OROFINO RUGGIERO

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OROFINO RUGGIERO

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Il tenore barlettano, uno dei più grandi tenori dell’epoca lirica del secolo scorso, che cantò alla Scala e al Metropolitan.

Nato da Pasquale e da Angela Conversano. Il padre era impiegato nella Ferrovia Bari-Barletta. In quell’anno a Chicago debuttava Louis Armstrong e alla Scala di Milano Toti Dal Monte nel ruolo di Gilda nel Rigoletto di Verdi. Ruggiero nacque in via Mariano Santo 62, una delle sette rue. Nel tempo libero suo padre strimpellava la chitarra e sua madre l’accompagnava con la sua bella voce da soprano.
Nel 1929, quando Ruggiero aveva sette anni, la famiglia si trasferì a Bari. Sappiamo che a Barletta il piccolo Ruggiero frequentò le prime due classi delle elementari a Palazzo Fraggianni. A Bari il ragazzino completò le elementari e alle medie cominciò a studiare il violino che però lasciò ben presto. Si iscrisse quindi all’Istituto Tecnico Industriale e poi a quello Commerciale, dove si distinse nello studio del francese, del disegno… e della recitazione.

Benché fosse uno studente volenteroso, conseguito il diploma, non proseguì gli studi ma fu assunto dalla Autocarrozzeria Meridionale di Romanazzi (in fondo a via Melo, proprio sotto il Conservatorio di musica), dove lavorò per tre anni imparando numerosi mestieri: elettricista, lattoniere, falegname, fabbro, tappezziere e saldatore. Frattanto dai locali del Conservatorio, intestato a Niccolò Piccinni, giungevano le note musicali dei giovani orchestrali che lì facevano il loro apprendistato, rendendogli più gradevole il lavoro.

In quegli anni papà Pasquale portava spesso il figlio all’opera, al Petruzzelli, utilizzando i biglietti gratuiti che talvolta la Ferrovia Bari-Barletta dava in omaggio ai suoi dipendenti. L’altro suo svago era quello di andare, col padre, a vedere le partite di calcio allo Stadio della Vittoria (nella stagione ‘38-‘39 il Bari militava in serie A). In quegli anni il nostro Ruggiero abitava in via Ravanas 48, a duecento metri dalla stazione Marittima.

Nel 1940, incoraggiato dagli amici che ne ammiravano la stentorea voce, Ruggiero chiese un’audizione a un docente del Conservatorio che, apprezzandone la predisposizione al canto, si offrì di fargli da maestro e gli impartì le prime lezioni di canto… e di solfeggio. Di lui si accorse anche il famoso maestro Carlo Vitali che lo scritturò come baritono nella banda che dirigeva nelle feste patronali.

Nel 1941 Ruggiero lasciò le officine Romanazzi e si fece assumere presso la società Bari-Nord come meccanico saldatore; in seguito fu promosso “intermedio” nell’officina del deposito delle locomotive in fondo a via Napoli, dove c’era una palestra di lotta greco-romana nella quale il nostro andava giornalmente ad allenarsi. Diventò talmente bravo che riuscì a vincere il titolo di campione regionale nella categoria dei mediomassimi.

Nel ’42 fu richiamato alle armi in Marina; da Brindisi, sua prima sede, fu mandato a La Spezia dove conseguì il brevetto di radiotelegrafista e quindi fu trasferito a Roma per perfezionarsi.

Nel ’43 si imbarcò sulla Torpediniera Lira, un’unità silurante adibita a scorta di convogli: ma l’8 settembre, dopo aver compiuto numerose missioni, venne l’ordine di autoaffondare la nave per non lasciarla nelle mani del nemico; solo che non era facile, in quei terribili giorni, capire chi fosse amico e chi nemico: se i tedeschi o gli alleati. Seguirono momenti di assoluto sbandamento per i militari privi di ordini precisi.

Nel ’44 la Capitaneria di Bari gli impartì l’ordine di raggiungere Maridepo di Taranto che lo spedì a S. Giorgio Jonico dove conobbe Alfredo Gabrielli, capotelegrafista e appassionato di lirica, il quale, tra un radiomessaggio e l’altro, gli diede degli utili suggerimenti su come impostare la sua voce tenorile.

Nella primavera del ’45, al termine della guerra, ritornato alla condizione civile, raggiunse i genitori a Ruvo, dove frattanto si erano trasferiti, e quindi chiese e ottenne di essere riassunto alla Bari-Nord come radiotelegrafista.

A Ruvo conobbe Michele Bernocco che lo presentò al maestro Michele Cantatore il quale gli insegnò la prima romanza d’opera, “Oh paradiso”, dall’Africana di Mayerbeer. L’incoraggiamento ricevuto dal noto maestro rappresentò una forte spinta a determinarlo nella scelta della sua carriera artistica.

Nella Bari-Nord da intermedio fu promosso a impiegato e lavorava come scritturale presso la stazione di Bitonto. La città aveva un teatro dove si alternavano serate liriche ad altre di avanspettacolo. Una sera che era in tourneè il noto cantante Alberto Rabagliati, questi lo invitò a cantare “Torna a Surriento” riscuotendo un notevole successo.

Nel ’47 chiese e ottenne il trasferimento alle Ferrovie dello Stato che lo assegnarono alla Stazione di Barletta come bigliettaio; tornava così nella città dove aveva trascorso i primi anni della sua infanzia. Doveva prendere servizio alle quattro del mattino, ma spesso – poiché andava a dormire tardi per cantare le sue romanze per le vie della città – la mattina non si presentava al lavoro e i passeggeri…partivano senza biglietto.

Una notte, passando con gli amici per via Fraggianni, intonò la romanza “O dolci baci, o languide carezze” dalla Tosca di Puccini, e quale non fu la sua sorpresa quando s’affacciò dalla finestra un signore che lo invitò ad andarlo a trovare il giorno dopo: era il maestro Antonio Gallo che gli avrebbe dato lezioni di canto e utili consigli per la sua futura carriera di cantante d’opera.

Da quel momento il nostro intensificò la sua presenza al Teatro Curci, dove ricorda d’aver ascoltato la Boheme, la Tosca, il Trovatore, il Rigoletto e tante altre opere.

Nel febbraio del ’48 partecipò a una audizione alla RAI di Bari; quindi, partì per Milano, e qui si presentò all’ufficio di collocamento, dove lo assunsero… come scaricatore di camion, con servizio presso il mercato di frutta e verdura della capitale lombarda nella quale s’arrangiò svolgendo molti altri mestieri, e tra un lavoro e l’altro, riprese – sia pure discontinuamente – a studiare canto…

E finalmente, nel maggio del 1950, dopo tanti inutili tentativi, all’ennesima audizione, fu assunto nel Coro della Scala, a 60 lire al mese. Frattanto cominciò a prendere lezioni dalla docente di canto Lelario, ma nel frattempo, per arrotondare le entrate, cominciò lui pure a dare lezioni e per farsi propaganda, si fece stampare dei bigliettini da visita che infilava nella buca postale degli abitanti del quartiere per farsi pubblicità, e pare che la cosa funzionasse.

Nella primavera del 1952, Ruggiero partecipò al Concorso Nazionale di canto “il grande Caruso” dove interpretò la romanza Nessun dorma dalla Turandot di Puccini, e finalmente i giudici del concorso si accorsero non solo della sua voce, ma anche delle altre sue qualità, come la sua prestanza sulla scena. Consolidata la sua posizione economica, in autunno sposò Bruna Mariani, una ragazza di Pisa trasferita a Milano, dalla quale ebbe una figlia, Isabella. Il matrimonio non durerà però a lungo perché lui era sempre lontano, in tournée, così, qualche anno dopo, divorziato da Bruna, sposerà Monika, una tedesca conosciuta a Berlino Est, che gli darà una seconda figlia, Adriana.

La sua attività tenorile, partita agli inizi degli anni Cinquanta, con parti secondarie, finirà ben presto con Cavalleria Rusticana (Cesena); don Carlos nel don Carlos (Dublino); Manrico nel Trovatore (Dublino); Alfredo nella Traviata (Friburgo); duca di Mantova nel Rigoletto, Genova); Pinkerton nella Madame Butterfly (Parma); Rodolfo nella Boheme di Puccini (Berlino);Macduff nel Macbeth di Verdi (Modena); Radames nell’Aida di Verdi (New York).

Ufficialmente Orofino lasciò le scene il 22 settembre 1985, interpretando Cavaradossi nella Tosca di Puccini al Teatro Lirico di Berlino. Aveva 63 anni, ma continuerà a cantare ancora per qualche anno, soprattutto in Germania.

1952-1985: oltre trent’anni di intensa attività artistica, specialmente nei teatri italiani e tedeschi, negli ultimi dieci anni soprattutto in questi ultimi. E sarà in Germania ch’egli si trasferirà stabilmente, a Berlino dove, al termine della sua carriera tenorile, svolgerà la sua principale attività, quella di insegnante di canto, annoverando, fra i suoi più importanti allievi, il tenore Angelo Raciti. Nel 2003 il musicologo Daniele Rubboli di Milano scrisse una biografia per i tipi di Schena di Fasano intitolata Ruggiero Orofino. il tenore di Barletta.

Nel suo articolo apparso sul mensile IL FIERAMOSCA di gennaio 2022 lo scrittore-editore Renato Russo ricorda che “in seguito, trovandosi a Berlino col maestro Paolo Candido, riuscì a rintracciarlo. Ormai novantenne, era però ancora in ottime condizioni di salute.

Ma gli anni passano inesorabilmente per tutti, così, in quest’anno, a 99 anni, ci ha lasciato e noi con questa breve biografia, abbiamo voluto ricordarlo a quanti non ne ebbero conoscenza”.

Renato Russo (gennaio 2022)

Questa segnalazione mi è stata gentilmente fornita dall’illustre giornalista pugliese Salvatore Giannella, che vive una seconda giovinezza attraverso il suo sito Giannella Channel (cantiere di ricordi proiettati al futuro e di racconti). Desidero ringraziare l’amico Salvatore per la preziosa collaborazione fornita alla nostra “Nuova Puglia d’Oro”. Aurelio Valente

 

Link

http://www.ilfieramosca.it/personaggi/orofino/orofino_scheda.html

Il fieramosca gennaio 2022

Morto a Berlino il tenore Ruggiero Orofino. Aveva 99 anni

Morto a Berlino il tenore Ruggiero Orofino. Aveva 99 anni

9 giugno 2021 / da Chiara Bontacchio

Il 20 maggio è morto a Berlino Ruggiero Orofino, noto in Italia e nel mondo come “il tenore di Barletta”.

Ruggiero Orofino è uno dei tenori più celebri al mondo. Nato a Barletta, in Puglia, il 28 settembre 1922, nel corso della sua vita ha interpretato diversi ruoli tenorili. Si è esibito nei più famosi teatri del mondo, dal Teatro alla Scala di Milano, alla Deutsche Oper di Berlino, fino al Metropolitan di New York.

Ha trascorso gli ultimi anni della sua vita dedicandosi all’insegnamento della musica, spostandosi tra Milano e Berlino, ed è morto il 20 maggio in una clinica di Berlino, nella quale era stato ricoverato per un edema polmonare.

Il tenore verrà sepolto nel cimitero monumentale di Dorotheenstadt, accanto alle tombe di vari personaggi illustri, tra cui Bertold Brecht, Friedrich Hegel, e altri numerosi artisti e scrittori.

 

Una vita fuori dall’ordinario

Partito da Barletta, in Puglia, ed esibitosi nei teatri più famosi del mondo, la vita di Orofino non si può definire certo comune. A Barletta, per far fronte alle condizioni economiche precarie derivanti dalla fine della Seconda guerra mondiale, lavora come addetto alla stazione. Nonostante ciò, persegue la sua passione per la musica e, nel 1955, si trasferisce a Milano, dove porta a termine la sua formazione canora.

Sempre a Milano, dal 1962, entra a far parte del coro del Teatro della Scala e si esibisce come corista per ben 10 stagioni consecutive. In seguito, ottiene il primo ingaggio come solista al teatro dell’Opera di Cesena, interpretando il Turiddu nella Cavalleria rusticana di Mascagni.

Successivamente Orofino ottiene la celebrità a Berlino, diventando protagonista del repertorio italiano nell’ensemble dell’Opera di Berlino Unten den Linden.

Nel corso della sua vita Orofino si è esibito in svariati teatri del mondo: Italia, Europa e oltreoceano.

Un artista tra le due Germanie

Ai tempi del muro, in piena Guerra fredda, quando la libera circolazione era ai più interdetta, Orofino è stato l’unico artista del mondo ad esibirsi sia nei teatri dell’opera di Berlino Est (Staatsoper Unter den Linden e Komische Oper), che in quelli di Berlino Ovest (Deutsche Oper). Il tenore disponeva infatti di un visto diplomatico che gli permetteva di transitare liberamente tra le due zone della città.

Tra il 1966 e il 1970 Orofino è protagonista della programmazione musicale presso la Komische Oper mentre, dal 1967, è impegnato presso la Deutsche Oper, dove conclude, nel 1985, la sua carriera musicale. Oltre alle esibizioni teatrali, sono diverse le apparizioni di Orofino in televisione, ai concerti e alla radio nella DDR.

Con la sua morte perdiamo un artista riconosciuto, la cui presenza è stata rilevante per il panorama musicale italiano e internazionale. La sua memoria sarà celebrata con i funerali, che si terranno nella seconda metà di giugno, e con la sepoltura presso il cimitero monumentale di Berlino.

Ruggiero Orofino. Il tenore di Barletta – Daniele Rubboli – Libro – Schena Editore – | IBS

Ruggiero Orofino. Il tenore di Barletta

di Daniele Rubboli, Schena Editore, 2003

La recensione di IBS

“Raccontare un tenore è una delle avventure di penna che continua ad affascinarmi, perché dietro questa scelta artistica non c’è mai una storia banale e si incontra sempre un uomo del quale vale la pena scrivere. Nel caso particolare il racconto […] vale anche quale omaggio ad una terra, la Puglia, che ha partecipato con grande generosità alla storia stessa del teatro musicale italiano e dell’Italia nel mondo con autori d’ogni epoca” (l’autore).

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