italiane, presentate, nel volume Un sessantennio di ricerche geografiche italiane, dalla Società Geografica Italiana al Congresso Internazionale di Londra del 1964. Agli insegnanti, consigliava: “La lezione di geografia, come e più delle lezioni di qualsiasi disciplina, per essere efficace deve essere viva e attraente”. Per questo sosteneva il ricorso alla proiezione di documentari, all’uso di carte geografiche o alle osservazioni dirette sul campo. Inoltre, affermava: “La materia geografia non è raccolta o inventario di notizie slegate [ … ], ma raffigurazione e spiegazione di forme e fenomeni in atto sulla superficie terrestre e in continua connessione e interferenza fra loro [ … ]. Apre ai ragazzi gli orizzonti [ … ] abitua i giovani alla osservazione e alla rifles­sione”. Il compito principale della materia era, quindi, “di formare gli spiriti”.
Benedetta CampanileDa Scienziati di Puglia (a cura di) Francesco Paolo De Ceglia, Adda Editore, 2007 pag. 450-453

Cenni bibliografici
Letteratura primaria:
La distribuzione della popolazione nella Puglia centrale e meridionale secondo la natura geologica del suolo, «Bollettino della Società Geografica Italiana», V (1916), pp. 201-34, 274-305, 403-29.
La distribuzione della popolazione in Puglia secondo la distanza dal mare, « Bollettino della Società Geografica Italiana», VII (1918), pp. 373-93, 597-622, 760-80.
Appunti storici sulla cartografia della Puglia, «Bollettino della Società Geografica Italiana», s. 5, X (1921), pp. 295-326, 457-65.
La geografia della Puglia: profilo monografico regionale, Cressati, Bari 1923.
Memoria illustrativa della Carta della utilizzazione del suolo della Puglia, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma 1960.
Sui limiti della ricerca geografica, Società Geografica Italiana, Roma 1962.
Per l’insegnamento della Geografia nelle Università, Società Geografica Italiana, Roma 1966.
Aspetti geografici della Puglia, Amministrazione Provinciale, Bari 1971.
Letteratura secondaria:
Amoruso O., La geografia economica, in A. Di Vittorio (a cura di), Cento anni di studi nella Facoltà di Economia e Commercio di Bari (1886-1986), Cacucci, Bari 1987, pp.61-81.
Cassano G., La geografia e la Puglia di Carmelo Colamonico, Adda, Bari 1989.
D’Ambrosia M. B., Colamonico, Carmelo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1982, VI, pp. 693-95.
Migliarini E., Carmelo Colamonico, Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti, Napoli 1975, con bibliografia completa alle pp. 43-61.
Milone F., I maestri della geografia italiana, in La Geografia nelle scuole, IV (1959), 3, pp. 65-69.
Palombella G., Pagine sparse e brevi profili di uomini illustri acquavivesi, Tipografica Meridionale, Cassano Murge 1980.
Riccardi R., Carmelo Colamonico, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1976.

Colamònico, CarmeloEnciclopedia on line
Colamònico, Carmelo. – Geografo italiano (Acquaviva delle Fonti 1882 – Napoli 1973); prof. di geografia economica nell’univ. di Bari dal 1922 e di geografia a Napoli dal 1927, socio nazionale dei Lincei dal 1963. Diresse le Memorie di geografia economica del CNR e promosse e coordinò la pubblicazione della Carta della utilizzazione del suolo d’Italia e delle relative memorie. Tra i suoi scritti, che toccano diversi campi della geografia (carsismo, precipitazioni, distribuzione della popolazione, sedi rurali, colture), molti sono dedicati alla Puglia (Studi corologici sulla Puglia, 1908-15; La geografia della Puglia, 1923, 2a ed. 1926; Memoria illustrativa della Carta della utilizzazione del suolo della Puglia, 1960). Si interessò di problemi didattici e fu autore di testi scolastici assai diffusi. Collaborò all’Enciclopedia Italiana per la geografia dell’Italia meridionale.
https://www.treccani.it/enciclopedia/carmelo-colamonico/..

COLAMONICO, Carmelo
di Maria Beatrice D’Ambrosio – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 26 (1982)COLAMONICO, Carmelo. – Nacque ad’Acquaviva delle Fonti (Bari) il 27 luglio 1882 da Ottavio e da Maria Paola Del Giudice. Dopo aver frequentato le scuole di Gioia del Colle, si laureò nel 1905 in lettere a Napoli con una tesi di argomento geografico relativo alla Puglia. Dopo la laurea insegnò nel ginnasio di Gioia del Colle e poi fino al 1921 negli istituti tecnici di Foggia, Bari e Napoli. Nel 1918 conseguì la libera docenza in geografia e nel 1922 vinse il concorso per la cattedra di geografia economica nell’istituto superiore di scienze economiche e commerciali di Bari (divenuto poi facoltà di economia della università), dove insegnò fino al 1927, anno in cui passò alla facoltà di lettere dell’università di Napoli, nella cattedra di geografia resasi vacante per il trasferimento a Firenze di R. Biasutti; insegnò fino al 1952, e per dieci anni fu anche preside di detta facoltà. Contemporaneamente tenne per tre anni la cattedra di geografia coloniale nell’Istituto orientale e per trenta nell’istituto universitario di magistero “Suor Orsola Benincasa”. Iniziò le sue pubblicazioni nel 1908 con una serie di lavori sulla geografia fisica della sua regione; continuò le ricerche fino al 1973, dedicandosi a un territorio geografico ristretto, ma approfondendo sempre sotto il profilo fisico, antropico ed economico il Meridione di Italia e più specificamente la Puglia, sapendo conciliare in un giusto equilibrio lo studio teorico con la soluzione pratica di alcuni problemi geografici.
I primi studi relativi alla morfologia carsica e alla idrografia sotterranea della Puglia furono affrontati dal C. nel 1910 quando si mise in luce al VII congresso geografico italiano di Palermo presentando una sua relazione sull’argomento. Più tardi nel 1913, dopo un’eccezionale siccità verificatasi negli anni 1907-08, pubblicò un importante lavoro, Le acque sotterranee in Puglia (Roma 1913) a cui seguì un approfondito studio sulle precipitazioni in Campania; i risultati, contenuti in una grossa monografia La pioggia in Campania, uscirono a Firenze nel 1915 nelle Memorie geografiche (n. 27, pp. 5-180) dirette da G. Dainelli.
L’autore, dopo aver preso in considerazione l’influenza che il rilievo esercita sulle precipitazioni, ne indica la frequenza, la distribuzione mensile e stagionale, e stabilisce utili confronti fra periodi di differente piovosità. Nel volume è anche inserita la carta delle piogge, ritenuta ancor oggi uno degli studi più validi per la climatologia del Meridione d’Italia. Continuò lo studio della regione pugliese con lavori inerenti alla morfologia, alle varie forme di insediamento umano, alla geografia agraria e alla cartografia.
La circolazione delle acque sotterranee nel Gargano, nelle Murge e nella penisola salentina è assai peculiare per la presenza colà di un calcare miocenico detto “pietra leccese”. Nel decennio 1916-26 il C. affronta ricerche sistematiche sui “puli” di Altamura, le conche carsiche di Castellana (Terra di Bari), il “pulicchio” di Gravina, il bacino carsico di Gurio Lamanna nelle Murge, i fenomeni carsici del Cavone delle Murge di Spinazzola, la grande dolina di Andria e i “puli” di Ruvo. L’abbondanza nei terreni pugliesi di “puli” e pulicchi (cavità carsiche con forte dislivello dei fianchi), gravine (avvallamenti carsici ricchi di burroni) al posto delle doline, frequenti invece nelle formazioni carsiche triestine dipende dal fatto che in Puglia l’erosione carsica non è stata mai molto intensa a causa della particolare conformazione morfologica della regione i cui sedimenti marini, sollevati da movimenti orogenetici successivi, favorirono la formazione di un’idrografia superficiale con relativa erosione normale a cui poi si sostituì una erosione di tipo carsico. Nelle zone ricche di calcari compatti del Cretaceo come il Gargano, le Murge e le Serre salentine il fenomeno carsico è più accentuato.
Gli aspetti dell’insediamento umano nella Puglia centromeridionale furono messi dal C. in rapporto a vari fattori tra cui la natura geologica della regione e la distanza dal mare. Le Murge sono poco abitate a causa della penuria d’acqua e della sterilità del terreno, ma comprendono grossi centri distanti l’uno dall’altro che costituiscono punti di richiamo e da cui a centri concentrici si dispongono, fino a dove è possibile per la presenza dell’acqua, le coltivazioni: orti, giardini, oliveti, vigneti, mandorleti, terreni a cereali e a pascolo. Per dimostrare l’importanza della frequenza delle precipitazioni sull’insediamento umano il C. redasse due carte: in una distinse cinque zone limitate dalle isoiete di 550 e 850 mm e nell’altra distinse altre cinque zone con densità da 50 a 200 ab/kmq. Altri studi sulle varie forme di abitazioni rurali – masseria, trullo e abitazione rurale scavata nella roccia (più frequente nel versante ionico delle Murge, nella zona delle gravine) – videro impegnato il C. tra il 1932 e il 1970. Dal 1922 iniziò ad occuparsi di geografia agraria ed economica con un articolo sulla distribuzione delle culture nel Barese corredato da un’ottima carta basata sui rilievi catastali.
Tra il 1925 e il 1960 pubblicò importanti studi sulla distribuzione geografica delle culture concludendoli nel 1960 con quello che può considerarsi il suo più significativo contributo: La memoria illustrativa della Puglia.
Le memorie illustrative, pubblicate con il concorso dei maggiori geografi italiani – quindici fino al 1976 mancando ancora quelle relative alle regioni Lombardia, Marche e Trentino-Alto Adige -, costituiscono la base per la realizzazione della Carta dellautilizzazione del suolo d’Italia; realizzazione affidata dal Consiglio nazionale delle ricerche al Centro di studi per la geografia economica diretto dal C. dal ’47 al ’59. La carta alla scala di 1:200.000 in 26 fogli che accompagna le Memorie illustrative fu pubblicata tra il 1956 e il 1968 a gruppi di fogli regionali basati su materiali raccolti presso la direzione generale del Catasto. Nel lavoro sono ampiamente trattati temi diversi e complementari come la geografia, la pedologia agraria, la statistica e l’economia.
Di cartografia il C. si occupò già nel 1921, quando pubblicò degli appunti storici sulla cartografia della Puglia. Nel 1939 illustrò la più antica carta regionale della Puglia pubblicata a Venezia nel 1567 da Giacomo Gastaldi.
Professore universitario dal 1922 al 1952, il C. fu sensibile ai problemi della didattica e dette ad essa un ricco contributo personale con le Carte geografiche, Napoli 1942, le Lezioni di geografia fisica, ibid. 1948 e Sommario di storia della geografia, ibid. 1956. Il suo interesse si volse anche alla didattica della geografia nelle scuole medie superiori per le quali dal 1909 compilò testi che furono molto apprezzati per la chiarezza e la precisione. In occasione della pubblicazione da parte della Società geografica italiana del volume Un sessantennio di ricerche geografiche italiane che fu presentato al congresso internazionale di Londra nel 1964, il C. contribuì con ampie relazioni sull’argomento della geografia nelle scuole italiane. Fu collaboratore dell’Istituto della Enciclopedia italiana, presidente del Comitato della Carta agraria d’Italia, della Accademia Pontaniana e della Società nazionale delle scienze, lettere ed arti di Napoli, membro del Consiglio superiore della Pubblica Istruzione dal 1947 al 1954, socio della Società geografica italiana, della Accademia pugliese delle scienze. Nel 1955 fu insignito della medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte. Organizzò due congressi geografici italiani, l’XI a Napoli nel 1930 e il XVII a Bari nel 1957, pubblicando per ciascun congresso quattro volumi di atti.
Il C. morì a Napoli il 31 dic. 1973.
Opere: La ricerca d’acqua potabile in Puglia, in Corriere della Puglia (Bari), 19 luglio 1909; Per la conoscenza della idrografia sotterranea in Puglia, in Atti d. VII Congresso geografico italiano, Palermo 1911, pp. 232-45; Le acque sotterranee in Puglia, in Boll. d. Soc. geogr. ital., s. 5, II (1913), pp. 364-80, 527-41; La distribuzione della popolazione nella Puglia centrale e meridionale secondo la natura geologica del suolo,ibid., V (1916), pp. 201-34, 274-305, 403-29; La piovosità della Terra d’Otranto,ibid., VI (1917), pp. 509-37; Il pulo di Altamura, Udine 1917; Zone di piovosità e densità di popolazione nella prov. di Lecce, in Riv. geogr. ital., XXIV (1917), 5, pp. 161-80; Il pulicchio di Gravina,ibid., 9-10, pp. 358-65; Le conche carsiche di Castellana in Terra di Bari, in Boll. d. Soc. geogr. ital., s. 5, VI (1917), pp. 693-713, 827-43; Un cinquantennio di osservazioni pluviometriche a Bari,ibid., VII (1918), pp. 99-113; La distribuzione della popolazione della Puglia secondo la distanza dal mare,ibid., pp. 373-91 597-622, 760-80; Il bacino carsico di Gurio Lamanna nelle Murge alte, Firenze 1918; Il “gurgo” (dolina d’Andria), in Boll. d. Soc. geogr. ital., s. 5, VIII (1919), pp. 225-29; Il pulicchio di Toritto e la genesi dei puli nel Barese,ibid, pp. 578-95; Le doline murgiane, in La Geografia, III (1920), pp. 212-20; Appunti storici sulla cartografia della Puglia, in Boll. d. Soc. geogr. ital., s. 5, X (1921), pp. 295-326, 457-465; La geografia della Puglia: profilo monografico regionale, Bari 1923; Aspetti del carsismo in Puglia: le Murge di Cassana, in Annuario dell’Ist. sup. di scienze econ. e comm. di Bari, 1923-24, pp. 1-54; Note geografiche sul Gargano,ibid., 1925, pp. 1-14; La distribuzione delle culture nel Barese, in Boll. d. Soc. geogr. ital., s. 6, II (1925), pp. 12-34; La più antica carta regionale della Puglia, in Iapigia, X (1939), pp. 145-85; La carta del Regno di Napoli della libreria della Stella e la sua fonte principale, in L’Universo, XXIII (1942), pp. 169-79; Alcune caratterist. del carsismo pugliese, in Rend. d. Acc. di scienze fis. e matem. di Napoli, s. 4, XVIII (1951), pp. 264-67; Per la carta di utilizzazione del suolo d’Italia, in Mem. di geogr. econ., VII (1952), pp. 5-66; La geografia nelle scuole secondarie, Napoli 1956; Aspetti geologici e geografici del Salento, in Studi salentini, I (1956), pp. 11-19; La scala esterna dell’abitazione di un centro agricolo delle Murge, in Studi geografici pubblicati in onore del prof. R. Biasutti, Firenze 1958, pp. 87-99; Memoria illustrativa della carta della utilizzazione del suolo della Puglia, Roma 1960; Esplorazione e scoperte geografiche, in Storia universale, Milano 1962, V, I, pp. 545-93; Insegnamento della geografia, in Un sessantennio di ricerca geografica italiana, Roma 1964, pp. 7-32; La Carta della utilizzazione del suolo d’Italia sta per essere ultimata, in Atti d. XX Congresso geografico it., Roma 1967, IV, pp. 43-48; La casa rurale in Puglia, in Ricerche sulle dimore rurali in Italia, XXVIII, Firenze 1970, pp. 1-14, 143-82; La geografia agraria delle regioni italiane, in Boll. d. Soc. geogr. ital., s. 9, XII (1971), pp. 593-604.
Fonti e Bibl.: Necr. in Boll. d. Soc. geogr. Ital., s. 10, III (1974), pp. 1-20; in La Geografia nelle scuole, XIX (1974), 1, pp. 56 ss.; in Riv. geogr. ital., LXXXI (1974), 3, pp. 434-38; F. Milone, I maestri della geografia ital., in La Geografia nelle scuole, IV (1959), 3, pp. 65-69; Scritti geografici in on. di C. C., a cura di E. Migliorini, Napoli 1963; R. Riccardi, C. C., in Celebr. e commemor. dell’Acc. naz. dei Lincei, n. 98, Roma 1976

https://www.treccani.it/enciclopedia/carmelo-colamonico_(Dizionario-Biografico)/

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