DI PIERRO FRANCESCO

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DI PIERRO FRANCESCO

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Noicattaro 12 novembre 1921 – 25 aprile 2017

Tenore, musicista filantropo, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana

PROFILO BIOGRAFICO
Sin dagli anni giovanili Franceco Di Pierro mostrò una grande passione per la musica, purtroppo frenata dagli eventi bellici: durante la Seconda Guerra Mondiale fu chiamato a servire la Patria, presso l’idroscalo di Stagnone, a Marsala (Trapani). L’esperienza militare fu drammatica per il giovane, che dovette sopportare la prigionia, per poi fuggire e prendere parte alla guerra di liberazione. In quel periodo Di Pierro rimase ferito a una gamba. Anni dopo il Presidente della Repubblica Sandro Pertini gli conferì, a memoria di quei giorni, il “Diploma d’Onore ai Combattenti per la Libertà d’Italia” riservato agli invalidi di guerra. Ricevette anche la Croce al Merito di Guerra.
Dopo il conflitto Di Pierro potè riprendere i suoi studi di musica, con Pasquale Rotella, che lo iniziò al canto. Fu invece il celebre cantante d’opera Benitamino Gigli a riconoscergli pubblicamente le qualità di tenore. Al termine del percorso di studi, si diplomò in Canto presso il Conservatorio di Napoli. Ormai ventisettenne, debuttò in teatro a Potenza nella “Madame Butterfly” di Giacomo Puccini, interpretando il ruolo di Pinkerton. Dopo aver partecipato alle audizioni del Teatro alla Scala di Milano, lavorò in radio e sui principali palcoscenici italiani, come tenore; inoltre svolse anche tournée in Svizzera, a Nazareth e Gerusalemme. Il 28 gennaio 1953 si aggiudicò il prestigioso Concorso internazionale di canto all’Accademia di S. Andrea “Arti e Lettere”.
Dovette affrontare anche delle difficoltà a livello professionale e subire delle scorrettezze da parte del suo impresario; questi eventi lo spinsero a tornare a Noicattaro. In Puglia iniziò la sua brillante carriera di insegnante presso il Liceo musicale Piccinni di Bari, allora diretto dal compositore Nino Rota, con cui Di Pierrò instaurò un forte sodalizio. Sempre a Bari, divenne professore di Arti sceniche al Conservatorio. Insegnò la stessa materia anche a Foggia e Matera. Da ricordare, inoltre, la sua attività di regista e maestro sostituto in molte stagioni liriche del Teatro Petruzzelli di Bari, del Teatro Politeama Greco di Lecce, a Matera e in altri teatri italiani.
Nel corso degli anni la fede ha ispirato al maestro Di Pierro, profondamente devoto a San Pio da Pietrelcina, diversi componimenti musicali, come “O Madre delle Madri”, “Ave Maria”, “Preghiera a S. Pio” e “Inno dei Cavalieri del Santo Sepolcro”.
Fu Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Inoltre nel 2002 a Lourdes, durante il primo raduno mondiale dei Cavalieri del S. Sepolcro, si esibì meritando dal Gran Magistero dell’Ordine la Argentea Palma Hierosolymitana.
Negli ultimi anni di vita, Di Pierro si dedicò anche alla realizzazione di alcuni scritti come “La voce”, in cui la musica è descritta come uno strumento in grado di sublimare la purezza della vita. “La Professoressa Francesca”, dedicato alla moglie, e “I ricordi e le testimonianze storiche di devozione religiosa”, nel quale l’autore affronta il tema del suo percorso di fede.
Fu insignito delle Medaglia d’oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell’arte dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Inoltre fu nominato Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, che lo ricevette al Quirinale il 20 dicembre 2005 per consegnargli le relative insegne.

A Noicattaro sposò l’amata Francesca e dalla loro unione sono nati quattro figli: Maria Pia, Giacomo, Rosa e Immacolata, che pur seguendo carriere professionali diverse, hanno mantenuto nel tempo un profondo legame con la musica, come il padre, che hano reso nonno di dieci nipoti. Profondamente legato alla cittadina pugliese, organizzò eventi benefici e concerti per finanziare il restauro di chiese e monumenti locali.
Fino agli ultimi anni di vita si dedicò costantemente al canto, con esercizi vocali quotidiani, che il Maestro consigliava a tutti per controllare la respirazione e mantenere allenata la voce.

Vincenzo Camaggio

FAMOSO PER

Tenore e insegnante, ha dedicato l’intera esistenza alla musica; il suo percorso terreno è stato illuminato da una profonda fede.

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«Negli ultimi anni mi capita spesso di pensare con incredulità a tutte le cose che ho fatto nella mia vita, a tutte le persone conosciute, alle esperienze fatte. Se me lo avessero detto cinquant’anni fa, non ci avrei mai creduto».
Francesco Di Pierro

V.C.

DICONO DI LUI

Prefazione di monsignor Francesco Cacucci, arcivescovo metropolita della diocesi Bari-Bitonto dal 1999 al 2020, al libro di Franco Di Pierro I ricordi e le testimonianze storiche di devozione religiosa:

Una vita di fede non può che tradursi in una testimonianza attiva, entusiasta, appassionata di un’esperienza che ha segnato in profondità la propria storia personale e può essere di esempio alle generazioni che succederanno.

Il Maestro Di Pierro ha voluto, in questo agile volume, racchiudere, quasi sintetizzare un percorso personale, intessuto da un unico filo d’oro: i Ricordi. Ricordi che abbracciano le esperienze più diverse che sembrano volteggiare in modo leggero sul luogo d’elezione della sua esistenza: Noicattaro e, in particolare, la Chiesa matrice.

I paramenti sacri della Collegiata, faticosamente procurati nell’immediato e difficile dopoguerra, la Messa cantata della Domenica e ancora la musica, espressione altissima di una fede che fa cantare il cuore. E ancora altre testimonianze tangibili di un passato che si rende presente in oggetti densi di significato. Il tutto, poi, corredato da un’abbondante rassegna fotografica, segno di una vita spesa per la Chiesa.

Sfogliando le pagine del libro, al dì là del racconto personale, siamo accompagnati nella storia di un popolo di fede, sinceramente innamorato della propria storia e delle proprie tradizioni, illustrate con comprensibile fierezza e affidate al lettore come sollecitazione a continuare un’opera che lo Spirito sostiene e incoraggia incessantemente.

«La Sporta della fede’’ (cfr At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi». Così Benedetto XVI introduce il Motu proprio d’indizione dell’Anno della Fede che stiamo celebrando. Mi piace pensare che questa porta abbia certamente i contorni e i contenuti della Scrittura, della Tradizione e del Magistero, ma anche quelli delle piccole storie personali: anche queste sono porte, inviti vibranti a varcare la soglia del Mistero per lasciarsi avvolgere dalla Luce di Dio e in essa danzare la bellezza della vita.

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Da Pentagrammi n.2, Bari, luglio/agosto 2016:

Le ali immortali della voce
di Adriana De Serio
(Professore ordinario presso il conservatorio Niccolò Piccinni di Bari)

«L’inebriante ondulazione della sua voce era un tonico fantastico.
Rimasi ad ascoltarne il suono per qualche istante, su e giù, col mio orecchio soltanto, prima che giungessero le parole». L’affermazione di F. Scott Fitzgerald stigmatizza perfettamente la valenza della voce umana, che celebra la sua sublimazione nel tenore ultranovantenne Franco Di Pierro, già docente nel Conservatorio di Musica di Bari, scrittore e concertista affermato in ambito internazionale.

Insignito della Medaglia d’oro per i benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte dal Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga, della Croce al Merito di Guerra, del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e della Palma Hyerosolimitana, dell’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, Franco Di Pierro è altresì autore dei libri «La voce» (in cui compie un’acuta analisi sistematica delle caratteristiche fisiologiche e delle possibilità tecniche dell’organo vocale) e «La professoressa Francesca» (in cui ritrae la personalità della moglie Francesca, purtroppo scomparsa); è anche compositore di alcune musiche sacre. L’agile volumetto «I ricordi e le testimonianze storiche di devozione religiosa» (Noja Edizioni, 2014) rappresenta la più recente pubblicazione di Di Pierro, il quale sembra dunque sfidare il tempo con l’arma profumata dell’arte e della musica.

A Noicattaro, nella sua elegante dimora, Di Pierro ha creato un nobile cenacolo, «Casa Francesca», per condividere, insieme con gli studiosi e i professionisti che vi affluiscono, momenti di amicizia in un’aura di cultura, declinata attraverso le varie espressioni, di storia, di arte, di musica. Nel contesto di «Casa Francesca» Di Pierro, con l’ausilio fondamentale dei quattro figli, ha quindi organizzato un evento per la presentazione del libro «I ricordi e le testimonianze storiche di devozione religiosa», che costituisce – scrive l’Arcivescovo di Bari Franco Cacucci, nella prefazione – la «testimonianza attiva, entusiasta, appassionata di un’esperienza che ha segnato in profondità la propria storia personale (– di Di Pierro, n.d.r. –) e può essere di esempio alle generazioni che succederanno».

Circa 150 pagine strutturano il volume «I ricordi e le testimonianze storiche di devozione religiosa», di cui è autore Franco Di Pierro; è articolato in sei capitoli, corredati da una cospicua documentazione iconografica, che focalizza i momenti salienti della vita di Di Pierro, sia quale tenore, sia quale Cavaliere di Gran Croce e Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, sia quale Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana (onorificenza attribuitagli al Quirinale dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi), sia quale uomo di fede, impegnato a valorizzare e restaurare beni mobili e immobili, soprattutto per la Chiesa, nella propria città natale, Noicattaro, «costruendo con la musica», cioè organizzando concerti di beneficenza, in cui erano impegnati, quali interpreti, a titolo gratuito, cantanti e musicisti di pregio, oltre che egli stesso, con la propria possente vocalità tenorile.

Ai «paramenti sacri della Collegiata Insigne Santa Maria della Pace di Noicattaro» è dedicato il primo capitolo, nel quale è protagonista l’amatissima moglie del nostro Franco, la prof. Francesca (scomparsa da alcuni anni), attivissima, sempre insieme con il coniuge, nel perseguire, e raggiungere brillantemente, l’obiettivo di dotare la citata Chiesa Collegiata di nuovi e preziosi paramenti sacri. Con il suo lavoro di storico puntuale Di Pierro inserisce nel testo persino l’elenco dei titolari delle offerte, oltre che il ricco repertorio documentale e le foto del rag. Peppino Liturri, relative ad alcuni nuovi paramenti sacri acquistati.

Nel secondo capitolo Di Pierro ricorda con nostalgia la «Messa cantata della domenica», alla quale egli partecipava, da bambino, sia in qualità di chierichetto, sia nell’ambito della «Scuola Cantorum»: si librano, così, con levità, le memorie dei festosi rituali famigliari domenicali. Il terzo capitolo riguarda il «costruire con la musica», e pertanto evolventesi anche con riproduzioni dei numerosi programmi concertistici effettuati all’uopo. I capitoli quattro e cinque sono incentrati sull’impegno di Di Pierro nell’ambito dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il capitolo quarto, a cura dell’architetto Leonardo Petrosino, riguarda «Una settecentesca testimonianza storico-artistica di Noicattaro: l’emblema dei Padri Custodi di terra Santa», cioè il ritrovamento di una lapide recante scolpito l’emblema del Commissariato Generale di Terra Santa, collocata sul muro di facciata di un’antica abitazione nel nucleo storico di Noicattaro. Tale traccia del passato, legata ai cammini antichi ispirati dalla devozione religiosa dei pellegrinaggi in Terra Santa, può essere correlata al bassorilievo in pietra, riproducente lo stemma dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ubicato sulla facciata di una casa nei pressi della Chiesa Madre di Noicattaro.

A «La lapide con l’Emblema del Commissariato Generale di Terra Santa a Noicattaro» è dedicato il quinto capitolo, in cui Di Pierro precisa che nell’antica Noja si riunivano i pellegrini del Regno di Napoli che partivano per la Terra Santa con barconi da Torre Pelosa (nell’odierna Torre a Mare). Dopo aver commissionato allo scultore Ivo Zaccaro un calco in terracotta di tale stemma, Di Pierro, nel suo viaggio in Terra Santa, nel 1993, donò il calco al Padre Custode di Terra Santa in Gerusalemme, per cui attualmente «un pezzo che ricorda la nostra Noicattaro si trova nel salone di rappresentanza della Sacra Custodia a Gerusalemme». Tematica del sesto capitolo è il «Segno di devozione nel nostro Paese», con riferimento alle cappelle erette in onore della Vergine e dei Santi, per l’input di Franco Di Pierro, nei territori nojani. È altresì opportuno citare la devozione nei riguardi di Padre Pio, da parte del nostro Franco e della signora Francesca, i quali hanno avuto l’onore di incontrarlo personalmente, attribuendo il nome di Maria Pia alla figlia primogenita, quale omaggio a Padre Pio.

La mirabile arte di storico, elicitata dal nostro Franco con uno stile espositivo orientato a chiarezza e intrigante fruibilità, si intreccia, a suggello del volume, con la sua colta arte compositiva musicale, della quale sono espressione i quattro brani musicali pubblicati e di cui è autore: «Preghiera a S. Pio da Pietrelcina» (per coro all’unisono e organo, o anche per voce e pianoforte), su testo e musica di Di Pierro; «Ave Maria» (su testo latino) per voceorgano/pianoforte; «O Madre delle Madri», per voce e organo/pianoforte (testo di Fra Gerardo Consiglio); «Inno dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme» (per coro all’unisono e organo, o voce e pianoforte), su testo e musiche di Di Pierro.

La cifra compositiva di Di Pierro è uno specchio fedele della tradizione musicale tonale, intessuto, tuttavia, di una personale rivisitazione dell’autore, con le sue istanze di studioso del XXI secolo.
La «Preghiera dei Cavalieri» conclude il volume, la cui copertina è firmata dal celebre artista pittore Manlio Chieppa, così come la quarta di copertina, in cui Chieppa riproduce l’Albero della Virtù (Liber Floridus, manoscritto del XII secolo), con l’originale ed emozionante inserimento delle foto della consorte signora Francesca Di Pierro, della nipote Francesca Acito, mezzosoprano dal raro timbro vocale, recentemente scomparsa in giovanissima età, e la dedica di Di Pierro «Alla memoria delle mie due Francesche, mia moglie e mia nipote».

Forse, l’intento di Di Pierro s’individua nel desiderio di affidare ai presenti, alla città, e al relativo indotto sociale, ai figli, ai nipoti, un ricordo indelebile del suo difficile, laborioso, sereno, cammino esistenziale, rendendo ancora più patenti i valori spirituali che l’hanno guidato, in unum con la sua amata famiglia. E così Di Pierro ha introdotto la serata intonando, con la sua ancora straordinariamente robusta voce tenorile, e senza effettuare vocalizzi preliminari, il «Benedictus» di Perosi, a testimoniare il suo convinto assunto che la voce non ha età, è imperitura.
«Credo che quella voce lo prendesse maggiormente per il suo calore fluttuante, febbrile poiché era oltre ogni sogno: quella voce era un canto immortale» (F. Scott Fitzgerald).

Il prof. Donato Forenza ha quindi delineato, con incisive ed emozionanti espressioni, il curriculum artistico-professionale di Di Pierro. Successivamente, chi scrive ha tracciato una disamina del contenuto del volume, mentre l’intervento dello studioso nojano prof. Vito Didonna ha simpaticamente ricordato significativi episodi di vita cittadina nojana, citati da Di Pierro nel suo libro. La musica è divenuta poi protagonista della serata, con esibizioni: di due brave allieve del Conservatorio di Musica di Monopoli, il soprano spagnolo Paula Murciano e il mezzosoprano cinese Sihui Li, accompagnate al pianoforte dalla prof. Carmela Castrignano; della talentuosa violista Aurora Arcudi, nipote di Franco Di Pierro, in duo con chi scrive al pianoforte; del trio costituito dal soprano prof. Antonia Giove, dal basso prof. Onofrio Salvemini, e da chi scrive al pianoforte, con l’esecuzione delle musiche sacre composte da Franco Di Pierro.

Voci ideali e amate /di quanti sono morti, di quanti / sono per noi perduti, come i morti! / A volte ci parlano nei sogni, / a volte le ode la mente tra i pensieri. / Col loro suono riemergono un istante, / suoni della poesia prima della vita, / come di notte una musica che in lontananza muore.
I versi di Costantino Kavafis possono sintetizzare il significato profondo della manifestazione, che intende rendere omaggio all’arte in senso olistico (musicale, di scrittore, di storico accuratissimo) di Franco Di Pierro, ma anche, attraverso lui, e con lui, agli affetti che hanno scandito la sua vita, in primis la moglie prof. Francesca, e la nipote Francesca Acito.

E allora, si può cogliere il messaggio che Franco Di Pierro ha affidato a questo evento: la fede, i ricordi, il passato che si rende tangibile in oggetti densi di significato e che sembrano «parlare», le esperienze di vita che volteggiano in modo leggero ma pregnante, permeate dai valori che Franco Di Pierro ha sempre coltivato, onestà, lavoro, responsabilità, misura, parsimonia, solidarietà, comprensione, condivisione, assumono i contorni della tradizione e del Magistero, e appaiono invitare i cuori a vibrare, attraverso la musica, la musica di Di Pierro, la voce di Di Pierro, l’esempio di Franco Di Pierro, a varcare la soglia del Mistero per lasciarsi avvolgere dalla luce del Divino, del trascendente, e in essa danzare la bellezza della vita.

SCRITTI

I ricordi e le testimonianze storiche di devozione religiosa, Franco Di Pierro, Grafica 3P s.n.r., Noicattaro 2014.
La professoressa Francesca.
La Voce, Franco Di Pierro, Edizioni Gedim, Bari, 2001.

FONTI BIOGRAFICHE E SITI WEB

Addio al maestro Franco Di Pierro. Un pezzo di storia se ne va, Annalisa Porrelli, La Voce del Paese, Noicattaro, 29 aprile 2017.
Le ali immortali della voce, Adriana De Serio, Pentagrammi n.2, Bari, luglio/agosto 2016. (www.lamatrice.it/files/Pentagrammi-luglio-2016-web.pdf)
Teatro cittadino, i ricordi del Maestro Franco Di Pierro, Annalisa Porrelli, La Voce del Paese, Noicattaro, 25 marzo 2017.

www.scaffale.org/home-noicattaro/di-pierro-francesco

I ricordi e le testimonianze storiche di devozione religiosa

Alla memoria delle mie
dueFrancesche,
mia moglie e mia nipote

Una vita di fede non può che tradursi in una testimonianza attiva, entusiasta, appassionata di un’esperienza che ha segnato in profondità la propria storia personale e può essere di esempio alle generazioni che succederanno.
Il Maestro Di Pierro ha voluto, in questo agile volume, racchiudere, quasi sintetizzare un percorso personale, intessuto da un unico filo d’oro: i Ricordi. Ricordi che abbracciano le esperienze più diverse che sembrano volteggiare in modo leggero sul luogo d’elezione della sua esistenza: Noicattaro e, in particolare, la Chiesa matrice.
I paramenti sacri della Collegiata, faticosamente procurati nell’immediato e difficile dopoguerra, la Messa cantata della Domenica e ancora la musica, espressione altissima di una fede che fa cantare il cuore. E ancora altre testimonianze tangibili di un passato che si rende presente in oggetti densi di significato. Il tutto, poi, corredato da un’abbondante rassegna fotografica, segno di una vita spesa per la Chiesa
Sfogliando le pagine del libro, al dì là del racconto personale, siamo accompagnati nella storia di un popolo di fede, sinceramente innamorato della propria storia e delle proprie tradizioni, illustrate con comprensibile fierezza e affidate al lettore come sollecitazione a continuare un’opera che lo Spirito sostiene e incoraggia incessantemente.
«La Sporta della fede’’ (cfr At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi». Così Benedetto XVI introduce il Motu proprio d’indizione dell’Anno della Fede che stiamo celebrando. Mi piace pensare che questa porta abbia certamente i contorni e i contenuti della Scrittura, della Tradizione e del Magistero, ma anche quelli delle piccole storie personali: anche queste sono porte, inviti vibranti a varcare la soglia del Mistero per lasciarsi avvolgere dalla Luce di Dio e in essa danzare la bellezza della vita.

+ Francesco Cacucci Arcivescovo di Bari-Bitonto

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