GUIDA PIETRO

nuova puglia d'oro_total white

GUIDA PIETRO

nuova puglia d'oro_total white

Artista, scultore pugliese d’adozione.

Nato a S. Maria Capua Vetere (Caserta) vive a Manduria (TA).

Dopo essersi diplomato in scultura all’Accademia delle belle arti di Napoli nel 1947 aderisce al Gruppo Sud, divenendo uno dei protagonisti del rinnovamento culturale del capoluogo campano, iniziando una attività espositiva in tutta Italia: Galleria “Forti” e Galleria “Blu di Prussia a Napoli, Premio Diomira 1949 e Galleria del Naviglio Milano 1949, facendosi apprezzare dai critici e dal pubblico con ampi consensi per i suoi disegni.

Dal 1960 al 1971 ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Lecce, partecipando a diverse mostre internazionali. Gli è stato assegnato il Premio internazionale di scultura di Carrara 1957.
Dal 1960 al 1975 la sua produzione artistica ha utilizzato materiali industriali grezzi, come mattoni, galpomice, tubi eternit, ferro e acciaio, come prove nuove per il suo lavoro artistico. In forte ascesa la sua notorietà grazie anche ad alcune importanti commesse come ad esempio la scultura di dimensioni monumentali realizzata nel 1972 per l’Italsider di Taranto. Notevole è l’interesse della critica più qualificata e numerosi sono gli inviti ad esporre le sue opere.
Partecipa a mostre personali e collettive; dalla seconda metà degli anni settanta e per circa tre lustri rinuncia a partecipare ad esposizioni, per poi riprendere nel 1993 con la mostra personale allestita presso il Castello Carlo V di Lecce. I suoi nuovi lavori sono presentati in catalogo dagli amici scrittori: Tano Citeroni, Gino Montesanto e Michele Prisco.

Di particolare rilievo è la mostra antologica realizzata nel 2008 presso il Monastero degli Olivetani di Lecce, promossa dal Dipartimento dei Beni delle Arti e della Storia dell’Università degli Studi del Salento, associata alla pubblicazione di un catalogo che ripercorre l’intero suo percorso artistico . Nell’ottobre del 2012 espone nelle sale di Castel dell’Ovo a Napoli una sua personale curata da Francesco Abbate.
Nel 2011 ha partecipato all’Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia nella sede regionale di Lecce – Padiglione Italia della 54ª edizione. Nel 2014, su invito dell’Università del Salento, ha tenuto una mostra personale nella sede del Rettorato di Lecce.

Molto successo ha riscosso nel 2016 la sua partecipazione alle “Grandi Mostre nei Sassi” a Matera. Tra i numerosi riconoscimenti e premi vanno segnalati
il Primo premio alla Mostra Nazionale del Disegno, Reggio Emilia 1949; premio della Presidenza CONI alla Mostra di Scultura ispirata allo sport, Firenze 1958; premio per la scultura al Premio Termoli, Termoli 1963; premio-acquisto alla Biennale d’Arte Contemporanea, Bari 1966.

Bibliografia
Pietro Guida. Opere 1945 – 2008; A cura di Massimo Guastella – Barbieri Selvaggi Editori, Manduria 2008

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 20 LUGLIO 2021

Domani i 100 anni di Pietro Guida

di RAFFAELE NIGRO

Domani Pietro Guida compie cento anni e siamo in attesa che il comune di Manduria, in provincia di Taranto, gli dedichi un museo. Intanto ci uniamo al coro di festeggiamenti che si levano da molte parti d’Italia.
Guida è originario di santa Maria Capua Vetere, ma dal 1949 ha insegnato e vissuto in Puglia,per tre mesi a Castellaneta, come docente di disegno nelle scuole medie, poi a Massafra, dove giunge in occasione della seconda edizione del premio Taranto, e dove stringe amicizia con don Cosimo Damiano Fonseca e con Espedito Jacovelli. Lo troviamo infine a Manduria e qui nel 1951 sposerà Addolorata Calò,dalla quale avrà due figli, Luisa e Giuseppe.
Il momento più alto nella vita artistica di Pietro avviene qualche anno fa, quando la Scaletta di Matera gli dedica una personale straordinaria nei Sassi, con catalogo e curatela di Massimo Guastella.
Guastella gli aveva già dedicato un catalogo, edito da Barbieri Selvaggi e una mostra nel 2008, organizzata dall’università di Lecce. Fu un momento altrettanto importante per il genio creativo di un maestro vissuto in disparte per molti anni e che si era ritirato in una villa alla periferia della città pliniana da decenni. In quella villa io gli feci visita nei primi anni novanta in compagnia di Gino Montesanto, Michele Prisco e Tano Citeroni e vi tornai successivamente attratto dall’atmosfera metafisica e surreale che si viveva tra la campagna e le tavernette invase da gruppi scultorei giganteschi, simili ai giardini incantati di Alcina. Guida aveva disseminato lì le sue opere,che solo in tempi recenti ha deciso di ricoverare in ambienti chiusi per sottrarle alle offese degli agenti atmosferici. Tori cavalli, gruppi di famiglia, amanti, ginnaste e nudi di modelle libere sotto gli alberi, tutto in cemento armato.
Prisco e Montesanto venivano a fare visita a un compagno che avevano conosciuto durante gli anni della guerra. Nel ’42 infatti,appena trasferito come militare al Battaglione Universitario di Caserta, Guida aveva conosciuto i due scrittori e con loro Raffaele La Capria e i pittori Enrico Accatino e Gino Trento. L’anno successivo il Battaglione veniva trasferito nei pressi della località Campo d’Oro, tra San Vito dei Normanni e Mesagne e nella circostanza lo scultore visitava Manduria dove stringeva amicizia con due Padri Passionisti, Fedele e Celestino Giannelli,che ritroverà nel dopoguerra al suo ritorno in Puglia e che ritrarrà in alcune opere scultoree.
Guida aveva frequentato da giovane l’Accademia di Belle Arti di Napoli e seguito i corsi dello scultore Alessandro Monteleone e quelli di nudo di Vincenzo Ciardo. A Napoli aveva conosciuto la scultura di Vincenzo Gemito e Filippo Cifariello e la pittura del Palizzi e di Domenico Morelli. I suoi inizi sono dunque figurativi,all’interno di quel Gruppo Sud che promuove una primavera napoletana e le opere che presenta nel ’48 anno di esordio espositivo,sono ritratti di amici,di modelle,sono nudi che echeggiano i gusti della scuola romana e i temi mitologici. Ma un dato è connotativo della sua opera,il primitivismo,il bisogno di offrire impressioni di movimenti e di figure,senza rifiniture,per accenni di azione e di contorni. Un gusto dell’abbozzo scabro che va contro la finezza di Greco,Marino Marini,Arturo Martini e Giacomo Manzù, seppure da questi autori colga sia la plasticità classica sia il dinamismo espressionista e i baricentri precari. Guida dipinge i sentimenti forti, soggetti figli della mitologia e scene di denso impatto erotico,le sue sono creature giunoniche e dalle robuste masse anatomiche. Sbozza atleti e ginnasti e ciclisti,alla ricerca del movimento e del dinamismo,come animato da un tardo futurismo che si farà geometrico negli anni sessanta. Quella che segue sarà infatti una fase ideativa del tutto nuova per la sua arte e per l’esperienza artistica meridionale. Guida abbandona dai primi anni sessanta il figurativo e sperimenta la spazialità geometrica e astratta, insieme a materie nuove,mattoni, ferro,tubi di eternit. E’ l’era della civiltà industriale e tecnologica e sono anche gli anni in cui Taranto conosce la trasformazione ambientale e culturale dell’acciaio con l’impianto dell’Italsider. Alle mostre romane del decennio 1960-’70 Guida presenta opere neocostruttiviste nate dall’uso della fresa,della saldatrice,delle fiamme ossidriche,perché Taranto gli è dentro le ossa,dal momento che ne ha una frequentazione quotidiana come Direttore del Liceo Artistico.
Ma intanto lo scultore campano ha continuato a produrre opere figurative a soggetto sacro per alcuni conventi Passionisti e ha scoperto il connubio tra cemento e ferro. E quando a metà degli anni settanta abbandona definitivamente l’astrazione e il geometrismo industriale lo fa in ragione di un ritorno alla scultura naturalistica. Anzi,in ragione di una crisi profonda del senso dell’arte. Sono gli anni in cui la Transavanguardia pone l’accento sulla necessità di un ritorno al primitivismo narrativo come reazione all’astratto e al concettuale. Guida conosce almeno un decennio di blocco psicologico e creativo e quando riprende a lavorare è in ragione di un figurativo che riproduce sentimenti ora forti ora delicati:la famiglia,l’amore,la passione per la musica,insieme alla mitologia e alle arti ginniche. Ma sempre lontano da definizioni e raffinate torniture,sempre in un accenno descrittivo, come a voler fermare un’emozione e un momento della vita attraverso un abbozzo immediato e un accenno compositivo.
In tutto questo, Pietro non ha mai abbandonato la campagna di Manduria, il giardino che ha disseminato da sempre di sculture, alla periferia della città del primitivo, conferendo a questo museo all’aperto un incanto metafisico che solo autori come Savinio e De Chirico avrebbero saputo imitare.

Lecce AL CASTELLO

Arte: per i 99 anni del maestro Pietro Guida le sue sculture arrivano in mostra a Copertino
Dal 14 luglio la piazza del Castello si anima con le figure scolpite dal maestro campano, che da anni vive a Manduria

REDAZIONE ONLINE
08 Luglio 2020

Inaugurerà il 14 luglio, nel giorno del 99esimo compleanno del Maestro, la mostra Pietro Guida. Piazza d’Italia, al Castello di Copertino (Le). Un’esposizione presentata dalla Direzione Regionale Musei Puglia e dalla Direzione del Castello di Copertino, in cui coppie, donne in attesa, acrobati, genitori e bambini, ma anche figure mitologiche e rappresentazioni di sogni si radunano, poeticamente, nella piazza d’armi del castello per tutta l’estate. Tutte insieme queste sculture rappresentano una forma di resistenza alla solitudine e alla caducità dell’esistenza, un inno alla vita e all’energia della cultura nella contemporaneità, attraverso la forza dell’arte, soprattutto in un periodo storico così difficile.
Le sculture di Pietro Guida – 99enne artista campano di nascita, residente a Manduria, in Puglia, dagli anni Cinquanta – sono state selezionate da Mariastella Margozzi e Lorenzo Madaro, curatori della mostra, e raccolte nel cortile del Castello di Copertino con il coordinamento e la supervisione di Pietro Copani. Si tratta di opere realizzate in cemento nella casa-studio di Manduria, dove il maestro vive circondato da centinaia di opere, posizionate nelle stanze che si rincorrono tra laboratori, depositi e biblioteca e anche all’aperto, tra gli alberi e le piante del grande giardino.

La serie di sculture, concepite negli ultimi venticinque anni plasmando una materia complessa e densa di suggestioni come il cemento (in alcuni casi perfino dipinto), vive idealmente in una grande piazza dove le vite si incontrano, i corpi dialogano, gli sguardi si incrociano, i gesti danno come eterni e contingenti insieme. La scultura di Pietro Guida non nasconde i riferimenti alla storia dell’arte, in alcuni casi omaggia i suoi ideali maestri – Marino Marini e Arturo Martini–, in altri evidenzia uno spiccato interesse per il mito, la letteratura e la musica.
Presenze senza tempo, brandelli di forme e materia che si rincorrono e si solidificano sotto forma di anatomie, che vivono lo spazio architettonico della piazza d’armi del maniero, incontrando lo sguardo e la presenza dei visitatori, completando la loro stessa essenza di forme in dialogo.
“Piazza d’Italia è il titolo scaturito dall’immaginare la compresenza delle figure scolpite da Guida nello stesso spazio aperto della corte del Castello di Copertino, riadattata quasi come un set cinematografico a rappresentare una quotidianità fatta di gesti, di slanci d’affetto, di giochi, di pensieri, messi tutti insieme, uniti, ma distanti, in dialogo, ma anche nella solitudine dei loro volumi e nella leggerezza solo apparente della materia con cui sono realizzate. Figure in cammino, in riposo, in attesa, in contemplazione, in azione. Figure che vivono ognuna nel proprio mondo magico, ma i cui mondi riescono a dialogare avendo come comune denominatore la poesia della vita che guida l’artista” (Margozzi).
Il progetto espositivo è stato studiato per consentire ai visitatori di osservare le opere tenendo conto delle attuali norme di sicurezza nei musei nel post Covid, ed anche per questo – infatti – si è deciso di esporle all’aperto. Un’unica sezione interna della mostra accoglierà, invece, un nucleo selezionato di disegni dell’artista realizzati con diverse tecniche tra gli anni ‘80 e gli ultimi mesi, insieme alla proiezione di alcune interviste-video al maestro.
Un’appendice della mostra è collocata anche al Castello svevo di Bari, dove è esposta un’unica grande opera che rappresenta un tema sociale caro all’artista: quello dei carcerati che anelano il contatto con il mondo esterno. I Prigioni si inserisce così nella sala del Castello che dà voce alle problematiche sociali e apre alla possibilità di un dibattito.
La mostra è accompagnata da un catalogo con contributi, oltre che dei curatori Margozzi, Madaro e Copani, di diversi autori, tra cui Francesco Abbate, Brizia Minerva, Marina Pizzarelli e Michele Prisco, e con un ricco apparato fotografico di Beppe Gernone che documenta il work in progress dell’allestimento delle sculture all’interno del Castello.
La mostra sarà visitabile dal 14 luglio al 19 settembre, dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 13.30.
Si ricorda, inoltre, che fino al 31 agosto sarà ancora possibile visitare all’interno del Castello la mostra Under pressure. Baldo Diodato per Copertino, a cura di Pietro Copani e Lorenzo Madaro, che propone una panoramica del lavoro recente del maestro dopo circa tre decenni di vita tra New York e Philadelphia.

https://www.lavocedimanduria.it/news/attualita/1049367/auguri-maestro-pietro-guida-oggi-un-secolo-di-arte-e-cultura-che-incantano-litalia/..

Auguri maestro Pietro Guida, oggi un secolo di arte e cultura che incantano l’Italia

Proprio per questa tappa importante della sua vita il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo gli ha voluto rendere omaggio con una mostra

ATTUALITÀ Manduria mercoledì 14 luglio 2021
di La Redazione

Il maestro Pietro Guida, campano di nascita manduriano di adozione, compie oggi 100 anni. Un traguardo importante che conforta una lunga e anche appartata attività tutta dedicata all’espressione più intima dell’animo umano. Proprio per questa tappa importante della sua vita il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo gli ha voluto rendere omaggio con una mostra di alcune sue opere che resterà aperta sino ad ottobre. Si tratta delle famose statue di cemento alcune delle quali esposte recentemente a Manduria nel cortile del Palazzo delle Servite, sede del Gal.
Pietro Guida è nato a S. Maria Capua Vetere (Caserta) nel 1921 e vive e lavora a Manduria. Consegue il diploma di scultura all’Accademia di belle arti di Napoli nel 1947. In quegli anni, assieme a Renato Barisani, Gennaro Borrelli, Raffaello Causa, Renato De Fusco, Anna Maria Ortese, Armando De Stefano, Guido Tatafiore, aderisce al Gruppo Sud, divenendo uno dei protagonisti del rinnovamento culturale del capoluogo campano.Nel 1993 interrompe il silenzio espositivo con la mostra personale allestita presso il Castello Carlo V di Lecce. I suoi nuovi lavori sono presentati in catalogo dagli amici scrittori: Tano Citeroni, Gino Montesanto e Michele Prisco. Ha ricevuto i seguenti riconoscimenti: Premio Diomira, Milano 1949; Primo premio alla Mostra Nazionale del Disegno, Reggio Emilia 1949; premio della Presidenza CONI alla Mostra di Scultura ispirata allo sport, Firenze 1958; premio per la scultura al Premio Termoli, Termoli 1963; premio-acquisto alla Biennale d’Arte Contemporanea, Bari 1966.
Nel 2011 ha partecipato all’Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia nella sede regionale di Lecce – Padiglione Italia della 54ª edizione. Nel 2012 ha esposto nelle sale di Castel dell’Ovo a Napoli una sua personale curata da Francesco Abbate. Nel 2014, su invito dell’Università del Salento, ha tenuto una mostra personale nella sede del Rettorato di Lecce. Nel 2016 per “Le Grandi Mostre nei Sassi” ha esposto a Matera le sue sculture e una contemporanea mostra di disegni nella sede del circolo “la Scaletta”, le sue opere sono state in mostra a Manduria nel 2017 nella mostra – Le Emozioni del cemento -.
Attualmente tredici opere del maestro Guida sono esposte nel Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma nel contesto della “Notte europea dei musei”. Le installazioni rimarranno esposte negli spazi di Castel Sant’Angelo fino al 31 ottobre.

POTREBBE INTERESSARTI