GORJUX RAFFAELE

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GORJUX RAFFAELE

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Giornalista, fondatore della Gazzetta di Puglia e della Gazzetta del Mezzogiorno.

Raffaele Goriux era figlio di seconde nozze di Jules Gorjux, un ufficiale dell’esercito del Regno di Sardegna originario di Aix-les-Bains, in Savoia,. Sua madre, Filomena De Amicis, era figlia di un proprietario terriero di Avezzano,
Trasferitosi a Bari con la famiglia, Raffaele Gorjux iniziò a praticare il giornalismo sin da giovanissimo e, dopo gli studi classici, vi si dedicò a tempo pieno come corrispondente e critico teatrale per il Corriere delle Puglie. Fra il 1907 e il 1908 visse in America, prima a New York e Boston, dove fu corrispondente per Il Repubblicano e La Sera, e poi a Città del Messico, dove partecipò alla fondazione del Giornale degli Italiani.

Tornato a Bari, riprese a collaborare con assiduità al Corriere delle Puglie e fu corrispondente per Il Giornale d’Italia di Alberto Bergamini. A gennaio 1910 fu nominato redattore del Corriere delle Puglie[ e successivamente ne fu nominato vicedirettore. Dal 1915 fu delegato alla raccolta pubblicitaria del quotidiano.
Martino Cassano, fondatore del Corriere delle Puglie, divenuto il primo giornale del Mezzogiorno e tra i primi Italia Il 1º maggio del 1921 firma il suo ultimo articolo per il Corriere delle Puglie, lasciando la direzione del giornale a Leonardo Azzerata più vicino alle posizioni nazionalistiche,con espressa indicazione della nomina di Raffaele Goriux a condirettore
Nel 1921, il fondatore del Corriere Martino Cassano abbandonò la direzione nelle mani di Leonardo Azzarita, più vicino alle posizioni nazionalistiche, imponendo però la nomina di Gorjux a condirettore.

Il perdurare dei dissensi con Azzarita indussero Gorjux appena un mese dopo ad abbandonare la testata e fondare, insieme a Cassano, Antonio De Tullio, Guglielmo Romanazzi-Carducci, Tommaso Fiore e altri intellettuali baresi, la Società anonima Gazzetta di Puglia con l’obiettivo di pubblicare un nuovo quotidiano. Il primo numero de La Gazzetta di Puglia uscì il 26 febbraio 1922, accompagnato da un editoriale di Gorjux che ne definiva le linee programmatiche:

«Siamo liberali democratici senza pregiudizi di tendenze; apparteniamo alla grandissima maggioranza dei costituzionali che devono mantenere il governo della Nazione per le maggiori fortune della Patria. E siamo decisamente contro ogni violenza, contro ogni demagogia, contro qualsiasi estremismo»
(Editoriale de La Gazzetta di Puglia, anno I n. 1, 26 febbraio 1922)

Si trasferirono alla neonata Gazzetta alcune tra le firme più celebri del Corriere – Luigi de’ Secly, Sergio Panunzio, Armando Perotti, Alfredo Violante, e in un secondo momento anche il prestigioso disegnatore satirico Frate Menotti.
La nuova testata riscosse un rapido successo al punto di assorbire il Corriere delle Puglie, che cessò le pubblicazioni il 1º febbraio 1923. Negli anni alla Gazzetta di Puglia, diventata unico quotidiano regionale, collaborarono scrittori quali Francesco Gabrieli, Raffaele Carrieri, Ada Negri e Grazia Deledda. Tra gli editorialisti vi era anche Wanda Bruschi, la figlia di un professore senese di idee anticlericali che Gorjux aveva sposato nel 1911. Brillante e poliedrica corsivista, si distinse per lo spiccato interesse alle tematiche dell’emancipazione femminile.
Intanto, il 1 ° gennaio del 1924, sotto la testata della Gazzetta di Puglia appare anche quella del Corriere delle Puglie … non potevamo lasciar morire il vecchio quotidiano scomparso al quale Martino Cassano seppe dare notorietà e fastigio – si legge in una nota del giornale – aggiungiamo perciò quel titolo al nostro perché nei suoi 35 anni di vita i più attengono un poco a noi, alla nostra storia personale e professionale oltre che a tutto quanto si riferisce alle vicende della nostra vita cittadina, provinciale e regionale. I
Tre mesi dopo, il 28 marzo, viene rinnovato il Consiglio di Amministrazione della Società La Gazzetta di Puglia: Raffaele Gorjux assume la triplice carica di Presidente, Amministratore delegato e Direttore responsabile. Gorjux, insomma, ricco delle esperienze opposte di due grandi giornalisti, Martino Cassano e Leonardo Azzarita, riesce a conservare il giornale in precario equilibrio fra le fazioni in lotta, resta essenzialmente regionale, continua a valorizzare le risorse umane, imprenditoriali ed economiche della Puglia e partecipa alla vita politica nazionale con uno sguardo al futuro. . . fascista
Il Il 27 gennaio, Raffaele Gorjux, viene ricevuto in udienza privata da Mussolini , che ha espresso al Direttore Gorjux giudizi molto lusinghieri per il difficile compito che richiede la direzione di un quotidiano per concludere che la linea politica della Gazzetta seguita finora è semplicemente perfetta. il successivo 28 marzo Gorjux assommò la triplice carica di direttore, presidente e amministratore delegato della Gazzetta di Puglia. Nonostante la personale adesione al fascismo del direttore e il fiancheggiamento della testata al regime, almeno sino al 1925 mantenne vivo l’interessamento in favore delle istanze meridionalistiche, con manifesto disappunto di alcuni gruppi fascisti estremisti.
Tra il 1926 e il 1927 su iniziativa di Gorjux il quotidiano barese si dotò di una nuova e moderna sede, un palazzo proprio, la cui progettazione fu commissionata all’architetto barese Saverio Dioguardi. L’edificio fu costruito in piazza Roma, nei pressi della stazione ferroviaria. La notevole esposizione finanziaria mise Gorjux nella condizione di dover garantire con il proprio patrimonio personale le obbligazioni emesse dal giornale presso il Banco di Puglia. Presto il Banco di Napoli, che aveva rilevato il Banco di Puglia, prese il controllo della testata e il 25 febbraio 1928 ne cambiò denominazione in Gazzetta del Mezzogiorno. Gorjux, in minoranza nella società, conservò tuttavia la direzione politica del quotidiano, ormai pienamente allineato alle volontà del partito nazionale fascista, e fino al 1931 anche il ruolo di amministratore delegato.
Tuttavia, a partire dagli anni trenta, il direttore iniziò a manifestare un progressivo distacco dall’impegno politico, cui peraltro faceva da contraltare l’attivismo dei redattori – Michele Viterbo su tutti – e di sua moglie Wanda (vedi scheda Bruschi) che nel 1933 era diventata fiduciaria dei Fasci Femminili per la provincia di Bari. Sicuramente la più sincera e appassionata fascista d’Italia, la prima donna meridionalista nella storia del Mezzogiorno, la prima grande “combattente” per l’emancipazione della donna e della famiglia; insignita nel 1933 della medaglia d’oro per il suo contributo all’Opera Maternità e Infanzia.
Negli stessi anni, Gorjux poté dedicarsi con maggiore impegno alle iniziative culturali, specie nell’ambito della musica lirica, organizzando le esibizioni baresi dei tenori Tito Schipa e Beniamino Gigli.
Il Regime e Gorjux hanno deciso di ignorarsi a vicenda. Dopotutto, il fascismo, nel giornale, è ampiamente rappresentato da Michele Viterbo, presidente della Società, ma soprattutto dalla moglie di Gorjux, donna Wanda, sicuramente la più sincera e appassionata fascista d’Italia, una pasionaria, la prima donna meridionalista nella storia del Mezzogiorno, la prima grande ‘combattente’ per l’emancipazione della donna e della famiglia; Fiduciaria dei Fasci femminili della provincia di Bari dal 1933, insignita nello stesso anno della medaglia d’oro per il suo contributo all’Opera Maternità e Infanzia.
In definitiva, Gorjux, pur con nuovi e diversi contributi professionali, riporta nella Gazzetta, gli ideali, la voglia di riscatto, l’amore per questa nostra terra, perseguiti dal Corriere di Martino Cassano. E i risultati non tardano ad arrivare. Riesce a confezionare ogni giorno un giornale di 8 pagine con significative immagini di Michele Ficarelli il primo fotoreporter della Gazzetta, e il 5 luglio 1926 vara il primo numero de La Gazzetta del Lunedì un settimanale sportivo, ben apprezzato per la grafica e fotografie ad effetto. È stampato su carta azzurrina e rappresenta il primo tentativo di avvicinare il popolo sportivo al giornale, che continuava ad essere considerato non a portata di tutte le tasche.
Nel complesso al maggiore impegno del Regime per la Puglia, maggiore era l’attenzione della Gazzetta e l’entusiasmo dei baresi verso il fascismo che a Bari stava appaltando un numero impressionante di opere pubbliche, grazie all’energico e dinamico podestà, Araldo Di Crollalanza, che il 21 aprile 1927 inaugurò il primo tratto del nuovo lungomare.
In questo prolificare di iniziative, ognuno voleva la sua visibilità, tutti volevano il riconoscimenti di meriti, tutti volevano aiuti con comunicati, interventi e disposizioni e il giornale, cominciava a diventare una sorta di contenitore di ‘Veline’ e comunicati delle diverse organizzazioni fasciste desiderose di diffondere la loro attività e di essere presenti sul giornale, riducendo lo sfazio per gli altri argomenti d’informazione e di cultura.
Nel frattempo, però,le cose non vanno bene per il giornale. In un comunicato della Società del 25 febbraio 1928 si legge … da domani la Gazzetta di Puglia muta nome, si chiamerà La Gazzetta del Mezzogiorno. Non è senza rammarico che siamo costretti a mutar nome a questo foglio; ma non è neppure senza orgoglio. Ci stacchiamo da quel nome con sentimento nostalgico… ma non vuol dire che la Gazzetta cessa di essere l’elemento propulsore e la tenace assertrice degli interessi della regione pugliese.
Malgrado il suo scarso interessamento nei confronti del Regime, a Gorjux veniva riconosciuta la grande capacità professionale per coordinare il nutrito gruppo di giornalisti che collaboravano alla Gazzetta del Mezzogiorno e, nel 1936 all’effimera Gazzetta della Sera Ciò fu sufficiente per garantirgli il mantenimento della direzione del quotidiano sino alla morte, occorsa improvvisamente il 6 giugno 1943.
A Gorjux e ai suoi validi collaboratori si devono aspre battaglie e risultati positivi ai problemi del Porto, per il trasferimento della Corte d’Appello, per la costituzione della Fiera del Levante e dell’Università e tante altre di impegno non solo civile ma anche politico. La morte lo colse, all’improvviso, intento, come sempre e come è il direttore di qualsiasi testata, al suo tavolo di lavoro.

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