CALACE VINCENZO

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CALACE VINCENZO

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Trani 1895-Molfetta 1965

Professore di matematica fu in aperto contrasto con i fascisti locali, condannato a 10 anni per organizzazione e propaganda sovversiva, esponente di spicco del Partito d’Azione e poi funzionario della Cassa per il Mezzogiorno

Cresciuto a Bisceglie, nel 1921 si laureò in Ingegneria a Napoli. Durante gli anni universitari si avvicinò al Partito repubblicano, diventandone poi esponente locale a Bisceglie. Tornò infatti al paese natale quale professore di matematica presso il locale liceo, ove fu in aperto contrasto con i fascisti locali.
Dal 1924 fu a Milano per motivi professionali. Nel capoluogo lombardo si avvicinò a Giustizia e libertà. Una scelta che gli costò cara: nel 1930 venne arrestato assieme ad altri esponenti del movimento, accusato di cospirazione antifascista e mandato a processo di fronte al Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Imputato con esponenti di spicco di GL quali Riccardo Bauer, Ernesto Rossi, Ferruccio Parri, Raffaele Cantoni, Umberto Ceva (suicida in carcere), i fratelli Damiani e i fratelli Viezzoli – fu condannato a 10 anni per organizzazione e propaganda sovversiva con sentenza emessa dalla Commissione istruttoria del Tribunale speciale (SI n. 33/1931).
Dopo cinque anni in carcere, C. venne mandato al confino sull’isola di Ventotene con provvedimento della durata di 5 anni, emesso il 3 dicembre 1935 dalla Commissione provinciale di Roma. Il provvedimento fu prorogato di ulteriori 5 anni con atto della Commissione provinciale di Littoria del 15 novembre 1940.
Rilasciato solo con il crollo del regime, nell’agosto 1943, subì un arresto al suo ritorno a Bari. In Puglia aderì subito al Partito d’Azione di cui divenne poi uno degli esponenti di spicco. Nei mesi successivi entrò nella Giunta esecutiva permanente del Comitato di liberazione nazionale. Nel 1947, dopo lo scioglimento del Partito d’Azione, aderì al Psi. Calace rifiuta la nomina a Sottosegretario di stato offertagli da Ferruccio Parri. Dal 1947, scomparso il Partito d’Azione, milita nel PSI. La sua posizione fu però per l’autonomia, rispetto alle scelte frontiste fatte dai socialisti in quegli anni. Una scelta che portò alla rottura con i socialisti, sancita dall’espulsione nel 1950. partecipa alle battaglie del movimento di Unità Popolare
Dal 1949 al 1963 fu funzionario della Cassa per il Mezzogiorno. Negli anni seguenti si batté per la riunificazione tra Psi e Psdi avvicinandosi al movimento Unità popolare. Negli anni le sue condizioni di salute peggiorarono, a causa anche dei 13 anni trascorsi tra carcere e confino. Morì nel 1965 a Molfetta, in provincia di Bari, in una piccola clinica in cui era stato ricoverato.
Tratto dall’archivio dell’ Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea” sorto negli anni Cinquanta ad iniziativa dell’Associazione nazionale perseguitati politici antifascisti (Anppia), si è costituito in associazione il 12 aprile 1970 ad opera di significativi esponenti della cultura democratica pugliese, tra i quali Tommaso Fiore, Natale Lojacono, Fabrizio Canfora, Franco De Felice, Giuseppe Di Vagno.
Nel 1982 l’Ipsaic ha ottenuto il riconoscimento di archivio di notevole interesse storico da parte della Soprintendenza archivistica della Puglia e dal 1988 è associato all’Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (Insmli), oggi Istituto nazionale “Ferruccio Parri” (Rete degli istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea).
Nel corso di questi anni l’Ipsaic ha collaborato con il Miur, con diversi istituti universitari di Bari e di Foggia e ha svolto attività di consulenza per il Consiglio regionale della Puglia, per diversi assessorati della Regione e comuni pugliesi, tra cui il capoluogo, nel campo del recupero della memoria storica relativa alla Puglia e alle altre regioni del Mezzogiorno. Ha partecipato a diversi programmi nazionali della Rai e a progetti di ricerca e didattica di enti culturali nazionali, tra cui l’Animi (Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno), la Cgil e le Camere del lavoro, Casa di Vittorio, Fondazione Di Vittorio, Anpi, Anppia, Fondazione Gramsci di Puglia.
Costante è, infine, la collaborazione con la “Teca del Mediterraneo” – Biblioteca multimediale e Centro di documentazione del Consiglio regionale della Puglia, con gli Archivi di Stato di Bari, di Foggia, di Brindisi, con la Biblioteca nazionale di Bari “Sagarriga Visconti-Volpi” e con l’attività di ricerca dell’Istituto “Ferruccio Parri”.

Riconoscimenti:

Il Comune di Bisceglie ha eretto in ricordo di Vincenzo Calace un monumento in piazza Margherita. Durante la cerimonia, che si svolse a Bisceglie in piazza Regina Margherita il 1º marzo del 1980 alla presenza di migliaia di cittadini, il presidente della repubblica Sandro Pertini al termine della commemorazione scoprì un busto in bronzo raffigurante Vincenzo Calace.

Il 15 novembre del 1987, la municipalità biscegliese eresse una lapide riportante un testo di Riccardo Bauer in ricordo di Vincenzo Calace, al fianco dell’ingresso della sua dimora locale. Alcune città nella toponomastica gli hanno dedicato strade

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