ANNICCHIARICO VITO

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ANNICCHIARICO VITO

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Accreditato talora come Vito Chiari o Vito Annichiarico attore noto soprattutto come attore bambino per la sua interpretazione in Roma città aperta (1945), diretto da Roberto Rossellini, e per altri film.

Nato a Grottaglie nel 1934, Vito Annicchiarico visse a Roma. Dopo la liberazione della città nel giugno 1944, con il padre ancora disperso in Etiopia, per aiutare la madre e i fratelli lavorava con altri ragazzini come sciuscià quando Roberto Rossellini lo incontrò casualmente per la strada. Fu lui a condurre il regista alla scoperta dei luoghi dove viveva e nei quali si ambienterà il film Roma città aperta (1945), nel quale sostenne con grande efficacia ed espressività il ruolo del piccolo Marcello, il figlioletto della protagonista interpretata da Anna Magnani.

La sua voce fu doppiata dal giovane Ferruccio Amendola, sebbene Vito Annicchiarico abbia sempre sostenuto di essere stato lui stesso a doppiare le scene in cui era presente nel film sotto la guida dello stesso Roberto Rossellini. Indimenticabile rimase nel film la sua partecipazione alla scena della morte di Anna Magnani:

«La corsa di Anna Magnani, la sora Pina, una splendida Nannarella ancora trentenne, il filo di fuoco dei nazisti e lei che cade a terra mentre io mi divincolo dall’abbraccio di Don Pietro e grido “Mamma, Ma’!!” dopo aver riempito di calci un soldato tedesco che non mi lasciava passare. Quella scena abbiamo dovuto girarla due volte perché Roberto Rossellini non mi aveva detto che nel film Anna Magnani sarebbe morta, e io mi sono impressionato molto, mi sono messo a piangere, non riuscivo a calmarmi e non volevo girare più. Al soldato a cui davo i calci hanno dovuto mettere degli stracci all’interno degli stivali perché a forza di dare calci si era fatto male.»

Il grande successo della pellicola aprì a Vito nuove opportunità. Fu ancora al fianco della Magnani, questa volta come un trovatello adottato, nel film Abbasso la miseria! (1945). Reciterà anche nel film ad esso collegato Abbasso la ricchezza! (1946). Rossellini, con il quale Vito mantenne sempre uno stretto rapporto di amicizia, lo portò con sé anche a Napoli per le riprese di Paisà (1946), pur non utilizzandolo come attore nell’episodio dello sciuscià napoletano, che venne invece affidato ad Alfonsino Pasca.

Dopo alcune altre parti minori, Vittorio De Sica lo chiamò a interpretare il ruolo di Coretti nel film Cuore (1948), prima riduzione cinematografica integrale del romanzo di Edmondo De Amicis. Nel gruppo dei ragazzi c’erano alcuni tra i più conosciuti attori bambini del periodo: Gino Leurini, Luciano De Ambrosis, Carlo Delle Piane, Maurizio Di Nardo, e Enzo Cerusico. Nel 1949 Vito lavorò in teatro alla pièce L’uomo, la bestia e la virtù con Aroldo Tieri e Carlo Ninchi. Nel 1950 partecipò al film Domani è troppo tardi (1950) con Vittorio De Sica.

Conclusasi nel 1950 la sua esperienza attoriale, nel 1955 cominciò a lavorare per una multinazionale, dove rimarrà fino al termine della sua carriera. Nel 2005 e nel 2011 prese parte a due documentari che rivisitavano i luoghi e le vicende di Roma città aperta (I Figli di Roma Città Aperta, di Laura Muscardin, una produzione di Amedeo Bacigalupo e Voi siete qui).

Nel 2015 uscì un libro-intervista di Simonetta Ramogida, dal titolo Roma Città Aperta Vito Annicchiarico racconta il set con Anna Magnani Aldo Fabrizi Roberto Rossellini, edito da Gangemi, che raccoglieva le sue memorie di attore bambino. Nel 2016 il Sindacato dei Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) gli consegnò il Nastro d’Argento “speciale”, celebrando i 70 anni dalla nascita dei Nastri d’Argento che videro tra i vincitori della prima edizione del 1946 proprio Roberto Rossellini e Anna Magnani. Muore a Roma a 88 anni.

 

Filmografia

  • Roma città aperta, regia di Roberto Rossellini (1945)
  • Abbasso la miseria! regia di Gennaro Righelli (1945)
  • Abbasso la ricchezza! regia di Gennaro Righelli (1946)
  • Cuore, regia di Duilio Coletti e Vittorio De Sica (1948)

 

Bibliografia

Simonetta Ramogida, Roma città aperta: Vito Annicchiarico, il piccolo Marcello, racconta il set con Anna Magnani, Aldo Fabrizi, e Roberto Rossellini a 70 anni dall’uscita del film, Roma: Gangemi Editore, 2015.

https://www.cinematographe.it/news/vito-annicchiarico-morto-attore-roma-citta-aperta/

Vito Annicchiarico è morto: addio al piccolo Marcello di Roma città aperta

È morto l’attore Vito Annicchiarico, celebre soprattutto per il ruolo del piccolo Marcello in Roma città aperta.

Da Martina Volonté – 6 Agosto 2022 12:07

È venuto a mancare Vito Annicchiarico, morto il 5 agosto a Roma. Aveva 88 anni. Nato a Grottaglie (Taranto) nel 1934, è celebre soprattutto per il ruolo del piccolo Marcello, il figlio di Anna Magnani in Roma città aperta – film diretto da Roberto Rossellini nel 1945 – e per altre pellicole della fine degli anni Quaranta. La notizia della sua scomparsa è stata data dal nipote, pubblicando un aggiornamento sulla pagina Facebook dell’attore, correlata di alcuni scatti in bianco e nero e da un commovente messaggio d’addio.

È morto Vito Annicchiarico, interpretò il piccolo Marcello in “Roma Città Aperta” (askanews.it)

Venerdì 5 agosto 2022 – 13:08

È morto Vito Annicchiarico, interpretò il piccolo Marcello in “Roma Città Aperta” “Per lui solo grandi film”

Roma, 5 ago. (askanews) – È deceduto stamattina alle 6 in ospedale Vito Annicchiarico, il piccolo ‘Marcello’ del film ‘Roma Città Aperta’. Classe 1934, non ha retto alla perdita di sua moglie, ed è andato via a cinque mesi di distanza dalla scomparsa della sua Maria. Ultimo testimone della grande opera di Roberto Rossellini aveva saputo mantenere i legami con la famiglia Venturini (finanziatrice della pellicola), e con i figli di Teresa Gullace, Mario e Umberto.

Annichiarico lascia tre figli e tre nipoti. I funerali si terranno lunedì mattina alle 10 nella parrocchia San Fedele, in via Mesula, a Pietralata. Il critico cinematografico Adriano Aprà definì Vito Annichiarico “un signore dai modi gentili con una memoria di ferro” che era inciampato nel cinema mentre faceva lo sciuscià nel dopoguerra a Roma, ultimo testimone del grande film di Roberto Rossellini. “E’ come se lo avesse portato via il vento…”, dice adesso chi gli è rimasto vicino fino all’ultimo.

La biografia di Annichiarico non può che iniziare da quando Rossellini vide Annichiarico a largo del Tritone, angolo via Macelli, mentre aspettava che arrivasse qualche soldato americano per farsi pulire le scarpe e se ne innamorò subito. Era un bambino talmente bello. E di lui disse in seguito alla sua troupe: “Oh sto ragazzino è un fenomeno”. Lo portò a farlo conoscere alla contessa Chiara Politi, che sarebbe stata la prima finanziatrice del progetto del film nei locali di via Crispi. Ma con la scusa che gli avrebbero offerto di pulire 40 paia di scarpe.

Con la contessa, c’erano anche nella sede della Cis Nettunia lo sceneggiatore Sergio Amidei e il ballerino Harry Feist che interpretò il maggiore della Gestapo Fritz Bergmann.

Vito Annichiarico dopo quell’incontro con Rosellini tornò a casa e raccontò tutto alla madre.

Naturalmente lei non credette a quello che suo figlio diceva.

Inizia così l’avventura nel cinema del signor Vito. È il 1944 e fino al 1950 Annichiarico è stato più volte sul set con grandi registi come Vittorio De Sica, Mario Soldati, Gennaro Righelli.

Spesso in coppia con Anna Magnani che lo voleva adottare, e sul palco con Aroldo Tieri nella pièce di Luigi Pirandello “L’Uomo la bestia e la virtù”.

“Mi sono preso una lunga pausa dal cinema”, aveva detto a Veronica Pivetti in occasione della presentazione a Roma, del progetto della regione Lazio: “100 film, un paese… l’Italia”.

Massimo Ghini, che aveva interpretato assieme a Lina Sastri il film di Carlo Lizzani, Celluloide, in quell’occasione lo andò a salutare, desideroso di fare la conoscenza diretta del piccolo Marcello, che raccontò in quella sede il suo esordio cinematografico. Celluloide è infatti il film del 1966, che ripercorre la storia di come fu messo a punto Roma Città Aperta, delle difficoltà finanziare di Rossellini e dei problemi a terminare il progetto per la mancanza di pellicola e di fondi.

Poi di colpo nel 2005 Vito Annichiarico viene cercato dopo tanti anni il figlio di Aldo Venturini, Claudio, per un nuovo progetto: girare con Laura Muscardin “I figli di Roma Città Aperta”. Vito ripercorre tutti i luoghi in cui fu girato il film raccontando aneddoti ed episodi legati a quel periodo storico. Il docu-film della produzione Nuvola film di Amedeo Bacigalupo, vince un premio al Tribeca Film Festival di Robert De Niro.

Poi la pubblicazione a cura di Simonetta Ramogida del libro “Roma Città Aperta Vito Annicchiarico racconta il set con Anna Magnani Aldo Fabrizi Roberto Rossellini”, edito da Gangemi, raccoglie aspetti ancora inediti e testimonianze di quel periodo intensissimo del Neorealismo di cui il piccolo Marcello prese parte anche a film come “Abbasso la Miseria! Ed Abbasso la Ricchezza”, “Domani è troppo tardi”, e “Chi è Dio”.

Annichiarico – si ricorda – partecipa anche al film “Cuore”, con Vittorio De Sica, e a “Un mese di onestà” di Domenico Gambino. Di Rossellini, dirà: “Per me era come un padre”.

Il suo, di padre mentre girava il film era in Etiopia a combattere nell’esercito italiano. La sua grande umanità lo porta a intrattenere un rapporto epistolare con Mario Gullace, il figlio di Teresa Gullace, la martire cui Rossellini si ispira per girare il film, e successivamente all’altro figlio: Umberto Gullace che vedrò per la prima volta in occasione della presentazione del libro su Roma Città Aperta. Con grande emozione, il piccolo Marcello, incontra il bambino “vero” di Roma Città Aperta.

Nato a Grottaglie nel 1934, dopo la Liberazione con il padre disperso in Etiopia per aiutare la madre, nel dopoguerra come tanti altri ragazzini, faceva lo sciuscià. È proprio lui che conduce Rossellini nei luoghi in cui fu girato il film, perché il maestro del Neorealismo, gli dice: fammi vedere dove vivi, portami nella chiesa dove vai a fare il chierichetto, fammi vedere l’Oratorio dove vai a giocare a pallone, Questi luoghi sono i post del cuore di Vito. È il Pigneto dove viveva con la madre e i sui fratelli, Liliana e Aldo.

Rossellini porta Vito Annichiarico con sé anche durante le riprese di “Paisà”, tra Napoli, Maiori, Minori. Avrebbe dovuto girare alcune scene, ma – raccontò poi – “come succede ai ragazzi attorno all’età della pubertà improvvisamente ero cambiato. Non avevo più l’aspetto di un ragazzino, magari smagrito dalla povertà”, e la parte fu quindi affidata ad Alfonsino Pasca, ma lui rimase legato a Rossellini di cui diceva “era un pezzo di pane”.

L’idillio per Anna Magnani durò per sempre. Quando parlava di quel periodo cinematografico e pensava al film si commuoveva sempre.

La sua carriera cinematografica si interrompe nel 1950, dopo il diploma inizia infatti a lavorare in una multinazionale americana, dove rimarrà fino alla pensione, come tecnico hardware. La madre non aveva voluto che andasse in America dove una grossa produzione gli avrebbe pagato gli studi, e l’avrebbe fatto continuare a lavorare. Non voleva lasciarlo andare, e nel frattempo anche il cinema di Rossellini era cambiato: il ciclone Ingrid Bergman l’aveva travolto. Mamma Linda desiderava che suo figlio studiasse.”

Nel 2016, in occasione della ricorrenza dei 70 anni del Sindacato dei Giornalisti Cinematografici viene assegnato ad Annichiarico il Nastro d’Argento “Speciale” che proprio nel 1946 fu riconosciuto ad Anna Magnani e a Roberto Rossellini.

Più volte era tornato a via Montecuccoli, nei due portoni, uno di fronte l’altro, dove erano state girate alcune scene del film, ripercorrendo la scena del piccolo Marcello che si affaccia per le scale quando “a sora Pina”, Anna Magnani lo chiama. Quattro anni prima Alberto Crespi lo aveva voluto nel docu-film “Voi siete qui” con la regia di Francesco Mattera. Una grande produzione cinematografica lo aveva di recente contattato per la partecipazione ad un nuovo progetto, la Stayblack Productions. Il produttore e regista Jonas Carpignano di Stayblack sta producendo un documentario del regista Spike Lee e avrebbero voluto farlo partecipare. Il piccolo Marcello non ha fatto in tempo. Ma per lui, solo grandi film, solo grandi registi.

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