SCHITTULLI FRANCESCO

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SCHITTULLI FRANCESCO

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Gravina di Puglia (Bari) il 21 aprile 1946

Oncologo, presidente “LILT Lega italiana lotta contro i tumori”, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Bari (con il massimo dei voti) nel 1972 si è specializzato in Chirurgia Generale e in Oncologia (con lode) nel 1977 ed in Oncologia (con lode) nel 1978. Coniugato con Carmen D’Ecclesiis, ha 3 figli Angelo, Giuliano e Roberto, tutti e tre avvocati.

Assistente chirurgo c/o la Clinica Chirurgica dell’Università-Policlinico di Bari (1973-1976), Aiuto chirurgo c/o l’Ospedale Specializzato in Oncologia di Bari, Fondatore dell’Associazione Nazionale Giovani Medici Italiani (ANGMI) a Genova e Segretario Nazionali (1978-1980);

Eletto più volte consigliere all’Ordine dei Medici di Bari, è stato Direttore della Scuola Speciale di Senologia Chirurgica e docente presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Foggia e alla Scuola di Specializzazione in Oncologia dell’Università di Bari prima e poi di Tor Vergata a Roma.

Già Consigliere nazionale della SICO (Società italiana di chirurgia oncologica) e componente della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute, è stato Primario Senologo-chirurgo e Direttore Scientifico dell’Istituto Tumori di Bari, nonchè Direttore della Scuola Speciale di Senologia Chirurgica dell’ACOI (Associazioni Chirurghi Ospedalieri Italiani).

Presidente nazionale della “Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori LILT” è stato insignito della “Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica” dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi e dell’alta Onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. – Componente della Commissione Oncologica Nazionale è stato anche Componente del Consiglio Superiore di Sanità (CSS), oltre che Direttore Senologo-Chirurgo e Capo Dipartimento Donna dell’IRCCS Oncologico di Bari.

E’ Presidente nazionale dell’H.S.R. (High Senology Responsabilità). Direttore della Breast Unit della Mater Dei Hospital di Bari, è autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche edite su riviste nazionali ed internazionali, nonché di libri: (“Prevenire è meglio che curare”, “L’esperienza del dolore nei malati oncologici. Una ricerca nazionale”; “Con il nastro rosa”).

Allievo del prof. Umberto Veronesi, ha al suo attivo circa 30.000 interventi chirurgici per patologia mammaria.

Franco Schittulli con Umberto Veronesi

Insignito di numerosi riconoscimenti, tra i quali dalla Fondazione Lions Club International del “Melvin Jones Fellow”; dalla Fondazione Rotary International del “Paul Harris Fellow”; dal Santo Padre Papa Giovanni Paolo II dell’onorificenza di “San Gregorio Magno”;

Premi Nazionali: “Barocco”, “Margherita d’Oro”; “Per aspera ad astra” (Bergamo), “Targa d’oro Regione Puglia”, “Golfo d’Oro”, “Santa Caterina d’Oro – Città di Siena”, “Ciociaria”, “Progetto Donna”, “Senologo per Passione”, “Carciofo d’oro”, Meeting del Mare (Crotone), Women for Women (Roma);

-Premi Internazionali: “Un bosco per Kyoto” (per la cultura e la scienza); “Puglia’s Italy Award of Excellence” New York (USA); “Cartagine”;

Già Editor della Rivista Italiana di Senologia Chirurgica, è stato Direttore Scientifico del periodico trimestrale “International Trends in Oncology” edito a Roma.

Eletto Presidente Nazionale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, nel 2005 gli è stata conferita la “Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica” dal Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi.

 

Onorificenze

Cavaliere di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana

Concessa il 13 gennaio 2017 dal Presidente Sergio Mattarella

Presidente della Delegazione Appulo-Lucana dell’Associazione Cavalieri di Gran Croce

 

Nel 2013 – 2014 è stato Componente del Consiglio Superiore di Sanità (CSS); – Da aprile 2016 è Presidente dell’H.S.R. (High Senology Responsability).

Direttore Senologo-Chirurgo e Capo Dipartimento Donna dell’Istituto Tumori di Bari dal 1986 al

Figlio di Angelo Schittulli, esponente della corrente morotea della Democrazia Cristiana e segretario regionale del partito a cavallo tra gli anni ottanta e novanta, nel 2007, dopo la morte del padre, istituisce la fondazione Sussidarietà “Angelo Schittulli”, della quale diviene presidente.

Il 7 giugno 2009 è stato eletto al primo turno Presidente della Provincia di Bari.

Presentazione

La LILT – Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori è l’unico Ente Pubblico esistente in Italia con la specifica finalità di combattere il cancro attraverso la prevenzione.

Opera senza fini di lucro su tutto il territorio nazionale, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, la vigilanza diretta della Salute, di cui costituisce l’unico braccio operativo, quella indiretta del Ministero dell’ Economia e delle Finanze ed il controllo della Corte dei Conti.

La LILT è estesa capillarmente sull’intera penisola: oltre alla Sede Centrale in Roma è, infatti, articolata in 106 Sezioni Provinciali e circa 800 Delegazioni Comunali che raccolgono quasi 250.000 soci e principalmente 397 Spazi Prevenzione (ambulatori) e 15 hospice, attraverso i quali riesce a diffondere la cultura della prevenzione e garantire una presenza costante a fianco del cittadino, del malato e della sua famiglia.

Tale delicata missione è affidata ad un ristretto numero di collaboratori diretti, affiancati dal contributo generoso di 5.000 volontari permanenti, che riescono a moltiplicarsi fino a 25.000 in occasione delle campagne nazionali.

Una lunga storia, quella della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori – unico Ente Pubblico vigilato dal Ministero della Salute con l’obiettivo di diffondere la “cultura della prevenzione” come metodo di vita per un futuro senza cancro. Quasi 100 anni, che verranno celebrati nel 2022, dedicati ai malati di cancro, ai loro famigliari e allo sviluppo di campagne, iniziative e progetti volti alla diffusione dei corretti stili di vita come prima efficace arma per difendersi dai tumori.

Con l’emergenza sanitaria determinata della pandemia Covid-19forte di 106 Associazioni Provinciali, di circa 400 ambulatori su tutto il territorio nazionale e migliaia di volontari, l’impegno della LILT a favore di chi lotta contro il tumore non è venuto meno. Anzi si è, al contrario, rafforzato e amplificato: fin dall’inizio della pandemia la linea verde nazionale SOS LILT (800998877) ha messo a disposizione medici specialisti e psicologi per essere sempre più vicini ai cittadini prestando loro ogni forma di assistenza.

Tant’è che ripetuti sono stati gli allarmi per la sensibile diminuzione delle visite di prevenzione (primaria, secondaria e terziaria) e dei trattamenti lanciati dal Presidente Nazionale della LILT Francesco Schittulli, che nella ricorrenza del 4 febbraio, World Cancer Day, ritorna a chiedere il massimo supporto per i pazienti oncologici, anche durante la campagna vaccinale in atto: “Per chi sta lottando contro il cancro la pandemia Covid-19 ha purtroppo rallentato le diagnosi precoci, i trattamenti e lo stesso follow-up, compromettendo severamente la prognosi e, quindi, la stessa quantità e qualità di vita, con un significativo aumento dei costi socio-sanitari – ha ricordato il Presidente Schittulli- che ha sottolineato l’urgenza del vaccino anti – Covid anche per i pazienti affetti da patologia tumorale “Se non difendiamo i malati da questo virus la battaglia contro il cancro è drammaticamente persa: sia per coloro che devono eseguire gli screening, e quindi beneficiare della diagnosi precoce, sia per coloro che si sottopongono alle cure, sia per coloro che abbiano vissuto l’esperienza cancro e si trovino nella delicata fase del recupero del proprio benessere e della riconquista della vita dopo la malattia” – e ha aggiunto “Come LILT chiediamo che i pazienti oncologici vengano vaccinati il prima possibile, disponibili ad una collaborazione con i Dipartimenti di Prevenzione delle Regioni, grazie alla nostra rete ambulatoriale diffusa su tutto il territorio nazionale, per la creazione di punti di vaccinazione dedicati ai malati oncologici”.

“Con il nastro rosa – Storie di donne che si sono riprese il futuro” di Aldo Forbice e Francesco Schittulli

Come per molte donne, anche per Lisa il sospetto nasce per caso, sotto la doccia. Qualcosa non la convince al seno destro, la strana sensazione dell’acqua che pizzica. La prima tentazione è di scacciare il pensiero: il suo stile di vita è sano, non fuma, non beve, fa attività fisica; infatti, a quarant’anni e con due figli è in ottima forma. Ma in breve le visite mediche e gli esami non lasciano dubbi: ha un tumore al seno da operare. L’incubo di ogni donna è entrato nella sua esistenza.  Tutto accade così in fretta che non fa in tempo nemmeno a elaborare le emozioni: paura, ansia, panico, rabbia, coraggio, speranza, depressione si succedono e si mescolano prima e dopo l’operazione e durante la radioterapia. Inoltre, deve affrontare tutto senza il marito, che è all’estero. Sarà l’incontro con altre donne nella sua condizione a ridarle il sorriso. Scopre che per tutte il tumore al seno è uno spartiacque, un’esperienza traumatica che a volte apre altre problematiche, nella coppia, con i figli, gli amici. Tutte si scoprono più forti e caparbie di quanto pensassero. La solidarietà reciproca unisce come un filo rosa Lisa alle nuove amiche. E grazie a loro ritroverà la voglia di vivere. Raccontata da un affermato giornalista, la storia di Lisa si intreccia con quella di altre donne e con la voce del noto oncologo-chirurgo Francesco Schittulli, che ha ridato il futuro a Lisa e che elargisce parole di speranza nella ricerca e nelle nuove frontiere della medicina fornendo preziosi consigli di prevenzione.

“L’esperienza del dolore nei malati oncologici – Una ricerca nazionale”
a cura di Costantino Cipolla, Francesco Schittulli

 

In Italia sono circa due milioni e ottocentomila le persone che hanno ricevuto una diagnosi di cancro. Si tratta di un esercito di persone che hanno ristrutturato i loro rapporti famigliari, le proprie concezioni di vita, le relazioni con il corpo e con la propria soggettività come conseguenza di questa malattia. La ricerca presentata in questo volume si focalizza sul dolore e si basa su oltre quattromila interviste con malati oncologici, un campione mai utilizzato in Italia per una ricerca sociologica su queste tematiche.

In specifico, la ricerca ha affrontato le problematiche connesse al dolore persistente e al dolore improvviso tra i malati oncologici, l’accesso e la disponibilità delle terapie contro il dolore, l’aderenza alle cure, la soddisfazione per il personale medico e non medico, i rapporti con le associazioni di volontariato. In più, un focus specifico è dedicato al vissuto delle donne con tumore al seno e ai malati di tumore al colon.
Va sottolineata, inoltre, una specificità di questa massiccia ricerca, ovvero come i dati dichiarati dai malati siano stati incrociati, anonimamente e in forma aggregata, con i dati contenuti nella cartella clinica: in questo modo si sono confrontate percezioni soggettive e realtà medica. Lo studio, dunque, si presenta come l’indagine più profonda ed esaustiva sulla sofferenza e sul vissuto dei malati oncologici in Italia.

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/bari/1016841/tumori-francesco-schittulli-cancro-sempre-piu-guaribile.html

SECONDA GIORNATA NAZIONALE DELLA RICERCA

Tumori, Schittulli: cancro sempre più guaribile

Grazie ai progressi della ricerca sui tumori e alle innovazioni tecnologiche, il cancro sta diventando una patologia sempre più guaribile. Sono oltre 3 milioni e 700mila gli italiani che hanno vissuto l’esperienza cancro, cui vanno aggiunti i 370mila nuovi casi di tumori stimati per quest’anno

 

 REDAZIONE ON LINE 21 Maggio 2018

 

BARI – Cancro: si è tenuta, presso la Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori a Milano, la Seconda Giornata Nazionale della Ricerca della Lega Italiana Lotta ai Tumori (Lilt). La giornata è stata dedicata alla memoria della giornalista Rai Maria Grazia Capulli, testimonial per alcune campagne nazionali Lilt e scomparsa nel 2015 a causa di patologia oncologica.

La ricerca scientifica – ha detto il presidente nazionale, professor Francesco Schittulli, chirurgo senologo oncologo – è storicamente parte integrante delle attività istituzionali della Lilt e ha un ruolo preminente anche nello stesso Statuto dell’Ente. Dal 2001 sono stati finanziati più di 280 progetti di ricerca nell’ambito della prevenzione per un totale di circa 15 milioni di euro di finanziamento provenienti esclusivamente dal 5×1000. Privilegiati nella selezione e finanziati i progetti che presentavano una forte ricaduta sulle attività del Sistema Sanitario Nazionale, con particolare riferimento al miglioramento della qualità della prevenzione primaria, quindi per incentivare comportamenti salutari, secondaria, cioè di diagnosi precoce del cancro, e terziaria, dell’assistenza ai pazienti oncologici ed ai loro familiari ed alla prevenzione delle recidive dei tumori.

Nel corso del convegno sono state presentate le ricerche sui tumori frutto della collaborazione fra sezioni Lilt locali, Centri di Ricerca, strutture del Sistema Sanitario Nazionale ed altri stakeholder che hanno unito le proprie forze per realizzare gli obiettivi del singolo progetto di ricerca contro il cancro.

«Questa giornata – ha detto Schittulli – ha dato la possibilità di affermare quanto alta sia la qualità delle ricerche portate avanti con il contributo diretto delle sezioni Lilt e quanto si stia consolidando l’attività della Lilt nella prevenzione e ricerca oncologica. Si è anche potuto registrare lo stretto rapporto tra le sezioni provinciali Lilt e i partner scientifico-sanitari con cui sono state portate avanti le ricerche, finanziate grazie ai fondi del 5×1000. Grazie ai progressi della ricerca ed alle innovazioni tecnologiche, il cancro sta diventando una patologia sempre più guaribile. Tant’è che oggi sono oltre 3 milioni e 700mila gli italiani che hanno vissuto l’esperienza cancro, cui vanno aggiunti i 370mila nuovi casi di tumori stimati per quest’anno. Sicché il cancro sta assumendo sempre più, al pari dell’artrosi, dell’ipertensione, del diabete, la caratteristica di patologia cronica che consente una vita quotidiana del tutto accettabile».

In conclusione sono stati presentati il progetto «Prevenzione Donna» di Lilt Nazionale legato ai programmi di prevenzione dei tumori endometriali per verificare se è possibile elaborare diagnosi precoci e difendersi da questo tipo di tumore ed il Progetto Nazionale di Prevenzione Terziaria Lilt finalizzato a definire il modello di presa in carico degli ex pazienti oncologici (sourvivors) che sono usciti dal follow up attivo dei 5 anni e che vede coinvolti quali parti attrici l’Aiom (Associazione medici oncologi), la Fing (medici di medicina generale) e 9 Sezioni Provinciali Lilt equamente distribuite sul territorio nazionale colpiti dal cancro.

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/1222479/coronavirus-l-oncologo-schittulli-i-fumatori-rischiano-piu-degli-altri.html

Coronavirus, l’oncologo Schittulli: «I fumatori? Rischiano più degli altri»

La Lilt contesta lo studio francese secondo cui la nicotina proteggerebbe dal Covid

REDAZIONE REGIONE 29 Aprile 2020

Ha fatto molto discutere uno studio francese condotto dall’ospedale parigino di La Pitié Salpêtrière su 300 soggetti, secondo il quale la nicotina proteggerebbe dal Covid-19. Immediata è arrivata la reazione dei medici di mezzo mondo e, in particolare della Lega italiana per la lotta contro i Tumori (Lilt) che bolla l’ipotesi transalpina, e la conseguente informazione, come «infondata e pericolosa».

«Le vie aeree e i polmoni sono il principale bersaglio del virus ed è quindi un dato di fatto che i fumatori abbiano maggiori possibilità di sviluppare forme più acute di Covid-19», afferma il presidente della Lilt, l’oncologo gravinese Francesco Schittulli. «Distinguiamo bene quindi – prosegue – la nicotina in quanto sostanza alcaloide, dall’atto del fumare e ci riserviamo di analizzare il suddetto studio, basato allo stato attuale sull’osservazione causa-effetto».

Ci sono poi dei dati che, in teoria, indicherebbero un minimo rapporto di connessione fra ricoverati e fumatori ma la Lilt pone l’accento su una lettura critica dei numeri:. «Non deve ingannarci – continua Schittulli – il dato che indica che solo il 4,3% dei ricoverati per Covid risulti essere un fumatore. Tant’è che la fascia anagrafica più colpita dal virus è quella degli over 65, ovvero quella di per sé già meno interessata dalla dipendenza da fumo che, come invece è noto, registra il picco di incidenza massimo tra i 25 e i 44 anni».

Non risulta, infatti, evidenza scientifica che dimostri, allo stato attuale, effetti favorevoli della nicotina sulla infezione da Covid-19. Né, tanto meno, sulla stessa relativa prognosi. Peraltro, trattandosi di una patologia che determina una sindrome respiratoria (polmonite) con coinvolgimento vascolare trombotico, i fumatori – come facilmente ipotizzabile – restano soggetti a maggior grave rischio.

Il ragionamento, infine, si lega più in generale a tutti i rischi che il fumare comporta, indipendentemente dal rapporto con il Coronavirus: «Il fumo è la seconda causa di morte nel mondo – ricorda infine Schittulli chiosando sul punto – e proprio con l’avvicinarsi della Giornata Mondiale Senza Tabacco, il prossimo 31 maggio, non vorremmo mai che la paura per il virus che ci sta tenendo sotto scacco possa incoraggiare la dipendenza da fumo, causa, oltre che del cancro al polmone – conclude l’oncologo pugliese – , anche di tante altre patologie gravi e pericolose per la nostra salute».

IN EDICOLA/ ITALIA

L’altra colpa del Covid (e della politica): la mancata diagnosi per il tumore al seno

 

Secondo la Lilt, che a ottobre apre gratuitamente 400 ambulatori propri, gli screening mancati a causa pandemia sono 1.428.949, di cui 472.389 quelli mammografici non eseguiti rispetto al

2019, con un numero di carcinomi al seno non diagnosticati superiore a 2000

 

di Elisabetta Ambrosi | 7 OTTOBRE 2020

 

“Lei sa come funziona la crescita della cellula tumorale? Impiega diverso tempo per raggiungere le dimensioni di un centimetro. Il raddoppio a due centimetri, e poi a quattro e poi otto, è invece limitato a una fascia temporale che va da 21 giorni a 203 giorni, insomma da poco meno di un mese a circa sette mesi: la diagnosi precoce è fondamentale e per questo la sospensione degli screening durante la pandemia è una scelta che presenta dei rischi”.

Francesco Schittulli, presidente nazionale della Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) è molto preoccupato. Teme che, anche per i timori delle donne di contagiarsi, il rinvio dei controlli, in primis la mammografia, durante il lockdown e oltre si traduca in prognosi più gravi. I numeri gli danno ragione. Secondo il Rapporto curato dall’Osservatorio Nazionale Screening, i controlli mancati sono complessivamente 1428.949, di cui 472.389 quelli mammografici non eseguiti rispetto al 2019, con una riduzione del 53,8% e con un numero di carcinomi al seno non diagnosticati superiore a 2000 e 1679 lesioni della cervice CIN2+ (ogni anno sono circa 53.200 le diagnosi di cancro al seno).

“Non è facile commentare la decisione delle Regioni di sospendere gli screening su persone asintomatiche, dal momento che l’emergenza sanitaria ha costretto a riconvertire personale e intere strutture a supporto del Covid-19”, spiega Paola Mantellini, Direttore dell’Osservatorio Nazionale Screening. “Tuttavia, per quanto riguarda le diagnosi mancate l’impatto dipende dal tipo di lesione; infatti è possibile che, specialmente per lo screening per il tumore al collo dell’utero, gli effetti del ritardo sulla salute non saranno drammatici”.

L’allarme dell’Oms e delle associazioni oncologiche

In realtà, l’allarme sulle possibili conseguenze della sospensione dei controlli, come quelli mammari o alla cervice, a causa del covid-19 era stato lanciato già a maggio da una serie di associazioni (tra cui la “Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia”, l’“Associazione Italiana di Oncologia Medica”, l’“Associazione Italiana Radioterapia e Oncologia clinica”, la “Società Italiana di Chirurgia Oncologica”) secondo le quali nei mesi passati la volontà di ridurre il rischio di contagio avrebbe “prevalso sulla necessità di eseguire visite ed esami diagnostici”. Anche durante il recente incontro dei ministri della Salute dei 53 paesi membri dell’Oms Europa, l’interruzione dei servizi sanitari è stata legata a un possibile aumento del 10% della mortalità di cancro al seno nei prossimi anni, mentre secondo il Direttore del National Cancer Institute Norman E. Sharpless, “nella prossima decade, a causa dei mancati screening e nella migliore delle ipotesi, ci potrebbero essere circa 10.000 morti in eccedenza per il tumore al seno negli Stati Uniti”. D’altronde sono numerose, già, le testimonianze di donne che hanno dovuto rivolgersi ai privati, dove c’erano, per non mancare l’appuntamento con

la prevenzione. Come Francesca, romana: “Proprio perché non ho rimandato ora sono salva; mi hanno trovato un carcinoma di 8 millimetri: se avessi rinviato mi sarei trovata in guai più seri”.

Screening, un diritto essenziale non sempre garantito

Non consola sapere che, pur essendo gli esami in teoria ripartiti, nella maggioranza delle Regioni il numero di esami eseguiti a maggio è stato meno del 10% di quelli eseguiti nel maggio 2019 e solo 13 regioni su 20 hanno erogato mammografie di screening nel mese di maggio 2020 e con volumi di attività inferiori all’anno precedente (solo 5 regioni arrivano al 20%). E che quindi i numeri potrebbero aggravarsi. “Il problema maggiore”, spiega sempre Paola M tellini, “è che al momento abbiamo ritardi di 2-4 mesi nel garantire l’offerta, anche a causa delle necessità di garantire il distanziamento. Ma la situazione è estremamente fluida”. Di sicuro, si legge nel Rapporto dell’Osservatorio, “non basta una generica raccomandazione a riattivare gli screening, bisogna consolidare adeguate azioni di rientro che permettano di garantirli”.

Come in molti altri ambiti, anche rispetto agli screening, e alla prevenzione in generale dei tumori femminili, il covid-19 ha accentuato i problemi già esistenti. In Italia vivono ben 815.000 donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario (che rappresenta il 30% dei tumori maligni diagnosticati alle donne). La sopravvivenza a cinque anni è alta, 87%, ma sono ancora 12.600 quelle che muoiono ogni anno. È chiaro che allora non soddisfa né il fatto che in alcune regioni non vengano raggiunte le donne che avrebbero diritto allo screening mammografico, né che la partecipazione agli screening, che tra l’altro rientra nei Lea, cioè nei servizi essenziali che vanno garantiti alla popolazione, resti sempre in alcune regioni molto bassa (68% al nord sul 98% di inviti, 56% al centro su 96% di inviti, 46% al sud su 59% di inviti).

Prevenzione, qual è quella corretta?

Un altro problema risiede nell’adeguatezza dello screening, ad esempio quello mammografico riservato alle donne tra 50 e 69 anni, rispetto all’evoluzione delle patologie. “È assurdo che oggi una donna possa eseguire la mammografia a 45 anni in una regione e magari tre chilometri più avanti solo a 50”, sottolinea Schittulli. E in ogni caso il cancro non bussa alla porta solo dopo i 50, io opero donne sempre più giovani, in cui il tumore è anche più aggressivo: non dobbiamo essere allarmisti ma realisti sì”. È per tutte queste ragioni che la nuova Campagna Nastro Rosa della Lilt consente alle donne di effettuare una visita senologica presso i circa 400 ambulatori attivi sul territorio nazionale (prenotandosi al numero verde SOS LILT 998877). Anche la Piattaforma Frecciarosa, quest’anno in modalità on line, mette a disposizione a ottobre una squadra di oncologici che consulenze gratuite in streaming. Ma qual è la prevenzione davvero corretta da fare per non incorrere in diagnosi tardive? Lo spiega sempre Schittulli: “Dobbiamo insegnare alle nostre ragazze a farsi l’autopalpazione molto presto, già dai sedici anni, in modo da conoscere il proprio seno e individuare eventuali alterazioni più avanti. A partire dai 25-30 anni, a seconda della familiarità, bisogna sottoporsi a visita senologica ed ecografica ogni anno. A partire dai 40, invece, occorre fare visita senologica, ecografia, mammografia.
Vita natural durante”.

Associazione Nazionale Cavalieri di Gran Croce

 

Covid-19 e Tumori: Stato dell’arte delle due pandemie

 

Roma, 16 ottobre 2020 – Si è svolta mercoledì 14 ottobre 2020 la video Conferenza “Stato dell’arte relativo alle due pandemie: Covid-19 e Tumori”, organizzata dall’Associazione dei Cavalieri di Gran Croce nell’ambito delle iniziative volte a diffondere una migliore conoscenza sui temi economici e sociali di maggiore attualità e interesse per il Paese.

Se ne è parlato con il Prof. Raffaele Perrone Donnorso Presidente dell’Associazione Nazionale Primari Ospedalieri (ANPO), che ha aperto i lavori introducendo i due grandi temi oggetto del dibattito, il Prof. Francesco Schittulli, Presidente della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) e il Prof. Giuseppe Ippolito, Direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (INMI) “Lazzaro Spallanzani” di Roma.

 

Una pandemia nella pandemia, dove la lotta al Covid-19 non deve far trascurare quella contro i Tumori.

 

L’emergenza Covid, infatti, ha determinato gravi ritardi nella prevenzione, nelle terapie mediche e chirurgiche oncologiche. “Constatare che un milione e mezzo di screening siano saltati nei soli primi 5 mesi del 2020 fa temere che il cancro la faccia da padrone nei prossimi mesi – le parole del Prof. Schittulli che ha sottolineato poi – “la tempestività e la regolarità di diagnosi e cure fanno la differenza sino alla concreta chance di guarire definitivamente. Né sono da sottovalutare le morti non da Covid ma causate, in periodo di Covid, da mancati controlli o appuntamenti e interventi rinviati”.

 

Posizione condivisa dal Prof. Ippolito che, dopo una panoramica supportata da dati numerici e relativa all’impatto del Covid-19 a livello globale, ha illustrato come la nuova pandemia sollevi interrogativi su come prepararci alle minacce biologiche. Tre i concetti guida: Cooperazione “l’importanza di lavorare insieme e imparare gli uni dagli altri” – Ricerca – “opportunità unica per l’acquisizione di dati di lungo termine e siti di test relativi a dispositivi, materiali e metodologie mediche – e Operatività – “combattere una malattia richiede un massiccio coinvolgimento scientifico, cooperazione fra organizzazioni e tempistica appropriata”. Il Prof. Ippolito ha concluso il suo intervento con un importante messaggio rispetto all’efficacia e alla sicurezza di ben 22 vaccini di cui, attualmente, si sta seguendo la sperimentazione per il trattamento del Coronavirus.

https://www.cavalieridigrancroce.it

 

Intervista al Prof. Schittulli. Rischio epidemia di tumori: 500 morti al giorno e screening rinviati per Covid      17 novembre 2020

 

Non esiste solo il Covid, in Italia muoiono di cancro ogni giorno 500 persone. A causa dell’emergenza legata al virus che ha sovracaricato gli ospedali, ma anche per i rinvii dovuti alla paura di contagiarsi si sono verificati gravi ritardi negli screening oncologici. Il vero rischio, al di là del Covid, è una futura epidemia di tumori.


Fonte Sputniknews Di Tatiana Santi

I numeri parlano chiaro: ogni giorno in Italia muoiono di cancro cinquecento persone, quotidianamente mille scoprono di avere un tumore. Ad oggi però i giornali parlano solo di Coronavirus. Nel periodo della pandemia sono stati persi un milione e mezzo di screening oncologici, strumento fondamentale per la prevenzione precoce del cancro e per la sua cura.

La vera emergenza, seppure oscurata dal Covid, sono i tumori? Sputnik Italia ha raggiunto per un approfondimento due massimi esperti: Francesco Schittulli, senologo, presidente nazionale della Lega italiana per la lotta ai tumori e Roberto Orecchia, direttore scientifico di IEO (Istituto Europeo di Oncologia).

Numeri: 500 italiani al giorno muoiono di cancro

— Non si fa che parlare di Coronavirus come se le altre patologie non esistessero. Professore Schittulli, il numero di persone che muoiono di cancro è molto superiore anche se non se ne parla, no?

Francesco Schittulli: Purtroppo sì, i dati sono chiari: ogni giorno oltre mille italiani hanno la diagnosi di cancro, la mortalità è di circa 500 italiani ogni giorno. Tutto quello che è stato portato avanti fino ad oggi, cioè il valore della prevenzione, sta venendo meno. La mortalità fino a quest’anno diminuiva, fatto dovuto alle diagnosi sempre più precoci. Quando si scopre un cancro

in fase iniziale, quando è al livello di pochi millimetri, tale cancro ha un indice di malignità molto basso e il processo di metastatizzazione è pressoché nullo. Io posso guarire quindi una persona da questo cancro. Le istituzioni dovrebbero investire in prevenzione e non in malattia.

Ritardi negli screening: 1 milione e mezzo di visite perse

— Guardando la situazione in tutto il Paese si sono registrati dei forti ritardi negli screening. Professore Orecchia, gli ospedali non sono riusciti a gestire i controlli oncologici durante l’emergenza Covid?

Roberto Orecchia: Senz’altro quello che dice lei si è verificato. La stessa Associazione Italiana di Oncologia medica ha segnalato che nel periodo dell’emergenza Covid, in sei mesi, si sono persi un milione e mezzo di esami di screening. Questo è un grave problema perché la diagnosi precoce rimane un pilastro della moderna oncologia, che ha determinato, insieme al miglioramento delle cure, una riduzione da qualche anno della mortalità per tumore. Mentre le radio e la chemio terapia nei mesi successivi alla fase di emergenza è stata recuperata, ancora oggi registriamo un ritardo negli screening dovuto più che a una non offerta da parte degli ospedali, bensì a una diffidenza delle persone ad avvicinarsi all’ospedale per delle visite che ritengono non fondamentali. Abbiamo registrato un 15% in meno di pazienti che si sono sottoposte a mammografie per fare lo screening del tumore della mammella.

Francesco Schittulli, oncologo senologo descrive così la situazione nel campo dei tumori alla mammella:

“Quest’anno saranno 55 mila le donne che scopriranno di avere un cancro al seno. Se si arriva tardivamente alla diagnosi le terapie saranno molto più aggressive e la prognosi sarà compromessa. Vado così a destabilizzare tutta la famiglia sotto l’aspetto umano, economico, sociale. Il tutto ha dei costi anche a livello della comunità. Dobbiamo investire nel futuro”.

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=95783

 

quotidianosanita.it

 

Tumori. Francesco Schittulli (Lilt) diventa consulente del sottosegretario Costa

Il contributo del Presidente Nazionale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori sull’incidenza dell’inquinamento ambientale nella diffusione dei tumori. “Sono onorato di poter mettere la mia professionalità a servizio di una causa che mi vede da molto tempo impegnato sia sotto l’aspetto scientifico che socio-sanitario”.

24 MAG – Il prof. Francesco Schittulli, senologo – chirurgo oncologo, direttore della Breast Unit del Mater Dei Hospital di Bari e presidente nazionale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, entra nella squadra di esperti nominati dal Sottosegretario di Stato del Ministero della Salute, Andrea Costa.

I temi a cui il prof. Schittulli è chiamato a dare il proprio contributo di competenza e consolidata esperienza professionale in campo oncologico attengono all’incidenza dell’inquinamento ambientale nella diffusione dei tumori e, in particolare, del cancro quale malattia ambientale su base genetica.

“Sono onorato di poter mettere la mia professionalità a servizio di una causa che mi vede da molto tempo impegnato sia sotto l’aspetto scientifico che socio-sanitario – afferma il prof. Schittulli -. Ringrazio il Sottosegretario Costa per la stima e la fiducia riservatami. I temi indicati necessitano di massima attenzione e dell’importante lavoro di tutti nell’esclusivo interesse della salute dei cittadini”.

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