AMENDUNI NICOLA

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AMENDUNI NICOLA

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Ingegnere honoris causa, imprenditore partito come storia di successo da Bari per affermarsi a livello mondiale. La storia della famiglia Amenduni parte come storia di successo di Nicola iniziata a Bari, dove giovanotto iniziò a lavorare nell’azienda paterna, che era stata costituita nel 1905, come Michele Amenduni & c., azienda specializzata nella fabbricazione di macchine per la raccolta delle olive e per la lavorazione dell’olio.

L’ingresso in azienda di Nicola è molto precoce, a 11 anni. E nel 1933, a soli 15 anni, inizia a lavorare in pianta stabile in azienda (mentre frequenta la scuola) a causa di una malattia del padre.

Il giovane Amenduni inizia a progettare e a realizzare macchine olearie innovative, come le superpresse in blocchi di acciaio inossidabile.
Sotto la sua guida dopo pochi anni si è trasformata in una accorsata industria, che, alla ricerca di nuovi mercati di approvvigionamento e di vendita , trovò un solido legame nel 1952 con le Acciaierie Valbruna di Ernesto Gresele, del quale conobbe e sposò la figlia Maria.
Grazie alle sue notevoli capacità imprenditoriali il suocero ebbe fiducia nell’affidargli incarichi sempre più importanti. Ben presto fu apprezzato da tutti nell’azienda del suocero e non perché genero del proprietario. Riuscì a farsi apprezzare da tutti per il rispetto con il quale trattava tutti e per il forte attaccamento al lavoro da buon meridionale.
Tutto questo si manifestò con la crescita rapida dell’azienda che divenne un gruppo internazionale, specializzato nella produzione di lunghi in acciaio inossidabile.

Attualmente l’intero Gruppo occupa 2.400 dipendenti, ricavi per 877 milioni, un utile netto di 36,6 milioni.
L’Ing. Nicola Amenduni afferma con orgoglio che la Valbruna forte del proprio know how e della presenza diffusa delle unità produttive assai diversificate, pure territorialmentetato dell’Indiana, è in grado di fronteggiare le diverse realtà produttive di acciai speciali. Da segnalare che tutte insieme le acciaierie italiane ed estere producono 200 mila tonnellate l’anno di acciai speciali, usati ad esempio per il ponte sull’acqua più lungo del mondo, 55 chilometri da Hong Kong a Macao .

Oltre all’acciaio, Amenduni ha anche puntato alla diversificazione degli investimenti, come dimostra il 9,9% dell’immobiliare quotata Aedes, guidata da Giuseppe Roveda e presieduta da Carlo Puri Negri, l’ex regista del mattone di Pirelli Real Estate, poi alleatosi con Matteo Arpe, che di Aedes è socio importante.
La vera spinta imprenditoriale di Nicola Amenduni continua a tradursi con iniziative significative potendo contare –come da lui dichiarato nella recente biografia nel “Ringraziamento speciale” riservato ai figli Michele,Ernesto, Massimo Maurizio ed Antonella, la più giovane, tutti impegnati in diversi ruoli nel Gruppo. ”Se oggi abbiamo raggiunto certi traguardi, in un contesto sempre più difficile, il merito è anche loro, che si sono impegnati a fondo, sacrificandosi, ciascuno secondo le proprie capacità e caratteristiche. Ed è proprio vedendo questo loro impegno ed entusiasmo che mi sono sentito spronato ad osare sempre più.”In questa condivisa gestione intergenerazionale si esprime la forza del Gruppo Amenduni, che spinge Don Nicola a confessare che «ne ho fatte tante e tante ancora avrei in mente di farne: non smetto mai di progettare nuove iniziative. È più forte di me».

Nicola Amenduni, un secolo d’acciaio Il patron delle Acciaierie Valbruna festeggia 100 anni di «passione per le sfide»

Issarsi sullo spartiacque del secolo deve essere come stare sulla vetta dell’Everest e guardare il mondo. I passi che ti hanno portato fin lì, l’orizzonte che ancora ti si apre. E nell’aria sottile che rende vivi, e provoca il brivido, avere il coraggio di immaginare il futuro.

«Ne ho fatte tante e ancora avrei in mente di farne: non smetto mai di progettare». Deve essere in questa massima il segreto della lunga vita di Nicola Amenduni, che oggi festeggia il secolo. Una vita lunga e proficua, fatta di successi incredibili, ma anche di cadute e dolori.
«La passione per le sfide, la vocazione per l’impossibile continua ad essere il propellente delle mie giornate», raccontava in una intervista a Il Giornale di Vicenza nei giorni dell’arrivo in libreria di «Olio, acciaio e… fantasia», il volume uscito due anni fa per Rumor Edizioni che racconta la vita bella e avventurosa dell’imprenditore.
La sfida di Nicola comincia a Bari dove, a 15 anni, inizia a lavorare nell’azienda paterna. A vent’anni prende le redini della fonderia e la fa decollare. Ma Bari è anche il terreno per misurarsi con nuove esperienze e nuove avventure imprenditoriali: la guerra e il dopoguerra rappresentano il passaggio di una esuberanza imprenditoriale che spazia dal commercio fino alla cinematografia.
C’è una foto, nell’autobiografia dell’ingegnere, che ha lo sguardo di questa sfida: Nicola passeggia in corso Cavour con la sorella Italia (l’immagine a sinistra). Sono gli anni ’40 e deve essere un giorno di festa: capelli all’indietro, baffi sottili e sguardo dritto al futuro.
L’impossibile arriva negli anni ’50. E, come spesso accade, è segnato dall’amore. Nicola Amenduni sposa Maria Gresele, figlia del fondatore della Valbruna, lascia Bari e si trasferisce a Vicenza. Qui inizia ad occuparsi dell’impresa del suocero e, diventatone il leader, la fa decollare trasformandola in un gruppo internazionale, al vertice della produzione di lunghi in acciaio inossidabile. Tempi di crescita e di successi coronati dalla laurea honoris causa in “Ingegneria meccanica” attribuitagli dall’Università di Udine (2003).
Oggi il gruppo internazionale che Nicola guida con i figli fattura oltre 800 milioni di euro (dati 2016, ndr) e conta su quasi 3000 collaboratori. Ma gli Amenduni sono imprenditori a tutto tondo, con interessi variegati e con una forte attenzione alla realtà dell’impresa, alla comunità e al territorio nel quale le aziende operano. Una vocazione al sociale che ha come braccio operativo una Onlus che negli anni ha saputo supportare l’Ospedale San Bortolo fino a trasformarlo in una delle eccellenze sanitarie di Vicenza. Il Cavaliere è stato presidente di Federacciai, la federazione che raggruppa i produttori nazionali di acciaio, dal 1996 al 2001.
«Il tempo passa inesorabile, la maggior parte l’ho trascorso lavorando e ancora adesso mi piace venire in azienda: mi piace il silenzio», ricordava sempre in occasione della presentazione della sua biografia.
E sullo spartiacque di un secolo di vita cominciato al tempo della Grande Guerra – «l’inutile strage», nelle parole di Papa Benedetto XV – e approdato alla nuova atmosfera digitale che tutto ingloba, vita e fabbrica, Nicola Amenduni, Don Nicola, tiene ancora ben stretti nel cuore e nella testa «il lavoro e il rispetto, che danno energie inesauribili». Come il colore del cielo e del mare della amata e mai dimenticata terra di Puglia.

Auguri Cavaliere, buona vita da tutta la comunità italiana dell’acciaio!
Lucio Dall’Angelo

La biografia di Nicola Amenduni “OLIO, ACCIAIO E…FANTASIA I miei importanti cent’anni (o quasi) fra Bari e Vicenza”

Uno dei più importanti imprenditori italiani, Presidente delle Acciaierie Valbruna di Vicenza, ha scelto Arco – Strategie di comunicazione per scrivere la storia della sua lunga vita. Il libro, 416 pagine con numerose fotografie, è edito nella collana “I Profili” di RumorEdizioni, ed è stato scritto con la collaborazione di Annalisa De Bernardin e con la prefazione di Stefano Vietina.

Prefazione di Stefano Vietina

Nicola Amenduni non è solo un capitano d’industria (e che capitano d’industria!); è soprattutto, a mio avviso, un capitano coraggioso. Un uomo che ha saputo dimostrare più volte, ed in più contesti, la sua capacità di leggere l’avvenire, di individuare una strategia, di perseguire obiettivi ambiziosi, di realizzare con tenacia il suo futuro ed anche, quando è stato il caso, di chiudere una partita e ricominciare daccapo.
Senza mai perdere, però, quel tratto di umanità che più di ogni altra cosa lo caratterizza; quella concretezza che ha ereditato dai genitori e trasmesso ai figli; quella cordialità che lo fa entrare tanto rapidamente in sintonia con chi apprezza, così come lo fa immediatamente recidere ogni rapporto con chi non stima.

Uomo riservato, solido, d’acciaio appunto, Nicola Amenduni non ha mai cercato la ribalta. Poche le sue foto pubblicate dai giornali, rarissime le interviste, nulle o quasi le apparizioni in televisione. Del resto ha sempre rifiutato anche i numerosi titoli onorifici che gli sono stati proposti, in omaggio ad una linea di comportamento improntata alla massima discrezione ed anche per tutelare la sicurezza personale e dei suoi figli.
Uomo d’altri tempi, certo, ma anche uomo dei nostri tempi, se è vero che ha saputo trovarsi oggi, come in passato, al centro di grandi partite nello scenario economico e finanziario del nostro Paese. Si pensi, per tutte, alla partecipazione al patto di sindacato di Mediobanca, al ruolo di azionista di rilievo nelle Assicurazioni Generali, al peso specifico che rappresenta in Confindustria.

Una vita, la sua, tutta spesa dunque fra il lavoro, tanto ed in tantissimi ambiti e luoghi geografici sparsi per il mondo, e la famiglia, che ha saputo anch’essa dargli copiose soddisfazioni grazie all’amore della moglie Mariuccia, fedele compagna di ogni stagione della vita.
Nicola Amenduni è stato fin da giovane una fucina di nuove idee, che illustra non senza orgoglio in questo libro e che nascevano, spiega, quando vedeva “fare manualmente certi lavori che, con un po’ di ingegno, si potevano fare meglio e con meno fatica”. E quante sono le aziende nate da un’idea, lanciate e rivendute, oppure lasciate alla cura di soci o di ex dipendenti dimostratisi capaci di reggere sulle proprie gambe la sfida dell’imprenditore!

Per queste ragioni la biografia di Nicola Amenduni è davvero eccezionale .. Una lettura che si snoda rapida fra la giovinezza a Bari e lo sbarco in Veneto, fra un ricordo ed un aneddoto, fra un’immagine storica ed una riflessione pacata; che ci riporta ai tempi in cui gli affari, anche quelli da centinaia di milioni di lire, si chiudevano con una stretta di mano e guardandosi negli occhi. E per chi sgarrava non c’era una prova d’appello: era sufficiente venire meno “‘una volta alla parola data per pregiudicare per sempre un rapporto personale o di lavoro”.
In queste pagine si incontrano personaggi famosi come Enrico Mattei, che Amenduni conosce dapprima quando questi era capo officina della marmeria Fiore di Bari e che poi ritrova nella sede della Snam Progetti, a San Donato Milanese, quando era diventato il grande capo dell’Eni; come il Vescovo di Vittorio Veneto Mons. Albino Luciani, poi divenuto Papa Giovanni Paolo I; come l’avvocato Gianni Agnelli, dal quale gli giunge una proposta di collaborazione, di quelle che non si possono rifiutare, quando Amenduni va a fargli concorrenza proprio in casa, nel feudo di Torino; o come l’avvocato Michele Sindona il quale, anni prima di diventare banchiere, si presentò a Vicenza al seguito del vicepresidente di una multinazionale americana dell’acciaio che aveva inizialmente manifestato interesse per la Valbruna, e successivamente aveva cambiato programma, ispirato in questo dallo stesso Sindona.

E sono ancora tanti e tanti i personaggi, illustri e meno, stravaganti e creativi, volitivi e senza scrupoli, affidabili e improbabili, singolari e simpatici, ma anche gaglioffi e furfanti, che ha incontrato sulla sua strada e che qui descrive. Conosciuti per caso o per necessità, li affianca o li combatte, in nome della sua personale visione della vita. Alla ricerca costante di una propria dimensio­ne, fra gli affari e una ferrea morale personale che lo ha sempre portato a dare fiducia fino a prova contraria, ad essere indulgente e generoso con gli onesti, duro e quasi implacabile (ma sempre con una vena di ironia) con coloro che si sono comportati da “lestofanti”.
In queste pagine fresche e avvincenti ci sono i sapori dell’antico, una lezione di vita proposta ai posteri, un simpatico ritratto di come eravamo. Meglio? Peggio? Senza dubbio diversi.

Pagine che non si dimenticano perché incrociano un pò la vita di tutti noi e ci offrono la possibilità di sbirciare dentro il privato di un capitano coraggioso, che ancora oggi, quasi alla soglia dei cento anni, pesa fortemente nell’economia, nella finanza, nell’industria, nella politica. Ma lo fa con lo stesso sguardo ironico, la stessa presa d’acciaio, lo stesso stile che lo hanno sempre caratterizzato nella sua densa esistenza.
Nella consapevolezza che, come ci spiega, “la forza di volontà è un carburante potentissimo”. E con un’irresistibile passione per le sfide, che oggi lancia ai giovani con un appello accorato: “Il mondo va avanti, giovani, non tardate troppo a prendere il posto che vi spetta”.

Ringraziamento Speciale

Ancor più significativo è il “Ringraziamento Speciale” che viene qui riportato per intero “Io e Mariuccia abbiamo avuto un dono davvero incommensurabile: cinque figli splendidi.
Ho cercato di trasmetter loro i valori che hanno sempre guidato le mie azioni, tutto il resto l’hanno fatto da sé, ed è proprio questo il mio principale motivo d’orgoglio.

Tutti hanno studiato e, non appena terminato il liceo, sono entrati a lavorare nell’azienda di famiglia, lavorando e studiando contemporaneamente fino al raggiungimento della laurea. In questo hanno seguito le mie orme, dato che anch’io da ragazzo lavoravo di giorno e studiavo di sera. Così facendo si apprezza di più sia lo studio che il lavoro, perché l’uno dà valore all’altro. Molto spesso mi sono sentito dire da loro stessi: “papà, abbiamo imparato più da te che sui libri! Quello che già da tempo facciamo in azienda ce lo stanno spiegando ora a scuola … ”

Se oggi abbiamo raggiunto certi traguardi, in un contesto sempre più difficile, il merito è anche loro, che si sono impegnati a fondo, sacrificandosi, ciascuno secondo le proprie capacità e caratteristiche. Ed è proprio vedendo questo loro impegno ed entusiasmo che mi sono sentito spronato ad osare sempre di più.

Il primogenito lavora con me ormai da quarant’anni, è praticamente in età da pensione! Gli altri quattro sono seguiti a ruota, e hanno lavorato con la stessa, lodevole abnegazione, ciascuno impegnandosi al massimo nel proprio campo per il bene di tutti.
Al termine di questa lunga galoppata attraverso le peripezie della mia vita, a ognuno di loro voglio dedicare un pensiero speciale. A Michele devo riconoscere che il suo carattere calmo, riflessivo e scrupoloso gli conferisce quella lungimiranza necessaria alla conduzione di un’azienda come la Val bruna, profonda­mente radicata nel suo territorio e nel tessuto socio ecomico di quest’area ma abituata ad operare in tutto il mondo e a rappor­tarsi con le altre grandi realtà internazionali.

Ernesto è uno degli ingegneri più preparati che io abbia mai conosciuto, e ne ho conosciuti davvero tanti! A lui è affidata la gestione globale delle macchine e dei processi produttivi, senza mezzi termini il cuore della Valbruna, che non potrebbe essere in mani migliori.
In Massimo rivedo me da giovane: un vulcano in eruzione, sempre in movimento, da un aeroporto all’altro, da un progetto all’altro, per lo sviluppo sempre maggiore delle nostre attività. In questa sua indefessa ricerca di opportunità è proprio la mia copia esatta, ma con il turbo!
Maurizio cura gli aspetti finanziari, sempre importanti e delicati in un’azienda, oggigiorno ancor più complessi, in un mondo che richiede competenze sempre più raffinate e ag­giornate. Ma Maurizio, il “bocconiano” di famiglia, in questo eccelle e potrebbe dar lezioni a molti.
Infine Antonella, la più giovane, l’unica figlia femmina, che alla pari dei fratelli dedica le sue energie alla Valbruna e completa la squadra con le sue competenze in ambito legale. Precisa e scrupolosa come pochi, ogni decisione deve passare al suo vaglio prima di venire adottata.
Con uno team dirigenziale di questo tipo, viene da chiedersi: “cosa ci sto a fare io ancora in azienda?”

Anche se è da un pezzo che ho cominciato a “tirare i remi in barca”, tranquillo e sicuro al cento per cento che ormai il gruppo è in ottime mani, tuttavia ogni giorno sono in azienda, perché sono proprio loro, i miei figli, che insistono a “volermi tra i piedi”, cercando sempre il mio parere sulle principali decisioni da prendere, nonostante io li spinga ad affrancarsi definitivamente dalle mie opinioni.
La mia gioia più grande è vederli così uniti, a dimostrazione del vecchio detto che l’unione fa la forza.

A Michele, Ernesto, Massimo, Maurizio ed Antonella, vorrei dire ciò che ho sempre agognato di sentirmi dire da mio padre, ma che non volle o non fece in tempo a dirmi: siete il mio vanto e la mia consolazione.
Un grazie dal più profondo del mio cuore.

Da sinistra: Antonella, Maurizio, Michele, io e Mariuccia; alle nostre spalle Ernesto, Massimo e sua moglie Michela.

L’altro giusto riconoscimento conferito al nostro illustre concittadino è la laurea ad honorem in ingegneria meccanica della Facoltà di Ingegnerai dell’Università di Udine n. 2003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Laurea ad honorem a Udine La copertina del trimestrale edito dalla Valbruna “Pianeta Inossidabili”.
Sotto: la cerimonia di conferimento della laurea ad honorem in ingegneria meccanica della facoltà di Ingegneria dell’Università di Udine, nel 2003. Dal discorso del Rettore, Furio Honsell: “Il neo-dottore rappresenta il modello di studente e di laureato ideale per il coraggio dimostrato nell’intraprendere strade nuove con fantasia e capacità imprenditoriale: una personalità di ampio profilo, una vita spesa per l’innovazione, un principio guida per l’Università che, oltre alla didattica e alla ricerca, punta strategicamente sull’innovazione d’intesa con il sistema produttivo”

Alla bella rassegna di forti legami personali, familiari e imprenditoriali vanno aggiunti quelli che il nostro illustre grande capitano d’impresa Nicola Amenduni ha mantenuto costantemente con la nostra regione con un moderno stabilimento nello zona industriale di Bari.
Dal sito della Amenduni

“Passione e dedizione per il settore oleario ed industriale, investimenti in tecnologia e risorse umane: in questo il segreto della Amenduni Nicola Spa.La politica aziendale si basa sul continuo e regolare flusso di informazioni e aggiornamenti.In questo modo l’Amenduni ha ottenuto una rapida e incontrastata espansione nel mercato mondiale. La storia inizia nel lontano 1905 quando “In una zona rinomata per la produzione dell’olio d’oliva come la Puglia, Michele Amenduni, padre di Nicola, pensa bene di iniziare una produzione di macchine olearie fondando a Bari la ditta Amenduni Nicola Spa. Passata in eredità al figlio Nicola (da cui l’azienda prende il nome) l’azienda è diventata una realtà industriale sempre più efficiente. Per decenni la Amenduni è stata punto di riferimento per produttori di olio e costruttori di macchine olearie tradizionali. Negli anni ’80 poi c’è stato il passaggio al ciclo continuo e in pochi anni la Amenduni è diventata leader per le innovazioni tecnologiche e gli eccellenti risultati dei nuovi sistemi di estrazione dell’olio d’oliva. La crescita dell’Amenduni si è presto manifestata anche all’estero con la fondazione di nuove sedi e l’installazione di numerosissime linee in tutto il mondo. Solido gruppo leader mondiale nella produzione di acciai speciali, fornitore di materia prima per molti costruttori di macchine olearie. Il Gruppo Amenduni, interamente posseduto dalla famiglia Nicola Amenduni, costituisce una delle più grosse realtà a livello mondiale nella produzione di acciai speciali e consta di diverse sedi. Tutte le aziende del gruppo sono supportate da una solida struttura finanziaria e ingenti investimenti di capitali, che garantiscono le basi per una crescita continua e costante in tutti i settori interessati. Gli stabilimenti produttivi, gli uffici progettuali e la direzione generale della Amenduni , sono ubicati nella zona industriale di Modugno – Bari”

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