PANARO SILVIO

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PANARO SILVIO

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Bari, 28 maggio 1927 – 22 dicembre 2017

Fondatore dell’omonima azienda di trasporti e traslochi, che dopo alcuni anni diventa un’impresa leader a livello nazionale ed internazionale. Si iscrisse a Bari all’intercollegato dell’Università inglese St. Andrew’s Ecumenical, con sede a Londra, conseguendo la laurea in Scienze Economiche. Ha rilanciato la Camera di Commercio Italo Orientale e ne è stato il presidente per sedici anni, creando rapporti a livello internazionale. È stato per quarant’anni Console Onorario del Belgio con giurisdizione in Puglia e Basilicata. È stato il fondatore del Corpo Consolare di Bari, il presidente dell’Associazione Spedizionieri Pugliesi, direttore del periodico “Regione”, consigliere dell’Autorità Portuale di Bari, della Camera di Commercio di Bari, e della Fiera del Levante (promotore di EXPO ARTE e della Fiera dei Comuni). Ha realizzato in Bari la Galleria d’Arte 3.14, dove si sono svolte le mostre dei più grandi maestri dell’arte contemporanea italiana e straniera e gestito la GALLERIA D’ARTE “UNIONE”, nei locali adiacenti il Teatro Petruzzelli.

Biografia tratta dal libro “Chi è costui?  È Silvio Panaro A lavoro nel suo studio” di Mara Massimo gennaio 2012 Grafiche Cordelli

(omissis)

“Silvio Panaro è nato in una famiglia ricca. Dopo gli eventi bellici, il padre ormai anziano, ha venduto il palazzo dove era nato in via Melo 144 e un accreditato negozio di foderami, illudendosi che con quel capitale di diversi milioni di lire, che aveva incassato, avrebbe potuto benissimo continuare quel benessere di cui avevano goduto fino ad allora. Purtroppo, con la conseguente svalutazione della moneta non fu così e Silvio Panaro, ancora studente liceale ritenne opportuno incominciare a lavorare data la situazione economica abbastanza difficile che si era venuta a creare.

Ha venduto libri per la Labor Edizioni con un certo successo per degli stratagemmi che aveva ideato. Dopo i libri c’è stata la volta di varie distillerie, riuscendo a creare anche in questo settore una perfetta organizzazione, poi ceduta ad un suo collaboratore diretto. Pur continuando i suoi studi, si è tuffato nel settore dei trasporti, essendo stato, infatti, il fondatore dell’omonima azienda di trasporti e traslochi, che dopo alcuni anni era diventata ormai un’impresa leader a livello nazionale ed internazionale, la cui attività è iniziata nel 1950, con uffici a Bari, Molfetta, Polignano, Trani, Foggia, San Severo, Milano.

Nel frattempo, pur continuando intensamente il suo lavoro, si è iscritto a Bari presso una sezione distaccata dell’università inglese St. Andrew’s Ecumenical University Intercollegiate, con sede a Londra riuscendo ad ottenere la laurea in Scienze Economiche. In quel periodo non c’era l’Unione Europea e quindi per renderla valida avrebbe dovuto dare degli esami integrativi presso l’università italiana. Cosa che non ha mai fatto perché preso dalle sue tante iniziative e impegni di lavoro.

Ha creato la Silpa, agenzia di recapito della corrispondenza, che ha regalato poi, in piena attività, ai suoi dipendenti, i quali costituitisi in cooperativa, hanno trasformato la denominazione sociale in Corel, dove ancora oggi lavorano ottanta fattorini, riscuotendo notevoli consensi per i servizi offerti.

Poi ha istituito anche un’azienda di antifurti a Bari, l’Elettronica Panaro, ceduta anch’essa successivamente ai suoi collaboratori.

Egli è stato, inoltre, agente generale per la Puglia della Norditalia assicurazioni e della KLM, servizio merci.

Lo stesso dicasi per il reparto collettamistico che collegava giornalmente Milano con Bari in collaborazione con la Blort di Milano, che è stato ceduto alla ditta Fiore.

Nel contempo è stato potenziato il servizio della Panaro Traslochi con la realizzazione del primo furgone imbottito e quanto di meglio ci fosse per realizzare lavori di un certo livello. Tra questi spicca quello fatto per le facoltà dell’Università di Bari: il trasferimento dei cinque piani di Economia e Commercio (oltre centomila volumi, da risistemare al loro posto) e ancora le facoltà di Geologia, Gemmologia, Matematica, ecc.; particolari imballi per le opere d’arte e traslochi anche all’estero; ricevendo sempre lettere di congratulazioni per il lavoro svolto.

Oggi quest’azienda è gestita dal figlio, avv. Felice.

Dopo essere andato in pensione, si fa per dire, ha riesumato una Camera di Commercio che era presente solo sulla carta, la Camera di Commercio Italo Orientale e ne è stato il presidente per sedici anni, creando rapporti a livello internazionale.

Tra i suoi incarichi importanti, tra l’altro, c’è quello di essere stato per quarant’anni Console Onorario del Belgio con giurisdizione in Puglia e Basilicata, che ha dovuto lasciare per limiti di età. La carica è comunque rimasta in famiglia, avendo l’Ambasciata nominato sua moglie, Lucia Idra come Console.

Egli è stato anche il fondatore del Corpo Consolare di Bari, di cui è attualmente il Segretario Generale Emerito.

Oggi è ancora il presidente dell’Associazione Spedizionieri Pugliesi e direttore del periodico “Regione”, consigliere dell’Autorità Portuale di Bari e della Fiera e del Levante.

Il suo orgoglio è stato quello di non aver mai licenziato nessuno, pur avendo avuto centinaia di dipendenti, e di essere forse l’unico imprenditore italiano a non aver mai avuto una vertenza di lavoro per le sue particolari doti di cordialità e amicizia che ha sempre saputo creare con i suoi collaboratori.

Tra le tante attività create da questo dinamico imprenditore anche se sono tutte meritevoli perché hanno dato la possibilità a tanti giovani di lavorare, c’è la realizzazione della Galleria d’Arte 3.14, con sede in via Andrea da Bari 14. Qui si sono svolte le mostre dei più grandi maestri dell’arte contemporanea italiana e straniera (Guttuso, Mirò, Cantatore, Treccani, Norberto, Sciltian, Tozzi, Antonio e Xavier Bueno, ecc.). Terminato il contratto di locazione, ha gestito la Galleria del Circolo Unione, di cui è stato nominato socio onorario, dove si sono alternate mostre dei più importanti artisti a quelle ospitate gratuitamente di tanti giovani e sconosciuti pittori baresi. Tutto ciò, compresa la sua attività di gallerista, è finita con l’inizio del restauro del Petruzzelli, essendo situata, la Galleria, in via XXIV Maggio, da un lato del palazzo, che però non aveva subito alcun danno dopo quel catastrofico incendio che tutti ricorderanno.

Forse questa convivenza tra questi grandi e modesti artisti gli ha dato l’estro ogni tanto di prendere i pennelli in mano e di realizzare delle mostre di un certo successo in diverse gallerie di Bari, Roma, Milano, Rovereto, ecc. Dopo una sospensione di quarant’anni, quest’estate ha ripreso a dipingere qualcosa.

È stato più volte insignito di onorificenze italiane ed estere, medaglie d’oro, decine di targhe di benemerenza circa (tra cui 2 PH, dal nome del fondatore Paul Harris, per le benemerenze nella beneficenza, la più alta onorificenza del Rotary Club di cui è membro dal 1967; medaglia d’oro della C.C.LA.A. per la fedeltà al lavoro e al progresso economico; medaglia d’oro data dalla polisportiva Rari Nantes di Bari; medaglia di prima classe data dall’ambasciata del Belgio come riconoscimento ai buoni e leali servizi resi allo Stato belga nel corso degli anni di servizio; medaglia d’oro dell’ Associazione degli Industriali di Bari per meriti associativi; nominato Cavaliere della Corona Belga, Cavaliere dell’Ordine di Malta e Santo Sepolcro, Grande Ufficiale, ecc.); per non parlare poi delle citazioni a suo favore, che non dico migliaia, ma certamente sono una centinaia, da parte delle personalità di un certo prestigio della cultura, dell’arte, dell’imprenditoria, del commercio, ecc.

Egli è stato sposato con Maria Tandoi e a riguardo ho voluto rivolgere alcune domande su questa sua parte coniugale, chiedendogli come avesse conosciuto sua moglie.

Il dottor Panaro racconta, che per motivi di lavoro fece la conoscenza di Pasquale Tandoi. Questo aveva un locale in via Marchese di Montrone dove svolgeva l’attività di commercio di mandorle e avendo deciso di lasciarlo, lui lo rilevò e divenne il suo primo deposito per il servizio collettamistico, che iniziò con la Blort di Milano.

In tale occasione, divennero amici e un giorno capitò che andando a Corato fu invitato a casa sua. Fu presentato alla famiglia e quando entrò trovò la sorella Maria che stava medicando uno dei dieci fratelli. Tutti bravissimi ragazzi, che con grandi sacrifici, anche con l’aiuto del dottor Panaro, si sistemarono in quel di Milano.

Maria era una donna bellissima, molto colta, laureanda in medicina. Fu veramente un colpo di fulmine che scattò all’improvviso.

Lui cominciò a seguirla, aspettarla all’uscita dell’università, la prima passeggiata, il cinema, il primo bacio, in poche parole si innamorarono uno dell’altra. Lui, comunque, era molto geloso, volle accelerare i tempi e dopo pochi mesi chiese alla madre di sposarla.

La cerimonia ebbe luogo il 6 gennaio 1953 a Pompei, seguiti da un gruppo di amici dopo un avventuroso Viaggio in macchina. Nacque subito il primo figlio, Cino e dopo tredici mesi il secondo Beppe. Nel frattempo, la moglie, a malincuore, accettò di rinunciare agli studi per dedicarsi alla famiglia. Dopo alcuni anni, arrivò anche Patrizia e dulcis in fundo Paola.

Con il matrimonio aumentarono logicamente le necessità e lui era sempre impegnato ad edificare quanto fosse necessario per sostenere e migliorare il tenore di vita della famiglia.

È stato un periodo molto bello e ogni anno sono andati a Salsomaggiore. Si sono anche molto divertiti perché ad entrambi piaceva ballare e lui ricorda tra le tante feste, quasi sempre in compagnia di suo cugino Vincenzo e della moglie e di altri comuni amici, il veglionissimo della stampa.

Sono stati quasi quarant’anni indimenticabili sotto ogni aspetto. Un periodo molto felice amando e essendo amati dai propri figli che erano la cerniera della loro unione.

Questo è stato il periodo più importante della sua vita, il cui ricordo indelebile è rimasto immutato nel tempo.

Purtroppo, ad un certo punto sono iniziati dei dissapori e la situazione è precipitata qualche settimana prima del matrimonio di Paola, quando Dio la chiamò in paradiso a causa di un improvviso ictus.

Rimasto vedovo il 5 agosto del 1992, si è risposato dopo quattro anni con l’attuale moglie Lucia Idra, che fu assunta come impiegata nel 1961 e per quarantacinque anni responsabile del settore collettamistico prima e successivamente di quello dei traslochi presso la Ditta Panaro.

Lucia aveva delle particolari attitudini per il lavoro che svolgeva in modo che eccellente. Lo ha molto sostenuto al culmine delle tante attività che va creato e che come già riportato aveva donato ai suoi collaboratori.

Lucia, donna molto affascinante, socievole, paziente, generosa, altruista E ha un merito su tutti: gli ha trasmesso la voglia di amare e la forza di lottare sempre e comunque.

Personaggio dal carattere eclettico e magmatico…le attività di Panaro non ruotano soltanto intorno al mondo dell’imprenditoria e del commercio. Fondamentale è stato il suo apporto alla crescita culturale della città e del suo territorio. Numerose e variegate sono state le meritevoli iniziative intraprese, tra cui spiccano, tra le tante, il progetto su Federico Il, mirato alla realizzazione una grande Fiera Mediterranea Federiciana.

Durante la sua lunga permanenza nel Consiglio Generale della Fiera del Levante progettò e realizzò la Fiera dei Comuni; la Fiera Forestale Montana ripresa e la riorganizzazione di Expò Arte. Al momento aveva proposto anche una Fiera della Salute.

Più continuo a fare domande e più cose scopro. Nonostante i tanti impegni istituzionali e lavorativi, Panaro non ha trascurato la sua vena sportiva ed artistica, trovando il tempo per coltivare con amore e dedizione i suoi molteplici hobby: il più importante tra tutti, il ballo. Ecco perché in ufficio ho visto targhe e premi per le gare di ballo vinte, specialmente a Salsomaggiore, E andava ogni anno per le “cure”.

Questa passione lo ha portato a creare il Circolo Cittadino nel 1984. Per vent’anni è stato una bandiera che ha sventolato in questa città, perché tra l’altro come scopo principale quello di far conoscere ai soci il nostro territorio. Sono state organizzate, infatti, gite a Matera, Trani, Barletta, Lecce, ecc. Oltre un’intensa attività sociale sia sotto il profilo ricreativo che culturale. La conduttrice di questo sodalizio è stata la moglie, Lucia, ma a causa di una malattia che l’ha colpita, il locale è stato poi dato in gestione.

Gli altri suoi hobby, non meno importanti sono stati la filatelia, il calcio (ha istituito infatti la prima squadra di calcio femminile a Bari, che vinse il torneo di serie B), la pittura e in particolar modo la poesia. Ha pubblicato, infatti, diversi libri, tutti con titoli più che significativi (es: “Uomo sii te stesso” vol. 1 e 2, “Amore di Uomo”, “Pensieri in libertà” ed altri ancora). Molti sono stati venduti e il ricavato dato in beneficenza, diversi invece sono stati omaggiati.

Dei suoi libri, alcuni sono stati presentati dallo scrittore Domenico Rea, dal prof. Girone, dalla prof.ssa Piacente, dal giornalista Ignazio Schino, dal prof. Raffaele De Bellis, dal giornalista Michele Cristallo; il libro sui Comuni della Provincia di Bari è stato presentato dal Magnifico Rettore, Prof. Petrocelli presso l’aula magna dell’Ateneo di Bari, ecc.

La passione per la scrittura, nata sin dall’età giovanile, è sfociata, oltre che nella composizione in versi, anche nella collaborazione con alcuni importanti ed autorevoli quotidiani e periodici nazionali e locali, tra i quali: Gazzetta del Mezzogiorno (per cui ha pubblicato centinaia di lettere), Gazzetta dell’Economia e Nel mese di Bari, Barisera, L’Arena di Verona, Corriere del Giorno di Taranto, Il Sole 24 Ore e il Corriere della Sera di Milano, Il Corriere di Napoli, Il Giornale d’Italia e il Corriere dello Sport di Roma, L’Avvenire di Puglia, L’Adige di Trento, solo per citarne alcuni, per i quali ha scritto articoli e saggi economici. La sua prima poesia è stata pubblicata dal cugino Tonio, professore, scrittore e uomo di grande cultura, sulla pregevole rivista “Il giornale della moda”, della famosa scuola di taglio Panaro.

Sono tante ancora le cose che si potrebbero raccontare di questo personaggio, ma si rischierebbe di fare un freddo elenco, con il pericolo di sminuire la qualità, l’impegno e la costanza che hanno fatto e che fanno di Silvio Panaro, un vulcano, dalle mille idee, ancora in eruzione. Il suo motto, infatti, è “Non fermarsi mai” e io ci aggiungerei una ne pensa e cento ne combina.

Questo libro, anche se molto sintetico, permetterà alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi parenti, che lui ama tanto, attraverso ricordi e avvenimenti narrati da lui, poesie, foto, opinioni, pubblicazioni, di conoscerlo fino in fondo e di riscoprire quale personaggio generoso e amabile egli è.

Mara Massimo

“Chi è costui?  È Silvio Panaro a lavoro nel suo studio”

Prefazione di Silvio Panaro

 

Indubbiamente se non fosse stato per Mara, questa splendida ragazza che ha dedicato la sua vita agli studi e alla famiglia, facendo sacrifici di ogni genere per laurearsi in sociologia e per lavorare, questo libro non avrebbe visto la luce.

Mara vive a Martina Franca, si alza la mattina alle 5:30, raggiunge con il treno Bari e arriva puntualmente in ufficio, dove rimane sino alle 17: 15.

Durante la pausa pranzo le ho dato il compito di mettere un po’ di ordine nelle tante carte che si sono accumulate in tutti questi anni di lavoro.

Nel corso di questo incarico ha fatto delle scoperte: i miei articoli, le mie poesie, le mie foto, un putpurri di ricordi, di sensazioni, di avvenimenti.

A prima vista potrebbe sembrare che Mara abbia creato una vetrina per mettere in mostra le vicende della mia vita. Pertanto, ero piuttosto riluttante a pubblicare questo volumetto, però mia moglie Lucia, leggendo le bozze mi ha convinto a farlo unicamente per descrivere e far conoscere a parenti e amici alcune vicende del mio passato…

La mia vita ha avuto diversi periodi; un’infanzia e una giovinezza fatta di solitudine e di tristezza perché sono cresciuto senza fratellini e sorelline con cui giocare, essendo il più piccolo di cinque figli: tra me e mio fratello Vincenzo c’erano sedici anni di differenza, poi veniva Caterina, Anselmo e con la penultima Elena sei anni.

Poi è scoppiata la guerra, un periodo di privazioni e sofferenze.

Con l’arrivo della pace, tutti ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo dato come tutti gli italiani, un notevole contributo alla ricostruzione di questo Paese.

Con l’inizio del lavoro ero impegnato nel riuscire a sfondare e la mia prima preoccupazione è stata quella di sposarmi e avere figli. È iniziato per me un momento meraviglioso con la nascita del primo bambino Felice (Cino) e successivamente Giuseppe, Patrizia e Paola.

Sono stati anni di duri sacrifici ma compensati dalla gioia dei figli che ho cresciuto e che mi sono goduto specialmente d’estate quando si andava in vacanza tutti insieme in villa o al mare.

In ultimo, con la morte di mio padre e del fratello, zio Arduino, che riuniva da ragazzi tutti noi; una volta adulti, ognuno dei miei cugini, come d’altronde anche i miei fratelli si sono fatti onore diventando professori universitari, medici, imprenditori, ecc. Se fossimo stati uniti, ci sarebbero state tutte le premesse per creare a Bari, la grande “Famiglia Panaro”.

Ognuno, però, ha preso la sua strada.

Gli anni sono passati velocemente, i miei figli si sono sposati, mi hanno dato la possibilità di veder crescere i miei nipoti. Bei tempi, dove tutta la famiglia per molti anni si riuniva nella villa di Cassano, anche nelle ricorrenze invernali, per gustare le specialità di mia moglie Maria.

Credo che questo sia stato il lasso di tempo più bello della mia vita. Fare il patriarca di una famiglia riunita. Era troppo bello, purtroppo, per durare all’infinito. I nipoti una volta adulti li vedo oggi sempre più raramente.

Mio figlio Felice, avvocato, si è affermato come imprenditore e ha avuto quattro figli dalla moglie Maria Di Sciullo: Silvio (avvocato), Maria Laura (medico), Antonio (universitario) e la più piccola Paola (studentessa liceale).

Giuseppe, ormai noto e bravo architetto, ha sposato Anna Manno e hanno avuto tre figli: Silvia, laureata in architettura, sposata con Alessandro Franconetti il 29 giugno 2010 a Bari, vivono a Roma e Carlotta e Niccolò (entrambi studenti universitari). Da alcuni anni con la nuova compagna, Barbara Meneghella sono nate anche due graziose nipotine: Alice di quattro anni ed Emma di tre.

Patrizia vive a Firenze con le sue figlie avute dal marito, Fabio Frandi: Beatrice (laureata in giornalismo) e Bianca (universitaria) e Benedetta invece si è laureata in Giappone e l’8 luglio 2011 si è sposata con Thomas Lamberth, un cittadino belga, i coniugi attualmente si sono trasferiti a Dubai.

Dulcis in fundo Paola, sposata con Giovanni Ungaro, esperto informatico, con il bellissimo figlio Danilo.

Per un totale di tredici nipoti.

Le soddisfazioni sono state numerose, molti riconoscimenti e incarichi; la mia vita procedeva abbastanza bene con il lavoro, la famiglia, ecc.

Le prime avvisaglie di turbolenza però erano all’orizzonte: la morte di mia moglie Maria, l’allontanamento dei figli che avevano diritto ad una loro autonomia.

Comunque le cose si sono maggiormente complicate con separazioni in famiglia che che hanno spaccato direi ormai per sempre quell’affetto e quell’amore che per tanti anni hanno dato tanta felicità a tutti noi.

A tutto ciò si aggiunge la delusione del degrado della società in cui viviamo che è in netto contrasto con i ricordi del passato: mancanza di meritocrazia, disonestà latente sia pubblica che privata e quello che mi addolora maggiormente e non sapere cosa erediteranno i nostri nipoti e pro nipoti.

Dopo tante insistenze ho ritenuto di far stampare questo testo per tentare di riprendere, anche se solo epistolarmente, i rapporti con parenti e cari amici, che sono sparsi in Italia e all’estero per motivi di lavoro e di studio e che il destino ha voluto tenere lontani: mia figlia Patrizia con le mie nipoti che vivono a Firenze; i figli di mio fratello Vincenzo, una risiede a Firenze e l’altro a Miami; le figlie di mio fratello Anselmo vivono a Firenze; un pronipote che non ho mai conosciuto vive a Carpi; diversi cugini, figli di zio Pasquale, fratello di mio padre ed alcuni procugini sono in America nel Trenton; New Jersey: Tra questi c’è il dott. Antonio Scalia, madre Panaro, che si è fatto onore diventando Giudice Supremo dell’Alta Corte degli Stati Uniti. Molti parenti sono trasferiti a Milano e altri sono sparsi per il mondo.

A tutto ciò bisogna aggiungere gli acciacchi e le malattie, una delle quali ha colpito mia moglie Lucia. Oggi posso affermare senza tema di smentita che il famoso detto “chi trova un amico, trova un tesoro” non si sbagliava perché mai come in questo periodo mi sono reso conto di quanto siamo fortunati io e mia moglie ad aver incontrato tanti cari amici che con la loro disponibilità, con il loro affetto, con il loro calore ci hanno dato la forza di vivere, continuare a lottare e rendere meno triste la nostra vita. Ed infine, come ultima motivazione, anche per rispetto nei confronti di Mara che ha dedicato tanto tempo a raccogliere tutte queste informazioni sulla mia vita.

(omissis)

Le notizie storiche sulla Famiglia Panaro sono state raccolte con dispendio di tempo e denaro, ma con grande passione da mio fratello Anselmo.

In origine il nome autentico della famiglia era Perier, un comandante dell’esercito del Duca d’Angiò, quando venne in Italia nel 1266.

Purtroppo, nonostante decenni di accurate ricerche presso le biblioteche, gli archivi, ecc., non è stato possibile colmare questo vuoto di quasi quattro secoli.

Il documento più antico è quello di Salvatore del 1640, a cui risale l’inizio della nostra famiglia, che sposò Angela Matarazzo nel 1663.

Tra questi documenti significativo è stato il matrimonio di Gennaro Vincenzo Lorenzo Pasquale, che contrasse il matrimonio con la Nobil Donna Lucia dei Marchesi Forcella in Buccino nel 1794, di cui noi siamo diretti discendenti.

Il ramo che ci interessa passa dal mio bisnonno Fulgenzio Pasquale Vito, a mio nonno Vincenzo a mio padre, Felice Panaro e si conclude almeno per ora con la nascita di tredici nipoti. La prima Silvia e l’ultima Alice.

Tutta la documentazione originale è conservata in un volume “Albero genealogico della famiglia Panaro alias Panari” custodito nel mio studio come testimonianza delle notizie sopra citate.

Se tra coloro che hanno avuto la possibilità di leggere questo libro c’è qualcuno che è interessato ad avere maggiori delucidazioni e spiegazioni su quanto è stato scritto sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.

È gradita anche una visita nel mio studio, previo appuntamento, per offrirvi un buon caffè (…)

Fondazione

 

Venne fondata il 23 marzo 1924, grazie alla forte e pertinace volontà della dirigenza della Camera di Commercio di Bari e dello stesso Governo. La Italo Orientale fu guidata da uomini come Antonio De Tullio, il primo presidente nella storia dell’ente, Michele Viterbo, segretario generale, Nicola Ferrorelli, tra i vicepresidenti di sezione.

Nel suo albo, inoltre, annovera altrettanto illustri consiglieri d’onore quali Raffaele Gorjux, Araldo Di Crollalanza, Sergio Panunzio, Gaetano Postiglione che tanto si prodigarono affinché fosse istituita la Camera.

La Italo Orientale nacque come ente coordinatore e propulsore, per curare gli interessi italiani in Oriente, superando così la limitatezza di azione di quelle Camere di Commercio, miste o bilaterali, che la considerarono prezioso punto di riferimento. Ciò fu possibile per la sua ampiezza di programma e la disponibilità di mezzi, che le permettevano di svolgere un’azione più vasta.

Lo stesso Sante Cosentino, poi Segretario Generale, parlò di: “azione necessaria, nei riguardi dell’Oriente, perché molti mercati, pur non presentando grande interesse, sono peraltro degni di essere attentamente sorvegliati in vista di future possibilità”.

L’attività della Italo Orientale, supportata da quella politica, fu particolarmente vivace verso l’Albania, nei cui confronti si sviluppò grande attenzione per” potenziare l’unione tra le due sponde”. I Comitati Tecnici, la Sezione Sviluppo e Propaganda, organi previsti dallo Statuto, diedero grandissimo impulso agli studi della Camera che svolse opera capillare di informazione sui mercati orientali, con approfondite indagini da parte dei propri corrispondenti. Numerose pubblicazioni e studi di mercato completavano il quadro di operatività della Italo Orientale che, nel 1935, aveva un archivio con i nominativi di oltre 70.000 aziende tra importatori ed esportatori, corredato da note illustrative.

Per dare la dimensione del fenomeno camerale, nello stesso anno venne pubblicato, tra le altre iniziative, un dizionario italiano-turco dedicato al commercio. Interessante, inoltre, la pubblicazione di bollettini informativi: uno interno ed uno per il mercato estero.

 

Mission storica

 

L’opera della Camera era finalizzata a raccogliere e coordinare gli sforzi di tutte le provincie italiane, per intensificare e rendere più razionale la penetrazione nei mercati orientali, ed evitare l’azione disordinata che spesso faceva il buon gioco di nazioni straniere commercialmente meglio preparate. Numerosi anche i viaggi studio e le missioni economiche, come ad esempio nel 1928 in Turchia, con i giovani che avevano frequentato il “Corso Esportatori” della Camera, alla Fiera di Smirne, alla quale prese parte una nutrita schiera di aziende italiane. Ottanta di esse del nord Italia, si affidarono alla Italo Orientale per introdurre i singoli prodotti in quella nazione. Esemplare l’esposizione dei cataloghi delle ditte italiane nella corrispondenza in Albania.

Altra azione camerale fu rivolta alla propaganda collettiva per l’olio d’oliva italiano, per sostenere la concorrenza degli oli vegetali e dei grassi, fornendo ancora una volta il proprio supporto nei mercati orientali. La Camera di Commercio Italo Orientale ebbe ruolo attivo nella nascita della Fiera del Levante.

Bisogna infatti risalire ad una mostra che si tenne a Bari nel 1900, che ebbe risultati soddisfacenti per le compagini industriali, commerciali ed agricole locali. Dopo tale esperienza, su iniziativa di Antonio De Tullio, nacque un Comitato Cittadino per organizzare un’esposizione da estendersi all’intera regione. L’iniziativa, interrotta a causa della Prima guerra mondiale, fu ripresa nel 1924 e coinvolse la Camera di Commercio Italo Orientale, quale principale protagonista per la creazione della Fiera, grazie alla sua vocazione naturale, vicina al programma di accostamento fra l’Italia ed il Levante. Tale giovane Istituzione, in collaborazione con la Camera di Commercio di Bari, riuscì a realizzare l’ambizioso progetto: la “Fiera del Levante”. La Fiera, che inizialmente doveva denominarsi “Fiera Italo Orientale”, ebbe il suo primo riconoscimento ufficiale il 3 ottobre 1929, e venne autorizzata ad organizzare la prima esposizione per il settembre del 1930.

Sin dal primo Statuto, a confermare il ruolo attivo nella nascente campionaria, fu prevista la presenza, nel Consiglio Direttivo della Fiera, della Camera di Commercio Italo Orientale, tramite due suoi rappresentanti. Da allora l’attività delle due istituzioni è proseguita in un rapporto di iniziative comuni e parallele, intraprese a favore dello sviluppo del tessuto economico locale ed italiano in generale, anche per il tramite dei corrispondenti esteri della Camera. La loro opera fu messa a disposizione della Fiera per decenni. Tanto per citare qualche evento, nel 1938, la Italo Orientale, organizzò convegni economici con i rappresentanti di Bulgaria, Egitto, Grecia, Jugoslavia e Turchia. Già da tempo, esisteva una Borsa Merci (l’odierna “Borsa degli Affari”), all’interno della quale la Camera svolgeva opera d’informazione e promozione delle aziende italiane, tenendo costantemente sotto controllo lo sviluppo dei mercati stranieri. Il 6 marzo 1927 la Italo Orientale, con R.D. n. 549, venne eretta in ente morale.

 

Attività Camerale

 

Nel periodo fra la sua creazione e l’inizio della Seconda guerra mondiale la Camera è stata una delle principali artefici della diffusione dei prodotti italiani nel mondo, con una serie di iniziative di successo, programmate da ambiziosi e capaci uomini, che seppero sfruttare la posizione geografica della Puglia per gli interessi della Regione e dell’Italia.

Tra le attività principali vanno segnalate: – la creazione di un notevole numero di delegazioni in vari paesi, con lo scopo di fornire supporto alle aziende operanti all’estero; – la costituzione di una Sezione Studi e Ricerche dedicata a svolgere approfondite ricerche in ambito internazionale, per consentire agli imprenditori di essere costantemente e prontamente informati sull’andamento dei vari mercati.

Dopo il secondo conflitto mondiale, fu eletto Presidente della Italo Orientale Isidoro Pirelli, che restò in carica sino al 15 luglio 1968.A lui seguì Vittorio Triggiani, che ricoprì anche la carica di Vicepresidente della Fiera del Levante dal 1949 al 1963 e di Presidente dal 3 agosto 1963 al 1976. Durante la Presidenza Triggiani, la carica di Segretario Generale fu ricoperta, da Sante Cosentino.

Un esempio per tutti della fervida e multiforme opera dei responsabili camerali fu l’organizzazione di un’esposizione itinerante realizzata su di una nave che tocco’ i principali porti del Mediterraneo, così da far conoscere i prodotti tipici della Regione Puglia.

A seguito della scomparsa dei principali protagonisti dell’epoca, la Camera diminuì progressivamente la sua attività sino alla quasi totale sospensione dovuta anche agli eventi bellici.

 

Ricostruzione della Camera

 

Nel 1983, e precisamente l’8 luglio, davanti al notaio Francesco Reboli, per volontà dell’allora Presidente della Camera di Commercio Industria Agricoltura ed Artigianato di Bari, on.le Luigi Farace, viene ricostituita la Camera di Commercio Italo Orientale con l’adesione di diciotto imprenditori e della stessa C.C.I.A.A. quale ente fondatore e finanziatore. Tale ricostituzione riceve l’avallo del Ministero dell’Industria, Artigianato e Agricoltura, Div. X, con prot. 306894 dell’8 agosto 1984. Presidente anche della Italo Orientale fu eletto Luigi Farace. Con alterne vicende, la Camera continua la sua opera e nel febbraio 1993, avendo ricevuto un incarico governativo, Farace si dimette dalla Presidenza della Camera di Commercio di Bari che sarà commissariata.

Nel maggio del 1994, dopo un periodo segnato da una scarsa attività, dovuta a varie ragioni, con l’elezione dei nuovi organi statutari, avendo dichiarato Farace l’impossibilità a mantenere l’incarico, la Presidenza è affidata a Silvio Panaro, che, superando notevoli difficoltà, riorganizza, grazie al suo impegno l’attività della Camera, sia in Italia che all’estero, con la creazione di numerose corrispondenze.

Nel 1998, si procede al rinnovo delle cariche sociali e il Presidente ed il Consiglio Direttivo vengono riconfermati: ulteriore riconoscimento per la positiva attività svolta. Le iniziative della Camera si moltiplicano e la stampa e gli altri organi di informazione danno ampia risonanza alle iniziative, tanto da spingere diversi Enti ed Istituzioni, quali Regione, Province, Comuni ed altre Camere di Commercio a richiedere l’iscrizione a questo glorioso ente, che nel frattempo riceve il riconoscimento del Ministero dello Sviluppo Economico (ex Commercio estero) ed è iscritta all’albo delle Camere di Commercio miste ed estere in Italia tenuto dall’unioncamere. È stato un riconoscimento che ha valorizzato il ruolo della Camera che ha supportato le imprese sul campo con un ruolo attivo al fine di potenziare le loro possibilità di esportare e quindi far conoscere il made in Italy all’estero.

La Italo Orientale svolge nel tempo diverse missioni economiche a favore delle aziende che ad essa aderiscono, e che hanno occasione di incontrare potenziali partner all’estero, solo un esempio: in Albania nel 1994 e 2002, in Grecia nella zona dell’Epiro nel 1996 e nel 1997, in Romania nel 1996, in Montenegro nel 1997 e successivamente, incontri con delegazioni in Italia, provenienti dalla Tailandia, dall’Ungheria, dalla Romania, dall’Egitto, dalla Polonia, dal Giappone dalla Slovacchia, ecc.

Nel 2001 l’assemblea dei soci visto il perdurare delle problematiche connesse alle condizioni economiche ed alla necessità di apportare modifiche sostanziali ad assetti ormai inadeguati alle esigenze da più parti espresse, decise di affidare poteri straordinari a Silvio Panaro chiamandolo ad assumere l’incarico di Commissario Straordinario.

http://www.rotarybari.it/?publication=bollettino-n-15-anno-2017-18&wppa_open=1

Riunione del 15 Maggio 2018 Commemorazione dei Past President Franco Grasso, Silvio Panaro e Carmelo Simone

In ricordo di Silvio Panaro A cura di Emanuele Fino

Caro Felice, Maria, Gentili Ospiti Amici Rotariani.

Ho accettato senza esitazione ma con una comprensibile emozione la proposta del Presidente Valeria Viterbo di ricordare questa sera l’Amico Silvio Panaro, Rotariano dal 1967, Uomo Poliedrico, Irrequieto, Invaso dalla voglia di fare e realizzare. Commemorare richiede un linguaggio solenne, userò parole semplici, a Lui più gradite, per ricordare innanzitutto l’Uomo, l’Amico.

Ho avuto il piacere di conoscere Silvio nell’anno del mio ingresso nel Rotary Club Bari, mi colpì subito la sua giovialità, la sua disponibilità e soprattutto il suo donare Amicizia da me ricambiata. mi ha invitato spesso a casa sua, ho trascorso con lui e i suoi familiari piacevoli serate, amava circondarsi di amici rotariani, di stare tra la gente (aveva fondato con questo intento il Circolo cittadino).

Con Silvio si creò da subito un “feeling particolare“ intrattenendomi nel suo Studio stracolmo di libri, riviste Onorificenze, targhe, premi, foto scattate negli incontri con personaggi illustri della politica nazionale e locale (un amarcord fotografico con Moro, Andreotti, Pertini, i reali del Belgio) orgoglioso, mi mostrò l’albero genealogico che faticosamente aveva ricostruito, mi raccontò del suo cognome in origine Perier dal nome di un generale del Duca D’Angiò e poi la storia della sua vita e della famiglia, originaria di Spinazzola, del fratello Anselmo che combattè in Africa orientale ove ricoprì l’incarico di Governatore di una Colonia africana, in seguito fu fatto prigioniero dagli Inglesi insieme al Duca D’Aosta, anche l’altro fratello Vincenzo nel 1939 combatté prima in Eritrea e poi in Spagna.

 

Di Silvio mi colpì molto l’amore per la famiglia che aveva formato, era orgoglioso della carriera dei suoi figli e soprattutto dei suoi 13 nipoti ai quali raccomandava moralità e onesta: “Scegliete buoni amici” “Siate economi” “L’onestà è il migliore investimento che si possa fare nella vita” Definito Uomo di carattere eclettico e pieno di idee brillanti ”le attività” di Silvio hanno ruotato non solo nel mondo della imprenditoria ma hanno spaziato nel mondo dell’arte della scrittura della politica. E’ stato un imprenditore generoso “non ho mai licenziato un dipendente” soleva dire.

Nel 1950 fondò la Ditta Panaro traslochi che in pochi anni diventò impresa leader a livello nazionale e internazionale. Andato in pensione, si fa per dire, ideò la Camera di Commercio Italo Orientale di cui è stato presidente per 16 anni creando rapporti a livello internazionale.

E poi la Fiera dei Comuni, la Fiera Forestale Montana. Tra i suoi incarichi importanti va ricordata la nomina a Console Onorario del Belgio. Fu insignito della Medaglia di prima classe per i buoni e leali servizi resi allo Stato Belga, onorificenza consegnata dal Console del Belgio in Italia anno 1998.

Ha fatto parte del C.D.A. della Fiera del Levante, Camera di Commercio, Autorità Portuale. Vorrei ricordare brevemente la sua vena artistica. Aveva fondato la Galleria d’Arte 3.14 in via A. da Bari ove si svolsero vernissage di pittori importanti (Guttuso, Mirò Bueno Cantatore), e aveva diretto la Galleria d’Arte del Circolo Unione.

Silvio dipingeva – la pittura non è stata una folgorazione. Sin dalla giovinezza trattava i colori con delicatezza, le sue tele rivelano una mano agile, un senso immediato e spontaneo dei valori coloristici, un istinto che sa tradurre in immagini i suoi sogni, i suoi pensieri. (Corriere del Mezzogiorno).

La sua passione per la scrittura, nata sin dall’età giovanile, ha scritto articoli e saggi economici per autorevoli quotidiani nazionali e locali (Corriere della sera, Arena di Verona, Corriere di Napoli, Il sole 24 ore) e sempre attento ai problemi della nostra città le “Lettere alla Gazzetta” in cui segnalava le criticità proponendo talvolta le soluzioni, e libri su argomenti vari (ricordo I comuni della Puglia, della Basilicata).

Ha scritto poesie – la sua è una poesia evocativa di immagini, profumi, sensazioni che l’autore esterna con prepotenza e da cui si eleva una voce che scuote con impeto la sensibilità di chi legge (Gazzetta del Mezzogiorno).

Sono tante ancora le cose che si potrebbero ricordare, rischierei di fare un freddo elenco sminuendo le qualità, l’impegno e la costanza di Silvio, vulcano dalle mille idee.

Mi piace concludere con alcune considerazioni esternate da chi lo ha conosciuto meglio di me Silvio: è stato un imprenditore che ha operato per il bene della sua città e per il prossimo, è stato un opinionista amante della verità, ha portato sempre avanti le sue idee, nonostante le difficoltà, tutto questo non gli ha dato vantaggi di nessun genere, ma la stima delle persone oneste come lui.

La Lituania è più vicina – La Gazzetta del Mezzogiorno

La Lituania è più vicina

Presso la Camera di Commercio di Bari siglato un protocollo di collaborazione tra Camera di Commercio Italo Orientale e Agenzia Lituana per lo sviluppo

28 Settembre 2005

BARI – Presso la Camera di Commercio di Bari, nel corso della «Country Presentation» dedicata alla Lituania, è stato siglato da Silvio Panaro, presidente della Camera di Commercio Italo Orientale, e Dangis Silalnikas Direttore in Italia dell’Agenzia Lituana per lo sviluppo un protocollo di collaborazione tra le due Istituzioni. Sarà pertanto intrapresa tra i due enti una densa attività di scambio di informazioni e di reciproco supporto al fine di potenziare le relazioni commerciali tra l’Italia e la Lituania. Inoltre, ci si attiverà per favorire l’incontro tra gli operatori economici dei due Paesi anche a mezzo di missioni economiche e manifestazioni fieristiche. L’accordo, firmato alla presenza del Presidente della Camera di Commercio di Bari Luigi Farace, del Secondo Consigliere d’Ambasciata di Lituania a Roma Edita Krisciuniene, e del Console Onorario di Lituania in Puglia, Lilia Fortunato Tatò, sarà immediatamente operativo e senz’altro favorirà nuove opportunità per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale pugliese, rendendo così più vicino a noi un Paese di recente ingresso nell’Unione Europea.

https://www.panarotraslochi.com/azienda

 

SILVIO PANARO, SELF MADE MAN.

NEL 1950 NASCE UFFICIALMENTE LA DITTA PANARO TRASLOCHI

 

Nel 1950 Silvio Panaro decide di registrare alla C.C.I.A.A. la ditta individuale omonima, nata qualche anno prima, certificando così le sue spiccate doti imprenditoriali ed il suo grande spirito di “self made man “. Una realtà che divenne ben presto una vera e grande rivoluzione nel settore trasporti e spedizioni.

TRASPORTO SU GOMMA DI PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI, LA RIVOLUZIONE DI SILVIO PANARO

LA SCELTA DELL’IMPRENDITORE GARANTÌ ALMENO DUE VANTAGGI PER LA CLIENTELA: RISPARMIO ECONOMICO E MINORI TEMPI DI PERCORRENZA

La “Casa di Spedizioni Panaro”, grazie all’utilizzo di semplici teloni impermeabili con cui foderava i cassoni degli autotreni, “inventò” il trasporto su gomma dei prodotti ortofrutticoli, che fino a quel momento avevano viaggiato esclusivamente su vagoni ferroviari, dando così alla clientela un duplice vantaggio in termini di diminuzione dei costi e dei tempi di percorrenza.

Poiché all’epoca non esistevano mezzi da trasporto refrigerati, per le merci deperibili fu una rivoluzione.

Nel giro di pochissimo tempo l’azienda vide crescere esponenzialmente il proprio fatturato ed ebbe la possibilità di estendere il proprio ambito operativo a livello nazionale, con l’apertura di due nuovi filiali: a San Severo (in provincia di Foggia) e Milano. La ditta, inoltre, avviò collaborazioni e in breve si avvalse di corrispondenti dislocati su tutto il territorio nazionale.

UN SUCCESSO CHE SI TRAMANDA DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE. DOPO 60 ANNI DI ATTIVITÀ LA DITTA SI AFFERMA COME LEADER E PUNTO DI RIFERIMENTO NEL SETTORE

La Panaro negli anni ’60 era l’unica corrispondente per la “Blort” di Milano, la multinazionale del trasporto in Italia del dopoguerra. All’epoca la Panaro disponeva di magazzini con coperture in cemento armato estesi 3000 mq., di cui 400 mq. composti da celle frigorifere, mezzi e tecnologie all’avanguardia.

Oggi, a distanza di sessantacinque anni, la ditta può contare sull’entusiasmo delle nuove generazioni della famiglia Panaro, capeggiate con successo dai nipoti dottori Silvio, Antonio e Paola, figli dell’avv. Felice, i quali fanno tesoro di quelli che sono gli indispensabili consigli del fondatore di questa grande realtà.

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