MATARRESE MICHELE

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MATARRESE MICHELE

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Ingegnere ed esponente del gruppo imprenditoriale Matarrese articolato in diverse società operative. Cavaliere del Lavoro.

Cavaliere del Lavoro

Data del conferimento: 2 giugno 1991

Motivazione

“Laureato in Ingegneria Civile nel 1957, opera con i fratelli Vincenzo, Antonio ed Amato in numerosi campi, oltre che in quello originario delle costruzioni. Il Gruppo imprenditoriale fondato dal padre Salvatore allargò e diversificò le proprie attività con la creazione di apposite società operative nei settori dei conglomerati cementizi preconfezionati (‘Beton S.p.A-‘), dei conglomerati bituminosi (“”I.Con. S.p.A.””), del marmo (“”Sipe S.nl.””), dell’ambiente (“”Ecoarambiente S.p.A:””), della meccanica e della meccanica fine (‘Eurodiarnond S.p.A.””), dell’engineering e dell’innovazione tecnologica (‘El.Da.M. S.nl.””), dello sport (A.S. Bari S.p-A.’), e nei comparti alberghiero (Torre Cintola alberghiera S.nl.’ – ‘Servhotel S.nl.’) e immobiliare (“”Sudfondi S.p.A-‘).

Il Gruppo Matarrese, che pertanto ha posseduto partecipazioni azionarie anche nei campi dell’editoria, della sanità, del credito, ecc. ha raggiunto anche in alcuni anni un’occupazione media annuale di un migliaio di dipendenti. Michele Matarrese ha occupato, fra le altre, le cariche di Presidente dell’Associazione degli Industriali della provincia di Bari, di Vice Presidente Vicario della Federazione Regionale degli Industriali della Puglia e di componente della Giunta Nazionale della Confindustria.”

Oggi l’Ing.Michele Matarrese è Presidente della Formedil-Bari, il cui obiettivo principale da oltre 40 anni, è quello di valorizzare la pluriennale esperienza nel campo della formazione e dell’addestramento in edilizia, accumulata dalla Scuola Edile di Bari, mettendola al servizio del futuro, con orientamenti verso le nuove tecniche del costruire, le professioni e mestieri in continua evoluzione, le norme e gli accorgimenti specifici per lavorare in sicurezza nei cantieri.

Assolti e confiscati. Punta perotti, una storia di straordinaria ingiustizia.

Una brutta storia, quella di Punta Perotti, partita nel 1992 quando a larghissima maggioranza, il Consiglio Comunale di Bari ne approvò la lottizzazione. Una storia che avrebbe portato sotto le luci della ribalta un clamoroso caso mediatico costruito ad arte.
Caso che avrebbe pesato come un macigno sulla famiglia Matarrese e su altre due imprese di Bari, compagne di avventura (Mabar di Andidero e Iema di Quistelli), costrette a vivere dolorosamente il passaggio da lottizzazione legale a lottizzazione abusiva, sulla quale l’immaginario collettivo avrebbe partorito epiteti fantasiosi, in primis quello di ecomostro.
A raccontarla questa storia di straordinaria ingiustizia, come recita il sottotitolo del libro, è il cavaliere del lavoro Michele Matarrese, ingegnere, abile oltre ogni dire nel ripercorrere i diversi passaggi che avrebbero contrassegnato un percorso condito di sofferenze e umiliazioni, mal di pancia e notti insonni. Lui che si propone davvero come una “mano calda”, ad esempio, quando ci fa rivivere lo stato d’animo suo e dei suoi fratelli al momento dell’abbattimento delle torri.
Contrapponendo la disperazione di famiglia all’esaltazione di coloro che, in quello stesso momento, levavano in alto i calici. Ma, come il cavaliere ha tenuto più volte a precisare, c’è sempre una Giustizia umana e divina a pareggiare i conti. Risultato? Oggi lo Stato italiano – e di riflesso tutti noi, cittadini baresi compresi – dovrà farsi carico del risarcimento deciso dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Risarcimento stabilito in 49 milioni di euro da versare alle tre società interessate, vale a dire Sudfondi, Mabar e Iema.
Detto questo, che ne sarà ora di quella striscia di suolo edificabile che passa sotto il nome di Punta Perotti? Sarà oggetto ancora di diatriba? Di certo colpisce il fatto che il nome di questo pezzo di terra sia stato ereditato da uno scrittore, poeta e studioso, nonché attento osservatore delle realtà pugliesi. Ovvero Armando Perotti, colui che fu tra i più fieri oppositori della realizzazione del teatro Margherita, oggi uno dei simboli cittadini, definendola “una criminosa follia” in quanto avrebbe precluso la vista del mare.
Corsi e ricorsi del pensiero umano, insomma.
Ma anche lui sbagliava.
PREFAZIONE
Conosco Michele Matarrese da quasi 30 anni, da quando lui era Presidente degli Industriali di Bari e io appena Presidente dei Giovani Industriali di Confindustria.
In questi anni abbiamo combattuto tante battaglie insieme per affermare le ragioni di un Mezzogiorno in cerca di riscatto economico e morale e per affermare le esigenze di un mondo imprenditoriale alla ricerca delle riforme necessarie per competere sui mercati internazionali. Convinti sin da allora che nostro dovere fosse non solo promuovere lo sviluppo economico, ma anche la crescita sociale e civile del nostro Paese.
Quando Michele Matarrese mi ha chiesto di scrivere l’introduzione di questo libro, ho accolto con piacere il suo invito non solo per la lunga amicizia che ci lega, ma anche perché il racconto di Michele e la vicenda di Punta Perotti ci offrono due importanti insegnamenti che vanno al di là dei fatti di cronaca narrati.
Il primo è che nella vita non bisogna mai arrendersi, non bisogna mollare mai e se ciò è vero per ciascuno di noi, è ancor più vero per chi fa il mestiere dell’imprenditore.
Michele Matarrese ha sempre vissuto con rigore e tenacia all’insegna dei valori del lavoro e della famiglia. E sono questi valori che anche negli anni più difficili di questa lunga battaglia amministrativa e giudiziaria hanno sostenuto la fermezza e la perseveranza con cui i Matarrese sono andati fino in fondo, fino al riconoscimento dei loro diritti.
Il secondo insegnamento è, ahimè, assai amaro e riguarda gli ingenti danni ed il grande pericolo che una cattiva amministrazione ed un cattivo esercizio della Giustizia possano rappresentare per l’impresa ed il sistema economico del Paese.
L’impresa Matarrese è riuscita a sopravvivere a questa disavventura ed è arrivata fino in fondo, fino a vedere riconosciute le proprie ragioni, perché era un’azienda sana e forte. Ma quante aziende, in questi decenni sono state costrette a chiudere perché non in grado di reggere, colpite da costi e danni “ingiusti”, resi ancor più ingenti dalla lentezza, spesso esasperante, del funzionamento della macchina amministrativa e giudiziaria?
Dalla narrazione di questa vicenda emerge con grande chiarezza che senza un’incisiva riforma della P.A. e della Giustizia, senza ripristinare la certezza del diritto e la certezza dei tempi della giustizia, è sempre più difficile fare impresa nel nostro Paese e quindi attrarre quegli investimenti locali ed internazionali di cui abbiamo così tanto bisogno per creare occupazione e sviluppo.
In conclusione, questo è un libro che vale la pena di leggere perché è la storia vera di un imprenditore tutto dedito al lavoro ed alla famiglia, con valori forti, tenace, che lotta fino in fondo perché convinto delle sue ragioni.
E’ la storia di un’impresa sana che affronta e supera una crisi che poteva essere fatale.
Ed è anche la storia triste di tanti imprenditori che, forse meno tenaci , forse meno forti, non sono riusciti a farcela e non sono sopravvissuti ai colpi della cattiva amministrazione e della cattiva giustizia.

cav. lav. dott. Antonio D’Amato

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/gallery/bari/1670380/l-ultimo-saluto-all-imprenditore-michele-matarrese-chiesa-gremita-per-i-funerali.html

 

L’ultimo saluto all’imprenditore Michele Matarrese: chiesa gremita per i funerali


Redazione online

 

Presente oltre tutta la grande famiglia Matarrese, con i fratelli, i figli e i nipoti, anche dei rappresentanti della Formedil e degli imprenditori edili noti a Bari e in provincia

Sabato 08 Marzo 2025,

BARI – Una grande folla di parenti e amici ha partecipato all’ultimo saluto dell’imprenditore Michele Matarrese, morto a 92 anni. I funerali dell’ingegnere Michele Matarrese, patriarca della omonima famiglia di costruttori baresi si sono tenuti nella Cattedrale di Bari. Presente oltre tutta la grande famiglia Matarrese, con i fratelli, i figli e i nipoti, anche dei rappresentanti della Formedil, scuola di formazione che Michele ha contribuito a fondare, e tanti imprenditori dell’ambito edile di Bari e non solo.

Matarrese, nato ad Andria, Cavaliere del lavoro, da tempo malato, è stato fin dagli anni ’50 attivo nell’impresa edile fondata dal padre, ed è stato uno dei protagonisti della vicenda di Punta Perotti. Nel 2006 aveva scritto un libro per raccontare la sua storia («Assolti e confiscati»). Nel 2016 era scomparso l’altro fratello Vincenzo, per anni presidente del Bari calcio.

https://andrialive.it/2025/03/07/addio-a-michele-matarrese-patriarca-della-famiglia-che-ha-segnato-la-storia-di-bari/

 

Il 7 marzo 2025 si è spento, dopo una lunga malattia, Michele Matarrese, nato ad Andria nel 1932. Ingegnere e Cavaliere del Lavoro, ha guidato per oltre quarant’anni l’impresa edile di famiglia e il Formedil Bari, ente di formazione professionale nel settore edile, di cui era presidente onorario.

Le Associazioni Ance Bari e Bari hanno ricordato Michele Matarrese “Uomo di straordinaria umanità e passione, che attribuiva importanza vitale ai valori famigliari e religiosi; fortissimo il legame con i fratelli Vincenzo, Antonio e Amato che lo affiancavano nello sviluppo dell’impresa, oltre che con Giuseppe e Carmela, entrambi venuti a mancare negli ultimi tempi. Ha dedicato la sua vita alla famiglia, all’impresa, alla formazione e alla crescita professionale dei giovani che si affacciavano al mondo dell’edilizia».

Insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro nel 1991 per il suo contributo all’industria e all’economia italiana, ha ricoperto diverse cariche importanti, tra cui presidente dell’Associazione degli Industriali della provincia di Bari, vicepresidente vicario della Federazione Regionale degli Industriali della Puglia, componente della giunta nazionale della Confindustria e presidente, per oltre 50 anni, del Formedil-Bari, la scuola di formazione in edilizia del territorio.

Insieme a «Vincenzo, Antonio e Amato è stato per decenni a capo della Salvatore Matarrese spa, divenuta negli anni ’90 la prima azienda edile del Mezzogiorno, prima della dolorosissima e paradossale vicenda di Punta Perotti sulla quale scrisse il libro ‘Assolti e confiscati’ – evidenzia Ance – per raccontare la sua esperienza di imprenditore assolto ma confiscato di quella realizzazione edilizia. Lascia la moglie Elisa e i figli Salvatore, Palma e Marco oltre che un’importante eredità nel mondo dell’edilizia e dell’imprenditoria italiana».

La Sindaca della Città di Andria avv. Giovanna Bruno ha diffuso il seguente messaggio di cordoglio. «La città di Andria ha un antico legame con la famiglia Matarrese, mantenuto costante nel tempo. Giunga ai congiunti un abbraccio di affetto e conforto, per la perdita del compianto Michele, uomo d’altri tempi».

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