GAIFAMI PAOLO

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GAIFAMI PAOLO

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Dalla parte delle donne; nel 1925 fondò la società pugliese di Ostetricia e Ginecologia.

Questo busto in bronzo di Paolo Gaifami si trova nel salone centrale della clinica Ostetrica a Ginecologica del Policlinico Umberto I di Roma.

“Ancor più delle altre discipline, la nostra richiede una certa penetrazione psicologica, dovendo spesso entrare in particolari della vita intima che male volentieri sono confidati ad estranei; ed occorre rapidamente orientarci in quel dato caso sul contegno da tenere, il quale differirà anche secondo si tratti di giovanette, o di donne anziane, di vergini o di spose”. Sono parole, queste, di Paolo Gaifami, attento e premuroso cultore della ginecologia barese.
Nacque a Como, da Carlo e da Teresa Fontana, il 16 giugno 1883. Frequentò prima i corsi ginnasiali e liceali a Venezia, poi la Facoltà di Medicina e Chirurgia di Padova, dove, allievo del Prof. Augusto Bonome, direttore dell1Istituto di Anatomia Patologica, si laureò nel 1907. Specializzatosi in Ostetricia e Ginecologia, si trasferì presso la Clinica Universitaria di Roma, diretta fin dal 1905 da Ernesto Pestalozza (1860-1934), del quale divenne allievo e assistente. Nel 114 vinse la libera docenza in Clinica Ostetrica e Ginecologica, quindi nel 122 fu ternato per la cattedra della sua disciplina. Così il 1 ° dicembre 1924 venne chiamato ad insegnare e a dirigere l1Istituto Ostetrico-Ginecologico della neocostituita Università di Bari, nella quale confluiva nello stesso anno l1antica Scuola ostetrica della città. Si guadagnò infine l1ordinariato nel 1927.
Durante gli anni trascorsi a Bari svolse un1intensissima attività: nel ‘25 fondò la Società Pugliese di Ostetricia e Ginecologia; nel ’27 costituì la guardia ostetrica per il pronto soccorso domiciliare; nel ‘30, con il sostegno del Consorzio Provinciale Antitubercolare, creò un albergo materno con 24 posti letto per le gravide “illegittime”, un ambulatorio per gravide e puerpere tubercolotiche e un reparto autonomo di degenza con 12 letti; nel 132, insieme con Ernesto Pestalozza ed Emilio Alfieri (1874-1949), rappresentò 1’Ostetricia italiana nella riunione dei Clinici, tenutasi in Roma per iniziativa del nuovo commissario dell1Opera Nazionale Maternità e Infanzia, al fine di ottenere il mantenimento di tutte le scuole ostetriche attive, il ripristino di quelle soppresse (Vercelli e Arezzo) e l’apertura di una nuova presso Foggia.
Gaifami si inseriva così nel progetto culturale fascista che mirava a istituzionalizzare e professionalizzare la pratica ostetrica, fino a quel momento lasciata nelle mani di operatrici talvolta senza alcun training specifico, le levatrici. Competenza scientifica e tatto erano le vie maestre per chi volesse accostarsi alla professione: “Niente di più assurdo delle consultazioni ambulatorie o di farmacia in cui tutto finisce con la prescrizione di qualche lavanda vaginale o di pozioni emostatiche! È un errore che viene spesso amaramente scontato dalle malate, che incappano in tali medici leggeri e non curanti [ … ]. Si intende che converrà usare della discrezione nell’invito alle malate a farsi esaminare genitalmente; se esse non presupponevano la necessità di una visita locale, può essere che non siano pronte, ossia che non si ritengano in istato di pulizia, sia genitale sia delle biancherie intime, da farsi vedere”.
Gaifami fu vicino alla città che lo aveva accolto anche in occasione dell’alluvione del 6 novembre 1926, quando un nubifragi<? mai visto, dopo aver spazzato l1inadeguata trincea di sbarramento, invase tutto il lato sud-occidentale del capoluogo, sommergendolo sotto una massa fangosa alta fino a 60 cm, provocando 19 vittime e innumerevoli danni. In quei giorni egli prestò servizio per curare donne e bambini. Fu per questo encomiato ufficialmente dal Senato accademico.
Nel 1935, dopo la morte del maestro Pestalozza, Gaifami assunse la direzione della cattedra di Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università di Roma. Nello stesso anno partecipò al Congresso di Ostetricia di Algeri. La sua produzione scientifica fu vastissima. Pubblicò numerosi studi sull’anatomia e sull’istologia normale e patologica del feto e della placenta, sui tumori, sulle displasie e sulla tubercolosi dei genitali femminili. Fu un ottimo e stimato chirurgo: perfezionò le tecniche di alcune varietà di operazioni cesaree e di trattamento di particolari anomalie uterine.
Membro del Consiglio Superiore di Sanità e del Consiglio Nazionale delle Ricerche nonché di numerose società scientifiche italiane e straniere, ispettore dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia, fu vicepresidente della Lega per la lotta contro i tumori maligni e presidente della Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia (dal 9 gennaio ’36 al 3 marzo ’39 e dal 21 novembre ’42 al 14 marzo ’44). Dal ’24, inoltre, diresse la rivista «La Clinica Ostetrica», nella quale pubblicò i resoconti della sua Società Pugliese. Gli furono conferite le onorificenze di commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia e di cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. Morì a Roma, città che fino a quel momento nessuno aveva osato attaccare, sotto il primo bombardamento aereo della capitale, il 14 marzo 1944, il giorno che sarebbe stato ricordato come “lunedì delle bombe”

Fedele Raguso

Da Scienziati di Puglia (a cura di) Francesco Paolo De Ceglia, Adda Editore, 2007 pag. 438-440

Cenni bibliografici

Letteratura primaria:

Brevi note istologiche e cliniche sul cancro dell’utero in gravidanza, «Ginecologia», VI (1909), pp. 449-75.
Sugli enzimi proteoclastici in condizioni normali e patologiche, «Folia Gynaecologica», VI (1911), pp. 1- 56.
Intorno a una reazione chimica del sangue nello stato puerperale e nel neonato, «Annali di Ostetricia e Ginecologia», (1912) 2, pp. 301-61.
Elementi di Ginecologia. Avviamento alla diagnosi ginecologica e schema di terapia per medici e studenti, Pozzi, Roma 1927.
Tumori maligni della vulva e della vagina, in G. Vernoni (a cura di), Tumori maligni. Forme cliniche e indicazioni curative, attinoterapia, patogenesi, classificazione, diagnosi microscopica, Società editrice libraria, Milano 1933, pp. 222-232.
Patologia ginecologica, in D. Taddei (a cura di), Trattato di patologia chirurgica per medici e studenti, F. Vallardi,Roma 1938, pp. 1-290.

Letteratura secondaria:

Vari necrologi in «Il Policlinico», Sezione Pratica, LI (1944), p. 218; «Il Messaggero», 15 e 17 marzo 1944; «Il Giornale d’Italia», 15 e 18 marzo 1944; «Atti della Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia», XXXVII (1946), pp. XL V-XLIX; «Regia Università degli studi di Roma», Annuario per l’a.a. 1944-45, pp. 335 e segg.
Vicario S., Gaifami, Paolo, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1998, LI, pp. 309-10.

GAIFAMI, Paolo

di Salvatore Vicario – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 51 (1998)

https://www.treccani.it/enciclopedia/paolo-gaifami_%28Dizionario-Biografico%29/..

GAIFAMI, Paolo. – Nato a Como, da Carlo e da Teresa Fontana, il 16 giugno 1883, frequentò i corsi ginnasiali e liceali a Venezia, quindi si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Padova dove fu allievo interno nell’istituto di anatomia patologica diretto da A. Bonome e si laureò nel 1907.

Orientatosi subito verso la specializzazione ostetrico-ginecologica, si trasferì presso la clinica universitaria di Roma, diretta fin dal 1905 da E. Pestalozza, del quale divenne allievo e assistente volontario. Nominato assistente di ruolo presso la stessa clinica il 16 nov. 1910, conseguì la libera docenza in clinica ostetrica e ginecologica nel giugno 1914.

Nel corso del primo conflitto mondiale prestò servizio dapprima presso l’ospedale di tappa di Tarcento, poi in diversi altri, concludendo la sua attività nel 1918 nell’ospedale militare di Bologna con il grado di capitano.

Ripresa l’attività universitaria, il G. mantenne il titolo di assistente presso la clinica ostetrico-ginecologica dell’Università di Roma fino al 1923. Ternato per la cattedra della disciplina nel concorso del 1922, il 1° dic. 1924 fu chiamato alla cattedra ostetrico-ginecologica della neo-costituita Università di Bari, nella quale confluiva nello stesso anno l’antica scuola ostetrica della città. Divenne ordinario della disciplina nel 1927. Durante gli anni trascorsi nel capoluogo pugliese svolse un’attività intensissima: nel 1925 fondò la Società pugliese di ostetricia e ginecologia, nel 1927 costituì la guardia ostetrica per il pronto soccorso domiciliare, nel 1930 creò un albergo materno con 24 posti letto per le gravide “illegittime”, nonché – in accordo con il Consorzio provinciale antitubercolare – un ambulatorio per gravide e puerpere tubercolose e un reparto autonomo di degenza con 12 letti. Nel marzo del 1932, infine, insieme con il Pestalozza ed E. Alfieri, rappresentò l’ostetricia italiana nella riunione dei clinici tenutasi in Roma per iniziativa del nuovo commissario dell’Opera nazionale maternità e infanzia al fine di ottenere il mantenimento di tutte le scuole ostetriche in quel momento attive, il ripristino di quelle soppresse (Vercelli e Arezzo) e l’apertura di una nuova presso Foggia.

Chiamato alla cattedra di clinica ostetrica e ginecologica dell’Università di Roma a succedere al suo maestro Pestalozza, il G. ne assunse la direzione nel 1935.

Formatosi alla scuola anatomopatologica di Padova, il G. fu autore di numerosi studi sull’anatomia e sull’istologia normale e patologica del feto e della placenta, dei tumori, delle displasie e della tubercolosi dei genitali femminili. Buon chirurgo, perfezionò le tecniche di alcune varietà di operazioni cesaree e di trattamento di particolari anomalie uterine.

Pubblicò complessivamente su riviste specialistiche circa 300 lavori scientifici, nei quali illustrò i risultati delle sue ricerche e le sue tecniche chirurgiche.

Fra i numerosi lavori pubblicati dal G.: Brevi note istologiche e cliniche sul cancro dell’utero in gravidanza, in Ginecologia, VI (1909), pp. 449-475; Il comportamento istologico in gravidanza della mucosa della portio, in Annali di ostetricia e ginecologia, 1910, n. 2, pp. 1-118; Ricerche sugli enzimi peptolitici del colostro, in Ginecologia, VIII (1911), pp. 306-320; Il potere antitriptico del liquido amnioticoibid., pp. 634-648; Sugli enzimi proteoclastici in condizioni normali e patologiche, in Folia gynaecologica, VI (1911), pp. 1-56; Intorno a una reazione chimica del sangue nello stato puerperale e nel neonato, in Annali di ostetricia e ginecologia, 1912, n. 2, pp. 301-361; Emoperitoneo in neonati (contributo all’anatomia patologica dell’asfissia endouterina e alle cause meno frequenti di morte del neonato), in Ginecologia, IX (1912), pp. 497-520; In tema di imputabilità medica nella infezione puerperale, e per una migliore tutela della maternità, in Rassegna internazionale di clinica e terapia, X (1929), pp. 4-20; Il consulto medico obbligatorio prima di provocare un aborto, in Clinica ostetrica, XXXI (1929), pp. 650-653; Della precipitazione e della incompetenza nei referti in tema di abortoibid., XXXV (1933), pp. 358-371; Tumori maligni della vulva e della vagina, in Tumori maligni, a cura di G. Vernoni, Milano 1933, pp. 222-232; La responsabilità medica nella rottura dell’utero in travaglio, in Clinica ostetrica, XXXVI (1934), pp. 436-459; Tumori funzionanti dell’ovaio, in Athena, VIII (1939), pp. 341-358. Il G. fu poi autore di numerosi manuali, trattati e collaborazioni a trattati di grande rilevanza, alcuni dei quali ebbero più edizioni: Prontuario di terapia ostetrica. Vademecum per il medico pratico, Roma 1924; Elementi di ginecologia. Avviamento alla diagnosi ginecologica e schemi di terapia per medici pratici e studenti, ibid. 1927; Conversazioni e lezioni ostetrico-ginecologiche ad uso dei medici pratici (con prefaz. di E. Pestalozza), ibid. 1933; Le annessiti, in Trattato di ginecologia, dir. da I. Clivio, I, Milano 1938, pp. 681-756; Patologia ginecologica, in Trattato di patologia chirurgica per medici e studenti, a cura di D. Taddei, V, ibid. 1938, pp. 1-290.

Membro del Consiglio superiore di sanità e del Consiglio nazionale delle ricerche, ispettore dell’Opera nazionale maternità e infanzia, il G. appartenne a numerose società scientifiche italiane e straniere e fu presidente della Società italiana di ostetricia e ginecologia dal 9 genn. 1936 al 3 marzo 1939 e dal 21 nov. 1942 al 14 marzo 1944. Dal 1924, inoltre, diresse la rivista La Clinica ostetrica, nella quale pubblicò i resoconti della sua Società pugliese. Al XXVI congresso della Società italiana di ostetricia e ginecologia del dicembre 1927 il G. fu relatore con il tema Il distacco prematuro della placenta normalmente inserta (Roma 1928). Fu inoltre vicepresidente della Lega per la lotta contro i tumori maligni. Gli furono conferite le onorificenze di commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia nel 1938 e di cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro nel 1941.

Il G. morì a Roma, sotto un bombardamento aereo, il 14 marzo 1944. Aveva sposato Barbara Rossi, dalla quale non ebbe figli.

Fonti e Bibl.: Necr. in: Il Policlinico, sez. pratica, LI (1944), p. 218; Il Messaggero, 15 e 17 marzo 1944; Il Giornale d’Italia, 15 e 18 marzo 1944; Atti della Soc. ital. di ostetricia e ginecologia, XXXVII (1946), pp. XLV-XLIX; R. Università degli studi di Roma, Annuario per l’a.a. 1944-45, Roma 1947, pp. 335 s. Si vedano inoltre: Ostetricia e ginecologia in Italia, in Acta medica Italica, I (1935), p. 145; O. Viana, Nella vita professionale. I maestri: P. G., in Il Policlinico, sez. pratica, XLII (1935), pp. 2075 s.; A. Ferrannini, Medicina italica. Priorità di fatti e di direttive, Milano 1935, pp. 35 s.; A. Castiglioni, Storia della medicina, Milano 1936, p. 708; B. Correale, Ai margini della “Settimana di propaganda contro i tumori maligni“, in Annali Ravasini, XXI (1938), 20, pp. 1 s.; A. Pazzini, La storia della facoltà medica di Roma, Roma 1961, I, pp. 278, 285; II, p. 493; I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte [1880-1930], I, p. 472.

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