GERMANO EDOARDO

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GERMANO EDOARDO

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“Ho dato tutto quello che potevo” Medicina, microbiologia.

Quando nel maggio 1930 Edoardo Germano scrisse al segretario nazionale del Partito Nazionale Fascista per chiedere lumi su oscuri interventi miranti alla sua rimozione dal posto di commissario generale dell’Ospedale di Bari, esordì affermando proprio quello che nella sua vita di medico era stato il suo motto: “Per il mio Paese ho dato tutto quello che potevo”.
Dopo l’infanzia, trascorsa nel cuore storico della sua Molfetta, dove nacque il 10 dicembre 1865, giunsero gli studi a Napoli con la laurea in Medicina e Chirurgia. Un elemento va segnalato subito nel suo curriculum scolastico: l’attitudine all’applicazione pratica della conoscenza, che talvolta giunse addirittura ad una certa “insofferenza” per la medicina intesa come mero studio di nozioni teoriche. Del resto lo stesso Luigi Ferrannini annotava a proposito degli anni universitari a Napoli: “Quivi, in un decennio, più che lambiccar l’ingegno sacrificando animali ed accatastando carta stampata, pur non trascurando l’attività scientifica e didattica, esplicò la nobiltà del suo cuore nelle opere di bene che promuoveva il suo direttore [Pietro Castellino ]”: ecco allora i soccorsi resisi necessari nel 1906 in seguito all’eruzione del Vesuvio, poi nel 1908 per il terremoto di Messina e ancora la direzione per quattro mesi, all’inizio della carriera, del lazzaretto dei colerosi a Molfetta, poi a Foggia. Negli stessi anni, ormai all’apice della carriera, Germano promosse e sviluppò quello che sarebbe stato il suo principale campo di ricerca scientifica: la microbiologia, come le pubblicazioni di quel periodo confermano, giungendo perfino all’individuazione di un bacillo membranaceo a lui intitolato.
Dopo aver vinto il concorso per la direzione degli Ospedale riuniti di Parma e Pavia, partì per dirigere un altro ospedale, più articolato, quello di Tripoli, che ampliò in reparti e biblioteche; in seguito tornò in patria e si lasciò coinvolgere durante la Grande Guerra come direttore dell’Ospedale per malattie infettive del IX Corpo d’armata. Germano era allora un medico conosciuto per il suo impegno nel campo dell’assistenza e della ricerca sulle malattie contagiose e da questo momento tutto il suo lavoro sarebbe stato un continuo mettere insieme ricerca e intervento sul campo.
Fu così che negli anni successivi alla guerra, mentre con l’Università di Bari, appena istituita, avviò le prime ricerche per la lotta contro il cancro con studi sul radio (di cui acquistò a sue spese ben 120 milligrammi), allo stesso tempo di sua iniziativa fondò a Molfetta un servizio di Pubblica Assistenza con una successiva Colonia Marina, una della prime in Italia.
Sempre in questi anni partirono i suoi progetti nel campo della prevenzione antitubercolare, opportunamente corroborati da un’instancabile opera di filantropo: nel 1925, ben due anni prima che una legge ufficializzasse gli interventi in tal senso, fondò a Bari il Consorzio Provinciale Antitubercolare; seguì la fondazione delle sedi dei “preventori” di Trani, Molfetta e del sanatorio di Putignano, con annesse borse di studio in tisiologia, microbiologia e malattie esotiche rivolte a giovani medici. Queste ultime erano state create con finanziamenti personali dello stesso Germano e con quelli raccolti dai molfettesi all’estero, contattati con ripetuti viaggi, specie in America.
Negli anni migliori del suo servizio alla gente e alla Facoltà di Medicina della neonata Università di Bari come docente di Patologia esotica (altra cattedra da lui voluta con fortissimo spirito d’avanguardia), giunse nel 1927 l’oscuro ordine fascista, probabilmente sostenuto da logiche baronali interne all’università, con cui lo si invitava ad un quieto prepensionamento. Seguirono lunghi anni di disillusione e amarezza, che però non spensero il ricordo luminoso che rimase dopo la sua morte, avvenuta il 21 dicembre 1947.

Francesco Minervini

Da Scienziati di Puglia (a cura di) Francesco Paolo De Ceglia, Adda Editore, 2007 pag.361-363

Cenni bibliografici

Letteratura primaria:

Ricerche istologiche del testicolo dalla nascita alla maturità, «Intern. Monatsschrift fiir Anatomie und Physik», Bonn 1892 (tesi di laurea).
Der bacillus membranaceus amethjstiunus mobilis, «Centralblatt flir Bakteriol. und Parasitenkunde», Bonn 1892.
Contribution à l’histologie pathologique de la rage, «Annales de l’Institut Pasteur», Parigi 1895.
La tubercolosi sperimentale nei pesci, in A. Rubino (a cura di), Atti del Congresso contro la tubercolosi, Napoli 25-28 aprile 1900, R. Pesale, Napoli 1901.
L’incubazione della rabbia, «Tommasi. Giornale di biologia e medicina», Napoli 1906.
Per l’eziologia e patogenesi della rabbia, «Tommasi. Giornale di biologia e medicina», Napoli 1907.

Letteratura secondaria:

Azzarita L., Edoardo Germano, «La Gazzetta del Mezzogiorno», 14 febbraio 1948, p. l.
Ferrannini L., Ricordo di Edoardo Germano, «Atti dell’Accademia Pugliese delle Scienze», VI (1948), pp.69-74.
Fontana A., Molfetta, Mezzina, Molfetta 1965, pp. 116-17.
Mastrorilli A., Due lunghi balconi dirimpettai e un faro che non può spegnersi, Mezzina, 1995.
Scardino R., Commemorazione di Edoardo Germano, Picca, Molfetta 1950.

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