Nel 1996 si laurea con Lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro; ha avuto esperienze di studio, di ricerca e assistenziali presso l’Università di Cambridge (UK), New York at Buffalo (USA), Montpellier (Francia), Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma; Professore Ordinario di Otorinolaringoiatria; Direttore della UOC Otorinolaringoiatria Universitaria del Policlinico di Bari. Direttore della Scuola di Specializzazione in Otorinolaringoiatria dell’Università degli Studi di Bari.
Nasce a Bari il 30 maggio 1972. Frequenta il Liceo Classico Orazio Flacco di Bari e consegue la licenza nell’anno scolastico 1989-90. Nel 1996 si laurea con Lode in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
Ha avuto esperienze di studio, di ricerca e assistenziali presso l’Università di Cambridge (UK), New York at Buffalo (USA), Montpellier (Francia), Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma.
Nel 2001 sposa Susana Fernandez Vega e ha due figli, Antonio e Claudia. Vive a Bari.
Dal 2001 è membro del General Medical Council nella “Principal List of Medical Practinioner” (UK).
Professore Ordinario di Otorinolaringoiatria. Direttore del Dipartimento Assistenziale Integrato di Neuroscienze, Organi di Senso e Apparato Locomotore. Direttore della UOC Otorinolaringoiatria Universitaria del Policlinico di Bari. Direttore della Scuola di Specializzazione in Otorinolaringoiatria dell’Università degli Studi di Bari.
Socio di numerose Società Scientifiche nazionali e internazionali. Membro del Collegium Oto-Rhino-Laringologicum Amicitiae Sacrum-CORLAS.
È stato Presidente della Società Italiana di Otologia e Scienze dell’udito (2017-2018). Componente del Comitato Editoriale di riviste nazionali e internazionali. Autore di oltre 160 articoli scientifici pubblicati prevalentemente su riviste internazionali. Parla e scrive correntemente in inglese, parla in spagnolo e in francese.
Antonio e Nicola Quaranta
Lo Studio Audio-Otologico è stato fondato trent’anni fa dal Prof. Antonio Quaranta per la diagnosi e la terapia delle malattie di interesse otorinolaringoiatrico.
In particolare si occupa del trattamento della sordità, delle malattie dell’orecchio medio ed interno, delle vertigini, degli acufeni, dei tumori dell’osso temporale e del condotto uditivo interno.
“Quell’orecchio bionico andava messo subito: così abbiamo salvato un bimbo di 10 mesi dalla sordità” di Cenzio Di Zanni
Parla il professor Nicola Quaranta, 48 anni, l’otorinolaringoiatra barese che ha operato un bimbo di neanche otto chili di peso dopo una meningite batterica, nonostante le linee guida contrarie
12 MAGGIO 2021
La meningite batterica che l’aveva portato all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari l’avrebbe condannato a rimanere sordomuto. Per sempre. Invece non sarà così: quel bambino di 10 mesi potrà riascoltare la voce della mamma e imparare a parlare. Una conquista che si deve all’impianto di un orecchio bionico eseguito dall’équipe di Nicola Quaranta al Policlinico. “È una sorta di pacemaker di quattro-cinque millimetri, collegato a un cavo con 22 elettrodi che stimolano il nervo acustico”, spiega il professore. Che ha 48 anni, è titolare della cattedra di otorinolaringoiatria all’Università e ha eseguito un intervento eccezionale. Per i tempi, innanzitutto: “Siamo andati subito in sala operatoria, nonostante le linee guida ci dicessero di aspettare”.
Perché, professore?
“Per scongiurare il rischio dell’ossificazione della coclea, che è una specie di tunnel pieno di liquido nell’orecchio interno. Se avessimo aspettato ancora, il rischio di trovare il canale ostruito sarebbe stato molto alto”.
Cioè?
“Avete presente una frana?”.
Sì.
“Ecco, lì dentro sarebbe successa la stessa cosa. Dopo una meningite c’è il rischio che quel tunnel frani e si riempia di frammenti di osso. E quindi il cavo attraverso il quale gli stimoli arrivano al nervo acustico non sarebbe più passato nonostante uno spessore inferiore al millimetro”.
Per questo non c’era tempo da perdere.
“Esatto. Secondo le linee guida avremmo dovuto aspettare che il piccolo compisse un anno. O che il suo peso fosse di almeno otto chili, per limitare al minimo le complicanze legate all’anestesia”.
Invece al momento dell’intervento il bambino pesava 7,5 chili. E al primo compleanno mancano ancora due mesi.
Ma come si fa un’operazione di questo tipo?
“Con una incisione di tre o quattro centimetri dietro l’orecchio, dove mettiamo l’elastico delle mascherine. Da lì si accede all’orecchio interno rimuovendo un osso della testa. Ma c’è un’altra particolarità…”.
E qual è?
“È che noi abbiamo messo l’impianto su entrambe le orecchie, perché la meningite avrebbe potuto ossificare entrambe le coclee”.
Ma che cosa si vede dall’esterno?
“Un lieve gonfiore, praticamente nulla di evidente. Al tatto si percepisce la calamita esterna, che comunica con lo stimolatore piazzato all’interno, ovvero con quella specie di pacemaker del quale si diceva”.
E come arriva il suono?
“Attraverso la protesi esterna: una sorta di Amplifon, per intenderci. È dotata di un microfono e di un minuscolo processore in grado di trasformare il suono in impulsi elettrici. Gli stessi che poi passano alla calamita messa sottopelle dietro l’orecchio e da lì a quella interna, quindi al filo che raggiunge il nervo”.
Quanti casi del genere ha avuto finora?
“Per fortuna sono abbastanza rari: l’ultimo che abbiamo seguito su un bambino affetto da meningite risale al 2001. In generale facciamo una quarantina di impianti all’anno, fra adulti e pazienti in età pediatrica”.
I bambini sono tutti così piccoli?
“Di solito non si va oltre l’anno di età, salvo circostanze particolari: è il caso di un bambino originario del Pakistan arrivato in reparto: ha sette anni, ma è l’eccezione. Da qualche anno, i bambini nati in Puglia vengono sottoposti a uno screening che consente di intercettare problemi all’udito e di fare una diagnosi precoce e una riabilitazione precoce. L’ultimo bambino operato comincerà a sentire i suoni dopo la cicatrizzazione. Manca solo qualche giorno”.
L’otorino barese Nicola Quaranta nuovo presidente della Società italiana di audiologia. “Importante sensibilizzare” 31 GENNAIO 2024
Il docente universitario e direttore dell’unità di Otorinolaringoiatria del Policlinico ora è a capo dell’organizzazione che promuove attività culturali e scientifiche relative alla diagnosi e terapia della sordità
Il professor Nicola Quaranta, direttore dell’unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria universitaria del Policlinico di Bari, è stato eletto presidente della Siaf, società italiana di audiologia e foniatria. L’organizzazione, fondata da padre Agostino Gemelli nel 1950, promuove attività culturali e scientifiche sulla diagnosi e terapia della sordità, dei disturbi dell’equilibrio della voce e della deglutizione.
Quaranta, 51 enne di Bari, è specializzato in Otorinolaringoiatria, vanta esperienza nel campo della chirurgia delle otiti croniche e dell’otosclerosi, della chirurgia della sordità con impianti cocleari, della chirurgia del neurinoma dell’acustico, del trattamento delle vertigini e della chirurgia endoscopica nasale.
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/in-salute/1481751/nicola-quaranta-con-lorecchio-bionico-salviamo-ludito-dei-bimbi.html ranta: «Con l’orecchio bionico salviamo l’udito dei bimbi»
«Con l’orecchio bionico salviamo l’udito dei bimbi»
In una intervista del 2 marzo 2024 di Giovanni Longo al prof. Nicola Quaranta nella Giornata mondiale dell’udito viene segnalato che “Oggi abbiamo la possibilità di curare pazienti molto piccoli anche di 8-10 mesi”. Il prof. Nicola Quaranta dell’Università di Bari, direttore dell’unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria del Policlinico di Bari è stato di recente eletto presidente della Società italiana di audiologia e foniatria (Siaf). Tale nomina rappresenta “Un premio per la scuola barese di audiologia fondata dal prof. Lugli, e poi proseguita con i prof. Cervellera e Antonio Quaranta che hanno contribuito allo sviluppo di questa specializzazione”. Per il prof. Nicola Quaranta è significativa è l’assegnazione a Bari nell’ottobre 2025 del congresso nazionale della Siaf, che si terrà nell’ottobre 2025, quale osservatorio molto autorevole per fare il punto su patologie a volte sottovalutate.
Da segnalare che il centro diretto dal prof. Quaranta al Policlinico, è il riferimento regionale per la sordità in età pediatrica ed adulta in particolare per l’orecchio bionico come l’unico organo artificiale che permette di intervenire in tutte le patologie dell’udito che possono portare all’insorgenza di vertigini ed a problemi di voce e deglutizione.
Il prof. Quaranta sottolinea che tra i pazienti più fragili, c’è molta attenzione ai bambini, in quanto “Il trattamento della sordità profonda con impianto cocleare è quello che dà più soddisfazioni da un punto di vista professionale perché siamo di fronte in particolare bambini che nascono sordi, pazienti che se non trattati, oltre a non sentire, non riescono poi a sviluppare la capacità di sviluppare il linguaggio, dunque sono potenzialmente sordomuti”. Le tecniche moderne consentono a certe condizioni di “restituire l’udito e di permettere uno sviluppo normale del linguaggio. Tutto questo comporta di potere avere una vita senza alcuna preclusione di studio e lavoro. Di questo siamo ovviamente particolarmente orgogliosi”.
Sull’evoluzione del rapporto medico-paziente il prof. Quaranta segnala che “Non è più freddo come un tempo, il coinvolgimento del paziente e dei famigliari, ma soprattutto l’approccio alla malattia sempre più multidisciplinare, sono fattori che impongono un cambio di prospettiva. Il trattamento di un bambino richiede l’intervento di una intera equipe composta non solo dal medico e dal chirurgo ma anche da audiometrista, psicologo, logopedista, audioprotesista”. Sempre più spesso poi le patologie dell’orecchio richiedono l’intervento di specialisti di “aree” vicine, a partire dal cervello, imponendo un lavoro più stretto con specializzazioni ‘confinanti’.
“Lo specialista otorino che si occupa dell’orecchio e della sordità ha sviluppato negli anni abilità nel curare i tumori del nervo acustico. Questo ha portato a una nuova sotto specialità otoneuro chirurgia branca della otorinolaringoiatra che interagisce con la neurochirurgia e che permette il trattamento in collaborazione con i neurochirurghi di intervenire su patologie che si trovano in zone complesse e di difficile accesso (basicranio)”.
Sulla necessità di un approccio sempre più multidisciplinare il prof. Quaranta richiama la stretta collaborazione con la Neurochirurgia del Policlinico guidata dal prof. Francesco Signorelli, sottolineando l’interazione e la collaborazione quotidiana, realizzata da un team clinico che “giornalmente si confronta e tratta pazienti ma anche un team scientifico e accademico con Amorn (Accademia mediterranea di otorino neurochirurgia), il cui obiettivo è diffondere conoscenze in un ambito clinico, favorendo la formazione soprattutto dei giovani che difficilmente si avvicinano a specialità che richiedono molto impegno e una curva di apprendimento molto lunga prima di raggiungere livelli adeguati di formazione.