CIFARELLI MICHELE

nuova puglia d'oro_total white

CIFARELLI MICHELE

nuova puglia d'oro_total white

Bari, 8 agosto 1913 – Roma, 5 giugno 1998

Meridionalista, europeista, magistrato e politico

Michele Cifarelli si forma nella borghesia colta degli anni Trenta: il padre Domenico, avvocato, è vice segretario generale dell’amministrazione provinciale, la madre, Elvira Ottomano è insegnante; si dedica – come la sorella Rosa e il fratello Raffaele – agli studi classici, frequenta l’Università di Bari e si laurea in Giurisprudenza nel 1934.
Si avvia alla carriera accademica e forense mentre si dedica all’insegnamento nei licei.
Nel 1938 vince il concorso per entrare in magistratura.
Sposa Felicita Gloria Nisio, detta Cetta, da cui ha due figli, Luisa e Giulio.
Da luglio 1934 fino a settembre 1938 tiene un diario, ritrovato tra le sue carte e pubblicato postumo, che documenta la progressiva presa di coscienza di un gruppo di giovani intellettuali e la maturazione di una chiara posizione democratica di orientamento liberal-socialista; è esplicito il rifiuto dell’ideologia e della prassi del Fascismo e delle leggi razziali proprio nel periodo in cui Convinto antifascista, sin dalla seconda metà degli anni Trenta manifestò la sua ferma opposizione alla guerra e in seguito alle leggi razziali. Fu, inoltre, uno dei
protagonisti del movimento clandestino liberalsocialista, insieme a Tommaso Fiore, ai suoi figli
Vincenzo e Vittore, Ernesto De Martino, Fabrizio Canfora e diversi altri intellettuali pugliesi.
Con Tommaso Fiore e Guido Calogero forma un sodalizio intellettuale con un gruppo di giovani meridionali, tutti coinvolti dalla suggestiva atmosfera culturale della libreria di Giovanni Laterza in via Sparano; tramite Fiore frequentano Benedetto Croce nel “cenacolo” che si riunisce presso Villa Laterza in occasione delle frequenti visite dello studioso al suo editore.
Nel 1941, insieme al fratello Raffaele costituisce clandestinamente l’associazione liberalsocialista Giovane Europa che si rifà a quella di Mazzini, ed elabora un programma in cui si pone al primo punto l’istituzione della Repubblica e dove è già presente in nuce l’idea dell’Europa federalista che è il primo dei suoi pensieri assieme alla Questione meridionale.
La sua intensa attività contro il regime richiamò l’attenzione dell’Ovra. Dopo un’ammonizione, nonostante il suo ruolo di Sostituto procuratore del re, fu arrestato e tradotto nel carcere di Bari nel giugno del 1943, insieme a diversi giovani intellettuali di Bari tra i quali Tommaso Fiore e ai filosofi Guido De Ruggiero e Guido Calogero.
Vengono liberati il 28 luglio subito dopo la caduta del fascismo ma quello stesso giorno è funestato dall’eccidio di via Nicolò dell’Arca, vittime studenti e docenti che andavano a festeggiare la loro liberazione: tra questi Graziano, figlio dello stesso Tommaso Fiore.
Alla svolta del ’43 questo gruppo di giovani è pronto a cogliere il momento politico e ad assumere con responsabilità un ruolo da protagonisti con lucida e matura consapevolezza.
All’indomani dell’armistizio, insieme al fratello Raffaele fu uno dei promotori della rinascita di Radio Bari, una delle prime emittenti dell’Italia libera, , dalla quale leggono messaggi con cui, inquadrata la nuova situazione geo-politica, esortano all’impegno civile ed alla lotta di liberazione; subito vengono bloccati dal Governo del Regno del Sud insediato a Brindisi ma riprendono le trasmissioni dopo pochi giorni, autorizzati dal maggiore Ian Gordon Greenlees che, a nome degli Alleati, ha preso il controllo della emittente in base ad una clausola dell’Armistizio ed intuisce che era preferibile affidare le trasmissioni della radio libera ai giovani antifascisti italiani con un forte richiamo per i giovani e l’opinione pubblica rispetto alle trasmissioni tenute da militari Alleati .

Si batté intensamente per la libertà di stampa: fu, in particolare, promotore del primo numero clandestino del settimanale «Italia libera», in seguito diventato «L’Italia del popolo», insieme a Vincenzo Calace e ai fratelli Pastina.
Fu organizzatore del Primo Congresso dei Comitati di liberazione nazionale, che si tenne a Bari il 28 e 29 gennaio 1944, ma fu costretto a dimettersi dalla magistratura per aver manifestato le sue idee repubblicane. Nominato direttore dell’Ufficio regionale del Lavoro di Napoli dalle autorità alleate, eletto segretario nazionale organizzativo del Partito d’Azione, fu tra i promotori del Primo convegno di studi meridionalistici del dopoguerra (Bari, 4-5 dicembre 1944).
.
Nel dicembre 1943 aderisce con gli altri al Partito d’Azione occupandosi dell’organizzazione locale come partito al CLN di Bari e divenendone il segretario provinciale fu organizzatore del Primo Congresso dei Comitati di liberazione nazionale, che si tenne a Bari il 28 e 29 gennaio 1944, ma fu costretto a dimettersi dalla magistratura per aver manifestato le sue idee Cifarelli pronuncia il discorso di benvenuto a nome del Comitato Organizzatore. Il Congresso accoglierà l’esortazione di Benedetto Croce a dare un segno di discontinuità politica deliberando di perseguire l’immediata abdicazione del Re ed un nuovo governo aperto ai partiti, e per questo avrà ampia risonanza nel Mondo libero quale primo anello della catena che porterà alla Costituente.
Nel dicembre 1944 come responsabile locale del PdA organizza a Bari il Convegno di Studi Meridionalistici dal titolo “Dati storici e prospettive attuali della Questione Meridionale” che vede la partecipazione di eminenti Meridionalisti (Adolfo Omodeo, Guido Dorso, Manlio Rossi-Doria ecc.) e che riprende il dibattito sulle diverse possibili strategie da promuovere per affrontare il problema del Mezzogiorno rimasto congelato per vent’anni a favore della politica di colonizzazione oltremare. Nel gennaio 1945 assume la direzione organizzativa del Partito d’Azione a livello nazionale.
Nel 1946 partecipò alla campagna referendaria e fu candidato alla Costituente in Basilicata. Consumatasi la scissione all’interno del Pda, dopo una fase di transizione insieme a Parri e La Malfa nel Movimento della democrazia repubblicana, aderì definitivamente al Partito repubblicano italiano, divenendone segretario organizzativo e componente della segreteria politica, nonché direttore de «La Voce repubblicana». Nel 1948 si inserì nel dibattito sugli aiuti americani del Piano Marshall in Europa e fu organizzatore del Convegno “Erp e Mezzogiorno”, tenutosi a Bari nel settembre dello stesso anno. Più volte eletto alla Camera e al Senato, fu prima componente del Consiglio d’amministrazione e poi vicepresidente della Cassa per il Mezzogiorno. Fu sottosegretario all’Agricoltura durante il IV Governo Rumor (1973-1974) e al Commercio con l’estero nel V governo Andreotti (1979) e in seguito membro della Commissione Giustizia. Fu negli anni Cinquanta militante del Movimento federalista europeo, nel 1969 fu nominato rappresentante del Pri al Parlamento europeo di Strasburgo, fu componente delle commissioni permanenti per i problemi economici e finanziari, membro della Commissione italiana nel Consiglio d’Europa. Ripresa nel 1979 l’attività di magistrato, fu nominato Consigliere di Stato. Sensibile ai temi ambientali, fu uno dei fondatori di Italia Nostra e presidente del Parco Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea.

Sulle attività di Michele Cifarelli si ricordano le seguenti opere:
“Dal Mezzogiorno all’Europa. La lotta per la libertà”. Scritti in onore di Michele Cifarelli per il suo ottantesimo compleanno, Roma 1993;
«Quella Bari del ‘43», inserto speciale della rivista «Ipotesi» n.22, luglio-agosto 1993;
Michele Cifarelli: commemorazione ufficiale, Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, 24 novembre 1999, a cura di N. Mancino, Senato della Repubblica, Roma 1999;
M. Cifarelli, “Libertà vo’ cercando..” Diari 1934-1938, a cura di G. Tartaglia, Rubbettino, Soveria Mannelli 2004;
G. Spagnulo, Un giovane liberale del Sud. Michele Cifarelli e la vita politica italiana dal fascismo alla stagione europeista (1938-1954), Rubbettino, Soveria Mannelli 2018.
Si vedano i contributi di A. De Robertis (Cultura giuridica e antifascismo. Bari 1938-1944. Il carteggio Moro-Cifarelli nell’archivio dell’Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea di Bari) e di A. Gervasio (Sviluppi del pensiero moroteo tra impegno civile e riflessione religiosa 1943-1945) contenuti nel volume Una severa conquista Aldo Moro e la democrazia in Italia, a cura di Tiziano Torresi, Cacucci Editore, Bari 2019.

POTREBBE INTERESSARTI