ARMENISE NICOLA

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ARMENISE NICOLA

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Bari 1937 – 2005

Burbero, austero, a tratti perfino scontroso. Ma buono, schietto e leale. In una parola, giusto. Così, Nicola Armenise viene ancora ricordato dai cari, dagli studenti e dai colleghi. Nacque a Bari, il 10 settembre 1937.

Qui trascorse tutta la sua vita, studiando, lavorando, “mettendo su famiglia”. Aveva origini semplici – papà ferroviere, mamma casalinga – da cui ereditò serietà e rigore, pur essendo educato molto liberamente. Dopo il liceo scientifico, gli permisero di continuare gli studi. Si laureò in Fisica nel 1960. Subito entrò in università, come assistente ordinario. Successivamente conseguì la libera docenza, diventando infine professore ordinario di Fisica generale nel 1976. Iniziò, così, nell’Istituto di Fisica di Bari una carriera brillante, che lo avrebbe mostrato quale professionista di altissimo profilo. Ne diventò, in ultimo, una vera e propria icona.
Era da qualche anno iniziata la cosiddetta “Era Merlin”. L’Istituto di Fisica si trasferiva nella sua attuale sede dallo scantinato in cui era precedentemente ospitato. Arrivavano nuove attrezzature, si cominciavano ad allestire i laboratori. E si iniziava una scuola con gruppi di ricerca seriamente orientati. Erano, allo stesso tempo, anni di grandi mutamenti nella ricerca fisica. “La fisica delle particelle”, come commenta Bruno Ghidini, “stava evolvendo dalla tecnica delle emulsioni nucleari a quella delle camere a bolle, un particolare tipo di strumento, molto sofisticato, che permetteva di ‘visualizzare’ e ricostruire interamente il percorso delle particelle subnucleari e le loro interazioni”.
Anche l’organizzazione del lavoro stava mutando: passava da piccoli gruppi di ricercatori isolati, il più delle volte appartenenti allo stesso istituto, a più vaste collaborazioni fra gruppi di centri di ricerca, anche di paesi diversi. Nell’ambito della fisica delle particelle si trattava anche di un mutamento internamente necessario, visto che, da un lato, la camera a bolle era uno strumento così costoso e complesso che solo alcuni laboratori potevano possedere; dall’altro, l’analisi dei dati, che si faceva sempre più lunga e laboriosa, andava imponendo la partecipazione di una più vasta comunità di ricercatori.
Armenise da subito giocò un ruolo importante nelle collaborazioni internazionali del gruppo barese in fisica delle particelle. Inizialmente, indirizzò la sua ricerca verso lo studio delle interazioni forti fra mesoni e nucleoni, partecipando a numerosi esperimenti condotti sotto condizioni molto specifiche nelle camere a bolle del CERN di Ginevra e studiando con ottimi risultati, ancora oggi citati, le risonanze mesoniche sia in riferimento alle proprietà sia ai meccanismi della loro produzione. Successivamente, a fine anni Settanta, diresse il suo interesse verso le nuove problematiche che si aprivano nella fisica subnucleare, dedicandosi allo studio delle interazioni deboli, con esperimenti condotti in camere a bolle giganti esposte a fasci di neutrini. Tra i risultati ottenuti in quest’ambito, ancora di primissimo livello, si ricorda ad esempio la prima osservazione sperimentale del decadimento inverso del muone. Negli anni Novanta, infine, questo suo interesse si evolse verso il fenomeno delle oscillazioni fra i vari tipi di neutrino, che studiò partecipando a due importanti esperimenti ibridi (CHORUS e OPERA), condotti anche con la tecnica delle emulsioni nucleari. Entrambi si sono poi rivelati fondamentali, anche se il secondo era in fase avanzata di allestimento quando egli venne a mancare.
Tuttavia, non si ferma affatto qui il contributo offerto da Armenise alla fisica barese, perché fin dall’inizio della sua carriera accademica cooperò attivamente alla formazione del nucleo di ricercatori e professori, lo stesso su cui ancora oggi è strutturato il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bari. Ha detto, infatti, di lui Gianluigi Fogli in una breve rievocazione: “Ha rappresentato come nessun altro quello splendido sforzo unitario che ha consentito ai laureati baresi in Fisica, sotto la guida di Merlin e con l’aiuto di pochi ma ben selezionati do­centi provenienti da altre sedi, di trasformare un gruppetto di giovani laureati in una realtà scientifica e didattica di livello internazionale” Ricoprì, inoltre, prima la carica di direttore dell’allora Istituto di Fisica (1974-76), di cui fu il primo eletto democraticamente; poi, primo della nuova generazione, la carica di preside della Facoltà di Scienze naturali, fisiche e matematiche (1991-93), dopo Merlin e Aldo Cossu. Al momento della sua scomparsa, infine, stava lavorando per il nucleo di valutazione della didattica dell’Università. Armenise scomparve Bari, il 20 settembre 2005.
Aveva interesse per tutto, una cultura onnicomprensiva. Era un “dietrologo”, nel senso che di tutto voleva capire ciò che stava dietro, ma era anche un uomo che sapeva guardare molto lontano. In più possedeva un grande pregio: sapeva comandare senza comandare, rispettare la persona, nonostante l’irruenza del suo carattere. Per questo è stato per molti suoi colleghi un punto di riferimento. Una studentessa, durante la cerimonia funebre, lo ha salutato con grande affetto: “Professore, i suoi studenti non potevano esimersi dal dire due parole per ricordare una persona speciale come Lei, un’icona del Dipartimento. Il suo temperamento di burbero benefico ci spaventava all’inizio, ma ci ha aiutato a crescere e abbiamo imparato ad amarla, soprattutto quando abbiamo realizzato che le sue sfuriate esprimevano quanto lei avesse a cuore i suoi studenti. Per molti di noi lei è stato un punto di riferimento, una guida … Per salutarla, infine, può essere certo che non la dimenticheremo mai”.

Gianbattista Formica

Da Scienziati di Puglia (a cura di) Francesco Paolo de Ceglia Adda Editore, 2007 pag. 614-617

Cenni bibliografici

Letteratura primaria:
[in collaborazione con altri ricercatori] The transverse momenta in the exclusive reactions at intermediate energies: a parameter to measure the transversity, «Lettere al Nuovo Cimento», 18 (1977), pp. 209 e segg.
[in collaborazione] Experimental study of the reaction v e- µ- v,, «Physics Letters», 84 B (1979), pp. 137 e segg.
[in collaborazione] Observation of the muonic decay D µ’ v,, «Progress of Theoretical Physics», 89 (1993), pp. 131 e segg.

Letteratura secondaria:
Fogli G L., In memoria di Nicola Armenise, «Il Nuovo Saggiatore»,21 (2005) 5-6, pp.44-45.

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