FIORELLI MIMMO

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FIORELLI MIMMO

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Pittore, ceramista, scultore e grafico, originario di Gioia del Colle, ma la sua carriera si è svolta soprattutto a Noci, come protagonista del 2006 e nel 2010 di due antologiche nel Palazzo Comunale e nel chiostro delle Clarisse; ha partecipato a molte rassegne nazionali ed estere, ottenendo importanti riconoscimenti, tra cui il premio Tommaso Fiore alla carriera. Sue opere si trovano presso la Biblioteca Chagall di Nizza, Musei Vaticani, Museo delle ceramiche di Rapino, Abbazia Madonna della Scala a Noci, nel parco del Pollino, Sala Enotria a Turi, in Italia, Grecia, Francia, Svizzera, Lussemburgo, Usa.

Come ricorda Raffaele Nigro in un suo articolo del 2016 l’inizio della sua attività come pittore avvenne nei primi anni Sessanta, con scene per gli spettacoli teatrali promossi dall’istituto Positano. “Poi la fuga a Roma, presso l’Accademia di Belle Arti, in una Roma dominata da Mafai, Afro, Mirco, Scipione, Maccari, Trombadori. Mimmo sarebbe rientrato in Puglia portandosi dietro l’aria dei colli, la passione figurativa di questi maestri, diffusa nei decenni successivi agli studenti dei Licei pugliesi e della Scuola d’arte di Bari. Intanto dipingeva, attraversando una serie considerevole di temi forti, spesso ossessioni contraddittorie. Ad esempio, quando realizzammo insieme una cartella in folio sull’erotismo nella letteratura che si chiamò La buona voglia, Mimmo era già impegnato con la descrizione del Vangelo per il refettorio della Madonna della Scala.

Una descrizione ispirata, estatica e intrisa di tale fervore religioso che non avresti pensato che l’autore avesse in quel momento una qualche fuga verso un laicismo godurioso. La sua religiosità si era espressa già nel 1983, quando su committenza di don Nicola Novembre aveva realizzato l’affresco della Madonna della Croce. “Nell’affresco- aveva scritto a commento del proprio lavoro – ci sono delle discordanze stilistiche, ma nell’insieme quale meraviglia, quale dolcezza, quale umanità!”.

Come giudizio Nigro sottolinea che “in realtà come Mimmo era uomo aperto a trecentosessanta gradi verso i piaceri della vita, verso la bellezza, il cibo, il vino, l’erotismo e al tempo stesso verso l’ascesi metafisica. Il suo paradiso era fatto di terra e di cielo e trovava asilo in tale sincretismo, nelle sue tele, nelle sue riflessioni. Così amava la Puglia, che riproduceva con gusto impressionistico e amava i luoghi dell’origine della vita e della cultura. Collezionava ad esempio sculture della civiltà orientale e qualche vasellame del mondo greco e magno greco. La Grecia era diventata infatti una delle sue mete preferite, tornava alle isole dell’Egeo quasi ogni estate e dipingeva. Così aveva attraversato la stagione della Nuova Maniera, che coniugava con la sua passione per la mitologia e per la storia. Chiosò la mia Baronessa dell’Olivento con una serie di dipinti che privilegiavano i momenti di maggiore oniricità. Perché Fiorelli era un pittore onirico, un uomo che viveva nel sogno della microstoria e della mitologia. In questa linea si collocarono i disegni per celebrare la chiesa di Ognissanti di Cuti, in territorio di Valenzano, e i trentadue dipinti in esposizione al parlamento europeo del Lussemburgo nel settembre del 2000: Eros e Psiche, Dafne, Edipo. Eppure, era uomo della concretezza. Ricordo le sue scarpinate per le boscaglie della murgia alla ricerca di funghi e di cicorie selvatiche, di cardoni e di cardoncelli. E quando tornava suonava la tromba, richiamava gli amici alle cene che la moglie sapeva incrementare, con ricette della tradizione e accompagnamento di musica e karaoke. Un anno riuscimmo a convincere persino Mario Sansone a partecipare a una cena luculliana, e a cantare, insieme agli amici e allievi Dell’Aquila, Tateo, Otranto, Boscia, Adolfo Grassi. Sansone compiva novant’anni e fu bello festeggiarli insieme nella campagna allegra di Noci. Ma un artista che si rispetti non si ferma alle mete raggiunte. Negli ultimi tempi, ossessionato come tutti i colleghi che vivevano incerti tra figurativo e astratto si gettò nella spettrografia del colore. Guardava la maniera in cui la televisione divorava e sputava le immagini, le metteva insieme, le scombinava, le condiva in una mescolanza spaventosa.

Forse fu una delle ultime tappe della su serialità inventiva, la pittura che rappresentava il negativo del colore, ciò che si nasconde nella parte opposta di una diapositiva, di una pellicola non ancora sviluppata. Come la promessa del colore. Io amavo il Fiorelli classico, l’allievo della scuola romana, colui che dipingeva le folle che ascoltavano il Cristo dei Discorsi della montagna o dell’ingresso trionfante in Gerusalemme. Opere che mostravano l’anima di quest’uomo che non aveva nemici, che vedeva nei colleghi di scuola i possibili compagni di allegre serate e di più allegri viaggi.”

Il ricordo di Raffaele Nigro sull’amico Mimmo si chiude con la sua precisazione che in fondo è stato “un uomo di paese, nonostante le sue esperienze metropolitane, vissuto a metà strada tra il paradiso di Noci e l’inferno di Roma e di Bari e che dalla pittura non si aspettava il successo planetario ma la risposta alle domande dell’uomo che nella semplicità cerca di raggiungere il paese degli dèi e di Dio.”

Sue opere si trovano presso la Biblioteca Chagall di Nizza, Musei Vaticani, Museo delle ceramiche di Rapino, Abbazia Madonna della Scala a Noci, nel parco del Pollino, Sala Enotria a Turi, in Italia, Grecia, Francia, Svizzera, Lussemburgo, Usa. Mimmo Fiorelli è scomparso nel 2015.

NOCI24.it – Ci lascia l’artista Mimmo Fiorelli

 

NOCI (Bari) – È venuto a mancare all’età di 76 anni il pittore, scultore, ceramista e grafico Mimmo Fiorelli. Già definito “artista della freschezza che amava la Grecia”, l’artista nocese nativo di Gioia del Colle oggi lascia Noci con tutte le sue opere d’arte. Maestro d’arte contemporanea egli ha tenuto mostre personali in Italia ed in varie parti del mondo.

A Noci in particolare fu protagonista del 2006 e nel 2010 di due antologiche nel Palazzo Comunale e nel chiostro delle Clarisse. Ha partecipato a molte rassegne internazionali ottenendo il primo posto in rassegne di Noci, Corato, Galatina, Cisternino, Margherita di Savoia, Casamassima, Bitonto (arte sacra), Bitetto, Molta di Bari, Matera (Premio Tavole palatine) e altri importanti riconoscimenti, tra cui il premio Tommaso Fiore alla carriera con Pontiggia, Nievo, Bevilacqua, Nigro, Sughi, Spizzico e altri. Sue opere si trovano presso la Biblioteca Chagall di Nizza, Musei Vaticani, Museo delle ceramiche di Rapino, Abbazia Madonna della Scala Noci (12 grandi tele per la decorazione del refettorio), nel parco del Pollino, Sala Enotria Turi, in Italia, Grecia, Francia, Svizzera, Lussemburgo, Usa. È stato presente in Violarte Emozioni d’Arte.

L’originalità stilistica delle opere d’arte di Fiorelli consisteva nella capacità di scomporre e ricomporre temi mediante “interferenze” del tutto attuali, alla ricerca di nuovi messaggi e nuove ricchezze da trasmettere al posto dello scarso segnale televisivo. Simbolico, anticonvenzionale, sentimentale, esprimeva – come cita Cracas – la vita che sfugge. Lascia moglie, due figli e quattro nipoti. Le esequie si svolgeranno alle 16.30 alla chiesa Maria SS della Natività.

Daniela Della Corte

Martedì, 02 Giugno 2015

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